Banche dati professionali (ex 3270)
Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


344261
STA0297-0612
Stenografico d'Aula n. 297 del 15 gennaio 1998 (STA13-297)
(suddiviso in 618 Unità Documento)
Unità Documento n.612 (che inizia a pag.90 dello stampato)
...Per fatto personale (ore 20,10).
FERDINANDO TARGETTI.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE
ZZSTA ZZRES ZZSTA150198 ZZSTA980115 ZZSTA000198 ZZSTA000098 ZZSTA297 ZZ13
    FERDINANDO TARGETTI.  Nella seduta di mercoledì 14 ultimo
  scorso l'onorevole Maiolo ha interpellato il Governo sul
  comportamento della procura di Milano nell'inchiesta Banca
  popolare di Milano e, in particolare, di mio fratello Riccardo
  Targetti, pubblico ministero in quella procura, che è titolare
  dell'inchiesta.
     Non entrerò nel merito delle domande poste dall'onorevole
  Maiolo al Governo circa la sussistenza dei motivi che
  avrebbero dovuto indurre la procura di Milano a sottrarre
  l'indagine a mio fratello per inimicizia nei confronti
  dell'imputato e sull'opportunità di un'azione disciplinare nei
  confronti del dottor Borrelli per non avere compiuto tale
  atto.  Non è mio compito dare tali risposte e l'onorevole Ayala
  a mio parere ha replicato puntualmente e convincentemente,
  mostrando l'inconsistenza degli addebiti.  Tuttavia mi corre
  l'obbligo di dare una precisazione per il fatto che nella
  riesposizione compiuta dall'onorevole Maiolo del contenuto di
  una lettera del professor Schlesinger, presidente della Banca
  popolare di Milano all'epoca in cui i fatti oggetto di
  indagine si svolsero, pubblicata dal  Corriere della Sera
  e nella replica del sottosegretario Ayala sono stato chiamato
  in causa.
     Dall'interrogazione e dalla discussione apparirebbe: in
  primo luogo che io sia stato escluso nel 1987 dal consiglio
  della Banca agricola milanese (istituto controllato dalla
  Banca popolare di Milano) dal professor Schlesinger; in
  secondo luogo che la mia richiesta di far parte del consiglio
  della Banca popolare di Milano nel 1993 sia stata rifiutata
  dal professor Schlesinger stesso.  Questi fatti sarebbero una
  delle prove dell'inimicizia nutrita da mio fratello nei
  confronti del professor Schlesinger.  Ciò che vorrei affermare
  in modo categorico è che le due affermazioni sono
  assolutamente prive di fondamento.  Innanzitutto va chiarito
  che i due fatti sono avvenuti prima dell'inizio dell'indagine
  sulla Banca popolare, che è iniziata nel 1994, ma questo non è
  il punto principale.  Circa il primo avvenimento i fatti si
  svolsero in ben altro modo rispetto a quello ricostruito.  Nel
  1987 io ero già membro del consiglio di amministrazione della
  Banca agricola milanese oltre ad essere vicepresidente del
  Credito lombardo (gruppo Monte dei paschi di Siena).
 
                              Pag. 91
 
  I membri del comitato elettorale della Banca popolare di
  Milano aderenti al sindacato FISAC-CGIL (ricordo che, dato
  l'assetto istituzionale di quell'istituto di credito, i
  consiglieri di amministrazione sono nominati, di fatto, dai
  membri di tale comitato in rappresentanza dei soci) mi
  chiesero di scegliere tra le due cariche ed io scelsi di
  restare vicepresidente del Credito lombardo.  Per quel motivo
  non fui riproposto al consiglio della Banca agricola
  milanese.
     Quindi, in primo luogo io non fui escluso dal consiglio
  della BAM in primo luogo nel 1987, ma non fui rinominato nel
  1988; secondo, chi lo decise furono i soci della banca ed i
  motivi furono l'incompatibilità con un'altra mia carica;
  terzo, in tutta questa vicenda non ebbi mai rapporti diretti o
  indiretti con il professor Schlesinger che mi potessero far
  pensare che a lui risalisse la responsabilità del mio mancato
  rinnovo.
     Il secondo fatto è ancora più inconsistente.  Io non mi
  rivolsi mai, né nel 1993 né in nessun altro momento al
  professor Schlesinger per avanzare una ipotetica candidatura
  al consiglio di amministrazione della Banca popolare, né
  quindi ottenni mai da lui un rifiuto.  Peraltro, le nomine
  nelle società per azioni vengono compiute, come dovrebbe
  essere noto anche all'onorevole Maiolo, dai soci e non dal
  presidente della società.  Infine, preciso che i miei referenti
  rimanevano i membri del collegio elettorale di nomina
  FISAC-CGIL e non quelli di nomina FABI, che erano gli elettori
  del presidente.
     Tutto quanto detto sembra far emergere una volontà, da
  parte del professor Schlesinger, di un millantato sgarbo da
  lui procurato alla mia persona e alla mia famiglia.  Quali
  siano i motivi che lo inducono a rendere noto questo suo
  inesistente sgarbo per mezzo della stampa, a me sono ignoti e
  mi fanno solo sorgere il sospetto che siano un tassello di una
  sua strategia difensiva.
     Circa i motivi di una valutazione acritica da parte
  dell'onorevole Maiolo di una lettera ipocrita che viola la
  privacy  di una famiglia, pubblicata su un giornale,
  questi sono facilmente rinvenibili nella sua volontà politica
  di usare ogni strumento per delegittimare la magistratura
  ambrosiana  (Applausi dei deputati dei gruppi della sinistra
  democratica-l'Ulivo e dei popolari e
  democratici-l'Ulivo)
 
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