| Il Sottosegretario Fausto VIGEVANI risponde
all'interrogazione in esame, con la quale il presentatore ha
riproposto la problematica riguardante i ritardi con i quali
gli uffici finanziari procedono all'effettuazione dei rimborsi
IVA, aggravando la già difficile situazione finanziaria degli
imprenditori, in particolare di quelli che operano nella
provincia di Ascoli Piceno.
In relazione a ciò l'interrogante chiede di conoscere
quali provvedimenti il Governo intenda adottare per affrontare
e risolvere tale incresciosa situazione, anche in
considerazione del fatto che, già in risposta ad una
precedente interrogazione, il Governo mostrava consapevolezza
dell'importanza della questione assicurando una maggiore
celerità delle procedure dei rimborsi di che trattasi.
Al riguardo, in via preliminare, ribadisce che il problema
del ritardo nei rimborsi Iva attiene alla peculiarità delle
procedure a cui devono uniformarsi gli uffici che, prima di
liquidare un rimborso devono eseguire, per evidenti ragioni di
tutela dell'Erario, un numero considerevole di controlli,
quali la verifica di esistenza del soggetto d'imposta, il
riscontro e la valutazione di eventuali carichi pendenti, la
verifica dei presupposti della pretesa creditizia. Tale
complessità, nonostante le specifiche direttive volte alla
semplificazione e razionalizzazione delle procedure, comporta
in ogni caso un dispendio di risorse e di tempo che incidono
sulla tempestività dei rimborsi.
Ciò posto, recenti disposizioni normative sono intervenute
nel settore dei rimborsi
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IVA allo scopo di semplificare il sistema e risolvere, almeno
in parte, le attuali disfunzioni.
In particolare, con decreto legislativo 9 luglio 1997, n
241 recante "Norme di semplificazione degli adempimenti dei
contribuenti in sede di dichiarazione dei redditi e
dell'imposta sul valore aggiunto, nonché di modernizzazione
del sistema di gestione delle dichiarazioni", emanato in
attuazione della delega conferita al Governo dalla legge 23
dicembre 1996, n. 662, sono state introdotte rilevanti novità
in tema di rimborsi dei crediti Irpef ed Iva, prevedendo, in
particolare, che i rimborsi IVA risultanti in sede di
dichiarazione annuale (articolo 38- bis, comma 1, del
decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 72) possono
essere chiesti a decorrere dal 1^ febbraio dell'anno
successivo a quello di riferimento, utilizzando apposita
dichiarazione che, equiparata a quella annuale, dovrà
contenere i dati che hanno determinato l'eccedenza d'imposta a
credito.
In questa ipotesi i rimborsi verranno eseguiti entro tre
mesi dalla presentazione ditale dichiarazione. Inoltre, il
medesimo decreto legislativo n. 241, prevedendo la
possibilità, per il contribuente, di effettuare compensazioni
orizzontali tra i diversi tributi e contributi, offre un
valido strumento di intervento nella questione dei
rimborsi.
In particolare, l'articolo 25 del citato provvedimento
normativo prevede che sono ammessi alla compensazione, a
decorrere dall'anno 1998, le persone fisiche titolari di
partita IVA, a decorrere dall'anno 1999 le società di persone
ed equiparate ai fini fiscali e, infine, a decorrere dall'anno
2000, i soggetti all'imposta sul reddito delle persone
giuridiche.
Le altre disposizioni intervenute nel settore dei rimborsi
IVA prevedono, tra l'altro, differimenti dei termini di
decadenza per l'accertamento delle dichiarazioni a rimborso
(decreto legislativo 2 settembre 1997, n. 313) nonché
semplificazioni delle modalità di esecuzione in materia di
rimborsi d'imposta mediante conto fiscale (decreto-legge 11
marzo 1997, n. 50, convertito con modificazioni dalla legge n.
122 del 9 maggio 1997).
Analoghi provvedimenti normativi sono contenuti nella
legge 27 dicembre 1997, n. 449, recante "Misure per la
stabilizzazione della finanza pubblica" (collegato alla
finanziaria per l'anno 1998), che stabilisce un aumento della
durata di garanzia (fideiussione bancaria) che il contribuente
deve prestare all'amministrazione finanziaria per ottenere i
rimborsi IVA fino alla data di decadenza dell'azione
accertatrice per l'annualità cui si riferisce il credito
rimborsato e la previsione, per l'amministrazione medesima, di
poter attingere alla predetta garanzia per soddisfare crediti
relativi ad anni precedenti maturati nell'arco di validità
della garanzia stessa, nonché l'estensione dell'obbligo
dell'utilizzo del conto fiscale a tutti i titolari di partita
IVA.
In tale contesto, l'Amministrazione finanziaria,
consapevole dei disagi derivanti da detti ritardi, aveva
inserito, tra l'altro, come obiettivo fondamentale da
raggiungere nell'anno 1997 e formalizzato nella "Direttiva
generale dell'azione amministrativa e la gestione" quello di
ridurre l'arretrato relativo alla liquidazione dei rimborsi in
base all'ordine cronologico di presentazione delle istanze .
Ciò al fine di incidere efficacemente sulle cause che
producono effetti distorsivi sull'efficienza complessiva
dell'azione amministrativa.
Conseguentemente, al fine di conseguire l'obiettivo
prefissato, il competente Dipartimento delle entrate ha
impartito istruzioni agli uffici periferici allo scopo di
procedere con celerità all'effettuazione dei rimborsi IVA.
Ciò nonostante, la disponibilità degli stanziamenti
riguardanti detti rimborsi non ha consentito di rispettare
pienamente il programma previsto per il 1997 ed il predetto
Dipartimento ha disposto che gli uffici IVA provvedano con
urgenza alla predisposizione dei provvedimenti di rimborso
fino alla completa ultimazione delle residue disponibilità di
bilancio, proseguendo ovviamente l'esame dei rimborsi
liquidati direttamente dai concessionari tramite conto
fiscale.
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Ciò posto, in riferimento allo specifico problema dei
rimborsi IVA nella provincia di Ascoli Piceno, dai dati
aggiornati al 13 giugno 1997, forniti dall'anagrafe
tributaria, risulta che le giacenze complessive presso il
competente ufficio, per le annualità 1979-1997, ammontano a
n.2825 rimborsi IVA da erogare su un totale di 37.615
richieste di rimborsi. In tale ambito, inoltre, risultano
effettuate 2599 liquidazioni, sia totali che parziali per ogni
singolo rimborso, direttamente dal concessionario, su
richiesta del contribuente, per un totale di lire
101.736.125.000, imputabili solo alle quote capitali e non
agli interessi maturati.
Le cause dei ritardi nell'erogazione dei rimborsi, secondo
quanto rilevato dal competente ufficio IVA di Ascoli Piceno,
non sono esclusivamente ascrivibili alla scarsa produttività
dell'ufficio, che, al contrario, è risultato essere uno dei
più solerti ed efficaci in ambito nazionale, ma piuttosto sono
attribuibili ad una serie di fattori imputabili, tra l'altro,
anche alla mancata produzione di documenti da parte dei
contribuenti richiedenti.
E' opportuno, infine, segnalare che il Dipartimento delle
entrate, al fine di assicurare la massima tempestività nella
utilizzazione degli stanziamenti previsti per l'esercizio
finanziario per l'anno 1998, ha disposto che gli uffici IVA e
gli uffici delle entrate riprendano con effetto immediato
l'attività relativa alla predisposizione dei provvedimenti di
rimborso IVA.
Assicura il suo impegno a svolgere un intervento presso i
competenti uffici dell'amministrazione finanziaria onde
abbreviare i tempi per l'effettuazione dei rimborsi IVA, fatte
salve comunque le disponibilità finanziarie a disposizione
degli uffici stessi.
Fabrizio CESETTI (gruppo della sinistra
democratica-l'Ulivo) rileva come il problema dei ritardi nei
rimborsi IVA non riguardi esclusivamente la provincia di
Ascoli Piceno, ma tutto il territorio nazionale; in
particolare, nelle regione Marche si registra un'alta
percentuale di piccole e medie imprese che operano con il
regime IVA semplificato, le quali sono particolarmente
penalizzate dai ritardi nei rimborsi, anche quando questi
riguardino somme di modesta entità. Particolarmente grave è il
problema dei rimborsi trimestrali, i quali sono effettuati
spesso con un ritardo ancora maggiore dei rimborsi annuali: in
questo campo si registrano inoltre inaccettabili disparità nel
comportamento degli uffici IVA. Ricorda i numerosi atti di
sindacato ispettivo con i quali aveva inteso sollevare in
precedenza il problema, e sollecita il Governo a compiere uno
sforzo ulteriore in questa direzione sensibilizzando gli
uffici centrali e periferici dell'amministrazione
finanziaria.
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