| (Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4,
del regolamento, e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto
legislativo, rinviato nella seduta del 14 gennaio scorso.
Domenico ROMANO CARRATELLI (gruppo popolari e
democratici-l'Ulivo)
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rileva che non vi è corrispondenza tra il territorio della
circoscrizione della Provincia di Vibo Valentia e quello della
circoscrizione del tribunale, in quanto tre comuni di tale
provincia, precisamente quelli di Filadelfia, Francavilla e
Polia, rientrano nella circoscrizione del tribunale di Lamezia
Terme, con grave pregiudizio per le rispettive comunità.
Chiede, pertanto, che sia modificato l'ambito della
circoscrizione del tribunale di Vibo Valentia al fine di
comprendervi tutti i comuni della Provincia.
In ordine all'assetto della geografia giudiziaria
stabilito dallo schema di decreto legislativo in esame, rileva
che sono state soppresse le sezioni distaccate delle preture
di Tropea e Serra San Bruno, nonostante che il territorio
della provincia in esame si estenda su un territorio di 1049
chilometri quadrati con una popolazione di 166.800 abitanti,
con un carico di circa quattromila affari giudiziari pendenti.
Si tratta di una scelta ingiustificata che non tiene conto
della complessità del territorio della provincia, che si
estende dal mare fino alla montagna.
La pretura di Tropea ha un bacino di utenza ed un volume
di affari giudiziari assai elevato. A ciò occorre aggiungere
la particolare natura del territorio che determina una
significativa vocazione turistica, facendo registrare
interessi vari, significativi e diffusi. Ciò comporta, per
alcuni mesi dell'anno, un aumento della popolazione residente
fino alle 300.000 unità.
La sezione distaccata della pretura di Serra San Bruno ha
sicuramente una dimensione minore per popolazione ed affare
trattati, tuttavia assume una valenza particolare in ragione
della natura montana del suo territorio, difficilmente
raggiungibile, non essendo collegato in modo continuativo dai
servizi pubblici al capoluogo della provincia. Tale ufficio
giudiziario ha come proprio bacino di utenza una comunità
montana, alla quale potrebbe aggiungere un'altra, la cui
popolazione ha maggiore facilità a raggiungere il comune di
Serra San Bruno, anziché il capoluogo di provincia. Occorre
inoltre sottolineare che si tratta di un territorio tra i più
depressi ed emarginati della Regione, che sta subendo un
graduale abbandono da parte delle istituzioni. Propone
pertanto che per il tribunale di Vibo Valentia siano previste
le sezioni distaccate di Tropea e Serra San Bruno. Osserva che
in realtà con requisiti simili a quelli della provincia di
Vibo Valentia sono previsti tribunali con più sedi
distaccate.
Luigi SARACENI (gruppo sinistra democratica-l'Ulivo)
preliminarmente sottolinea le difficoltà in cui si trovano gli
abitanti della provincia di Vibo Valentia in Calabria.
Inoltre, risulta incomprensibile la scelta adottata dal
Governo, in relazione alla provincia di Cosenza, per quanto
riguarda l'accorpamento delle sedi giudiziarie di San Marco e
di Acri; non risulta chiaro per quale motivo tale accorpamento
sia considerato inevitabile. Inoltre non è chiaro per quale
motivo la sede giudiziaria sia stata posta nel comune di Acri.
Precisa che il suo intervento non è dettato da interessi di
carattere elettoralistico perché, altrimenti, avrebbe dovuto
avanzare richieste di segno opposto.
Rileva che il comune di San Marco ha un maggior numero di
abitanti e copre un'area più vasta. Inoltre dispone di un
palazzo di giustizia di recente costruzione, a differenza di
Acri che richiederebbe quindi un'ulteriore spesa, in contrasto
con quanto più volte dichiarato, che il provvedimento non
arrecherebbe ulteriori spese. Non è neppure vero che Acri
riceverebbe maggiori svantaggi di carattere viario. Non è
neppure chiaro per quale motivo i disagi maggiori propri della
collocazione del comune di acri, sito in zona nevosa, debbano
scaricarsi sugli altri comuni.
La stessa risoluzione adottata a suo tempo dalla
Commissione giustizia, volta ad evitare la soppressione della
pretura di Acri, porta in realtà a concludere per la scelta
del comune di San Marco quale sede di sezione distaccata di
tribunale. La scelta preferibile sarebbe in realtà quella
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di non accorpare alcuna sezione. Tutti i comuni della zona
interessata hanno richiesto che non venga collocata nel comune
di Acri la sezione distaccata di tribunale.
Inoltre alcuni comuni dell'area di Cosenza sono
disponibili ad essere ricompresi nella circoscrizione di San
marco anziché in quella di Cosenza. Invita conclusivamente a
considerare con la dovuta attenzione la questione, auspicando
che non si realizzi l'accorpamento prospettato nello schema
del governo.
Domenico BENEDETTI VALENTINI (gruppo alleanza
nazionale) ritiene che il principio della pedissequa
equiparazione del territorio della provincia a quello della
circoscrizione del tribunale non debba essere interpretato
rigorosamente, poiché i criteri che ispirano la ripartizione
del territorio tra le province sono dettati da esigenze che
non necessariamente sono compatibili con quelle della
giustizia. Pertanto il confine territoriale della provincia
non può che essere uno dei criteri sui quali basare la
determinazione dei limiti della circoscrizione del
tribunale.
Osserva inoltre che il criterio demografico dei 60.000
abitanti, assunto dal Governo come limite minimo necessario
per l'istituzione di una sezione distaccata del tribunale, non
può essere considerato vincolante poiché non è espressione di
alcun principio o criterio direttivo della legge di delega,
trattandosi di una scelta discrezionale da parte del
legislatore delegato. Ritiene, in base al principio del
decentramento, che tali criteri debbano essere considerati
piuttosto un orientamento di massima, che deve consentire,
sulla base di altri criteri - come ad esempio quello della
densità territoriale - l'istituzione di sezioni distaccate
anche per bacini di utenza inferiori al limite dei 60.000
abitanti. Giudica, inoltre, importante che quando sia
necessario, sulla base di criteri oggettivi, si debbano
ricompattare in una unica sezione distaccata i comuni che
appartengano alle medesime realtà sociali, culturali,
economiche e territoriali.
Ritiene che debbano essere privilegiate le aree montane e
collinari, cioè le cosiddette aree interne, altrimenti si
innesterebbe una spirale perversa che, sul presupposto della
scarsa popolazione insediata su tale territorio,
determinerebbe lo smantellamento delle strutture pubbliche
ubicate in tali territori e di conseguenza lo spopolamento ed
il depauperamento culturale degli stessi.
Condivide quanto espresso dal relatore in ordine ad una
pausa di riflessione per la istituzione di nuovi tribunali per
le aree metropolitane, in quanto i margini della delega non
consentono una soluzione appropriata che decongestioni il
carico di lavoro dei tribunali oggi esistenti, scorporandone
le competenze a favore di tribunali "minori" che si trovano
nelle aree che delimitano le grandi città. Ritiene pertanto
che su tale punto il Governo non debba esercitare la delega,
ma attendere una nuova legge di delega che consenta un
intervento più incisivo, applicando anche ad altri territori,
non metropolitani il criterio di scorporare territorio e
popolazione dalle sedi troppo ingolfate per aggregarli a
tribunali finitimi oggi considerati troppo piccoli. Si possono
così salvare questi ultimi uffici, come è giusto,
utilizzandoli contemporaneamente a vantaggio del razionale
servizio giustizia (ad esempio, in Umbria, l'ampliamento del
tribunale di Spoleto, disingolfando quello di Perugia).
In ordine all'assetto del territorio giudiziario
dell'Umbria, non condivide la scelta del Governo di eccessiva
riduzione delle sedi distaccate rispetto alle otto sezioni
distaccate di pretura oggi esistenti. A tale proposito ritiene
del tutto ingiustificata la annunciata scelta di non istituire
ad Assisi una sezione distaccata dì tribunale sulla base del
criterio demografico dei 60.000 abitanti, limite minimo
necessario, secondo il Governo, per istituire tale sezione.
Non si può non tenere conto che si tratta di un'area con un
bacino di utenza di 200 abitanti per chilometro quadrato,
caratterizzato da interessi di varia natura e con una
preponderante vocazione turistica. Si tratta di ricompattare
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il comprensorio di Assisi-Bastia e dei comuni "minori" che
chiedono di farne parte, un comprensorio che è anche il
"cuore" della densità delle piccole e medie imprese oltre a
riconoscere il grande significato di riferimento ideale della
città di Assisi. Dichiara di essere d'accordo con la scelta di
ricompattare il territorio di Gubbio e di Gualdo Tadino con
una unica, apposita sezione di Tribunale per il territorio più
disagiato degli altri. Il riconoscimento di queste sezioni,
d'altronde, non porta alcun pregiudizio alle già previste
sezioni di Foligno e Città di Castello, che possiedono di per
sé popolazioni ben superiore allo stesso parametro dei 60.000
abitanti, e che vanno senz'altro istituite.
Il criterio della grande tradizione e di un percorso che
vada verso la rimodulazione dei comprensori legittima anche la
richiesta di Todi, che non può essere certo considerata
puramente campanilistica. Si suole sempre squalificare come
campanilistica la posizione altrui per legittimare altro
campanilismo, specie delle città più grandi. La verità è che
il Governo dovrebbe dire quante sezioni di Tribunale in
effetti vuole istituire ed al riguardo esprime il parere che
ne vadano istituite quante più possibili, per le esigenze dei
territori.
Donato BRUNO (gruppo forza Italia) ritiene che non
costituisca un elemento positivo la logica di volere
contentare alcuni deputati nell'ambito della maggioranza. In
taluni casi le scelte adottate sono eclatanti quando pure non
esprimono una vera e propria manipolazione dei dati. E'
pertanto auspicabile che venga sgombrato il campo da equivoci
di sorta in un settore così delicato.
Le soluzioni prospettate dal governo nello schema di
decreto legislativo pongono, in alcuni casi problemi assai
seri. Basti considerare il caso di Lipari, dell'isola d'Elba,
di Carini, Gravina di Puglia, Corleone oppure ancora di
Iglesias. In particolare per quest'ultimo comune sono emerse
forti differenze tra la documentazione trasmessa dal ministero
di grazia e giustizia e la documentazione acquisita a livello
locale.
Auspica pertanto che il provvedimento venga riconsiderato
in maniera diversa, verificando se sussistono discrepanze fra
i dati forniti e la realtà dei fatti. Chiede pertanto di
verificare in tutte le preture la effettiva corrispondenza dei
dati. Qualora ciò non si realizzasse inserita a riconsiderare
nel suo complesso il provvedimento.
Luigi SARACENI (gruppo sinistra democratica-l'Ulivo)
sottolinea che alcune discrepanze sono emerse anche in
relazione all'ipotesi da lui richiamata.
Francesco BONITO (gruppo sinistra democratica-l'Ulivo),
relatore, ricorda che i dati forniti dal governo
prescindono dai carichi pendenti e presuppongono un calcolo
più complesso, indicato nella relazione introduttiva. Si
tratta di mere previsioni.
Il sottosegretario di Stato Franco CORLEONE si riserva
di dare una risposta per quanto riguarda l'inesattezza dei
dati relativi alla pretura di Iglesias Ricorda che presso il
Ministero vi sono stati diversi incontri con rappresentanti
degli enti locali in ordine alla soppressione delle sezioni
distaccate di pretura ed all'istituzione delle sezioni
distaccate di tribunale. I dati sulla base dei quali sono
state formulate tali scelte sono stati elaborati da una
Commissione ministeriale appositamente istituita.
Dichiara la propria disponibilità a valutare tali dati.
Rileva tuttavia che gli unici errori finora riscontrati
riguardano la sezione distaccata di pretura di Iglesias. A
tale proposito rileva che l'inesattezza dei dati è da
attribuire alla omessa trasmissione dì questi da parte degli
uffici giudiziari di Iglesias all'ISTAT.
In ordine alla soppressione della sede giudiziaria di
Osimo osserva che questa scelta è stata dettata dalla
vicinanza al capoluogo della omogeneità territoriale e di
bacino.
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Per quanto attiene al comune di Assisi rileva che si
tratta di una scelta che può essere ridiscussa non essendo
definitiva.
Conclude sottolineando che da un errore macroscopico
relativo ai dati degli uffici giudiziari di Iglesias non si
può certo desumere che da parte del Governo e della
maggioranza vi sia un atteggiamento di prevaricazione.
Anna Maria SERAFINI, Presidente, osserva che, in
ragione della complessità della materia, è necessario che le
scelte operate dal Governo si basino su dati esatti e su
consenso delle comunità interessate. Ricorda che scopo della
istituzione del giudice unico di primo grado è da un lato
migliorare il funzionamento delle strutture giudiziarie e
dall'altro facilitare l'accesso ad esse.
Alcuni aspetti di quel provvedimento, come quelli relativi
alle isole, alle comunità montane, all'identità culturale dei
territori ed alla viabilità, dovranno essere approfonditi.
Al fine di evitare che il provvedimento susciti sospetti e
malcontento tra i destinatari occorre sintetizzare in esso le
aspettative di costoro e non limitarsi a difendere lo stesso
considerandolo immodificabile.
Domenico BENEDETTI VALENTINI (gruppo alleanza
nazionale) ritiene che nei casi di non agevole soluzione si
debba optare per la scelta di aumentare il novero delle sedi
distaccate, anziché ridurlo. Osserva che al fine di evitare
polemiche che potrebbero ripercuotersi sul dibattito
parlamentare occorre tenere conto di tutte le istanze che sono
pervenute al Parlamento da parte delle comunità
interessate.
Angelo ALTEA (gruppo sinistra democratica-l'Ulivo)
preliminarmente dichiara di concordare con quanto affermato
dai deputati Benedetti Valentini e Saraceni in ordine
all'opportunità di rivalutare le aree montane, non
depauperandole dei presidi giudiziari.
Rileva che per quanto riguarda la Sardegna il Governo ha
operato le scelte di ridefinizione dell'assetto territoriale
giudiziario senza consultare le popolazioni interessate e
senza avere una adeguata conoscenza di tale realtà sia sotto
il profilo territoriale sia sotto l'aspetto socio-economico. A
tale proposito ricorda, ad esempio, che è stato operato
l'accorpamento di una sede distaccata di pretura ad una
sezione distaccata di tribunale che dista più di ottanta
chilometri rispetto a quella del tribunale.
Ritiene che nelle piccole comunità la presenza dello Stato
sia significativa specialmente se sussistono anche problemi di
criminalità.
In ordine ai dati relativi alla sezione di pretura di
Iglesias sottolinea che quanti sono del tutto errati. Si
tratta di una realtà significativa che potrebbe essere eretta
a nuova Provincia, ove sono ubicati numerosi uffici pubblici,
tra i quali ricorda la nuova sede della Pretura, che, nel caso
in cui si optasse per la soluzione governativa, rimarrebbe
inutilizzata. In ordine alla provincia di Nuoro osserva che
questa è l'unica per la quale non sono state previste sedi
distaccate di tribunale, nonostante che sussistono episodi di
criminalità se pur non numerosi tuttavia gravi. Nel comune di
Siniscola, ad esempio, si sono verificati numerosi attentati
che impediscono che vengano tenute le elezioni amministrative
da cinque anni. Appare chiaro che in tale realtà debbano
permanere gli uffici giudiziari. La provincia di Nuoro
comprende, inoltre, ottanta chilometri della costa orientale
della Sardegna, dove in estate si riversano all'incirca
350.000 turisti. Ritiene pertanto incongruo che in tale realtà
non siano previste ulteriori sedi di tribunale.
La superficialità delle valutazioni del Governo e
confermata anche dal fatto che sia stata privilegiata la sede
di Monsummano Terme a quella di Pescia, nonostante che questa
abbia un bacino di utenza maggiore.
Francesco CARBONI (gruppo sinistra democratica-l'Ulivo)
dichiara di condividere
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le considerazioni generali espresse dal deputato Benedetti
Valentini sui criteri che devono guidare il Governo nelle
proprie scelte. Lo schema di decreto in esame è stato
formulato sulla base di criteri oggettivi ed omogenei che non
tengono conto della disomogeneità del territorio nazionale. I
criteri della densità e della popolazione, ad esempio, sono
soddisfacenti per realtà come quelle dei comuni del Nord
Italia, ma non sono applicabili, almeno in maniera esclusiva,
ai comuni del meridione, ove vi sono, ad esempio, anche
esigenze di viabilità che debbono essere tenute in debito
conto. Auspica pertanto un'applicazione ragionata dei criteri
oggettivi.
Sugli indici di carico degli uffici giudiziari osserva che
si deve tenere conto sia del carico di lavoro del tribunale
sia di quello del mandamento delle preture da sopprimere. Per
quanto attiene alla fase del dibattimento osserva che il
criterio che si riferisce alle cause che hanno raggiunto tale
fase non può essere considerato soddisfacente poiché dipende
dalle scelte discrezionali delle procure competenti di
giungere a tale fase del giudizio. E' questo, per esempio, il
caso della pretura dì Ozieri, per la quale è stato accertato
un minimo carico in materia penale.
Dichiara di essere contrario all'accentramento del
tribunale di Sassari, in quanto paralizzerà il tribunale
stesso, in considerazione delle scarse strutture di cui è
dotato. A tale proposito sottolinea che mentre la sede
centrale manca delle necessarie strutture, i comuni, le cui
sedi distaccate di pretura sono state soppresse, sono dotati
di edifici che rimarranno inutilizzati.
Auspica pertanto che venga istituita la sezione distaccata
di tribunale di Ozieri in considerazione anche della vastità
del territorio che questa servirebbe. Risulta poi paradossale
la situazione di Tempio Pausania.
Non condivide la scelta del Governo di non prevedere per
la Maddalena l'istituzione di una sezione distaccata di
tribunale. Si è preferito, infatti, confluire gli uffici
giudiziari ditale comune su Olbia, nonostante le difficoltà di
collegamento tra i due comuni. Ricorda inoltre che si tratta
di una località ad alta vocazione turistica, con un indice del
carico civile di poco inferiore rispetto a quello di Olbia.
Sulla soppressione della sezione distaccata di Iglesias, che
viene fatta confluire su Carbonia, condivide quanto espresso
dal deputato Bruno sulla erroneità dei dati ai quali il
Governo si richiama. Ritiene che debba essere istituita la
sezione distaccata di tribunale di Iglesias, i cui parametri
sono maggiori rispetto quelli di Carbonia, costituendo un
centro di riferimento sociale ed economico per tutto il
territorio circostante.
E' contrario alla soppressione della sezione distaccata di
Tortolì, che viene fatta confluire su quella di Lanusei,
nonostante che si tratti di una sede giudiziaria come un
organico di oltre dieci magistrati, anche se solo sette di
questi sono in servizio.
Conclude sottolineando la necessità di rivedere
complessivamente l'assetto territoriale giudiziario stabilito
per la Sardegna, in base non solamente al criterio
demografico, ma anche a criteri che tengano conto della realtà
sociale economica di tale regione.
Pierluigi PETRINI (gruppo rinnovamento italiano)
rappresenta una precipua situazione del suo collegio
elettorale. Infatti risulta, essere stata soppressa la Pretura
di Fidenza, peraltro sulla base di elementi statistici validi.
Ne consegue, però, che nella provincia di Parma non vi sarà
alcuna sezione distaccata e sul tribunale del capoluogo
graverà un'utenza di 391.000 abitanti, ben superiore alla
media regionale che è di 217.000. Si tratterebbe quindi di un
tribunale sovradimensionato, il maggiore di tutta la regione
Emilia Romagna.
Invita pertanto a riconsiderare la situazione di Fidenza
prevedendovi una sezione distaccata del tribunale a cui
potrebbe fare riferimento un'area, ben più vasta di quella
precedentemente assegnata al mandamento pretorile, pari a
circa
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100.000 abitanti e corrispondente a logiche geografiche,
viarie e storiche, che giustificherebbero tale soluzione.
Infatti alcuni comuni dell'area appenninica trovano in Fidenza
il loro sbocco naturale mentre gli abitanti dei comuni ad
ovest del fiume Taro affluirebbero a Fidenza in modo assai più
agevole che non a Parma, soprattutto considerando le rilevanti
difficoltà di accesso viario al capoluogo.
Inoltre a Fidenza sono disponibili numerosi uffici e sedi
decentrate di diverse amministrazioni, proprio per il fatto
che quel comune già oggi serve un vasto comprensorio e ne
costituisce un punto di raccordo. Vicino a Fidenza si trova
poi Salsomaggiore Terme che con un afflusso turistico assai
rilevante rafforza la validità della soluzione prospettata.
Assicura che renderà disponibile l'elenco dei comuni che
sostengono tale istanza. Ricorda, infine, che le strutture
edilizie necessarie già esistono a Fidenza e sono pienamente
funzionali.
Il sottosegretario di stato Franco CORLEONE rileva che
nella relazione del Governo si trovano molte delle risposte
che sono state richieste. Riguardo alla scelta di far
confluire Pescia su Monsummano Terme, contestata dal deputato
Altea, osserva che questa ha un maggiore indice e popolazione
rispetto alla prima.
Davide CAPARINI (gruppo lega nord per l'indipendenza
della Padania) ritiene che il comune di Bisogna debba essere
inserito nell'ambito della sezione distaccata di tribunale di
Breno del tribunale di Brescia, per evitare gravi disagi agli
abitanti della Valle Camonica.
Anna Maria SERAFINI, presidente, rinvia il
seguito dell'esame alla seduta di domani, mercoledì 21
gennaio, nella quale si concluderà la discussione di carattere
generale.
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