| La Commissione inizia l'esame del provvedimento.
Flavio TATTARINI (sinistra democratica-l'Ulivo),
relatore, desidera cogliere l'ennesima occasione di
dibattito sulla vicenda delle quote latte, che viene fornita
dall'esame del decreto-legge n. 411 del 1997, per cercare di
sgomberare il campo da un tentativo tanto insidioso quanto
ingannevole, perseguito da più parti sociali, politiche,
istituzionali, di accreditare nell'opinione pubblica e presso
i soggetti più direttamente interessati l'idea che questa
maggioranza e questo Governo abbiano lavorato e stiano
lavorando per perpetuare ingiustizie, per crearne di nuove,
per coprire o lasciar correre il malaffare che si è annidato
ed è prosperato nel sistema a danno degli allevatori, del
comparto agricolo e del paese a causa del mancato governo del
sistema stesso nei 14 anni precedenti.
Questa idea è, a suo avviso, ingiusta e non corrisponde a
verità, perché è vero l'esatto contrario: si è lavorato e si
sta lavorando con i seguenti obiettivi: per consolidare una
scelta prioritaria che è quella del ripristino della legalità,
della certezza produttiva per migliaia di imprese, per i veri
allevatori; per fare giustizia, che vuol dire capire chi ha
sforato per necessità aziendale, distinguendolo da chi ha
sforato con mezzi illeciti e ricordarsi dei moltissimi che
comunque hanno rispettato le regole; per riformare il sistema
e rendere agibile e trasparente un'azione di governo a tutti i
livelli; per riconquistare ascolto e autorevolezza
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politica in Europa, anche in vista della conclusione della
discussione, già in atto, sulla riforma del sistema.
Questo Governo e questa maggioranza si sono proposti, con
varie iniziative legislative, compreso il decreto-legge n. 411
del 1997 oggi all'esame della Commissione, ed il lavoro della
Commissione d'indagine, di conseguire il risultato di maggiore
certezza sui dati della produzione e commercializzazione delle
quote e della loro gestione; un vero e proprio macigno, un
ostacolo decisivo per produrre una svolta radicale rompendo
incertezze, contraddizioni, omertà, connivenze che hanno
distorto il sistema.
Occorre certezza per ricostruire la situazione e per
avviare, attraverso una revisione della legge n. 468 del 1992
una fase riformata del sistema.
In questa direzione si sono mosse critiche di vario tipo:
sui ritardi con quali si arriverebbe alle conclusioni, sul
ruolo degli strumenti di gestione come l'AIMA; sul fatto che
si sia modificato, a partire dalla campagna 1995-1996, il
modello di compensazione; sul fatto che la riforma della legge
n. 468 del 1992 dovrebbe essere già realizzata; sulla
eccessiva attenzione ai pronunciamenti ed alle iniziative
prescrittive o infrattive dell'Unione europea e sulla presunta
debolezza politica che non ci consentirebbe di acquisire più
forti spazi nel quantitativo nazionale garantito; sui carichi
negativi che si accumulano sui produttori e persino sul ruolo
e sul peso delle forme della rappresentanza sociale.
Non sono obiezioni insignificanti, sulle quali è disposto
a discutere, fissando però alcuni punti di riferimento certi
per il confronto, per sfuggire a demagogia e propaganda, per
non seminare illusioni, per arrivare ad una conclusione certa,
apprezzabile e costruttiva del lavoro della Commissione.
Allora si domanda se sia possibile costruire una fase
nuova del sistema più equa ed in grado di sviluppare la
capacità d'impresa dei nostri allevatori e di tutelare le
produzioni nazionali; una riforma del modello di governo, del
controllo e delle forme di partecipazione sociale e delle
relazioni economiche ed istituzionali, senza prima aver
raggiunto dati certi ed attendibili.
Questo è un primo punto su cui aprire il confronto ed è
ovvia la risposta a questo interrogativo.
Se non si vuole cadere nei pasticci già sperimentati
occorre andare fino in fondo al programma di lavoro già
avviato, confortato dai risultati e dalle indicazioni della
Commissione Lecca ed in larga misura concretizzato e definito
con nettezza cronologica anche in questo decreto, puntando con
la campagna 1998-1999 a conseguire la svolta auspicata di un
quadro nuovo di riferimento di dati e regole conseguendo in
questi mesi anche la riforma della legge n. 468 del 1992.
Una riforma per la quale esistono già proposte del Governo
e di alcuni gruppi, che dovrà essere costruita attraverso una
seria concertazione con le forze sociali e le regioni per
promuovere: un piano di ristrutturazione incentivato; la
regionalizzazione del sistema; il consolidamento della quota A
e B; nuove regole per la riassegnazione delle quote rese
disponibili, fissando criteri di priorità a partire dai
giovani allevatori; nuove regole per la compensazione; la
possibilità di una Authority garante del sistema e della
mobilità delle quote.
Era possibile - si domanda - un percorso più accelerato,
esiste un percorso
alternativo?
E' giusto mescolare giudizi legittimi su incertezze e
ritardi spesso legati alle oggettive difficoltà di questo
processo, sulla sfiducia negli strumenti operativi come l'AIMA
con la sfiducia e l'incertezza di possibili risultati
positivi? Ritiene di no e lo ritiene un rischio ed un pericolo
per l'intero lavoro.
Inoltre è possibile, contemporaneamente, porsi l'obiettivo
di rientrare nelle regole, riformare le stesse per una
maggiore coerenza alle norme e per conquistare
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in quella sede risultati più rispondenti agli interessi dei
nostri allevatori, puntando in vario modo ad un ampliamento
della quota nazionale sostenuto ora anche dall'Autorità
garante della concorrenza e del mercato e pensare di snobbare
il ruolo particolarmente attivo dell'Unione europea che
reclama, appunto, il rispetto dei limiti, come condizione per
qualsiasi positivo confronto?
Esistono soluzioni, compatibili con le regole, che
consentano di affrontare il carico di sacrifici che si
accumulano sui veri produttori in questa fase, oltre le
proposte avanzate dal Governo ed approvate al Senato? Proposte
che già forzano, pure nella transitorietà, i problemi imposti
dalle norme sulla concorrenza. E' ragionevole pensare - si
domanda ancora - di andare oltre il recupero, per il
1995-1996, del vecchio modello di compensazione e oltre le
modalità e le quantità di provvisoria restituzione di
liquidità, senza perdere tutto?
Il ripristino della compensazione in vigore nel 1995-1996
realizzata sulla base di dati più certi e più giusti non è
condizione decisiva per ricondurre a normalità la
situazione?
Infine - si domanda - si può affrontare e risolvere un
problema così complesso caricandolo contemporaneamente di
tanti obiettivi diversi compreso quello di delegittimare ruoli
istituzionali, ruoli delle rappresentanze sociali?
Non c'è dubbio che sarebbe ottimo riunire nel
coordinamento globale ed immediato la certezza dei dati, la
riforma della legge n. 468 del 1992, la riforma dell'AIMA, la
riforma del quantitativo nazionale, ma è altrettanto ottimo e
realistico ottenere con la necessaria e inevitabile gradualità
tutti questi obiettivi e riuscire a governarli. Nessuno ha mai
detto che questo decreto-legge è l'unico strumento. E'
possibile un impegno comune di lavoro, pur mantenendo opzioni
politiche diverse per concretizzare entro una data certa
l'insieme di queste proposte di riforma?
Si può affrontare tutte queste problematiche con forme di
lotta che ne ribaltano gli obiettivi e che spesso vanno oltre
l'esigenza di legalità e di certezza?
Vorrebbe che il confronto trovasse una linea coerente e
consapevole di risposte a partire da queste valutazioni oltre
le quali ritiene che si apra solo la via alla incertezza e
alla confusione più assoluta.
L'azione del Governo e della maggioranza ha avviato una
svolta radicale, questo è un fatto, ed è la prima volta in 14
anni. Un tentativo serio, certo in mezzo a difficoltà e limiti
ma con determinazione e coerenza.
Ad onor del vero dovrebbe ricordare che già nel 1994-1995
un'altra iniziativa fu avviata da AIMA e Ministero, sotto la
spinta dell'Unione europea con la presenza attiva di ispettori
FEOGA, che in vista della conclusione dell'accordo sulla multa
comminata all'Italia di 3.620 miliardi e del riconoscimento
dell'attuale livello di quantitativo nazionale garantito,
pretesero una verifica concreta sullo stato del sistema
(aziende, quote, contratti, quantità prodotte e
commercializzate) ed indicarono anche in maniera netta e
perentoria come evitare nella nuova fase che si apriva il
diffondersi di incertezze, precarietà e raggiri, rimanendo
inascoltati.
Il tentativo si concluse, come è evidente e come emerge
anche da numerosi riscontri delle due relazioni della
Commissione Lecca, con un fallimento disastroso che pesa
ancora oggi, che ha aggravato le condizioni di gestione e
controllo. Un fallimento che evidenzia responsabilità
politiche, istituzionali, amministrative, sociali e che
impegna ad un atteggiamento rigoroso e responsabile per
segnare davvero una svolta.
E' giusto dire, allora, che è la prima volta che si fa un
tentativo serio in una situazione più difficile e senza il
diretto sostegno dell'Unione europea che, al contrario, ha
assunto un atteggiamento rigorosamente formale e non ha
lesinato iniziative che hanno rischiato di mettere in seria
difficoltà questa fase di lavoro.
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Sulla linea delle risultanze dell'indagine il Governo, con
il precedente e con questo decreto, si è impegnato su tre
obiettivi:
1) attenuare i sacrifici delle imprese con un ripristino
compatibile di liquidità;
2) fare piena luce e rideterminare in un quadro di
certezza compensazioni e superprelievo per il 1995-1996 e
seguenti;
3) ripristinare la normalità delle regole della campagna
1998-1999.
Lo schema del decreto-legge n. 411 del 1997 ripropone
sostanzialmente il modello precedente: ripristino della
liquidità; accertamento per i periodi noti; compensazione per
le tre annualità ed inserisce inoltre l'istituzione di una
Commissione di garanzia; tuttavia le novità del nuovo testo
sono molte e rilevanti in particolare dopo il lavoro svolto
dal Senato, che ha contribuito a spingere avanti la soluzione
a quegli obiettivi.
I vari adempimenti previsti fino all'avvio della campagna
1998-1999 nel mese di maggio, sono accompagnati da una
scansione cronologica precisa, congiunta con possibili
sanzioni per i produttori, per gli acquirenti, per l'AIMA, le
regioni.
Ripristino liquidità.
Fermo rimanendo il superprelievo, qualora dovuto, e quindi
la transitorietà della restituzione, il quadro approvato al
Senato estende la disponibilità di risorse ad oltre 1.000
miliardi con la conferma dell'80 per cento per il 1996-1997 e
l'estensione al 100 per cento della quota B tagliata e il 10
per cento della quota A; conferma la cancellazione del
riferimento al 1995-1996, resasi necessaria per l'intervento
dell'Unione europea che ha impegnato il Governo a ritenere
definitivi fino alla verifica-rettifica conclusiva, i dati già
attribuiti ai singoli produttori e trasmessi (è di questi
giorni la notizia dell'avvio anche della procedura infrattiva
per i ritardi nella riscossione).
E' stata cancellata la restituzione del 20 per cento alle
imprese inserite dalla relazione Lecca fra quelle da
verificare a causa di varie anomalie riscontrate.
Accertamenti (articolo 2).
In questo articolo è presente una rilevante novità: la
istituzione di una Commissione (presieduta dal generale Lecca)
preposta all'esame dei contratti di circolazione delle quote
per verificarne la regolarità o, viceversa, "la natura
fittizia o comunque illecita".
La Commissione ha già concluso i suoi lavori.
L'AIMA può procedere agli altri adempimenti verso i
produttori e con il ruolo determinante delle regioni passare
alla fase successiva delle notifiche e verifiche individuali,
delle certificazioni, degli eventuali ricorsi.
E' stata inserita la norma che esclude il taglio previsto
per i quantitativi trasferiti e infine la possibilità per il
Presidente del Consiglio di procedere a interventi sostitutivi
dell'opera delle regioni eventualmente inadempienti.
Compensazioni (articolo 3).
Qui è inserita la novità più rilevante che potrebbe e
dovrebbe aprire una possibilità nuova di confronto con gli
allevatori ed è difficile capire il senso della
sottovalutazione che si è registrata su questo punto da parte
di forze sociali e politiche.
Il Senato ha inserito la norma che, a rettifica avvenuta
per il 1995-1996, consente la definizione dei due modelli di
compensazione e l'applicazione di quello più vantaggioso per
l'allevatore recuperando il punto su cui si era aperto lo
scontro politico e giurisdizionale più aspro nel 1996,
l'introduzione, su richiesta dell'Unione europea, di nuove
regole a campagna conclusa.
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Questa, lo ricorda, è stata la goccia che ha fatto
traboccare un vaso già colmo di difficoltà e
contraddizioni.
Inoltre, il Senato ha inserito nel testo l'obiettivo non
della semplice compensazione, ma della rettifica della
precedente ed il mandato al Governo per inviare una nuova
comunicazione in sede di Unione europea che ridefinisca la
quota di superprelievo e la nuova attribuzione per quella
campagna.
Le due norme discendono chiaramente dalla difficolta
costituzionale dell'applicazione "retroattiva" e dalla
consapevolezza che si deve comunque trattare in sede di Unione
europea per non contravvenire ad eventuali incostituzionalità
della norma, anche correndo il rischio di far carico al
Governo dei costi, ma non si deve dimenticare che l'Unione
europea, avendo approvato il vecchio modello compensativo,
deve pur accedere ad un atteggiamento più ragionevole nei
nostri confronti.
Inoltre, dalla consapevolezza che comunque dovrebbe
verificarsi una riduzione del superprelievo sui produttori non
solo per effetto della norma più favorevole ma anche e
soprattutto per un riallineamento conseguente agli
accertamenti in corso che, mentre confermano lo splafonamento,
lasciano intravedere le possibilità di una riduzione.
Davvero non comprende la sottovalutazione e il permanere
di un giudizio oppositivo a fronte di un meccanismo che
consentirà a tutti, certo con scansioni diverse, un
trattamento compensativo assolutamente più vantaggioso e
certamente allineato con gli obiettivi aziendali che ognuno
aveva tracciato per la propria azienda nel 1995-1996.
Accertamenti 1997-1998 (articolo 4).
Il riconoscimento di validità, pari al Bollettino AIMA,
dei certificati individuali da questa inviati ai singoli
produttori entro l'inizio di febbraio 1998, consentirà ai
produttori che hanno attivato, nel corso del 1996, regolari
contratti di trasferimento delle quote, regolarmente
convalidati dalle regioni ma non inseriti nel Bollettino AIMA
1997-1998, di far valere tale certificazione nei confronti
dell'acquirente per ottenere il recupero di somme accantonate
come superprelievo per la quota oggetto di trasferimento.
Commissione di garanzia (articolo 4-bis).
E istituita una Commissione di garanzia di 7 membri con il
compito di verificare la conformità di procedure ed operazioni
per la determinazione delle quantità di latte prodotto e
commercializzato nelle prime due campagne e per l'attribuzione
dei quantitativi produttivi del '97-'98 e soprattutto '98-'99.
La Commissione dovrà riferire al Governo entro la data
conclusiva della verifica-rettifica.
Si profila con questa norma la definizione di una sorta di
Authority di controllo e garanzia oltre e sopra al Governo e
al controllo della gestione del sistema.
E il tentativo, non sottovalutabile, di sperimentare una
ulteriore forma di organizzazione del sistema dopo la prima
fase affidata tutta alla responsabilità delle organizzazioni
agricole e quella successiva affidata, soprattutto, all'AIMA e
alle regioni ed entrambe fallite: la strada di un sistema
misto e di una autorità di garanzia può forse determinare un
nuovo circuito di trasparenza, di certezza e di fiducia più
che mai indispensabile.
Da quanto ha detto emerge, ancora una volta, la
complessità dell'articolazione del lavoro da svolgere, di cui
il decreto è solo una parte, per molti aspetti già
concretizzato; ritiene che il punto di arrivo del Senato sia
una sintesi positiva dei molti problemi aperti, una buona
griglia per dare forza al lavoro in corso e condurlo a
positiva conclusione. Si augura che in questa discussione sia
possibile concludere con l'approvazione del decreto per
passare, rapidamente, a confrontarsi sui temi che pone la
questione agroalimentare oggi, dalla verifica sull'Agenda 2000
ai contenuti del tavolo di concertazione aperto fra
organizzazioni agricole e Governo, fino al grande tema del
completamento della riforma istituzionale.
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Il Ministro Michele PINTO si riserva di intervenire in
sede di replica.
Alfonso PECORARO SCANIO, presidente, avverte,
anche su sollecitazione di qualche collega, che essendo stato
stabilito di procedere ad un incontro informale con i
rappresentanti dei comitati spontanei dei produttori, fissato
alle ore 19, si riserva di accettare ulteriori emendamenti
derivanti dai suggerimenti acquisiti durante l'incontro fino
alle ore 21.
Gianpaolo DOZZO (lega nord per l'indipendenza della
Padania) dichiara che sarebbe grato al Ministro se fornisse
alcuni chiarimenti in merito ai risultati raggiunti dalla
Commissione Lecca, anche al fine di predisporre emendamenti al
provvedimento. Quest'ultimo, nonostante le modifiche
introdotte al Senato, non soddisfa le aspettative dei
produttori di latte, i quali si sono incontrati numerose volte
con i rappresentanti delle forze di maggioranza senza che
siano state recepite tutte le loro istanze.
Il relatore, nell'illustrare il provvedimento, denunciava
che si sia voluto imputare alla maggioranza attuale tutte le
nefandezze della gestione del settore. Il suo gruppo si è
limitato ad imputare soltanto le "nefandezze" di alcuni
decreti-legge. Ricorda, in particolare, il decreto-legge n.
440 del 1996, che ha dato il via ad una serie di
decreti-legge; tale decreto, si disse allora, era stato
imposto dall'Unione Europea segnatamente a seguito di una
lettera del commissario Fischler. Le posizioni allora espresse
sono state superate nel corso del procedimento di conversione
del provvedimento in esame, ove si fa riferimento alla
possibilità di imputare il superprelievo in base al sistema
più favorevole ai produttori. Il dibattito che si svolse sul
decreto-legge n. 440 del 1996 in Parlamento aveva fondamenti
logici, all'epoca non recepiti dalla maggioranza. Concorda con
il relatore circa il fatto che non è imputabile a tutta la
maggioranza la gestione del settore; tra le forze che
sostengono il Governo sono presenti però anche quelle che
avevano gestito il comparto lattiero-caseario e che ora
spingono in senso conservatore per il mantenimento dello
status quo. Si domanda se il tempo intercorso dalla
presentazione del decreto alle Camere non stia a significare
che si è inteso confezionare un provvedimento non più
suscettibile di miglioramenti. Il decreto-legge non metterà
comunque fine alla questione e costituisce anzi un'occasione
perduta per porre precisi paletti rispetto al pregresso.
Esprime qualche dubbio circa l'affidamento all'AIMA degli
accertamenti sui dati produttivi, dei quali vengono incaricate
le stesse persone che hanno già gestito in passato il settore.
In tale situazione dubita che si possa arrivare a determinati
traguardi. Si domanda, pertanto, se non sarebbe il caso, come
già proposto in precedenza con riguardo ad altri
decreti-legge, che gli accertamenti fossero affidati alla
commissione di indagine. In una precedente analoga occasione
gli fu risposto che non era possibile; esprime però il
convincimento che affidare all'AIMA tali compiti rischia di
non produrre effetti migliorativi sull'esistente.
Invita il Ministro a nominare componenti della commissione
presieduta dal generale Lecca persone che non siano soltanto
al di sopra di ogni sospetto, ma siano anche tecnicamente
valide e capaci.
Esprime infine la propria sorpresa per un passaggio della
relazione introduttiva relativo allo splafonamento, dato per
certo sia pure con un'entità minore rispetto al passato.
Ritiene che il punto necessiti di chiarimenti. La Lega nord
per l'indipendenza della Padania si batterà comunque per dare
definitiva soluzione al problema, nel convincimento che vi
sono i tempi per migliorare il decreto, consentendo al Senato
di tornarci sopra. Modifiche migliorative sono opportune,
anche per dimostrare ai produttori e agli interessati la
capacità professionale ed operativa dei componenti la
Camera.
Alfonso PECORARO SCANIO, presidente, cede la
parola al Ministro, che ha chiesto di fornire i chiarimenti
richiesti
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dal collega Dozzo. Dopo il chiarimento del Ministro
proseguiranno gli interventi nell'ambito dell'esame
preliminare.
Il Ministro Michele PINTO desidera innanzitutto
ringraziare il relatore, che ha illustrato il provvedimento in
maniera completa, puntuale e costruttiva, ponendosi e ponendo
numerosi interrogativi che saranno oggetto dei dovuti
approfondimenti. Considera opportuno fornire immediatamente
alcune risposte all'onorevole Dozzo in merito alla relazione
depositata questa mattina dal generale Lecca. Ricorda in
proposito che l'articolo 2 del decreto-legge in esame prevede
l'effettuazione di una serie di accertamenti finalizzati al
raggiungimento di due scopi: l'individuazione - finalmente -
dei quantitativi di latte commercializzati e prodotti;
l'accertamento delle anomalie presenti nei contratti
associativi. La disposizione prevede che l'individuazione dei
quantitativi di latte commercializzati e prodotti avvenga con
particolare riguardo ai casi enumerati nelle lettere a), b)
c) ed e); la commissione Lecca è stata incaricata di
svolgere gli accertamenti previsti dalla sola lettera d)
del comma 1. In ossequio a tale incarico, il generale Lecca
ha presentato oggi una corposa relazione con una serie di
allegati, che si riserva di trasmettere ai Presidenti della
Camera e del Senato, al Presidente del Consiglio dei Ministri,
al Ministro delle finanze, all'AIMA, al Procuratore generale
presso la Corte dei conti e alla Procura della Repubblica
presso il Tribunale di Roma. Ritiene che non vi sia un
collegamento tra l' iter di conversione in corso e le
indagini, limitate ad un solo aspetto, svolte dalla
commissione Lecca.
Si era imputato al Governo un interesse a tenere nascosti
dati e nomi; ritiene che l'esecutivo abbia dimostrato il
contrario, avvalendosi dell'opera della commissione di
indagine, del gruppo di coordinamento e infine della
commissione prevista dal comma 2 dell'articolo 2 del decreto
in esame, che già ieri ha esaurito i propri lavori grazie
all'apporto dei suoi componenti, noti per la loro trasparenza
e capacità. E' indotto a credere che l'onorevole Dozzo si
riferisse, nel suo invito al Ministro circa le persone da
nominare, alla commissione di garanzia prevista dall'articolo
4-bis del provvedimento. L'istituzione di tale commissione
dimostra ancora una volta come il Governo intenda approfondire
la questione senza accontentarsi dei risultati già raggiunti.
Essa sarà composta da sette persone, eventualmente attinte
anche dalla prima commissione di indagine, in segno di
rispetto per un lavoro da tutti apprezzato e per assicurare
una continuità finora ininterrotta. Ribadisce l'impegno a
trasmettere quanto prima copia della relazione, ricordando che
non spetta né a lui, né al generale Lecca riferirsi a dati ed
esperienze personali, specie in presenza delle nuove
disposizioni normative sulla privacy. Anticipa in questa sede
che sono stati esaminati 3.417 contratti, senza limitarsi a
quelli già acquisiti dalla commissione di indagine. Il
decreto-legge in esame prevedeva un termine di 15 giorni per
la presentazione all'AIMA dei contratti non ancora acquisiti.
Il termine non è stato rispettato da tutti, tanto che ancora
ieri sono pervenuti otto contratti; complessivamente, i
contratti trasmessi in ritardo ammontano a circa 700. Essi
sono stati comunque esaminati dal generale Lecca, che ne ha
però demandato ad altri ulteriori valutazioni. Dei contratti
acquisiti, 558 risultano copie di contratti già trasmessi alla
commissione di indagine e nuovamente inviati; 330 riguardano
campagne di produzione lattiera non considerate come periodo
di riferimento dell'indagine. Anche su tali contratti si è
fermata l'attenzione degli esperti, fermo restando che i dati
acquisiti non possono confluire nelle risultanze
dell'indagine.
La relazione presentata oggi si dilunga sui casi anomali;
la prima relazione faceva riferimento a contratti di affitto
di durata inferiore ai sei mesi, in quanto un termine più
ridotto rispetto all'estensione temporale della campagna
produttiva è sintomatico di irregolarità. Sono stati comunque
esaminati anche i contratti di durata superiore ai sei mesi,
ma inferiore ai
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dodici mesi in cui si articola la campagna produttiva. Al
generale Lecca è stata posta la stessa pertinente domanda
rivoltagli dall'onorevole Dozzo in merito all'entità delle
quote liberate. Il generale Lecca non ha potuto rispondere in
quanto il compito di effettuare tale valutazione spetta
all'AIMA anche sulla base di alcuni dati tuttora da elaborare
e che dovrebbero essere pronti entro giovedì prossimo.
Nei 2.400 contratti esaminati sono state riscontrate 75
ipotesi di anomalie; alcuni contratti presentano più di una
anomalia ed inducono a pensare al compimento di illiceità.
Sono stati riscontrati 689 contratti associativi di durata
inferiore ai quindici giorni; la ridotta durata evidenzia la
lontananza dalla credibilità di tali atti.
In merito al decreto-legge n. 440 del 1996, ricorda che
esso fu un atto dovuto a seguito delle iniziative assunte
dall'Unione Europea. Con il decreto in esame si cerca di porre
rimedio alle discrasie create dall'anomalia della situazione
per i produttori di certe regioni, equilibrando la
compensazione nazionale con quella a livello di APL. In questo
modo, si dà la possibilità di scegliere la strada più
favorevole per l'allevatore. Sul punto, condivide le
osservazioni del relatore: la portata della novità non è stata
pienamente colta e andrebbe approfondita.
Il provvedimento non costituisce un'occasione perduta, né
vi sono, nell'ambito del Governo, forze conservatrici e forze
progressiste. Si è portato avanti un discorso sereno e
approfondito, nonostante egli stesso sia stato fatto oggetto
di insulti che ha ritenuto di non raccogliere per proseguire
nella sua azione insieme al Sottosegretario Borroni, alle
forze della maggioranza e al Governo. Al Senato sono state
recepite tutte le proposte emendative accoglibili dal Governo,
che non ha alcun interesse da conservare, né tantomeno da
proteggere.
Riguardo all'AIMA ricorda che il decreto legislativo n.
143 del 1997 ne prevede lo smantellamento. Si impegna a far
pervenire al Parlamento entro la fine del mese, o al massimo
entro la prima settimana di febbraio, l'ipotesi di riforma
dell'AIMA. Nelle more della riforma la gestione non è comunque
più in mano alle stesse persone: è stato sostituito il
commissario, cui è stato affiancato un subcommissario; un
funzionario è stato trasferito ad altri incarichi. Ha privato
il proprio ufficio di funzionari competenti per irrobustire
l'Azienda.
Dichiara infine il proprio interesse per la riforma della
legge n. 468 del 1992, il cui iter è stato
opportunamente sospeso al Senato in attesa di approfondire
tutte le questioni relative alla pregressa gestione del
sistema delle quote latte. Ha presentato entro il 15 dicembre,
come promesso, un aggiornamento al disegno di legge all'esame
dell'altro ramo del Parlamento, al quale tutto rivolge
l'invito a contribuire alla conversione del decreto-legge in
esame e alla riforma della legge n. 468 del 1992. Si permette
- nel pieno rispetto per le istituzioni parlamentari - di
segnalare che la mancata conversione del decreto provocherebbe
danni gravissimi a tutti coloro che attendono una restituzione
delle somme loro trattenute, ribadendo l'invito ad una rapida
approvazione del provvedimento.
Giacomo de GHISLANZONI CARDOLI (forza Italia) rileva
che la Commissione è chiamata ancora una volta a confrontarsi
su un questione ormai annosa, che egli ha avuto modo di vivere
da imprenditore agricolo vicino ad allevatori che invocano con
rabbia la necessaria chiarezza. Ritiene che tale chiarezza non
possa essere negata a persone che lavorano tutto il giorno,
senza orari, e hanno il diritto di sapere quale sia il reale
dato produttivo nazionale; né ci si può trincerare dietro le
disposizioni normative sulla privacy. I nomi possono essere
fatti alle Procure della Repubblica al fine di individuare chi
non ha prodotto e chi ha commesso irregolarità. E'
indispensabile partire da zero senza che ciò significhi porre
una pietra tombale su tutte le illegalità del passato. Si
riserva la presentazione di emendamenti anche alla luce delle
risultanze dell'incontro con i rappresentanti dei comitati
spontanei dei produttori.
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Durante lo svolgimento dell'indagine conoscitiva sulle
quote latte, aveva chiesto più volte di acquisire i contratti
che legano i consorzi informatici all'AIMA. In tali contratti
era prevista la prestazione di garanzie fidejussorie per i
danni prodotti dai consorzi. Si domanda se tali garanzie siano
state attivate, considerato il risultato nullo ottenuto dai
consorzi stessi. Si domanda, inoltre, cosa abbia prodotto il
comitato di alta sorveglianza previsto nei contratti.
Il decreto-legge in esame si è ingarbugliato su se stesso
nel corso dell'esame al Senato. Nel testo originario esso
prevedeva per esempio la restituzione nella misura ridotta del
20 per cento nei confronti dei produttori che avessero
presentato modelli L1 anomali entro il termine di quindici
giorni dalla entrata in vigore del decreto. Con le modifiche
introdotte al Senato non si dà più luogo a tali restituzioni;
è lecito domandarsi chi in questo momento sia in possesso
degli importi che in un primo tempo avrebbero dovuto essere
restituiti e che in base al testo trasmesso dal Senato devono
rimanere in capo agli acquirenti.
Il Ministro Michele PINTO, interrompendo brevemente
l'onorevole de Ghislanzoni Cardoli, rileva che si dovrà
procedere al recupero di tutti gli importi restituiti in
termini diversi rispetto a quanto previsto dal decreto.
Giacomo de GHISLANZONI CARDOLI (forza Italia) osserva
che tanto varrebbe restituire le somme dell'intero prelievo a
tutti i produttori, riservandosi di valutare in un secondo
tempo le iniziative da intraprendere.
Auspica, infine, che si riesca a voltare definitivamente
pagina nella gestione del settore, riformando nel modo
opportuno la legge n. 468 del 1992.
Fortunato ALOI (Alleanza nazionale) osserva che il
provvedimento in esame, passato attraverso le modifiche
introdotte al Senato, nasce nel segno di una situazione
emergenziale ed incerta, nella quale non è dato conoscere con
certezza i dati produttivi. Ricorda lo stupore con cui una
delegazione del Bundestag tedesco apprese, nel maggio dello
scorso anno, che l'Italia non era in grado di conoscere la
propria produzione di latte.
Ha ascoltato con interesse i chiarimenti forniti dal
Ministro e si riserva di leggere la relazione preannunciata in
precedenza, al di là di tutte le esasperazioni che si sono
registrate negli ultimi tempi e che lo inducono a
stigmatizzare certe prese di posizione nei confronti degli
allevatori esasperati assunte su indicazione del Ministro
dell'interno. Auspicando che la Commissione possa presto
assumere conoscenza dell'ipotesi di riforma dell'AIMA, rileva
che occorre ripristinare un rapporto di fiducia con gli
esponenti di un mondo produttivo in difficoltà, che pure
contribuisce all'economia del Paese. La riforma della legge n.
468 del 1992 e il provvedimento in esame devono soddisfare
tale esigenza di recupero di un rapporto fiduciario; il gruppo
di alleanza nazionale si riserva di presentare proposte
migliorative del testo in esame, che presenta significativi
elementi di novità dopo il passaggio al Senato, ma necessita
di ulteriori interventi modificativi.
Teresio DELFINO (Misto-CDU) rileva che gli sviluppi
della vicenda hanno dimostrato che la mancata conversione del
decreto-legge n. 305 del 1997, pur evocata dal Ministro come
un momento catastrofico, ha consentito un approccio
parzialmente diverso. Non comprende, pertanto, perché il
Governo e la maggioranza abbiano mantenuto ferme per lungo
tempo posizioni che hanno modificato soltanto ultimamente,
mentre già nel 1996 il CDU aveva suggerito di prestare la
massima attenzione verso le esigenze di trasparenza. Allora si
rispose in termini tassativi che certi passi non potevano
essere effettuati; così non è stato: nel provvedimento in
esame si riconoscono questioni negate in passato e si cercano
soluzioni che tengano conto delle ragioni della protesta,
singolare per durata e modalità. Il relatore
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si è posto ed ha posto numerosi interrogativi, molti dei
quali appaiono strumentali e meramente retorici per dimostrare
che quella adottata è la soluzione migliore.
Sottolinea tre questioni: il decreto-legge dovrebbe porsi
come obiettivo il ripristino della liquidità. A tale
proposito, occorre conoscere l'entità degli importi trattenuti
e di quelli svincolati; non si è ancora pervenuti ad un
accertamento della produzione reale; domanda infine al
Ministro, cui lo lega una profonda amicizia che non lo esenta
dall'esprimere posizioni dissenzienti, per quali ragioni i
contratti di affitto, pur consentiti dall'ordinamento,
dovrebbero essere valutati in modo pregiudizialmente
severo.
Non lo convince, in conclusione, l'atteggiamento assunto
dal Governo in merito alla campagna produttiva 1995-96, in
quanto è opinione diffusa che le illiceità sospettate o già
scoperte portino comunque ad una rideterminazione degli
importi da prelevare ai produttori, sui quali non può gravare
il peso esclusivo delle disfunzioni del sistema. Si augura,
pertanto, che il provvedimento possa essere reso più equo,
compatibilmente con le regole esistenti anche a livello di
Unione Europea.
Sauro SEDIOLI (sinistra democratica-l'Ulivo) interpreta
in maniera diversa rispetto al collega Delfino gli
interrogativi posti dal relatore, che non sono retorici, bensì
reali, al fine di dare soluzione ad un annoso problema. Il
decreto-legge in esame presenta molti elementi che sono frutto
non solo delle pressioni dello scontro, ma anche del confronto
e dell'incontro; la conversione è pertanto urgente e
necessaria per sollevare il clima di incertezza, ripristinando
la liquidità dei produttori.
Alfonso PECORARO SCANIO, presidente, intervenendo
nel merito del provvedimento, osserva che il Governo e la
maggioranza hanno recepito alcune delle istanze provenienti
dai comitati spontanei dei produttori, i cui presidi egli ha
avuto modo di visitare, confrontandosi con iniziative più o
meno discutibili. Riguardo al tema dello splafonamento,
ritiene che sia necessario presentarsi in maniera credibile
nel contesto europeo, acquisendo dati certi per dimostrare
eventualmente che le diffuse illegalità potrebbero aver
gonfiato in maniera surrettizia la produzione. Uno dei punti
di forza del provvedimento è rappresentato indubbiamente
dall'istituzione della commissione di garanzia, la quale
potrebbe essere eventualmente irrobustita. Un'altra modifica
potrebbe riguardare le somme trattenute a titolo di prelievo
per la campagna 1995-96 al fine di vincolarle e di sottrarle
comunque alla disponibilità degli acquirenti. Una terza ed
ultima modifica potrebbe riguardare le restituzioni per la
campagna 1997-98, che potrebbero fare riferimento anche alla
quota A. Si tratta di tre modifiche sulle quali la Camera
potrebbe pronunciarsi senza rinunciare a priori alla
possibilità di migliorare il testo in esame. A tale rinuncia
si può addivenire qualora il Governo sottolinei il problema
politico del decreto, ponendo la questione di fiducia. In
questo caso, nel quadro di un corretto rapporto istituzionale
fra Governo e Parlamento, la rinuncia diventa naturale.
Ritiene, in conclusione, che le strade percorribili sono due:
o il Governo pone con forza la questione politica, ricorrendo
allo strumento della fiducia, ovvero è possibile studiare
qualche limitata modifica che consenta comunque di convertire
il decreto nei termini previsti dalla Costituzione. Dichiara
di esprimere tale valutazione a titolo puramente personale in
rappresentanza della forza politica di appartenenza.
Esprime, in conclusione, apprezzamento per la relazione
del generale Lecca, che conferma gli sforzi compiuti per
raggiungere la necessaria trasparenza.
Assumendo nuovamente il proprio ruolo istituzionale,
ricorda che alle ore 19 si svolgerà un incontro informale con
i rappresentanti dei comitati spontanei dei produttori.
Rammenta, inoltre, che il termine per la presentazione degli
emendamenti è fissato per le ore 19, facendo salve le proposte
emendative eventualmente suggerite nel corso dell'incontro
informale, che potranno essere depositate entro le ore 21.
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Fortunato ALOI (Alleanza nazionale), intervenendo
sull'ordine dei lavori, considera opportuno, senza arrecare
turbamenti ai tempi previsti per l'esame del provvedimento,
rinviare a domani le repliche, anche in considerazione del
previsto incontro con i rappresentanti dei Cobas.
Il Ministro Michele PINTO annuncia che non potrà
partecipare alla seduta di domani, in quanto impegnato in sede
di Unione Europea. Il Governo sarà rappresentato dal
Sottosegretario Borroni.
Gianpaolo DOZZO (lega nord per l'indipendenza della
Padania), intervenendo sull'ordine dei lavori, rileva che il
presidente Pecoraro Scanio ha posto una questione politica non
indifferente, in quanto sollevata da un esponente della
maggioranza, chiarendo l'esistenza di una alternativa: o si
agisce in una dimensione politica e si ricorre al voto di
fiducia, o è possibile modificare il testo in esame. Alla luce
di tali considerazioni, considera opportuno consentire a tutte
le forze politiche di valutare l'alternativa esistente.
Ritiene che la Camera possa intervenire in modo costruttivo
senza limitarsi al ruolo di passacarte.
Alfonso PECORARO SCANIO, presidente, precisa che
il relatore può farsi un giudizio sulla base delle valutazioni
espresse da tutti gli intervenuti nel dibattito. Giudica
opportuno procedere oggi alle repliche, rinviando a domani il
dibattito sugli emendamenti, anche in ossequio alla scansione
dell'esame prevista in sede di Ufficio di presidenza tenendo
conto delle nuove disposizioni regolamentari, che meritano il
dovuto rispetto.
Fortunato ALOI (Alleanza nazionale) rileva di aver
voluto, congiuntamente al collega Dozzo, evidenziare le
questioni poste dall'onorevole Pecoraro Scanio scindendo il
suo ruolo di legislatore da quello di presidente della
Commissione. Ritiene che rinviare le repliche a domani, ad un
momento cioè successivo rispetto alla presentazione degli
emendamenti, sia un atto di cortesia anche nei confronti dei
gruppi che non sono presenti alla seduta odierna e non
comporti alcuna ripercussione sui lavori della Commissione.
Alfonso PECORARO SCANIO, presidente, dopo avere
ribadito le considerazioni in merito alla calendarizzazione
del provvedimento in sede di Ufficio di presidenza, invita il
relatore alla replica.
Flavio TATTARINI (sinistra democratica-l'Ulivo),
relatore, intervenendo in sede di replica, giudica
strano che al termine di un dibattito già previsto e
calendarizzato non si consenta al relatore di replicare.
Desidera innanzitutto rispondere al collega Delfino, ribadendo
quanto già detto fuori microfono nel corso del suo intervento:
gli interrogativi presenti nella relazione sono di carattere
maieutico e appartengono pertanto ad una figura nobilissima
della retorica.
Concorda con il collega Sedioli circa la valutazione del
confronto e dell'incontro verificatisi nel corso dell'esame al
Senato, che hanno consentito di raggiungere un punto più
avanzato.
Le questioni poste dall'onorevole Pecoraro Scanio non
toccano il relatore, il quale non è chiamato ad esprimersi su
questioni generali, ma si limiterà a valutare gli emendamenti
eventualmente presentati. Le questioni dovranno semmai essere
esaminate, in altra sede, dalle forze di maggioranza. Per tali
motivi, non vede alcuna difficoltà nel chiudere l'esame
preliminare e nel passare, con la massima apertura possibile,
alla discussione degli emendamenti.
Il Ministro Michele PINTO rinuncia alla replica.
Alfonso PECORARO SCANIO, presidente, rinvia il
seguito dell'esame alla seduta già convocata per domani alle
ore 9.30.
La seduta termina alle 17,15.
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