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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


344406
STA0298-0041
Stenografico d'Aula n. 298 del 19 gennaio 1998 (STA13-298)
(suddiviso in 68 Unità Documento)
Unità Documento n.41 (che inizia a pag.30 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.6)
DISCUSSIONE: DOC. IV, n. 11A. ...(Discussione - Doc. IV, n. 11-A). LAVASS
...DISCUSSIONE: DOC. IV, n. 11A. ...(Discussione - Doc. IV, n. 11-A).
FRANCESCA IZZO.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE
ZZSTA ZZRES ZZSTA190198 ZZSTA980119 ZZSTA000198 ZZSTA000098 ZZSTA298 ZZ13 ZZDI ZZLL
    FRANCESCA IZZO.  Onorevole Presidente, onorevoli colleghe e
  colleghi, onorevole Saponara, sono io la parlamentare che era
  inizialmente orientata a votare contro la richiesta di
  autorizzazione all'arresto dell'onorevole Previti e che si è
  poi decisa all'astensione, in seguito alla linea di difesa da
  lui adottata e condivisa dalla maggioranza della Giunta.
     Cercherò nei minuti a mia disposizione di argomentare tale
  posizione e innanzitutto la mia contrarietà all'arresto.
     Il quadro accusatorio che emerge dalle carte inviateci dal
  giudice per le indagini preliminari di Milano configura, a mio
  avviso, reati di estrema gravità ed appare inoppugnabile.  Noi
  però, come parlamentari, siamo chiamati a decidere su un
  aspetto determinato: se riteniamo assolutamente necessaria, in
  attesa che si concludano le indagini, la carcerazione
  preventiva dell'onorevole Previti.  E' sulla adeguatezza, sulla
  congruità della misura dell'arresto di un parlamentare alle
  esigenze dell'inchiesta che dobbiamo pronunciarci.
     Per il primo capo di imputazione, le indagini preliminari
  si sono già chiuse e sono quindi venute meno le ragioni
  dell'arresto.  Per il secondo, il pericolo di inquinamento
  delle prove - che di fatto è il solo motivo della richiesta
  della misura cautelare - avrebbe potuto essere contrastato, al
  limite, come riconosce lo stesso GIP in alcuni passaggi della
  sua ordinanza, con gli arresti domiciliari.  Poiché sono
  fermamente convinta che le misure che ledono la libertà
  personale dei cittadini debbono essere comminate solo in caso
  di assoluta e conclamata necessità, scorgo qui una
  sproporzione, che assume particolare rilievo trattandosi di un
  membro del Parlamento.
     Ha larghissima risonanza in quest'aula e presso la più
  larga opinione pubblica l'argomento in base al quale si
  sostiene - richiamandosi al principio sacrosanto
  dell'eguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge -
  che, poiché altri coimputati dell'onorevole Previti nel
  medesimo procedimento o in altri connessi hanno subito gli
  arresti, lo stesso debba valere per lui.  Ogni disparità di
  trattamento si configurerebbe come un privilegio di casta,
  come una difesa corporativa di un ceto.  Io non condivido
  questo argomento.  L'uguaglianza dinanzi alla legge significa
  anche il rispetto di norme come l'articolo 68 della
  Costituzione, che prevede precise garanzie per gli eletti, i
  rappresentanti del popolo.
     Il Parlamento ha già ampiamente modificato tale articolo,
  eliminandone le parti che assicuravano non già la difesa della
  giustizia ma l'impunità.  Infatti l'onorevole Previti è sotto
  inchiesta della magistratura e sarà processato ed
  eventualmente condannato senza bisogno di alcuna
  autorizzazione da parte di questa Camera.
 
                              Pag. 31
 
     Questo Parlamento, nell'ipotesi di non concessione
  dell'arresto, non salva dal processo e dall'eventuale condanna
  l'onorevole Previti, come capziosamente molta stampa ha
  scritto; ma la concessione dell'arresto preventivo di un
  parlamentare è un atto talmente grave e denso di valori
  istituzionali e simbolici che acquista di per sé il
  significato di una condanna: una condanna che diventa nella
  coscienza collettiva il sostituto simbolico del processo.
     Io sono convinta che la condanna di un cittadino, e a
  maggior ragione di un parlamentare, la debbono pronunciare i
  giudici nelle sedi proprie, non gli organi di informazione e
  tanto meno questa Assemblea.
     Io considero questa Assemblea il Parlamento di uno Stato
  di diritto e nulla deve spingere a farla somigliare ad una
  convenzione.  Al di là di tutte le sottigliezze e i distinguo,
  mi sembra indubbio che così verrebbe interpretata,
  stravolgendone il ruolo e le prerogative.
     L'etica pubblica del nostro paese ha urgente bisogno che
  ogni potere ed istituzione assolva i suoi compiti nel rispetto
  dei propri limiti.  Poiché, come ho già detto, mi ero persuasa
  che le indagini finora condotte sull'onorevole Previti sono
  tali da consentire la celebrazione di un normale processo, mi
  ero disposta a votare contro l'arresto nel rispetto delle
  prerogative sia della magistratura sia del Parlamento, ma gli
  argomenti usati dalla difesa mi hanno provocato un gravissimo
  disagio fino a farmi mutare d'avviso.
     L'arrogante insistenza dell'onorevole Previti sulla tesi
  della persecuzione, del complotto ordito, tra gli altri,
  dall'intera magistratura milanese nei suoi confronti e della
  sua parte politica, mira a colpire anch'essa e con inaudita
  violenza il Parlamento e le sue funzioni; mira, in effetti, a
  far assumere a quest'aula il ruolo di tribunale che emette un
  giudizio politico sull'operato della magistratura.  E' questa
  un'azione inaccettabile, da respingere con decisione.
     In conclusione, data l'assenza di  fumus
  persecutionis  nel quadro accusatorio inviatoci dal GIP di
  Milano e data, nello stesso tempo, l'incongruità della
  richiesta dell'arresto preventivo, dichiaro con grande disagio
  che mi asterrò.
 
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