| LIVIA TURCO, Ministro per la solidarietà sociale.
L'interrogazione dell'onorevole Procacci pone sostanzialmente
tre questioni.
Con la prima si richiama l'attenzione sul "progetto
Nisida"; con la seconda si richiama l'attenzione su una
verifica circa l'utilizzo delle risorse stanziate nel 1997
tramite la legge n. 216 del 1991: una verifica di come queste
risorse siano state utilizzate dal comune e dalla regione. Con
la terza, più in generale, si richiama l'attenzione sulla
politica dei minori in una regione cruciale quale è la
Campania.
Quanto alla prima questione non posso che confermare la
grande attenzione del ministero di cui sono responsabile e
l'attenzione mia personale nei confronti del progetto Nisida;
attenzione che ho testimoniato attraverso un incontro
personale avuto con gli operatori e con i ragazzi presenti a
Nisida, in occasione della conferenza nazionale sulle
tossicodipendenze tenutasi a Napoli.
In quella occasione ebbi modo di apprezzare fortemente
quella esperienza. Proprio dopo l'incontro avuto a fine marzo
del 1997 chiesi sia all'assessore competente e al sindaco di
Napoli, sia al presidente della regione Campania di prestare
la massima attenzione soprattutto all'utilizzo delle risorse
perché, come mi fece presente il giudice Sommella, la
continuità delle stesse era molto importante per creare quelle
opportunità lavorative e di formazione professionale che
davvero potessero poi consentire ai ragazzi che si trovano a
Nisida di poter avere un reinserimento sociale. E' importante,
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infatti, che vi sia una continuità di finanziamenti
soprattutto per le opportunità di formazione professionale
finalizzate al reinserimento sociale. Rappresentai tale
esigenza sia al presidente della giunta regionale sia
all'assessore competente e al sindaco di Napoli.
Solo adesso potrò chiedere conto di come siano state
stanziate le risorse relative al finanziamento per il 1997,
per quanto riguarda la legge n. 216. Lo farò sulla base di
questa interrogazione, anche se il mio sarà un atto formale:
potrò infatti avanzare questa richiesta dal punto di vista
conoscitivo perché, come è noto, su questa materia esiste
un'autonomia degli enti locali.
Proprio per rimarcare l'importanza che riveste la tematica
dei minori, soprattutto di quelli a rischio, a Napoli e più in
generale in Campania, ho chiesto di avere un incontro a
Napoli, che avrà luogo il 23 febbraio, con gli esponenti di
tutti i livelli istituzionali per verificare come vengano
utilizzate in una regione così importante le consistenti
risorse stanziate dalla legge n. 285 oltre che dalla legge n.
216.
Proprio perché il Governo individua nella Campania una
regione di frontiera, cui dedicare molta attenzione, nella
riunione del Consiglio dei ministri in cui si discussero i
problemi connessi alla lotta alla pedofilia il Governo decise
di avere come punto di coordinamento di tutte le politiche
relative al piano di azione per l'infanzia nella regione
Campania il giudice Melita Cavallo; è questa la persona che
svolgerà su incarico del Governo un'azione di coordinamento
delle politiche previste nel piano di azione del Governo per
l'infanzia.
E' quindi mia intenzione avere nel mese di febbraio un
incontro con le autorità, con il comune, con la regione, con
la provincia, con il tribunale dei minori e con il
provveditorato agli studi della Campania per verificare come
si sia iniziata ad applicare la legge n. 285 oltre che la
legge n. 216. Posso confermare però, e tutti i documenti
potranno attestare la fondatezza di quanto affermo (d'altra
parte lei, come membro della Commissione affari sociali ha
avuto modo di verificare anche questo), che, per quanto
riguarda la applicazione della legge n. 285, i decreti
attuativi della medesima ed il riparto delle risorse, tutto è
avvenuto nei tempi previsti dalla legge. Inoltre, vi è stato
un atto di intesa in sede di Conferenza Stato-regioni tra
Governo e regioni con cui si sono stabiliti i tempi entro i
quali le regioni sono tenute a definire, in merito agli ambiti
territoriali di intervento ed ai patti territoriali, che sono
i due strumenti, soprattutto gli ambiti territoriali di
intervento, di competenza delle regioni e che sono
fondamentali per avviare la concreta applicazione della legge
n. 285.
Rispetto alla legge n. 216 è iniziata un'azione di riforma
coordinata dal Ministero della solidarietà sociale, perché
pensiamo che essa continui ad avere senso anche in relazione
alla legge n. 285. La legge n. 216 consente di fare fronte
alle situazioni di emergenza che, come abbiamo visto anche nel
corso dell'ultimo anno, sono numerose, e, ricordo, per tutte
le vicende di Torre Annunziata e di Cicciano. Disporre di
risorse che possano essere immediatamente spese per realizzare
progetti con un carattere di emergenza è estremamente utile ed
è per tale ragione che la legge n. 216 mantiene la sua
importanza anche in relazione all'altro provvedimento che è di
carattere più strutturale.
Tuttavia, riteniamo che la legge n. 216 debba essere
parzialmente modificata così come previsto dalla legge
finanziaria: la sua applicazione, quindi, deve essere di
competenza del Ministero della solidarietà sociale e non più
del Ministero dell'interno e le modalità di utilizzo delle
risorse e di definizione dei progetti devono essere più
adeguate alle esigenze reali.
Inoltre, nel porre mano a tale modifica, si terrà conto
dei numerosi suggerimenti rivolti al Governo nel corso della
applicazione di tale legge. Vorrei ricordare che la legge n.
216, pur essendo uno strumento di parziale portata, è stata
estremamente utile nei casi in cui è stato applicata.
Vogliamo, quindi, fare un bilancio
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degli effetti che si sono prodotti nel periodo di
applicazione di questa legge e vogliamo incentrare la nostra
attenzione sui problemi affrontati e sui risultati conseguiti
al fine di modificare in modo proficuo le sue norme.
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