| (Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del
regolamento e rinvio).
La Commissione inizia l'esame dello schema di delibera
all'ordine del giorno.
Giorgio MERLO (gruppo popolari e democratici-l'Ulivo),
relatore, evidenzia preliminarmente l'esigenza di
rispettare i tempi previsti per la trasformazione in società
per azioni dell'Ente Poste. Auspica inoltre che il dibattito
dia modo alla Commissione di accertare anche la situazione
contabile dell'Ente. Ricorda che il decreto-legge n. 487 del
1993, ha previsto la successiva trasformazione dell'Ente in
società entro il 31 dicembre 1996. Tale termine è stato poi
differito al 31 dicembre 1997 dalla legge n. 662 del 1996. Le
attività ed i servizi dell'Ente Poste sono individuati dallo
statuto e dal contratto di programma. Tale ultimo atto è stato
siglato nel gennaio del 1995. Ricorda quindi che la legge n.
662 del 1996 ha previsto una nuova disciplina di taluni
servizi postali e ha stabilito per l'Ente l'obbligo di
presentare un piano triennale d'impresa. Per la
predisposizione di tale atto è stata emanata, il 14 novembre
1997, una direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri
con la quale, in particolare, si impegnava l'Ente a potenziare
taluni servizi, ad incrementare la produttività di almeno il
25 per cento, e a migliorare la qualità del servizio. La
richiamata direttiva prevede che il piano triennale d'impresa
includa il piano degli investimenti destinati, fra l'altro,
all'ammodernamento di uffici e di infrastrutture. L'intervento
dello Stato, a tal fine, non potrà superare i 3 mila miliardi
nel periodo 1998-2002. La stessa direttiva prevede la
separazione contabile tra le passività finanziarie, da un
lato, e le spese e i ricavi propri dell'attività d'impresa,
dall'altro. Nell'ambito della separazione contabile, occorre
poi tener distinte le aree dei servizi di recapito postale e
del bancoposta. Il piano d'impresa, per il periodo 1998-2000,
è stato adottato il 30 novembre 1997. Tale atto investe le
strategie d'impresa e il programma degli investimenti per un
quinquennio.
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Quanto alla delibera in esame, essa differisce al 28
febbraio 1998 la trasformazione in SpA già prevista dalla
legge n. 662 del 1996. E' poi previsto che in tale data
l'Assemblea dei soci svolga talune attività, quali
l'approvazione dello statuto e la nomina degli amministratori
e dei sindaci. Al punto 2 della delibera si precisa che le
azioni della società sono attribuite al Ministero del tesoro.
Il Ministro del tesoro esercita i diritti dell'azionista,
d'intesa con il Ministro delle comunicazioni. Ai fini della
trasformazione - come evidenziato al punto 3 dello schema di
delibera - si applicano le disposizioni dell'articolo 14 del
decreto-legge n. 333 del 1992.
Evidenzia quindi gli adempimenti previsti al punto 4 dello
schema di delibera in vista della trasformazione.
Ritiene poi opportuno che il Governo chiarisca la natura e
il carattere del provvedimento in esame e, in particolare, se
si tratti effettivamente di uno schema di atto da adottare.
Osserva quindi che sono previsti, nell'atto all'ordine del
giorno, una serie di adempimenti con scadenza anteriore allo
spirare del termine per l'espressione del parere, circostanza
che sembra configurare quella in esame come una delibera già
operativa. Si sofferma poi su quanto previsto al punto 5 della
delibera, evidenziando in particolare, tra i contenuti del
nuovo contratto, quello costituito dagli indicatori di qualità
del servizio. Ricorda, in ultimo, che per i servizi svolti in
regime di concorrenza cessa ogni obbligo tariffario e sociale
a carico dell'Ente, nonché ogni forma di agevolazione
tariffaria previgente. Per detti servizi, quindi, l'Ente
erogatore ha facoltà di stabilire dei prezzi.
Fa presente, infine, che in base a quanto previsto dalla
legge n. 449 del 1997 è stata rinviata al contratto di
programma la determinazione, per gli anni successivi al 1998,
del compenso spettante all'Ente per lo svolgimento degli
obblighi di servizio universale nei recapiti postali. Per il
1998, tale importo è fissato in lire 400 miliardi.
Si riserva, in conclusione, di predisporre uno schema di
parere da sottoporre alla Commissione in esito al dibattito,
esprimendo sin d'ora disponibilità a recepire le eventuali
osservazioni che dovessero emergere.
Ernesto STAJANO, presidente, nel ringraziare il
relatore per l'impegno profuso, ricorda che nella giornata di
martedì 27 gennaio è prevista l'audizione del Presidente
dell'Ente poste, Enzo Cardi.
Ilario FLORESTA (gruppo forza Italia) rileva che dallo
schema di delibera del CIPE si evince che non vi è grande
fiducia da parte del Tesoro nelle capacità dell'ente stesso,
forse, a causa della precedente gestione. Occorre comunque
tener conto che le professionalità non possono manifestarsi in
presenza di eccessivi vincoli alla gestione. Ricorda quindi i
ritardi concernenti la trasformazione, più volte rinviata.
Richiama poi le valutazioni secondo le quali in taluni Paesi
europei le aziende postali possono costituire un elemento di
traino per l'economia pubblica. Qualora vi sia dunque
l'intenzione di pervenire ad una ulteriore proroga, ritiene
necessario rimuovere i vertici dell'EPI. Rileva, in
conclusione, che la gestione dell'Ente poste potrà senza
dubbio migliorare sotto il profilo qualitativo attraverso la
trasformazione dell'ente in società per azioni: tale nuova
veste giuridica metterà alla prova le capacità dei singoli.
Mauro MICHIELON (gruppo lega nord per l'indipendenza
della Padania) pur rilevando l'importanza dello schema di
delibera all'ordine del giorno, evidenzia tuttavia taluni
profili che permangono oscuri. Sottolinea infatti che il
Governo ha più volte fornito indirizzi, invadendo così le
sfere di competenza riservate all'Ente poste: a tal proposito
ricorda, ad esempio, quanto previsto per i servizi postali nei
comuni montani. Stigmatizza pertanto tale ingerenza del
Governo. Quanto al contenuto dello schema di delibera, non
condivide la mancata previsione in esso di adeguate forme di
controllo da parte del Ministero delle comunicazioni
sull'istituenda società per azioni, al contrario di
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quanto previsto a suo tempo, a favore del Ministero dei
trasporti e della navigazione, nella delibera del CIPE di
trasformazione delle FS in SpA. Sottolinea inoltre che lo
schema di delibera in oggetto è stato adottato dal CIPE senza
considerare previamente i dati risultanti dal consuntivo della
gestione dell'ente che, ormai disponibili, dovrebbero essere
comunicati dal Governo alla Commissione. Ricorda poi che la
Commissione aveva approvato in passato un atto di indirizzo in
cui si prevedeva che i mutui già stipulati dall'Ente poste non
sarebbero gravati sulla nuova società per azioni. Ritiene che
quanto previsto al punto 4), lettera b), dello schema di
delibera in oggetto, non rispetti le predette indicazioni
parlamentari. Quanto alla lettera c), del medesimo punto,
sembra che il Ministero del Tesoro individui indirizzi tali da
non rendere competitiva la raccolta di risparmio dell'ente.
Non vorrebbe infatti che l'istituenda SpA si trovasse ad
operare in condizioni peggiori delle Ferrovie dello Stato SpA.
Nel rilevare che il processo in atto non può comunque essere
ulteriormente rinviato, ritiene comunque opportuno verificare
l'ammontare esatto dei finanziamenti previsti a favore
dell'Ente nella legge finanziaria per il 1998, al fine di
poter operare un adeguato controllo sulla loro
utilizzazione.
Giorgio PANATTONI (gruppo sinistra democratica-l'Ulivo)
rileva che l'esame dello schema di delibera del CIPE è del
tutto autonomo rispetto all'audizione del presidente dell'EPI,
Enzo Cardi, prevista nel calendario dei lavori della
Commissione per la prossima settimana. Quanto ai contenuti, ne
evidenzia l'importanza, pur rilevando che non sono del tutto
esenti da critiche. In particolare, ritiene fondamentale il
rispetto dei termini previsti nella delibera del CIPE per la
trasformazione dell'ente in SpA, auspicando che la proposta di
parere del relatore ne tenga conto. Evidenzia inoltre che la
societarizzazione dell'ente ha un valore strategico e di
primario rilievo politico. La delibera, tra l'altro, fissa
anche la data della prima assemblea della società e, quindi,
elementi per la designazione del nuovo management.
Ricorda inoltre che vi sono una serie di adempimenti
ulteriori, quali lo Statuto, che la Commissione dovrà valutare
insieme al Governo. Ritiene poi logico che il Ministero del
tesoro sia nell'attuale fase azionista unico dell'istuenda
società per azioni. Si prevede infatti non tanto una
privatizzazione dell'Ente poste, quanto piuttosto la sua
trasformazione in SpA. Ritiene inoltre opportuno che nello
schema di delibera si preveda chiaramente il ruolo di
indirizzo e di controllo del Ministero delle comunicazioni in
tale settore. Si tratta infatti di una funzione autonoma e
distinta da quella dell'azionista. Sotto distinto profilo,
poi, richiama i contenuti di cui al punto 4 dello schema di
delibera in esame, rilevando che essi incidono sull'attività
della società. Rileva, poi, che il mercato postale costituisce
un mercato particolare, ma con regole pur sempre di mercato.
Ritiene quindi che il Ministero delle comunicazioni dovrà
vigilare sui modi di attuazione di tale trasformazione
dell'Epi in SpA. Non condivide poi, quanto alla forma, - che
ritiene possa essere migliorata - la previsione contenuta
nell'ultimo capoverso del punto 4 dello schema di delibera.
Infine, evidenzia l'opportunità che in presenza della
societarizzazione, la Commissione si interessi dei piani di
impresa, piuttosto che dei contratti di programma, che
costituiscono attuazione dei primi. Si riserva, in
conclusione, di effettuare ulteriori osservazioni da
trasfondere nella proposta di parere che sarà predisposta dal
relatore.
Eduardo BRUNO (gruppo rifondazione
comunista-progressisti) nel riservarsi di approfondire il
dibattito nel prosieguo dell'esame, condivide l'opportunità di
audire il presidente dell'Ente poste, Enzo Cardi, al fine di
comprendere meglio il processo di trasformazione in SpA.
Ritiene inoltre opportuno conoscere con
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esattezza la situazione economica dell'EPI, prospettando
l'opportunità di audire in seguito anche i rappresentanti del
Tesoro che, nell'attuale fase, diviene unico azionista.
Concorda poi sulla opportunità che il Ministero delle
comunicazioni possa vedersi attribuiti in materia i necessari
compiti di controllo. Quanto alla trasformazione dell'EPI in
SpA, ribadisce la posizione contraria del suo gruppo,
ricordando, tra l'altro, i poco vantaggiosi risultati
conseguiti nel caso della trasformazione delle Ferrovie dello
Stato in società per azioni. Ritiene che debba essere evitata
la prospettiva di una frammentazione del servizio, in
particolare in un settore di primario rilievo quale quello
postale. Rileva inoltre che la Commissione dovrebbe disporre
di ulteriori elementi per operare approfondite valutazioni in
materia. Occorrerebbe infatti anche una migliore
organizzazione diffusa della rete di uffici, nell'interesse
degli utenti. Ricorda inoltre che l'attività di raccolta del
risparmio determina a favore dello Stato introiti piuttosto
limitati. Nel riservarsi di formulare più precise osservazioni
al riguardo, auspica che il Governo rispetti gli impegni
assunti in precedenza in tale materia.
Ernesto STAJANO, presidente, rileva che la
delibera in esame avvia il processo di trasformazione in SpA
dell'Ente poste. In tale contesto, ritiene incomprensibile,
nella logica del sistema prefigurato, il limitato ruolo del
Ministero delle comunicazioni. Richiama al riguardo quanto
previsto nell'analoga delibera di trasformazione in SpA
dell'Ente ferrovie ed il ruolo in tale sede previsto per il
Ministero dei trasporti. Sotto altro profilo, quanto al
rispetto dei termini, ritiene che la delibera CIPE non
dovrebbe individuare termini che poi non possono essere
osservati. Si tratta in realtà di termini ordinatori, ma
taluni di essi, quali, ad esempio, quelli indicati alla
lettera c) del punto 4, sono già scaduti. Ritiene quindi
opportuno un adeguamento degli stessi senza che tale
aggiornamento determini un rinvio dei termini previsti per la
trasformazione. Ritiene poi che in alcuni punti la delibera
evidenzi l'intenzione di riaffermare i poteri dell'azionista
attraverso i poteri statutari. Vi sono aspetti che evidenziano
una sofferenza dell'impianto previsto: in particolare, al
punto 4, vi sono taluni adempimenti che andrebbero demandati
più propriamente al contratto di programma, a meno di non
voler istituire una SpA ben differente dalla tipica figura di
diritto privato. Ritiene poi che l'audizione del Presidente
dell'Ente poste - già prevista nel calendario dei lavori della
Commissione - possa essere utile per acquisire informazioni
sulla situazione attuale dell'Ente, all'inizio della fase di
trasformazione. Il Parlamento deve poter disporre di strumenti
adeguati per svolgere un'efficace funzione di indirizzo e
controllo. Occorre a tal fine anche una modifica del quadro
normativo. Tali ritiene siano le premesse affinchè la
Commissione possa valutare le strategie d'impresa.
Il sottosegretario Vincenzo Maria VITA, nel riservarsi
di intervenire più diffusamente al termine del dibattito, si
limita in questa sede a confermare l'impegno del Governo
affinchè siano rispettati i tempi e le scadenze fissate per
procedere alla trasformazione. Assicura quindi che vi è
particolare attenzione da parte del Ministero per gli
indirizzi che la Commissione riterrà di definire. Nel merito,
evidenzia che il ruolo del Ministero non sembra precluso da
quanto previsto dalla deliberazione in esame, ma, comunque, è
forse opportuno ridefinire gli ambiti di competenza in una
nuova prospettiva. Anche al fine di evitare sovrapposizioni, è
infatti opportuno chiarire i ruoli dei soggetti istituzionali.
Ringrazia quindi coloro che, intervenendo nel dibattito
odierno, hanno evidenziato tale aspetto.
Ernesto STAJANO, presidente, rinvia ad altra
seduta il seguito dell'esame.
La seduta termina alle 10,55.
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