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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


344455
SMC0292-0010
Bollettino Giunte e Commissioni n. 292 del 20 gennaio 1998 - edizione definitiva - (SMC13-292)
(suddiviso in 75 Unità Documento)
Unità Documento n.10 (che inizia a pag.22 dello stampato)
              ...II COMMISSIONE PERMANENTE
                         (Giustizia)
 
 
IN SEDE CONSULTIVA
Schema di decreto legislativo recante: Istituzione delle sezioni distaccate di tribunale e dei tribunali delle aree metropolitane.
Domenico ROMANO CARRATELLI. Domenico BENEDETTI VALENTINI. Luigi SARACENI. Francesco BONITO. Il sottosegretario di Stato Franco CORLEONE. Anna Maria SERAFINI, Presidente. Angelo ALTEA. Francesco CARBONI. Davide CAPARINI. Anna Maria SERAFINI, presidente.
Martedì 20 gennaio 1998. - Presidenza del Vicepresidente Anna Maria SERAFINI. - Interviene il Sottosegretario di Stato per la grazia e giustizia Franco Corleone.
ZZSMC ZZRES ZZSMC200198 ZZSMC980120 ZZSMC000198 ZZSMC000098 ZZSMC292 ZZ13 ZZD ZZC2 ZZCO
  (Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4,
  del regolamento, e rinvio).
     La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto
  legislativo, rinviato nella seduta del 14 gennaio scorso.
 
     Domenico ROMANO CARRATELLI (gruppo popolari e
  democratici-l'Ulivo)
 
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  rileva che non vi è corrispondenza tra il territorio della
  circoscrizione della Provincia di Vibo Valentia e quello della
  circoscrizione del tribunale, in quanto tre comuni di tale
  provincia, precisamente quelli di Filadelfia, Francavilla e
  Polia, rientrano nella circoscrizione del tribunale di Lamezia
  Terme, con grave pregiudizio per le rispettive comunità.
  Chiede, pertanto, che sia modificato l'ambito della
  circoscrizione del tribunale di Vibo Valentia al fine di
  comprendervi tutti i comuni della Provincia.
     In ordine all'assetto della geografia giudiziaria
  stabilito dallo schema di decreto legislativo in esame, rileva
  che sono state soppresse le sezioni distaccate delle preture
  di Tropea e Serra San Bruno, nonostante che il territorio
  della provincia in esame si estenda su un territorio di 1049
  chilometri quadrati con una popolazione di 166.800 abitanti,
  con un carico di circa quattromila affari giudiziari pendenti.
  Si tratta di una scelta ingiustificata che non tiene conto
  della complessità del territorio della provincia, che si
  estende dal mare fino alla montagna.
     La pretura di Tropea ha un bacino di utenza ed un volume
  di affari giudiziari assai elevato.  A ciò occorre aggiungere
  la particolare natura del territorio che determina una
  significativa vocazione turistica, facendo registrare
  interessi vari, significativi e diffusi.  Ciò comporta, per
  alcuni mesi dell'anno, un aumento della popolazione residente
  fino alle 300.000 unità.
     La sezione distaccata della pretura di Serra San Bruno ha
  sicuramente una dimensione minore per popolazione ed affare
  trattati, tuttavia assume una valenza particolare in ragione
  della natura montana del suo territorio, difficilmente
  raggiungibile, non essendo collegato in modo continuativo dai
  servizi pubblici al capoluogo della provincia.  Tale ufficio
  giudiziario ha come proprio bacino di utenza una comunità
  montana, alla quale potrebbe aggiungere un'altra, la cui
  popolazione ha maggiore facilità a raggiungere il comune di
  Serra San Bruno, anziché il capoluogo di provincia.  Occorre
  inoltre sottolineare che si tratta di un territorio tra i più
  depressi ed emarginati della Regione, che sta subendo un
  graduale abbandono da parte delle istituzioni.  Propone
  pertanto che per il tribunale di Vibo Valentia siano previste
  le sezioni distaccate di Tropea e Serra San Bruno.  Osserva che
  in realtà con requisiti simili a quelli della provincia di
  Vibo Valentia sono previsti tribunali con più sedi
  distaccate.
     Luigi SARACENI (gruppo sinistra democratica-l'Ulivo)
  preliminarmente sottolinea le difficoltà in cui si trovano gli
  abitanti della provincia di Vibo Valentia in Calabria.
  Inoltre, risulta incomprensibile la scelta adottata dal
  Governo, in relazione alla provincia di Cosenza, per quanto
  riguarda l'accorpamento delle sedi giudiziarie di San Marco e
  di Acri; non risulta chiaro per quale motivo tale accorpamento
  sia considerato inevitabile.  Inoltre non è chiaro per quale
  motivo la sede giudiziaria sia stata posta nel comune di Acri.
  Precisa che il suo intervento non è dettato da interessi di
  carattere elettoralistico perché, altrimenti, avrebbe dovuto
  avanzare richieste di segno opposto.
     Rileva che il comune di San Marco ha un maggior numero di
  abitanti e copre un'area più vasta.  Inoltre dispone di un
  palazzo di giustizia di recente costruzione, a differenza di
  Acri che richiederebbe quindi un'ulteriore spesa, in contrasto
  con quanto più volte dichiarato, che il provvedimento non
  arrecherebbe ulteriori spese.  Non è neppure vero che Acri
  riceverebbe maggiori svantaggi di carattere viario.  Non è
  neppure chiaro per quale motivo i disagi maggiori propri della
  collocazione del comune di acri, sito in zona nevosa, debbano
  scaricarsi sugli altri comuni.
     La stessa risoluzione adottata a suo tempo dalla
  Commissione giustizia, volta ad evitare la soppressione della
  pretura di Acri, porta in realtà a concludere per la scelta
  del comune di San Marco quale sede di sezione distaccata di
  tribunale.  La scelta preferibile sarebbe in realtà quella
 
                              Pag. 24
 
  di non accorpare alcuna sezione.  Tutti i comuni della zona
  interessata hanno richiesto che non venga collocata nel comune
  di Acri la sezione distaccata di tribunale.
     Inoltre alcuni comuni dell'area di Cosenza sono
  disponibili ad essere ricompresi nella circoscrizione di San
  marco anziché in quella di Cosenza.  Invita conclusivamente a
  considerare con la dovuta attenzione la questione, auspicando
  che non si realizzi l'accorpamento prospettato nello schema
  del governo.
 
     Domenico BENEDETTI VALENTINI (gruppo alleanza
  nazionale) ritiene che il principio della pedissequa
  equiparazione del territorio della provincia a quello della
  circoscrizione del tribunale non debba essere interpretato
  rigorosamente, poiché i criteri che ispirano la ripartizione
  del territorio tra le province sono dettati da esigenze che
  non necessariamente sono compatibili con quelle della
  giustizia.  Pertanto il confine territoriale della provincia
  non può che essere uno dei criteri sui quali basare la
  determinazione dei limiti della circoscrizione del
  tribunale.
     Osserva inoltre che il criterio demografico dei 60.000
  abitanti, assunto dal Governo come limite minimo necessario
  per l'istituzione di una sezione distaccata del tribunale, non
  può essere considerato vincolante poiché non è espressione di
  alcun principio o criterio direttivo della legge di delega,
  trattandosi di una scelta discrezionale da parte del
  legislatore delegato.  Ritiene, in base al principio del
  decentramento, che tali criteri debbano essere considerati
  piuttosto un orientamento di massima, che deve consentire,
  sulla base di altri criteri - come ad esempio quello della
  densità territoriale - l'istituzione di sezioni distaccate
  anche per bacini di utenza inferiori al limite dei 60.000
  abitanti.  Giudica, inoltre, importante che quando sia
  necessario, sulla base di criteri oggettivi, si debbano
  ricompattare in una unica sezione distaccata i comuni che
  appartengano alle medesime realtà sociali, culturali,
  economiche e territoriali.
     Ritiene che debbano essere privilegiate le aree montane e
  collinari, cioè le cosiddette aree interne, altrimenti si
  innesterebbe una spirale perversa che, sul presupposto della
  scarsa popolazione insediata su tale territorio,
  determinerebbe lo smantellamento delle strutture pubbliche
  ubicate in tali territori e di conseguenza lo spopolamento ed
  il depauperamento culturale degli stessi.
     Condivide quanto espresso dal relatore in ordine ad una
  pausa di riflessione per la istituzione di nuovi tribunali per
  le aree metropolitane, in quanto i margini della delega non
  consentono una soluzione appropriata che decongestioni il
  carico di lavoro dei tribunali oggi esistenti, scorporandone
  le competenze a favore di tribunali "minori" che si trovano
  nelle aree che delimitano le grandi città.  Ritiene pertanto
  che su tale punto il Governo non debba esercitare la delega,
  ma attendere una nuova legge di delega che consenta un
  intervento più incisivo, applicando anche ad altri territori,
  non metropolitani il criterio di scorporare territorio e
  popolazione dalle sedi troppo ingolfate per aggregarli a
  tribunali finitimi oggi considerati troppo piccoli.  Si possono
  così salvare questi ultimi uffici, come è giusto,
  utilizzandoli contemporaneamente a vantaggio del razionale
  servizio giustizia (ad esempio, in Umbria, l'ampliamento del
  tribunale di Spoleto, disingolfando quello di Perugia).
     In ordine all'assetto del territorio giudiziario
  dell'Umbria, non condivide la scelta del Governo di eccessiva
  riduzione delle sedi distaccate rispetto alle otto sezioni
  distaccate di pretura oggi esistenti.  A tale proposito ritiene
  del tutto ingiustificata la annunciata scelta di non istituire
  ad Assisi una sezione distaccata dì tribunale sulla base del
  criterio demografico dei 60.000 abitanti, limite minimo
  necessario, secondo il Governo, per istituire tale sezione.
  Non si può non tenere conto che si tratta di un'area con un
  bacino di utenza di 200 abitanti per chilometro quadrato,
  caratterizzato da interessi di varia natura e con una
  preponderante vocazione turistica.  Si tratta di ricompattare
 
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  il comprensorio di Assisi-Bastia e dei comuni "minori" che
  chiedono di farne parte, un comprensorio che è anche il
  "cuore" della densità delle piccole e medie imprese oltre a
  riconoscere il grande significato di riferimento ideale della
  città di Assisi.  Dichiara di essere d'accordo con la scelta di
  ricompattare il territorio di Gubbio e di Gualdo Tadino con
  una unica, apposita sezione di Tribunale per il territorio più
  disagiato degli altri.  Il riconoscimento di queste sezioni,
  d'altronde, non porta alcun pregiudizio alle già previste
  sezioni di Foligno e Città di Castello, che possiedono di per
  sé popolazioni ben superiore allo stesso parametro dei 60.000
  abitanti, e che vanno senz'altro istituite.
     Il criterio della grande tradizione e di un percorso che
  vada verso la rimodulazione dei comprensori legittima anche la
  richiesta di Todi, che non può essere certo considerata
  puramente campanilistica.  Si suole sempre squalificare come
  campanilistica la posizione altrui per legittimare altro
  campanilismo, specie delle città più grandi.  La verità è che
  il Governo dovrebbe dire quante sezioni di Tribunale in
  effetti vuole istituire ed al riguardo esprime il parere che
  ne vadano istituite quante più possibili, per le esigenze dei
  territori.
     Donato BRUNO (gruppo forza Italia) ritiene che non
  costituisca un elemento positivo la logica di volere
  contentare alcuni deputati nell'ambito della maggioranza.  In
  taluni casi le scelte adottate sono eclatanti quando pure non
  esprimono una vera e propria manipolazione dei dati.  E'
  pertanto auspicabile che venga sgombrato il campo da equivoci
  di sorta in un settore così delicato.
     Le soluzioni prospettate dal governo nello schema di
  decreto legislativo pongono, in alcuni casi problemi assai
  seri.  Basti considerare il caso di Lipari, dell'isola d'Elba,
  di Carini, Gravina di Puglia, Corleone oppure ancora di
  Iglesias.  In particolare per quest'ultimo comune sono emerse
  forti differenze tra la documentazione trasmessa dal ministero
  di grazia e giustizia e la documentazione acquisita a livello
  locale.
     Auspica pertanto che il provvedimento venga riconsiderato
  in maniera diversa, verificando se sussistono discrepanze fra
  i dati forniti e la realtà dei fatti.  Chiede pertanto di
  verificare in tutte le preture la effettiva corrispondenza dei
  dati.  Qualora ciò non si realizzasse inserita a riconsiderare
  nel suo complesso il provvedimento.
 
     Luigi SARACENI (gruppo sinistra democratica-l'Ulivo)
  sottolinea che alcune discrepanze sono emerse anche in
  relazione all'ipotesi da lui richiamata.
 
     Francesco BONITO (gruppo sinistra democratica-l'Ulivo),
  relatore,  ricorda che i dati forniti dal governo
  prescindono dai carichi pendenti e presuppongono un calcolo
  più complesso, indicato nella relazione introduttiva.  Si
  tratta di mere previsioni.
 
     Il sottosegretario di Stato Franco CORLEONE si riserva
  di dare una risposta per quanto riguarda l'inesattezza dei
  dati relativi alla pretura di Iglesias Ricorda che presso il
  Ministero vi sono stati diversi incontri con rappresentanti
  degli enti locali in ordine alla soppressione delle sezioni
  distaccate di pretura ed all'istituzione delle sezioni
  distaccate di tribunale.  I dati sulla base dei quali sono
  state formulate tali scelte sono stati elaborati da una
  Commissione ministeriale appositamente istituita.
     Dichiara la propria disponibilità a valutare tali dati.
  Rileva tuttavia che gli unici errori finora riscontrati
  riguardano la sezione distaccata di pretura di Iglesias.  A
  tale proposito rileva che l'inesattezza dei dati è da
  attribuire alla omessa trasmissione dì questi da parte degli
  uffici giudiziari di Iglesias all'ISTAT.
     In ordine alla soppressione della sede giudiziaria di
  Osimo osserva che questa scelta è stata dettata dalla
  vicinanza al capoluogo della omogeneità territoriale e di
  bacino.
 
                              Pag. 26
 
     Per quanto attiene al comune di Assisi rileva che si
  tratta di una scelta che può essere ridiscussa non essendo
  definitiva.
     Conclude sottolineando che da un errore macroscopico
  relativo ai dati degli uffici giudiziari di Iglesias non si
  può certo desumere che da parte del Governo e della
  maggioranza vi sia un atteggiamento di prevaricazione.
 
     Anna Maria SERAFINI,  Presidente,  osserva che, in
  ragione della complessità della materia, è necessario che le
  scelte operate dal Governo si basino su dati esatti e su
  consenso delle comunità interessate.  Ricorda che scopo della
  istituzione del giudice unico di primo grado è da un lato
  migliorare il funzionamento delle strutture giudiziarie e
  dall'altro facilitare l'accesso ad esse.
     Alcuni aspetti di quel provvedimento, come quelli relativi
  alle isole, alle comunità montane, all'identità culturale dei
  territori ed alla viabilità, dovranno essere approfonditi.
     Al fine di evitare che il provvedimento susciti sospetti e
  malcontento tra i destinatari occorre sintetizzare in esso le
  aspettative di costoro e non limitarsi a difendere lo stesso
  considerandolo immodificabile.
 
     Domenico BENEDETTI VALENTINI (gruppo alleanza
  nazionale) ritiene che nei casi di non agevole soluzione si
  debba optare per la scelta di aumentare il novero delle sedi
  distaccate, anziché ridurlo.  Osserva che al fine di evitare
  polemiche che potrebbero ripercuotersi sul dibattito
  parlamentare occorre tenere conto di tutte le istanze che sono
  pervenute al Parlamento da parte delle comunità
  interessate.
 
     Angelo ALTEA (gruppo sinistra democratica-l'Ulivo)
  preliminarmente dichiara di concordare con quanto affermato
  dai deputati Benedetti Valentini e Saraceni in ordine
  all'opportunità di rivalutare le aree montane, non
  depauperandole dei presidi giudiziari.
     Rileva che per quanto riguarda la Sardegna il Governo ha
  operato le scelte di ridefinizione dell'assetto territoriale
  giudiziario senza consultare le popolazioni interessate e
  senza avere una adeguata conoscenza di tale realtà sia sotto
  il profilo territoriale sia sotto l'aspetto socio-economico.  A
  tale proposito ricorda, ad esempio, che è stato operato
  l'accorpamento di una sede distaccata di pretura ad una
  sezione distaccata di tribunale che dista più di ottanta
  chilometri rispetto a quella del tribunale.
     Ritiene che nelle piccole comunità la presenza dello Stato
  sia significativa specialmente se sussistono anche problemi di
  criminalità.
     In ordine ai dati relativi alla sezione di pretura di
  Iglesias sottolinea che quanti sono del tutto errati.  Si
  tratta di una realtà significativa che potrebbe essere eretta
  a nuova Provincia, ove sono ubicati numerosi uffici pubblici,
  tra i quali ricorda la nuova sede della Pretura, che, nel caso
  in cui si optasse per la soluzione governativa, rimarrebbe
  inutilizzata.  In ordine alla provincia di Nuoro osserva che
  questa è l'unica per la quale non sono state previste sedi
  distaccate di tribunale, nonostante che sussistono episodi di
  criminalità se pur non numerosi tuttavia gravi.  Nel comune di
  Siniscola, ad esempio, si sono verificati numerosi attentati
  che impediscono che vengano tenute le elezioni amministrative
  da cinque anni.  Appare chiaro che in tale realtà debbano
  permanere gli uffici giudiziari.  La provincia di Nuoro
  comprende, inoltre, ottanta chilometri della costa orientale
  della Sardegna, dove in estate si riversano all'incirca
  350.000 turisti.  Ritiene pertanto incongruo che in tale realtà
  non siano previste ulteriori sedi di tribunale.
     La superficialità delle valutazioni del Governo e
  confermata anche dal fatto che sia stata privilegiata la sede
  di Monsummano Terme a quella di Pescia, nonostante che questa
  abbia un bacino di utenza maggiore.
 
     Francesco CARBONI (gruppo sinistra democratica-l'Ulivo)
  dichiara di condividere
 
                              Pag. 27
 
  le considerazioni generali espresse dal deputato Benedetti
  Valentini sui criteri che devono guidare il Governo nelle
  proprie scelte.  Lo schema di decreto in esame è stato
  formulato sulla base di criteri oggettivi ed omogenei che non
  tengono conto della disomogeneità del territorio nazionale.  I
  criteri della densità e della popolazione, ad esempio, sono
  soddisfacenti per realtà come quelle dei comuni del Nord
  Italia, ma non sono applicabili, almeno in maniera esclusiva,
  ai comuni del meridione, ove vi sono, ad esempio, anche
  esigenze di viabilità che debbono essere tenute in debito
  conto.  Auspica pertanto un'applicazione ragionata dei criteri
  oggettivi.
     Sugli indici di carico degli uffici giudiziari osserva che
  si deve tenere conto sia del carico di lavoro del tribunale
  sia di quello del mandamento delle preture da sopprimere.  Per
  quanto attiene alla fase del dibattimento osserva che il
  criterio che si riferisce alle cause che hanno raggiunto tale
  fase non può essere considerato soddisfacente poiché dipende
  dalle scelte discrezionali delle procure competenti di
  giungere a tale fase del giudizio.  E' questo, per esempio, il
  caso della pretura dì Ozieri, per la quale è stato accertato
  un minimo carico in materia penale.
     Dichiara di essere contrario all'accentramento del
  tribunale di Sassari, in quanto paralizzerà il tribunale
  stesso, in considerazione delle scarse strutture di cui è
  dotato.  A tale proposito sottolinea che mentre la sede
  centrale manca delle necessarie strutture, i comuni, le cui
  sedi distaccate di pretura sono state soppresse, sono dotati
  di edifici che rimarranno inutilizzati.
     Auspica pertanto che venga istituita la sezione distaccata
  di tribunale di Ozieri in considerazione anche della vastità
  del territorio che questa servirebbe.  Risulta poi paradossale
  la situazione di Tempio Pausania.
     Non condivide la scelta del Governo di non prevedere per
  la Maddalena l'istituzione di una sezione distaccata di
  tribunale.  Si è preferito, infatti, confluire gli uffici
  giudiziari ditale comune su Olbia, nonostante le difficoltà di
  collegamento tra i due comuni.  Ricorda inoltre che si tratta
  di una località ad alta vocazione turistica, con un indice del
  carico civile di poco inferiore rispetto a quello di Olbia.
  Sulla soppressione della sezione distaccata di Iglesias, che
  viene fatta confluire su Carbonia, condivide quanto espresso
  dal deputato Bruno sulla erroneità dei dati ai quali il
  Governo si richiama.  Ritiene che debba essere istituita la
  sezione distaccata di tribunale di Iglesias, i cui parametri
  sono maggiori rispetto quelli di Carbonia, costituendo un
  centro di riferimento sociale ed economico per tutto il
  territorio circostante.
     E' contrario alla soppressione della sezione distaccata di
  Tortolì, che viene fatta confluire su quella di Lanusei,
  nonostante che si tratti di una sede giudiziaria come un
  organico di oltre dieci magistrati, anche se solo sette di
  questi sono in servizio.
     Conclude sottolineando la necessità di rivedere
  complessivamente l'assetto territoriale giudiziario stabilito
  per la Sardegna, in base non solamente al criterio
  demografico, ma anche a criteri che tengano conto della realtà
  sociale economica di tale regione.
     Pierluigi PETRINI (gruppo rinnovamento italiano)
  rappresenta una precipua situazione del suo collegio
  elettorale.  Infatti risulta, essere stata soppressa la Pretura
  di Fidenza, peraltro sulla base di elementi statistici validi.
  Ne consegue, però, che nella provincia di Parma non vi sarà
  alcuna sezione distaccata e sul tribunale del capoluogo
  graverà un'utenza di 391.000 abitanti, ben superiore alla
  media regionale che è di 217.000.  Si tratterebbe quindi di un
  tribunale sovradimensionato, il maggiore di tutta la regione
  Emilia Romagna.
     Invita pertanto a riconsiderare la situazione di Fidenza
  prevedendovi una sezione distaccata del tribunale a cui
  potrebbe fare riferimento un'area, ben più vasta di quella
  precedentemente assegnata al mandamento pretorile, pari a
  circa
 
                              Pag. 28
 
  100.000 abitanti e corrispondente a logiche geografiche,
  viarie e storiche, che giustificherebbero tale soluzione.
  Infatti alcuni comuni dell'area appenninica trovano in Fidenza
  il loro sbocco naturale mentre gli abitanti dei comuni ad
  ovest del fiume Taro affluirebbero a Fidenza in modo assai più
  agevole che non a Parma, soprattutto considerando le rilevanti
  difficoltà di accesso viario al capoluogo.
     Inoltre a Fidenza sono disponibili numerosi uffici e sedi
  decentrate di diverse amministrazioni, proprio per il fatto
  che quel comune già oggi serve un vasto comprensorio e ne
  costituisce un punto di raccordo.  Vicino a Fidenza si trova
  poi Salsomaggiore Terme che con un afflusso turistico assai
  rilevante rafforza la validità della soluzione prospettata.
  Assicura che renderà disponibile l'elenco dei comuni che
  sostengono tale istanza.  Ricorda, infine, che le strutture
  edilizie necessarie già esistono a Fidenza e sono pienamente
  funzionali.
     Il sottosegretario di stato Franco CORLEONE rileva che
  nella relazione del Governo si trovano molte delle risposte
  che sono state richieste.  Riguardo alla scelta di far
  confluire Pescia su Monsummano Terme, contestata dal deputato
  Altea, osserva che questa ha un maggiore indice e popolazione
  rispetto alla prima.
 
     Davide CAPARINI (gruppo lega nord per l'indipendenza
  della Padania) ritiene che il comune di Bisogna debba essere
  inserito nell'ambito della sezione distaccata di tribunale di
  Breno del tribunale di Brescia, per evitare gravi disagi agli
  abitanti della Valle Camonica.
 
     Anna Maria SERAFINI,  presidente,  rinvia il
  seguito dell'esame alla seduta di domani, mercoledì 21
  gennaio, nella quale si concluderà la discussione di carattere
  generale.
 
DATA=980120 FASCID=SMC13-292 TIPOSTA=SMC LEGISL=13 NCOMM=02 SEDE=CO NSTA=0292 TOTPAG=0131 TOTDOC=0075 NDOC=0010 TIPDOC=B DOCTIT=0000 COMM=C2 D PAGINIZ=0022 RIGINIZ=066 PAGFIN=0028 RIGFIN=033 UPAG=NO PAGEIN=22 PAGEFIN=28 SORTRES=9801203 SORTDDL= FASCIDC=13SMC 00292 SORTNAV=59801200 00292 b00000 ZZSMC292 NDOC0010 TIPDOCB DOCTIT0010 NDOC0010



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