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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


344639
STA0299-0020
Stenografico d'Aula n. 299 del 20 gennaio 1998 (STA13-299)
(suddiviso in 319 Unità Documento)
Unità Documento n.20 (che inizia a pag.13 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.4)
SVOLGIMENTO: 3 - 00768; 3 - 00866; 3 - 01385; 2 - 00446; 2 - 00658; 2 - 00666; 2 - 00669; 3 - 01207. ...(Difesa delle coste meridionali dai rischi dei trasporti dei rifiuti)
...SVOLGIMENTO: 3 - 00768; 3 - 00866; 3 - 01385; 2 - 00446; 2 - 00658; 2 - 00666; 2 - 00669; 3 - 01207. ...(Difesa delle coste meridionali dai rischi dei trasporti dei rifiuti)
VALERIO CALZOLAIO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente. ZZGOV GOVERNO
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARIO CLEMENTE MASTELLA
ZZSTA ZZRES ZZSTA200198 ZZSTA980120 ZZSTA000198 ZZSTA000098 ZZSTA299 ZZ13
    VALERIO CALZOLAIO,  Sottosegretario di Stato per
  l'ambiente.  Signor Presidente, onorevoli colleghi, con
  riferimento alle questioni sollevate dagli onorevoli Olivo,
  Bova, Oliverio, Romano Carratelli e Brancati, concernenti il
  traffico dei rifiuti radioattivi in acque calabresi e
  siciliane, risulta che le indagini su tali rifiuti hanno avuto
  inizio immediatamente dopo che la procura della Repubblica
  (come ha ricordato illustrando l'interpellanza l'onorevole
  Olivo) fu informata della presenza, nel marzo 1994, della
  motonave  Korabi,  battente bandiera albanese, con un
  probabile carico di scorie di rame e materiale radioattivo.
     Successivamente, il fascicolo processuale veniva
  trasferito per competenza alla direzione distrettuale
  antimafia.  Poiché le indagini sono coperte dal segreto
  istruttorio, elementi di conoscenza definitivi potranno essere
  stabiliti solo alla fine del processo.
     Comunque, in quel contesto, il magistrato inquirente
  avanzò richiesta di assistenza al Ministero dell'ambiente ed
  alla presidenza dell'ANPA (Agenzia nazionale per l'ambiente),
  al fine di ottenere le risorse ed i mezzi necessari per il
  recupero dei rifiuti giacenti in mare, ottenendone la
  disponibiltà.
     L'ispettorato centrale per la difesa del mare (servizio
  del Ministero dell'ambiente) ha provveduto a richiamare
  l'attenzione dell'ANPA e dell'ICRAM (Istituto centrale per le
  ricerche sull'ambiente marino) su questa situazione.  Sono
  state effettuate indagini nell'estate 1995 e nel maggio-giugno
  1996.  Da tali indagini, svolte dall'ANPA, è emerso un quadro
  completo e integrato sulla situazione della contaminazione
  radioattiva; è emerso anche che non sono stati rilevati
  radionuclidi di origine antropica nella catena trofica
  dell'ambiente marino calabrese, fatta eccezione per il Cesio
  137, radionuclide oggi ubiquitario dell'ambiente marino,
  rilevato a livelli tali da non destare preoccupazioni ai fini
  della salvaguardia complessiva dell'ecosistema marino e della
  salute pubblica.
     Aggiungo che nei mesi di maggio e giugno 1997 l'ANPA, per
  mantenere sotto controllo la situazione e per individuare
  tempestivamente eventuali mutamenti anomali della
  radioattività ambientale, ha ripetuto l'indagine; essa è stata
  inoltre estesa alle coste della Basilicata, essendo anche tale
  regione esposta alle eventuali conseguenze della
  contaminazione.  I risultati hanno confermato, almeno per ora,
  l'assenza di radioattività artificiale.
     Questo per quanto riguarda il caso specifico ma mi sembra
  che sia l'interpellanza sia l'illustrazione svolta
  dall'onorevole Olivo chiamino in causa una questione più
  generale.  Gli aspetti della prevenzione e la loro urgenza sono
  stati ampiamente illustrati e documentati poco fa dal collega
  Olivo.  Un contributo in tale direzione, da lui sollecitato,
  potrà venire dalla convenzione internazionale sui rifiuti
 
                              Pag. 14
 
  radioattivi il cui testo, dopo due anni di lavori
  preparatori, è stato definito il 6 settembre 1997 (quattro
  mesi fa), al termine di una apposita conferenza diplomatica
  che si è svolta a Vienna.  Al di là dei contenuti tecnici della
  convenzione, con essa la gestione dei rifiuti radioattivi
  cesserà di costituire un esclusivo fatto interno di ciascun
  paese e diverrà oggetto di obblighi giuridici di diritto
  internazionale, in base ai quali i paesi firmatari potranno
  richiedere a ciascun partner  dimostrazione della
  correttezza delle attività svolte.  Sotto questo profilo sarà
  importante che, dopo la sottoscrizione della convenzione, il
  Parlamento proceda in tempi brevi alla necessaria ratifica.
     Dovremo tornare ancora, in altra sede, su molte delle
  questioni esposte nell'illustrazione dal collega Olivo.  Come è
  ovvio, la complessità e la rilevanza delle questioni sollevate
  dagli interpellanti non possono esaurirsi in un atto di
  sindacato ispettivo e in una breve risposta.  Ho cercato
  tuttavia di precisare il contributo specifico di attività
  svolte già dal Ministero dell'ambiente sul caso sollevato e di
  segnalare un'iniziativa modesta, ma concreta e prioritaria,
  nazionale e internazionale, nel contesto di una nuova politica
  di sviluppo sostenibile.  Nelle occasioni segnalate anche
  dall'onorevole Olivo sarà possibile entrare nel merito delle
  altre iniziative che vanno avviate con interventi rigorosi
  sulle questioni esposte dagli interpellanti.
 
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