| ANGELO FREDDA. ...quello del plenum, ovvero il
rispetto degli equilibri di rappresentanza scaturiti dal voto
sovrano degli elettori, la cui difesa però non può essere
intesa come ripristino dei privilegi dell'antica immunità o
ancor di più della intoccabilità del parlamentare.
Credo che possiamo avviare - non in questa sede,
naturalmente - un dibattito ed una iniziativa di riforma su
tali principi. Bene abbiamo fatto alcuni mesi fa a rinviare
alla magistratura gli atti contenenti la richiesta di
autorizzazione all'arresto di Cesare Previti, avanzataci dal
pubblico ministero e non dal GIP. Quest'Assemblea si sarebbe
trasformata in un'aula di tribunale, costretta ad entrare nel
merito degli atti processuali, sostituendosi alle competenze
del GIP, cioè del potere giudiziario. Quella richiesta fu
grave ed anche le dichiarazioni di alcuni magistrati del
pool di Milano. Ora la richiesta viene avanzata dal GIP
e noi non possiamo, né vogliamo, entrare nel merito di quello
che è e sarà il dibattimento processuale. Abbiamo il
diritto-dovere di rimanere al tema e di limitarci alla
valutazione se nella richiesta di autorizzazione all'arresto
del deputato Cesare Previti ci sia o meno da parte della
magistratura un accanimento persecutorio.
Nella memoria difensiva che l'onorevole Previti ha svolto
dinanzi alla Giunta per le autorizzazioni a procedere, egli ha
teso a dimostrare che contro di lui vi è qualcosa di più di un
accanimento persecutorio: vi è un complotto della
magistratura. Quest'aula, quindi, non dovrebbe giudicare se vi
sia o meno fumus persecutionis, ma addirittura un
complotto, una sorta di colpo di Stato di più giudici contro
un parlamentare, anzi, oggi contro l'opposizione, ieri la
maggioranza.
Una memoria difensiva nella quale l'onorevole Previti ha
dato spiegazioni inverosimili ai movimenti di enormi quantità
di denaro; ha riferito di errori di trasferimento di circa
mezzo miliardo da un conto svizzero ad un altro conto svizzero
che, invece di essere quello intestato a Pacifico, era del
dottor Squillante.
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Oppure l'arroccarsi dietro il segreto professionale per non
rivelare la provenienza e la finalità di quei soldi, non può
considerarsi rigore etico, professionale di cui altri possano
liberarlo (l'ordine professionale), ma è il diniego di
trasparenza di un parlamentare che reclama l'immunità e vuole
scambiare il garantismo con l'innocentismo: no, questo non è
possibile, perché le carte inviateci sono inquietanti.
Occorre rispettare l'autonoma iniziativa della
magistratura e la richiesta del GIP. Non vi è complotto e
neanche fumus persecutionis. Non condivido - e lo reputo
aberrante - che si possa decidere della libertà personale di
un parlamentare o di un qualsiasi cittadino per ragioni di
opportunità politica, perché tali ragioni ci possono portare a
commettere errori gravissimi: negare la libertà a chi dovrebbe
essere garantita o garantire la libertà a chi dovrebbe essere
tolta.
Ecco perché non ho mai condiviso le posizioni
giustizialiste, l'agitarsi delle piazze, i processi sommari,
gli avvisi di garanzia, che divenivano già atto di condanna,
cioè la negazione del diritto di difesa e dello Stato di
diritto. Ecco perché contemporaneamente non ho mai condiviso
la strumentale difesa dello Stato di diritto, le barricate
contro le indagini, i processi, il gridare alla persecuzione,
al complotto, la confusione tra garantismo ed innocentismo.
Ecco perché non condivido l'opinione di chi vuole ridurre a
subalternità la magistratura, né l'opinione di coloro che
spingono per un ruolo politico di quest'ultima. L'una e
l'altra opinione restringono lo spazio della politica, del
rinnovamento delle classi dirigenti, limitano la sovranità del
Parlamento. Può apparire paradossale, ma l'una opinione ha
bisogno dell'altra, si sostengono a vicenda.
Mani pulite non è un'invenzione della divina provvidenza
ma è la risposta ad una degenerazione e corruzione del sistema
politico; senza quella degenerazione non entrava in crisi
l'equilibrio dei poteri, non si spalancavano le porte ad
un'incursione dentro il potere politico da parte di altri
poteri. Allora, occorre rimanere al tema ed esprimere un
parere non contaminato né dal giustizialismo, né
dall'innocentismo, né dal passato.
Condivido le motivazioni qui sottoposte alla nostra
attenzione da parte dei relatori di minoranza, onorevoli
Bonito e Meloni, e per quelle ragioni così ampiamente
illustrate esprimerò voto favorevole all'autorizzazione
all'arresto dell'onorevole Cesare Previti. Questa opinione si
è rafforzata alla luce della relazione dell'onorevole Carmelo
Carrara, che ha assunto aspetti di una gravità senza
precedenti.
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