ANTONIO BOCCIA.  Signor Presidente, purtroppo non siamo
  stati ascoltati.  Il mio emendamento che è stato approvato non
  ha eliminato la possibilità di depositare i dati inerenti alla
  situazione patrimoniale.  Ho precisato, e forse i colleghi
  erano distratti, che c'è un successivo emendamento che
  contiene una elencazione molto più ampia di quella contenuta
  nell'articolo 11 e che obbliga a dotarsi entro novanta giorni
  di una anagrafe patrimoniale.  Quindi non vedo perché ci sia
  tutta questa preoccupazione.
     Signor Presidente, non capisco nemmeno le rinunce del
  Comitato dei nove.  Avanzo pertanto una proposta di
  riformulazione dell'emendamento 11.8 della Commissione che
  penso risolverebbe il problema.  Propongo infatti di
  aggiungere, dopo le parole "ai dipendenti delle pubbliche
  amministrazioni," le parole "individuati con decreto del
  Presidente della Repubblica su proposta della Commissione,
  previa deliberazione del Consiglio dei ministri".  Pertanto
  l'emendamento 11.8 della Commissione risulterebbe essere del
  seguente tenore: " i)  ai dirigenti di cui all'articolo 15
  del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive
  modificazioni, e ai dipendenti delle pubbliche
  amministrazioni, individuati con decreto del Presidente della
  Repubblica su proposta della Commissione, con delibera del
  Consiglio dei ministri, ai quali sono affidate responsabilità
  di gestione o di adozione di rilevanti atti
  discrezionali...".
     In tal modo i pubblici dipendenti che devono essere
  sottoposti a questo regime non verrebbero scelti
  discrezionalmente dalla Commissione né si amplierebbero a
  dismisura i criteri per la loro individuazione, perché
  spetterebbe ad un decreto del Presidente della Repubblica
  definire ed individuare questi soggetti.  Se il Comitato dei
  nove è d'accordo, si potrebbe andare avanti in questa
  direzione.