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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


344388
STA0298-0023
Stenografico d'Aula n. 298 del 19 gennaio 1998 (STA13-298)
(suddiviso in 68 Unità Documento)
Unità Documento n.23 (che inizia a pag.19 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.6)
DISCUSSIONE: DOC. IV, n. 11A. ...(Discussione - Doc. IV, n. 11-A). LAVASS
...DISCUSSIONE: DOC. IV, n. 11A. ...(Discussione - Doc. IV, n. 11-A).
NANDO DALLA CHIESA.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE
ZZSTA ZZRES ZZSTA190198 ZZSTA980119 ZZSTA000198 ZZSTA000098 ZZSTA298 ZZ13 ZZDI ZZLL
    NANDO DALLA CHIESA.  Signor Presidente, onorevoli colleghi,
  credo che la relazione che abbiamo ascoltato questo pomeriggio
  abbia fatto cadere molti veli.  Per settimane si è ripetuto che
  non era in ballo una accusa, rivolta alla magistratura
  milanese, di avere realizzato una persecuzione politica.  Lo si
  è affermato più volte, ma questo principio oggi è stato
  liquidato con dei riferimenti molto espliciti alla
  qualificazione dell'attività della magistratura milanese.  Si
  sono addebitate accuse specifiche, come quella di interessi
  privati in atti di ufficio, e si sono addebitate accuse più
  grosse, come quella di voler perseguire l'immagine di un
  partito politico e del suo leader;  si è dipinto il
  pool  come un soggetto politico, dimenticando che non
  stiamo parlando di un atto che ci è giunto dal  pool,
  vale a dire dalla procura, bensì di un atto che ci è stato
  trasmesso da un giudice terzo; infatti, abbiamo fatto in modo
  che pervenisse a questi la richiesta affinché lo stesso, dopo
  aver effettuato una rapida valutazione della richiesta della
  procura, si rivolgesse al Parlamento.  Quindi, chiediamo gli
  atti al GIP e continuiamo a parlare della procura di Milano.
  Mi sembra questo un grande elemento di debolezza della nostra
  discussione.  Semmai, è la relazione stessa che tradisce un
  eccesso di politicizzazione della questione.
     Siccome in Giunta alcuni di coloro che avevano votato per
  il "no" avevano chiesto al relatore di non inserire nella sua
  relazione questo attacco alla magistratura milanese, è ben
  difficile dividere il "no" dall'accusa di una persecuzione
  politica.  Una volta che determinate affermazioni sono state
  scritte e sono state dette ad alta voce, non si può far finta
  che ciò non sia avvenuto.  Se tali affermazioni non vengono
  condivise, ovviamente non si può condividere neppure
  l'impianto stesso della relazione, ma ciò attiene alla libertà
  di coscienza di ciascuno.
     Un secondo principio più volte affermato è stato
  vanificato dalla relazione.  Si era sostenuto in svariate
  occasioni il fatto che noi non siamo una corte di merito,
  invece ci siamo comportati proprio come una corte di merito,
  anzi, come qualcosa di più: ci stiamo comportando come una
  inedita combinazione di corte di merito e di Corte di
  cassazione, che interviene sulle questioni di competenza,
  sulla valutazione delle prove, sulla valutazione dei
  testimoni, interviene sul momento in cui si è compiuto o
  perfezionato l'atto corruttivo; in poche parole interveniamo
  su tutto, allestendo noi di fatto un processo al GIP in sua
  assenza.
     Se è vero che non ci deve essere accanimento da parte
  della magistratura nel momento in cui indaga su un membro
  della Camera e richiede l'adozione di una misura cautelare nei
  suoi confronti, è altrettanto vero che noi, per decidere se
  dobbiamo dire "sì" o "no" a questa misura, non possiamo
  accanirci e distruggere il lavoro che il GIP ci consegna; non
  possiamo comportarci con un accanimento che è giustificato in
  un avvocato difensore, lo è meno in un pubblico
 
                              Pag. 20
 
  ministero e comunque non è giustificato in un Parlamento al
  quale viene rimessa una funzione specifica, che lo deve
  portare non a sostituirsi al GIP, ma a decidere se l'impianto
  accusatorio sia infondato e pretestuoso o semplicemente
  opinabile, come tutte le richieste di misura cautelare
  avanzate da un GIP.
     Quindi, dobbiamo limitarci a scegliere se vogliamo
  difendere in questa sede il principio fondamentale di una
  democrazia, quello dell'uguaglianza dei cittadini di fronte
  alla legge, o se vogliamo contrapporre a questo principio non
  la tutela del parlamentare che esercita il diritto della
  democrazia a nome degli eletti, ma una specifica tutela del
  parlamentare che non viene chiesta con riferimento ad atti e
  comportamenti politici, bensì con riferimento ad attività che
  con la politica non hanno nulla a che fare.  Di fronte a questa
  scelta, opto per difendere il principio dell'uguaglianza dei
  cittadini davanti alla legge  (Applausi -
  Congratulazioni).
 
DATA=980119 FASCID=STA13-298 TIPOSTA=STA LEGISL=13 NCOMM= SEDE= NSTA=0298 TOTPAG=0043 TOTDOC=0068 NDOC=0023 TIPDOC=O DOCTIT=0006 COMM= DI PAGINIZ=0019 RIGINIZ=022 PAGFIN=0020 RIGFIN=019 UPAG=NO PAGEIN=19 PAGEFIN=20 SORTRES=9801193 SORTDDL= FASCIDC=13STA 00298 SORTNAV=59801192 00298 200000 ZZSTA298 NDOC0023 TIPDOCO DOCTIT0006 NDOC0006



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