| PAOLO GALLETTI. Signor Presidente, la mia interpellanza
riguarda l'"esplosione" del fenomeno delle cosiddette
mucillagini (sostanze gelatinose) nel mare Adriatico e in
particolare sulla riviera emiliano-romagnola. Il fenomeno che
ha avuto origine quest'anno si è manifestato con
"spiaggiamenti" di queste sostanze gelatinose, soprattutto nel
mese di settembre.
Vorrei rilevare che il fenomeno delle mucillagini in
Adriatico ha avuto la sua esplosione nel 1989. In quell'anno
si presentò in forme abnormi e creò un serio allarme nella
comunità scientifica, negli operatori turistici, tra i
pescatori e tra tutte le persone che hanno a cuore la salute
del mare, il quale - ricordiamolo - è l'origine della vita. La
salute del mare è un indicatore fondamentale per la salute
dell'intero pianeta e quindi anche dell'intera umanità.
Dopo l'allarme del 1989 (questo fenomeno si era
ripresentato in forma altrettanto grave nel 1990 e nel 1991)
fortunatamente il fenomeno, nei suoi aspetti esteriori, non si
è più ripresentato fino a quest'anno quando invece ha rifatto
tragicamente la sua comparsa in Adriatico. Vi è stata una
sottovalutazione del problema, da parte dei giornali del 1989
e del 1991 e dei giornali di quest'anno (ahimè, i pochissimi
giornali di quest'anno che hanno trattato tale tema, il quale
è stato fortemente censurato da tutta la stampa e dalle
televisioni; soltanto due quotidiani nazionali - il Resto
del Carlino e il manifesto se ne sono occupati
peraltro in modo abbastanza marginale); si è infatti tentato
con successo, da una parte, di tagliare, sopire e minimizzare
e, dall'altra, di sottolineare e sottoscrivere la tesi dal
punto di vista scientifico che questo sarebbe un fenomeno
naturale, essendosi presentato anche in passato e in secoli
precedenti. Sarebbe, cioè, quasi una sorta di raffreddore del
mare, ma anche il raffreddore se si presenta in forma cronica
e abnorme non è più un fenomeno fisiologico bensì patologico!
Questa proliferazione abnorme di sostanze gelatinose è quindi
diventato un fenomeno patologico non solo del mare
Adriatico.
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La ricerca scientifica pur avendo messo a punto la
descrizione del fenomeno già da tempo non ha però ancora
fornito alcuna risposta sulle cause interagenti che producono
questo stato ormai patologico dell'alto Adriatico.
Si conoscono attualmente almeno venti sostanze
microinquinanti che in laboratorio inducono questo
stress di batteri microalghe, a tal punto che questi
batteri e queste microalghe producono tali mucillagini.
Queste sostanze microinquinanti, che sono certamente
presenti in ambiente marino, magari in tracce non rilevabili
dagli strumenti, e che inducono questo stress non sono
state individuate con precisione.
Esiste inoltre un'evidente modifica della radiazione
solare dovuta alla produzione sempre crescente di inquinanti
atmosferici, in particolare di gas-serra, che influendo sul
microclima del mare induce questo stress.
Inoltre, possiamo sottolineare che lo stato di salute del
mare, in particolare dell'alto Adriatico, che riceve tutti gli
scarichi del bacino del Po, è oramai modificato
strutturalmente in senso negativo per il mancato risanamento
dei bacini fluviali o per il suo gravissimo ritardo. Vorrei
ricordare in quest'aula che il comune di Milano è ancora
sprovvisto di un depuratore, il che rappresenta uno scandalo
incredibile, e vorrei inoltre rammentare che questo mare è
esposto anche al danno derivante dagli scarichi effettuati
dalle petroliere e da vari natanti.
Dopo la mobilitazione degli anni ottanta, che portò alla
eliminazione del fosforo nei detersivi con un atto unilaterale
dell'industria, c'è stato qualche risultato alla lotta alla
proliferazione algale, la cosiddetta eutrofizzazione, ma
questi risultati sono insufficienti e oggi l'ambiente marino è
quasi abbandonato a se stesso.
Sono sconosciuti i risultati ottenuti a fronte di ingenti
fondi stanziati per la ricerca. I piani di risanamento dei
bacini giacciono per lo più nei cassetti e la lotta agli
inquinanti atmosferici procede con estrema lentezza.
Quindi, chiedo al Governo di sapere quali siano i
risultati ottenuti dalla ricerca scientifica a fronte degli
ingenti fondi stanziati in quel periodo, quale sia la
situazione del risanamento dei bacini fluviali e se non si
ritenga opportuno avviare al più presto una nuova strategia di
risanamento dell'Adriatico e del suo ambiente marino, in
evidente stato di distrofia globale ecosistemica, che si basi
sul finissaggio naturale della depurazione delle acque,
aggiungendo un nuovo stadio alla depurazione attualmente
effettuata per evitare che i microinquinanti, quelli che
stressano le alghe e i batteri, finiscano in mare. Chiedo
inoltre che si avvii un risanamento effettivo e non cartaceo
dei bacini fluviali, attraverso il governo del ciclo delle
acque nelle attività produttive e negli insediamenti civili,
che si riducano drasticamente gli inquinanti atmosferici, in
particolare i gas-serra, per contrastare il cambiamento
climatico, e che la ricerca scientifica applicata all'ambiente
marino venga effettuata al di fuori di ogni lottizzazione, con
obiettivi semplificati e verificabili nel tempo.
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