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Marida BOLOGNESI, presidente e relatore,
integrando la relazione svolta nella seduta precedente,
richiama all'attenzione della Commissione alcune questioni, e
in particolare, quelle che in questi anni hanno determinato
una maggiore sofferenza.
Si sofferma, quindi, sulla definizione degli assetti
istituzionali, in relazione ai quali ritiene necessario
ricomporre organicamente le disposizioni sul ruolo ed i
compiti del livello centrale, delle regioni e degli enti
locali, eliminando la frammentarietà delle disposizioni del
disegno di legge. Il problema della riorganizzazione del
Ministero non può, a suo avviso, essere eluso in questa sede,
nonostante le norme della legge n. 59, sia per ragioni che
attengono la competenza della Commissione sia per motivazioni
attinenti la connessione esistente tra la definizione del
ruolo dell'amministrazione centrale e quella degli altri
livelli di governo della sanità, tenuto conto altresì della
necessità di costruire un efficiente sistema di monitoraggio
sul raggiungimento degli obiettivi salute, in funzione del
nuovo ruolo del piano sanitario nazionale.
Un secondo aspetto che richiama al-
l'attenzione della Commissione riguarda il rapporto tra la
sanità e l'università, in particolare per quanto attiene ai
profili della formazione e della programmazione delle
professioni da formare alla luce del fabbisogno quantitativo
regionale e per quanto riguarda la definizione dei luoghi
della formazione permanente.
Considera interessante l'introduzione del budget di
distretto, del quale è tuttavia opportuno chiarire le
funzioni, attese le disposizioni della legge collegata alla
manovra di finanza pubblica 1998-2000, che prevedono
l'introduzione dei protocolli diagnostici all'interno del
distretto, con l'obiettivo di assicurare il pieno governo
della mutata domanda di salute sul territorio e della
integrazione fra sociale e sanitario. Indubbiamente, tali
disposizioni si intersecano con quelle previste dalle proposte
di legge sulla riforma dell'assistenza, in discussione presso
la Commissione.
Dopo aver svolto alcune brevi considerazioni riguardanti
la necessità di costruire criteri uniformi di assistenza sul
territorio nazionale anche per l'accreditamento, e
sottolineata l'esigenza di rivedere il sistema del
finanziamento, invita la Commissione a portare a compimento il
processo avviato con il decreto legislativo n. 502 relativo
all'assorbimento di talune figure convenzionate nel quadro,
però, di una nuova prospettiva del ruolo del medico di
medicina generale e della organizzazione dei servizi sul
territorio. In questo contesto ritiene possibile modificare la
figura del medico dipendente del Servizio sanitario nazionale
e, soprattutto, della dirigenza sanitaria, in relazione alla
quale propone di introdurre l'esclusività del rapporto di
lavoro nella piena valorizzazione delle capacità di direzione
delle strutture.
Gloria BUFFO (gruppo sinistra democratica-l'Ulivo)
considera il disegno di legge in discussione probabilmente il
provvedimento più rilevante dell'intera legislatura in materia
sanitaria, quello che qualificherà l'intervento del Parlamento
e del Governo in questo settore. Dopo aver osservato che la
sanità italiana si caratterizza per una buona qualità che si
accompagna ad evidenti storture e gravi insufficienze che si
manifestano in modo diverso sul territorio, fa presente che
tali storture, legate ad alcuni fattori come il personale, la
vitalità culturale del dibattito e la partecipazione dei
cittadini, la tendenza europea ad una riduzione della spesa
sociale, dipendono anche dall'assetto legislativo della
sanità, che va pertanto corretto.
Il disegno di legge presentato dal Governo può essere
rafforzato e migliorato in primo luogo per delineare
chiaramente la missione dei compiti del Servizio sanitario
nazionale, distinguendo le responsabilità e le funzioni dei
diversi livelli
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istituzionali, inserendo nella normativa vigente i correttivi
necessari per garantire in maniera moderna l'universalismo.
Considera necessario correggere la legislazione attuale
relativa ai distretti, spostando sul territorio una delle
cabine di regia del sistema sanitario. Il budget di
distretto, e non individuale, rappresenta, in questa
prospettiva, uno strumento importante anche ai fini
dell'integrazione socio-sanitaria. E' altresì necessario
rivedere le disposizioni sull'accreditamento per individuare
una regia pubblica intelligente del sistema sanitario in grado
di offrire garanzie ai cittadini. Ritiene opportuno confermare
la scelta regionale dell'aziendalizzazione e si sofferma
sull'esigenza di rivedere il sistema di finanziamento che se
da una parte ha consentito di verificare effettivamente le
prestazioni erogate, dall'altra ha determinato distorsioni di
tipo produttivistico che vanno corrette in vista
dell'obiettivo salute.
La partecipazione dei comuni alla gestione del sistema
sanitario deve essere affrontata a partire dalla intesa
recentemente raggiunta fra regioni e comuni.
Infine, ritiene che la Commissione debba decidere se
affrontare alcune questioni che considera importanti, non
attualmente previste dal disegno di legge. Si tratta della
riforma del ministero, la cui
configurazione può essere resa più efficace e moderna, del
regime delle incompatibilità, da regolare nel segno della
trasparenza della gestione delle liste di attesa, della
medicina penitenziaria e della prevenzione.
Giulio CONTI (gruppo alleanza nazionale) ritiene che il
provvedimento in esame, che intende correggere il decreto
legislativo n. 502 del 1992 non possa portare ad un concreto
miglioramento del Servizio sanitario nazionale, dal momento
che è la stessa riforma operata con quel decreto che si fonda
su punti di partenza errati.
Infatti l'aspetto maggiormente negativo della citata
riforma è costituito dalla regionalizzazione della sanità che
comporta tanti regimi diversi quante sono le regioni, continui
conflitti con le altre istituzioni, quali il Ministro o
l'Ordine dei medici, ed una inaccettabile discriminazione fra
i cittadini delle diverse realtà territoriali. La salute,
infatti, non si può regionalizzare.
In questa ottica l'aziendalizzazione cerca di costituire
una sorta di rimedio alla regionalizzazione; tuttavia la
stessa aziendalizzazione è stata costituita secondo le
esigenze regionali e non con il principale obiettivo della
tutela della salute pubblica.
Esiste, inoltre, il problema dei DRG, che funzionano come
sistema di controllo e garanzia per le assicurazioni
statunitensi, mentre in Italia costituiscono, di fatto, un
moltiplicatore di spesa.
Per questi motivi ritiene che il disegno di legge n. 4230
costituisca soltanto un provvedimento tampone, che non
affronta le questioni di fondo da lui indicate.
Uno dei maggiori sintomi della scarsa efficienza della
sanità italiana è costituito dalla carenza di interesse per la
ricerca, che dovrebbe essere, invece, uno dei cardini di un
sistema avanzato; non soltanto vi è scarsità di fondi, ma la
ricerca viene altresì affidata a persone che non ne avrebbero
titolo.
In ogni caso auspica che si verifichino quantomeno le
condizioni per scongiurare la possibilità di inserire, tramite
il disegno di legge in esame, un sistema assicurativo che
penalizzerebbe le classi più deboli.
Ritiene, inoltre, che l'intero sistema ospedaliero
dovrebbe essere rivisto prevedendo che per alcuni ospedali si
operi una specializzazione, mentre altri siano adibiti a
centri di prima cura. Dovrebbero essere, poi, previsti
incentivi alla professione medica, anche con differenziazioni
di carriera.
Dopo aver ricordato che la formazione del medico inizia
nell'università e che il sistema attuale, prevedendo ovunque
l'accesso concorsuale, penalizza la professionalità dei medici
ed incrementa la disoccupazione, ritiene che l'ordine dei
medici costituisca il maggior esempio di disfunzionalità
esistente nel Paese, come dimostrano
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le recenti e contraddittorie circolari del presidente
Pagni sulla terapia del professor Di Bella.
Per questi motivi il sistema dovrebbe essere radicalmente
riformato, mentre non ritiene accettabili le conflittualità
esistenti tra i vertici delle autorità sanitarie.
Dopo interventi sull'ordine dei lavori di Antonio SAIA
(gruppo rifondazione comunista-progressisti), Piergiorgio
MASSIDDA (gruppo forza Italia), Elsa SIGNORINO (gruppo
sinistra democratica-l'Ulivo) e Alessandro CE' (gruppo lega
nord per l'indipendenza della Padania), Marida BOLOGNESI,
presidente, dopo aver convenuto sulla opportunità di
svolgere il dibattito sul disegno di legge in esame alla
presenza del ministro Bindi, fa presente che i lavori della
seduta di domani saranno organizzati in modo tale da
corrispondere a tale esigenza. Le richieste di modificazioni
del calendario dei lavori della prossima settimana, volti a
garantire organicità al dibattito in corso, saranno, invece,
sottoposte all'Ufficio di presidenza integrato dai
rappresentanti dei gruppi, convocato per giovedì 22
gennaio.
Rinvia, quindi, il seguito dell'esame alla seduta di
domani.
La seduta termina alle 12.
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