| I sottoscritti interpellano il Ministro dell'industria, del
commercio e dell'artigianato, per sapere - premesso che:
l'andamento della discussione sulla riforma della legge
n. 426/71, relativa alla riforma della disciplina del
commercio, svoltasi presso il Comitato ristretto appositamente
istituito dalla Commissione Attività Produttive ha evidenziato
l'impossibilità che la commissione stessa elabori un testo
organico prima della scadenza del 31 marzo della delega
conferita dall'articolo 4, comma 4, lettera C, della legge n.
59 del 1997 (cosiddetta legge Bassanini);
lo stesso Ministro interpellato ha dichiarato, nel corso
dell'audizione svoltasi il 10 dicembre 1997 presso la
Commissione attività produttive della Camera, di volere
esercitare la delega assicurando al tempo stesso la
Commissione che gli indirizzi e le intenzioni del Governo
sarebbero partiti dal risultato del lavoro condotto dal
Comitato ristretto, avuto riguardo anche alle posizioni e alle
sollecitazioni che fossero pervenute dai diversi gruppi;
sembra ormai certo da notizie di stampa che lo stesso
Ministro abbia predisposto uno schema di decreto legislativo
sulla riforma della disciplina del commercio che stravolge
l'attuale normativa e che non tiene conto delle indicazioni
emerse in sede di Comitato ristretto e ribadite anche nel
corso dell'audizione del 10 novembre, quali:
il mantenimento del requisito della qualificazione
professionale per l'accesso all'attività commerciale per
qualsiasi settore merceologico (alimentare, non alimentare e
misto);
la previsione espressa di un regime di convenzioni tra
regioni e organizzazioni imprenditoriali del commercio per
l'effettuazione di corsi di formazione e di aggiornamento
professionale;
la fissazione dei limiti dimensionali per la
definizione di piccole, medie e grandi strutture di vendita
rispettivamente: fino a 200 mq, fino a 2000 mq, oltre i 2000
mq o oltre i 600 mq per i comuni fino a 10.000 abitanti;
la previsione, nell'ambito delle competenze
programmatiche del comune, della determinazione, da parte del
consiglio comunale, di criteri per il rilascio delle
autorizzazioni per gli esercizi di vicinato. Per i negozi di
alimentari e abbigliamento la previsione, da parte del
consiglio comunale, di parametri per il rilascio di
autorizzazioni relative alle nuove aperture che tengano conto
del livello di offerta già esistente e delle caratteristiche
della domanda residente e fluttuante;
la garanzia della partecipazione delle associazioni
imprenditoriali e del commercio e dei consumatori sia nella
fase di definizione dei criteri, sia nei procedimenti di
rilascio delle autorizzazioni;
la conferma, per le grandi strutture di vendita,
dell'attuale procedura dell'autorizzazione comunale previo
nulla osta regionale da rendere vincolante o perfezionamento
delle modalità operative della conferenza dei servizi;
l'affermazione del principio che il rilascio
dell'autorizzazione commerciale è condizione necessaria
all'ottenimento della licenza edilizia;
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il mantenimento per le medie e grandi strutture delle
disposizioni vigenti in materia di ampliamenti e
trasferimenti;
la previsione di ampi raggruppamenti merceologici
collegati al requisito professionale per l'accesso
all'attività;
la previsione di una normativa transitoria atta a
sospendere la presentazione di nuove domande fino
all'emanazione degli strumenti previsti dal decreto;
la valutazione delle domande di nulla osta in corso di
istruttoria in base agli strumenti programmatori vigenti ivi
compreso il parere della commissione regionale di cui
all'articolo 17 della legge 426/71 -:
se e per quali motivi le linee contenute nello schema di
decreto legislativo predisposto dal Ministro si differenzino
dai punti sopra indicati contraddicendo quanto più volte
assicurato dallo stesso Ministro.
(2-00847)"Tatarella, Mazzocchi".
(13 gennaio 1998).
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