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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


344497
SMC0292-0052
Bollettino Giunte e Commissioni n. 292 del 20 gennaio 1998 - edizione definitiva - (SMC13-292)
(suddiviso in 75 Unità Documento)
Unità Documento n.52 (che inizia a pag.84 dello stampato)
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                  IX COMMISSIONE PERMANENTE
            (Trasporti, poste e telecomunicazioni)
 
 
PARERE SU ATTI DEL GOVERNO
Schema di delibera del CIPE sulla trasformazione dell'Ente Poste italiane in società per azioni.
Giorgio MERLO. Ernesto STAJANO, presidente. Ilario FLORESTA. Mauro MICHIELON. Giorgio PANATTONI. Eduardo BRUNO. Il sottosegretario Vincenzo Maria VITA.
Martedì 20 gennaio 1998. - Presidenza del Presidente Ernesto STAJANO. - Interviene il sottosegretario per le comunicazioni Vincenzo Maria Vita.
ZZSMC ZZRES ZZSMC200198 ZZSMC980120 ZZSMC000198 ZZSMC000098 ZZSMC292 ZZ13 ZZD ZZC9 ZZNO ZZXX ZZFF
  (Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del
  regolamento e rinvio).
     La Commissione inizia l'esame dello schema di delibera
  all'ordine del giorno.
 
     Giorgio MERLO (gruppo popolari e democratici-l'Ulivo),
  relatore,  evidenzia preliminarmente l'esigenza di
  rispettare i tempi previsti per la trasformazione in società
  per azioni dell'Ente Poste.  Auspica inoltre che il dibattito
  dia modo alla Commissione di accertare anche la situazione
  contabile dell'Ente.  Ricorda che il decreto-legge n. 487 del
  1993, ha previsto la successiva trasformazione dell'Ente in
  società entro il 31 dicembre 1996.  Tale termine è stato poi
  differito al 31 dicembre 1997 dalla legge n. 662 del 1996.  Le
  attività ed i servizi dell'Ente Poste sono individuati dallo
  statuto e dal contratto di programma.  Tale ultimo atto è stato
  siglato nel gennaio del 1995.  Ricorda quindi che la legge n.
  662 del 1996 ha previsto una nuova disciplina di taluni
  servizi postali e ha stabilito per l'Ente l'obbligo di
  presentare un piano triennale d'impresa.  Per la
  predisposizione di tale atto è stata emanata, il 14 novembre
  1997, una direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri
  con la quale, in particolare, si impegnava l'Ente a potenziare
  taluni servizi, ad incrementare la produttività di almeno il
  25 per cento, e a migliorare la qualità del servizio.  La
  richiamata direttiva prevede che il piano triennale d'impresa
  includa il piano degli investimenti destinati, fra l'altro,
  all'ammodernamento di uffici e di infrastrutture.  L'intervento
  dello Stato, a tal fine, non potrà superare i 3 mila miliardi
  nel periodo 1998-2002.  La stessa direttiva prevede la
  separazione contabile tra le passività finanziarie, da un
  lato, e le spese e i ricavi propri dell'attività d'impresa,
  dall'altro.  Nell'ambito della separazione contabile, occorre
  poi tener distinte le aree dei servizi di recapito postale e
  del bancoposta.  Il piano d'impresa, per il periodo 1998-2000,
  è stato adottato il 30 novembre 1997.  Tale atto investe le
  strategie d'impresa e il programma degli investimenti per un
  quinquennio.
 
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     Quanto alla delibera in esame, essa differisce al 28
  febbraio 1998 la trasformazione in SpA già prevista dalla
  legge n. 662 del 1996.  E' poi previsto che in tale data
  l'Assemblea dei soci svolga talune attività, quali
  l'approvazione dello statuto e la nomina degli amministratori
  e dei sindaci.  Al punto 2 della delibera si precisa che le
  azioni della società sono attribuite al Ministero del tesoro.
  Il Ministro del tesoro esercita i diritti dell'azionista,
  d'intesa con il Ministro delle comunicazioni.  Ai fini della
  trasformazione - come evidenziato al punto 3 dello schema di
  delibera - si applicano le disposizioni dell'articolo 14 del
  decreto-legge n. 333 del 1992.
     Evidenzia quindi gli adempimenti previsti al punto 4 dello
  schema di delibera in vista della trasformazione.
     Ritiene poi opportuno che il Governo chiarisca la natura e
  il carattere del provvedimento in esame e, in particolare, se
  si tratti effettivamente di uno schema di atto da adottare.
  Osserva quindi che sono previsti, nell'atto all'ordine del
  giorno, una serie di adempimenti con scadenza anteriore allo
  spirare del termine per l'espressione del parere, circostanza
  che sembra configurare quella in esame come una delibera già
  operativa.  Si sofferma poi su quanto previsto al punto 5 della
  delibera, evidenziando in particolare, tra i contenuti del
  nuovo contratto, quello costituito dagli indicatori di qualità
  del servizio.  Ricorda, in ultimo, che per i servizi svolti in
  regime di concorrenza cessa ogni obbligo tariffario e sociale
  a carico dell'Ente, nonché ogni forma di agevolazione
  tariffaria previgente.  Per detti servizi, quindi, l'Ente
  erogatore ha facoltà di stabilire dei prezzi.
     Fa presente, infine, che in base a quanto previsto dalla
  legge n. 449 del 1997 è stata rinviata al contratto di
  programma la determinazione, per gli anni successivi al 1998,
  del compenso spettante all'Ente per lo svolgimento degli
  obblighi di servizio universale nei recapiti postali.  Per il
  1998, tale importo è fissato in lire 400 miliardi.
     Si riserva, in conclusione, di predisporre uno schema di
  parere da sottoporre alla Commissione in esito al dibattito,
  esprimendo sin d'ora disponibilità a recepire le eventuali
  osservazioni che dovessero emergere.
 
     Ernesto STAJANO,  presidente,  nel ringraziare il
  relatore per l'impegno profuso, ricorda che nella giornata di
  martedì 27 gennaio è prevista l'audizione del Presidente
  dell'Ente poste, Enzo Cardi.
 
     Ilario FLORESTA (gruppo forza Italia) rileva che dallo
  schema di delibera del CIPE si evince che non vi è grande
  fiducia da parte del Tesoro nelle capacità dell'ente stesso,
  forse, a causa della precedente gestione.  Occorre comunque
  tener conto che le professionalità non possono manifestarsi in
  presenza di eccessivi vincoli alla gestione.  Ricorda quindi i
  ritardi concernenti la trasformazione, più volte rinviata.
  Richiama poi le valutazioni secondo le quali in taluni Paesi
  europei le aziende postali possono costituire un elemento di
  traino per l'economia pubblica.  Qualora vi sia dunque
  l'intenzione di pervenire ad una ulteriore proroga, ritiene
  necessario rimuovere i vertici dell'EPI.  Rileva, in
  conclusione, che la gestione dell'Ente poste potrà senza
  dubbio migliorare sotto il profilo qualitativo attraverso la
  trasformazione dell'ente in società per azioni: tale nuova
  veste giuridica metterà alla prova le capacità dei singoli.
 
     Mauro MICHIELON (gruppo lega nord per l'indipendenza
  della Padania) pur rilevando l'importanza dello schema di
  delibera all'ordine del giorno, evidenzia tuttavia taluni
  profili che permangono oscuri.  Sottolinea infatti che il
  Governo ha più volte fornito indirizzi, invadendo così le
  sfere di competenza riservate all'Ente poste: a tal proposito
  ricorda, ad esempio, quanto previsto per i servizi postali nei
  comuni montani.  Stigmatizza pertanto tale ingerenza del
  Governo.  Quanto al contenuto dello schema di delibera, non
  condivide la mancata previsione in esso di adeguate forme di
  controllo da parte del Ministero delle comunicazioni
  sull'istituenda società per azioni, al contrario di
 
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  quanto previsto a suo tempo, a favore del Ministero dei
  trasporti e della navigazione, nella delibera del CIPE di
  trasformazione delle FS in SpA.  Sottolinea inoltre che lo
  schema di delibera in oggetto è stato adottato dal CIPE senza
  considerare previamente i dati risultanti dal consuntivo della
  gestione dell'ente che, ormai disponibili, dovrebbero essere
  comunicati dal Governo alla Commissione.  Ricorda poi che la
  Commissione aveva approvato in passato un atto di indirizzo in
  cui si prevedeva che i mutui già stipulati dall'Ente poste non
  sarebbero gravati sulla nuova società per azioni.  Ritiene che
  quanto previsto al punto 4), lettera  b),  dello schema di
  delibera in oggetto, non rispetti le predette indicazioni
  parlamentari.  Quanto alla lettera c), del medesimo punto,
  sembra che il Ministero del Tesoro individui indirizzi tali da
  non rendere competitiva la raccolta di risparmio dell'ente.
  Non vorrebbe infatti che l'istituenda SpA si trovasse ad
  operare in condizioni peggiori delle Ferrovie dello Stato SpA.
  Nel rilevare che il processo in atto non può comunque essere
  ulteriormente rinviato, ritiene comunque opportuno verificare
  l'ammontare esatto dei finanziamenti previsti a favore
  dell'Ente nella legge finanziaria per il 1998, al fine di
  poter operare un adeguato controllo sulla loro
  utilizzazione.
 
     Giorgio PANATTONI (gruppo sinistra democratica-l'Ulivo)
  rileva che l'esame dello schema di delibera del CIPE è del
  tutto autonomo rispetto all'audizione del presidente dell'EPI,
  Enzo Cardi, prevista nel calendario dei lavori della
  Commissione per la prossima settimana.  Quanto ai contenuti, ne
  evidenzia l'importanza, pur rilevando che non sono del tutto
  esenti da critiche.  In particolare, ritiene fondamentale il
  rispetto dei termini previsti nella delibera del CIPE per la
  trasformazione dell'ente in SpA, auspicando che la proposta di
  parere del relatore ne tenga conto.  Evidenzia inoltre che la
  societarizzazione dell'ente ha un valore strategico e di
  primario rilievo politico.  La delibera, tra l'altro, fissa
  anche la data della prima assemblea della società e, quindi,
  elementi per la designazione del nuovo  management.
     Ricorda inoltre che vi sono una serie di adempimenti
  ulteriori, quali lo Statuto, che la Commissione dovrà valutare
  insieme al Governo.  Ritiene poi logico che il Ministero del
  tesoro sia nell'attuale fase azionista unico dell'istuenda
  società per azioni.  Si prevede infatti non tanto una
  privatizzazione dell'Ente poste, quanto piuttosto la sua
  trasformazione in SpA.  Ritiene inoltre opportuno che nello
  schema di delibera si preveda chiaramente il ruolo di
  indirizzo e di controllo del Ministero delle comunicazioni in
  tale settore.  Si tratta infatti di una funzione autonoma e
  distinta da quella dell'azionista.  Sotto distinto profilo,
  poi, richiama i contenuti di cui al punto 4 dello schema di
  delibera in esame, rilevando che essi incidono sull'attività
  della società.  Rileva, poi, che il mercato postale costituisce
  un mercato particolare, ma con regole pur sempre di mercato.
  Ritiene quindi che il Ministero delle comunicazioni dovrà
  vigilare sui modi di attuazione di tale trasformazione
  dell'Epi in SpA.  Non condivide poi, quanto alla forma, - che
  ritiene possa essere migliorata - la previsione contenuta
  nell'ultimo capoverso del punto 4 dello schema di delibera.
  Infine, evidenzia l'opportunità che in presenza della
  societarizzazione, la Commissione si interessi dei piani di
  impresa, piuttosto che dei contratti di programma, che
  costituiscono attuazione dei primi.  Si riserva, in
  conclusione, di effettuare ulteriori osservazioni da
  trasfondere nella proposta di parere che sarà predisposta dal
  relatore.
 
     Eduardo BRUNO (gruppo rifondazione
  comunista-progressisti) nel riservarsi di approfondire il
  dibattito nel prosieguo dell'esame, condivide l'opportunità di
  audire il presidente dell'Ente poste, Enzo Cardi, al fine di
  comprendere meglio il processo di trasformazione in SpA.
  Ritiene inoltre opportuno conoscere con
 
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  esattezza la situazione economica dell'EPI, prospettando
  l'opportunità di audire in seguito anche i rappresentanti del
  Tesoro che, nell'attuale fase, diviene unico azionista.
  Concorda poi sulla opportunità che il Ministero delle
  comunicazioni possa vedersi attribuiti in materia i necessari
  compiti di controllo.  Quanto alla trasformazione dell'EPI in
  SpA, ribadisce la posizione contraria del suo gruppo,
  ricordando, tra l'altro, i poco vantaggiosi risultati
  conseguiti nel caso della trasformazione delle Ferrovie dello
  Stato in società per azioni.  Ritiene che debba essere evitata
  la prospettiva di una frammentazione del servizio, in
  particolare in un settore di primario rilievo quale quello
  postale.  Rileva inoltre che la Commissione dovrebbe disporre
  di ulteriori elementi per operare approfondite valutazioni in
  materia.  Occorrerebbe infatti anche una migliore
  organizzazione diffusa della rete di uffici, nell'interesse
  degli utenti.  Ricorda inoltre che l'attività di raccolta del
  risparmio determina a favore dello Stato introiti piuttosto
  limitati.  Nel riservarsi di formulare più precise osservazioni
  al riguardo, auspica che il Governo rispetti gli impegni
  assunti in precedenza in tale materia.
 
     Ernesto STAJANO,  presidente,  rileva che la
  delibera in esame avvia il processo di trasformazione in SpA
  dell'Ente poste.  In tale contesto, ritiene incomprensibile,
  nella logica del sistema prefigurato, il limitato ruolo del
  Ministero delle comunicazioni.  Richiama al riguardo quanto
  previsto nell'analoga delibera di trasformazione in SpA
  dell'Ente ferrovie ed il ruolo in tale sede previsto per il
  Ministero dei trasporti.  Sotto altro profilo, quanto al
  rispetto dei termini, ritiene che la delibera CIPE non
  dovrebbe individuare termini che poi non possono essere
  osservati.  Si tratta in realtà di termini ordinatori, ma
  taluni di essi, quali, ad esempio, quelli indicati alla
  lettera  c)  del punto 4, sono già scaduti.  Ritiene quindi
  opportuno un adeguamento degli stessi senza che tale
  aggiornamento determini un rinvio dei termini previsti per la
  trasformazione.  Ritiene poi che in alcuni punti la delibera
  evidenzi l'intenzione di riaffermare i poteri dell'azionista
  attraverso i poteri statutari.  Vi sono aspetti che evidenziano
  una sofferenza dell'impianto previsto: in particolare, al
  punto 4, vi sono taluni adempimenti che andrebbero demandati
  più propriamente al contratto di programma, a meno di non
  voler istituire una SpA ben differente dalla tipica figura di
  diritto privato.  Ritiene poi che l'audizione del Presidente
  dell'Ente poste - già prevista nel calendario dei lavori della
  Commissione - possa essere utile per acquisire informazioni
  sulla situazione attuale dell'Ente, all'inizio della fase di
  trasformazione.  Il Parlamento deve poter disporre di strumenti
  adeguati per svolgere un'efficace funzione di indirizzo e
  controllo.  Occorre a tal fine anche una modifica del quadro
  normativo.  Tali ritiene siano le premesse affinchè la
  Commissione possa valutare le strategie d'impresa.
 
     Il sottosegretario Vincenzo Maria VITA, nel riservarsi
  di intervenire più diffusamente al termine del dibattito, si
  limita in questa sede a confermare l'impegno del Governo
  affinchè siano rispettati i tempi e le scadenze fissate per
  procedere alla trasformazione.  Assicura quindi che vi è
  particolare attenzione da parte del Ministero per gli
  indirizzi che la Commissione riterrà di definire.  Nel merito,
  evidenzia che il ruolo del Ministero non sembra precluso da
  quanto previsto dalla deliberazione in esame, ma, comunque, è
  forse opportuno ridefinire gli ambiti di competenza in una
  nuova prospettiva.  Anche al fine di evitare sovrapposizioni, è
  infatti opportuno chiarire i ruoli dei soggetti istituzionali.
  Ringrazia quindi coloro che, intervenendo nel dibattito
  odierno, hanno evidenziato tale aspetto.
 
     Ernesto STAJANO,  presidente,  rinvia ad altra
  seduta il seguito dell'esame.
 
     La seduta termina alle 10,55.
 
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