ANTONIO BOCCIA.  Mi scusi, Presidente, ma qui si pone una
  questione di comprensione.  Se riuscissi a capire la volontà
  della Commissione sul testo in esame, potrei anche ritirare il
  mio emendamento.
     La questione è la seguente.  Entro tre mesi dalla loro
  proclamazione i deputati ed i senatori devono presentare una
  dichiarazione concernente i rapporti di deposito intrattenuti
  con aziende di credito in Italia e all'estero, con
  l'amministrazione postale, con società fiduciarie, con
  intermediari finanziari; devono denunziare il possesso di
  titoli di Stato e di valori mobiliari di qualsiasi genere.
  Questo, fra l'altro, prevede la lettera  b)  del comma 1
  dell'articolo 12.  Ora, non si capisce bene l'espressione
  "Salvi i casi previsti dalla presente legge", inserita al
  comma 6 dell'articolo 12 con riferimento al divieto di
  divulgazione delle suddette dichiarazioni.  Cosa si vuole
  intendere?  Che in qualche caso è possibile divulgare quelle
  notizie?  Ma allora salterebbe la prescrizione di segretezza
  contenuta nel primo periodo del comma 6.  Se sono segrete, in
  sostanza, non è possibile prevedere che siano divulgabili in
  certi casi, senza alcuna sanzione.  Mi sembra che qualcosa non
  funzioni.  Se questo aspetto mi sarà spiegato, ritirerò il mio
  emendamento 12.7.