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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


344402
STA0298-0037
Stenografico d'Aula n. 298 del 19 gennaio 1998 (STA13-298)
(suddiviso in 68 Unità Documento)
Unità Documento n.37 (che inizia a pag.27 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.6)
DISCUSSIONE: DOC. IV, n. 11A. ...(Discussione - Doc. IV, n. 11-A). LAVASS
...DISCUSSIONE: DOC. IV, n. 11A. ...(Discussione - Doc. IV, n. 11-A).
VALTER BIELLI.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE
ZZSTA ZZRES ZZSTA190198 ZZSTA980119 ZZSTA000198 ZZSTA000098 ZZSTA298 ZZ13 ZZDI ZZLL
    VALTER BIELLI.  Onorevoli colleghe e colleghi, sono
  convinto - anche se non intendo drammatizzarlo - che la
  vicenda Previti e il voto che sarà assunto dall'aula
  lasceranno comunque il segno profondo nella vita di questo
  paese e anche nell'immaginario collettivo della gente.
  L'importanza della decisione è evidente, tanto evidente che da
  più parti si fa appello ad un voto di coscienza.  Ritengo
  questo richiamo superfluo, perché tutti i parlamentari, nel
  momento stesso in cui sono chiamati ad autorizzare o meno la
  custodia cautelare di un membro del Parlamento, non lo fanno a
  cuor leggero e tanto meno senza fare appello alla propria
  coscienza.  La libertà di coscienza è un diritto che vale per
  tutti, tanto più per chi in coscienza ha scelto di votare per
  concedere l'autorizzazione richiestaci dal GIP, come nel mio
  caso.  Non c'è chi ha più sensibilità e chi meno, chi è
  giustizialista e chi innocentista.  Nel merito della decisione
  intendo ribadire con forza che il Parlamento non può e non
  deve svolgere una funzione impropria, che non gli compete,
  qual è quella che si andrebbe a configurare se si facesse in
  questa sede il processo al processo; e questa è la proposta
  che in qualche modo ci fa la relazione dell'onorevole
  Carrara.
     La cosa sarebbe grave, assurda ed incomprensibile e si
  svolgerebbe tra l'altro in assenza dell'imputato, che nel caso
  non sarebbe più l'onorevole Previti.  Il nostro voto viene dato
  su una richiesta avanzata non dal PM, che è parte in causa, ma
  dal GIP, che è figura terza e non di parte.  La Camera non
  viene sminuita nel proprio ruolo per il fatto che sul
  procedimento non deve pronunciarsi, perché se così non fosse
  noi introdurremo un  vulnus,  un attacco alla concezione
  stessa della democrazia nel nostro paese.  Oggi la nostra
  Costituzione prevede - ma mi auguro lo faccia anche domani -
  un potere giudiziario autonomo, libero ed indipendente; non
  può dipendere dalla politica e tanto meno dai partiti.  Se
  l'Assemblea si comportasse come un nuovo potere, quasi come
  una nuova Corte d'appello, saremmo di fronte ad un fatto di
  una gravità inaudita.
     Noi parliamo di un parlamentare: dobbiamo tutelare
  l'immunità e non recare un  vulnus  all'Assemblea
  parlamentare per quanto riguarda il suo  quorum.  So bene
  che viene mossa quest'obiezione, ma ad essa si può rispondere
  che l'immunità ha un valore ed è un diritto in quanto posta a
  salvaguardia di un altro valore, quello di poter esercitare
  liberamente un ruolo politico; l'immunità a salvaguardia di
  altri comportamenti è un privilegio assurdo e sbagliato, che
  mina la credibilità stessa delle istituzioni.  Ciò su cui
  riflettere e decidere e che riconosce il ruolo del Parlamento
  a tutela dei parlamentari è la valutazione su quello che viene
  definito  fumus persecutionis.  Ma su tale atteggiamento
  persecutorio vale la pena di rifarsi a qualche criterio,
  assumere qualche riferimento cui attenersi.  A me pare
  significativo il commento sulla Costituzione a cura di Branca,
  riportato nella relazione di minoranza, che evidenzia come
  tale dato, per trovare riscontro, debba avere come presupposto
  quello della constatazione di un rigore ingiustificato e
  dovuto a ragioni politiche.  Ora, cari colleghi, si può dir
  tutto meno che il procedimento contro Previti nasca per queste
  motivazioni, perché dai fatti riscontrati si rileva
  l'esistenza di un intreccio, di un malaffare che non ha
  precedenti in Italia e che non ha eguali in alcuna parte del
  mondo.
     Concludo, signor Presidente, affermando che la richiesta
  del GIP nasce a mio giudizio da motivazioni opportune e
  giuste, e la preoccupazione di un inquinamento delle prove,
  anche se non ritengo che attenga a noi, credo la si riscontri
  dal
 
                              Pag. 28
 
  fatto che anche in questi giorni viene chiamato in causa un
  teste che fino a poco tempo fa non era neppure nominato (penso
  a Dotti).  Credo allora che tutelare il Parlamento e i
  parlamentari, che è un obbligo, sia anche un'assunzione di
  responsabilità.  Un atteggiamento castale lederebbe la
  credibilità del Parlamento; ecco perché saremmo allora di
  fronte a privilegi sbagliati ed assurdi, ed ecco perché penso
  che si possa votare per concedere l'autorizzazione
  richiesta.
 
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