| FABIO DI CAPUA. In questo momento particolarmente triste e
pesante per tutti sento il bisogno di svolgere alcune
considerazioni sulla connotazione politica assolutamente
impropria che questa vicenda ha assunto nel nostro paese. Si
sono ventilate ricadute sul processo di riforma costituzionale
in corso; ulteriori ricadute dopo quelle di improvvide cene e
di blitz goliardici dei leghisti. Si è ritenuto che
questa vicenda fosse da ricondurre ad un'azione meditata e
progettata dai giudici di Milano; si è ritenuto che il
centro-sinistra fosse interessato a perseguire obiettivi di
consenso e di successo politico attraverso la via giudiziaria;
ci si è scontrati e confrontati tra "forcaiolisti" e
innocentisti; si è ritenuto che in realtà fosse Berlusconi il
vero obiettivo finale di questa operazione.
Ebbene, a parte il fatto che le forze di centro-sinistra
hanno idee, programmi e
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uomini sufficienti per affermarsi in questo paese e non hanno
certo bisogno di stampelle giudiziarie, ritengo che una
questione politica andava forse aperta già da tempo. Una
discussione franca e serena sull'istituto della custodia
cautelare, sull'applicazione di questo strumento, su una sua
applicazione comunque rispettosa del bene supremo della
libertà di ogni individuo, sull'applicazione del concetto
della difesa delle libertà di un individuo in uno Stato di
diritto regolamentato, fondate su norme che disciplinano il
diritto alla libertà di tutti: questo sarebbe stato un
confronto politico di alto profilo che avrebbe ricollocato
questo dibattito in una prospettiva di recupero di civiltà
giuridica e di confronto costruttivo.
Possiamo anche fare una lettura politica. Ho sentito
citare ripetutamente l'articolo 68 della Costituzione. Vorrei
dare di questa vicenda una lettura combinata degli articoli 68
e 3 della Costituzione, ovvero la tutela del parlamentare di
fronte all'autonomia ed ai poteri della magistratura, ma anche
l'uguaglianza di tutti gli uomini di fronte alla legge, alla
giustizia, senza distinzioni di ceto, di sesso ed altro, anche
di ruolo istituzionale. La mia valutazione, il mio
comportamento dipendono da una lettura combinata di questi due
articoli della Costituzione, che non posso scindere l'uno
dall'altro e che mi portano alle conclusioni cui sono
giunto.
Devo ricordare che qualche mese fa alcuni illustri
rappresentanti del mondo politico del Polo, all'indomani della
candidatura di Antonio Di Pietro nel Mugello per il Senato,
hanno ironicamente commentato la vicenda come un tentativo di
Di Pietro di utilizzare uno strumento di immunità per
proteggersi dall'arresto in merito a reati commessi prima del
mandato.
Bene, queste considerazioni dei colleghi mi sono tornate
alla mente in queste settimane, in questi giorni e devo dire
che ho il timore, ho la preoccupazione che in questo caso ci
si trovi di fronte proprio a questo.
Io voterò contro il parere della Giunta e a favore della
richiesta di custodia cautelare, ma mi permetta l'onorevole
Previti di augurargli di poter dimostrare la sua innocenza in
sede processuale, nella sede giusta.
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