| ANTONIO SODA. Presidente, anch'io invito il Comitato dei
nove a riflettere sulle disposizioni in esame, per le ragioni
da lei testé illustrate in merito ai rapporti tra legge e
regolamento. Sarebbe il primo caso in cui la legge ordinaria
vincola un regolamento parlamentare.
Vi è poi l'aspetto dell'integrità delle Assemblee, che è
direttamente riconducibile, oltre che alle disposizioni
costituzionali richiamate dall'onorevole Garra (gli articoli
65 e 66), alla norma fondante delle democrazie, che è
rappresentata dall'articolo 1 sulla sovranità popolare, la
quale si esprime attraverso la rappresentanza, che richiede
l'integrità delle Camere. La dottrina costituzionale ma anche
la stessa Corte costituzionale, facendo riferimento alla
possibilità per il legislatore di determinare le cause di
decadenza del parlamentare, si sono sempre riferite alla
categoria della causa di ineleggibilità sopravvenuta, che
determina il venir meno del requisito fondamentale
dell'elettorato passivo.
Prima quindi di introdurre attraverso una legge ordinaria,
peraltro per un fatto meramente omissivo come quello previsto
dal primo comma, una causa di decadenza che si risolve,
ripeto, in una sopravvenuta causa di ineleggibilità, invito
l'Assemblea e il Comitato dei nove a riflettere, perché vi
sono gravissimi profili di costituzionalità sia negli aspetti
rilevati in precedenza circa i rapporti con il regolamento,
sia soprattutto con riferimento agli articoli 2, 65 e 66 della
Costituzione.
Sulle cause di ineleggibilità sopravvenute, in sostanza,
se si vuole attingere in questa materia alla sanzione estrema
della decadenza, si può a mio parere farlo quando vi sia stato
un accertamento con sentenza irrevocabile in relazione al
fatto dell'infedele dichiarazione che abbia come sanzione
accessoria la perdita del diritto di elettorato passivo.
Quando cioè il meccanismo che viene messo in moto è quello per
il quale all'infedele o falsa dichiarazione corrisponda una
sanzione che comporti la perdita del diritto di elettorato
passivo, ciò determina una causa sopravvenuta di
ineleggibilità, per cui la Camera prende atto della
irrevocabilità della decisione sull'accertamento
dell'infedeltà e della sanzione applicata e pronuncia la
decadenza.
Ma non si può pronunciare la decadenza dalla Camera e
quindi vulnerare il principio fondante delle democrazie, che è
quello dell'integrità dell'Assemblea. Attenzione, infatti,
perché ogni qual volta si pronuncia la decadenza di un
deputato si espelle dai processi di democrazia una parte del
corpo elettorale, che si vede privata della sua
rappresentanza.
Pag. 75
Invito dunque o ad un accantonamento dell'articolo o ad
un'ulteriore riflessione se si vuole arrivare alla sanzione
della decadenza. A mio avviso ciò è eccessivo, ma se proprio
l'Assemblea volesse arrivare alla pronuncia di decadenza, che
essa sia limitata all'ipotesi della dichiarazione infedele o
falsa e non anche alla semplice ipotesi di omissione.
Comunque, a questo occorre arrivare attraverso il procedimento
giurisdizionalizzato di accertamento dell'infedeltà, della
falsità, dell'applicazione della sanzione e, quindi, della
decadenza (Applausi dei deputati del gruppo della sinistra
democratica-l'Ulivo).
| |