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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


344651
STA0299-0032
Stenografico d'Aula n. 299 del 20 gennaio 1998 (STA13-299)
(suddiviso in 319 Unità Documento)
Unità Documento n.32 (che inizia a pag.20 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.4)
SVOLGIMENTO: 3 - 00768; 3 - 00866; 3 - 01385; 2 - 00446; 2 - 00658; 2 - 00666; 2 - 00669; 3 - 01207. ...(Sentenza TAR del Lazio relativa al parco del Pollino)
...SVOLGIMENTO: 3 - 00768; 3 - 00866; 3 - 01385; 2 - 00446; 2 - 00658; 2 - 00666; 2 - 00669; 3 - 01207. ...(Sentenza TAR del Lazio relativa al parco del Pollino)
MARIO TASSONE.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARIO CLEMENTE MASTELLA
ZZSTA ZZRES ZZSTA200198 ZZSTA980120 ZZSTA000198 ZZSTA000098 ZZSTA299 ZZ13
    MARIO TASSONE.  Signor Presidente, tutta la problematica
  dei parchi - con particolare riferimento a quelli calabresi -
  riveste una speciale rilevanza.  Quando fu approvata la
  legge-quadro sui parchi, il Parlamento ebbe presente il
  significato di un impegno legislativo che certo non sarebbe
  stato esaustivo con riferimento alla conservazione ed alla
  valorizzazione dei territori.  La legge-quadro dava piuttosto
  un'altra indicazione: era necessaria un'assunzione di
  responsabilità del Governo, delle regioni e degli enti locali
  interessati.  La conservazione e la valorizzazione delle aree
  protette passa quindi attraverso l'impegno coordinato ed
  armonico, nonché attraverso la capacità di riqualificare e
  valorizzare i territori.
     La legge-quadro nazionale non crea a mio avviso principi
  in astratto: non si fa semplicemente riferimento alla pura
  conservazione del territorio o all'intangibilità delle aree
  protette.  La legge richiama invece una serie di interventi ai
  quali devono concorrere i vari enti e soprattutto le regioni
  ed il Governo.
     Il parco non può essere un'occasione di blocco dei
  processi di sviluppo economico, sociale e civile di un'area.
  Si parte invece dalla conservazione del patrimonio e delle
  risorse naturali di un'area per metterle in condizioni di
  creare una possibilità di sviluppo e di avanzamento civile ed
  economico.
     Non c'è dubbio che anche la vicenda, richiamata nelle
  interpellanze mia e degli altri colleghi, non denota altro se
  non l'assenza di un coordinamento tra Governo, enti locali e
  regioni.  Nel momento in cui il TAR del Lazio annulla il
  decreto del Presidente della Repubblica del 1993 e quindi
  annulla la cartografia a seguito dell'impugnazione operata da
  alcuni comuni e da privati, appare chiaro che in tutto ciò è
  mancato un aspetto fondamentale e forte contenuto nella legge
  quadro nazionale sui parchi, rappresentato appunto dal
  coinvolgimento degli enti locali che hanno titolarità sul
  territorio.
     Signor sottosegretario, lei risponderà alle nostre
  interpellanze; tuttavia debbo richiamare la sua attenzione,
  sollecitando appunto una risposta, su tale tematica, per
  capire quale collaborazione e quale coinvolgimento degli enti
  locali e delle regioni vi siano stati fino ad oggi anche in
  riferimento alla legge quadro nazionale.
     Richiamo inoltre le conclusioni alle quali è pervenuta la
  conferenza nazionale sulle aree protette del 25-28 settembre
  1997, in cui si è evidenziata proprio l'esigenza di un dialogo
  più serrato tra regioni e Governo.
     Signor sottosegretario, abbiamo sì definito la aree
  protette ed i parchi, ma non vi è alcuna capacità delle
  regioni di intervenire sui parchi stessi, poiché esse hanno un
  ruolo marginale solo relativamente al controllo ed alla
  sorveglianza.  Anzi, molti di questi parchi sono controllati
  dal Corpo forestale dello Stato e spesso si registra
  un'inadeguatezza per quanto riguarda il numero di agenti
  impiegati rispetto alla vastità del territorio.  Possiamo
  dunque affermare che siamo in presenza di un controllo
  puramente nominale.  Parliamo di parchi grandissimi come quello
  citato della Calabria.  Le ricordo, tra l'altro, che nella
  nostra regione non vi è solo il parco del Pollino, oggetto
  delle nostre interpellanze, ma vi
 
                              Pag. 21
 
  sono anche quelli della Sila, delle Serre e dell'Aspromonte.
  Sicuramente assistiamo all'impegno solerte dei pochi uomini
  della forestale; in ogni caso, dobbiamo registrare una
  inadeguatezza e per tale motivo parlo di controllo e
  sorveglianza virtuali e nominali.
     Ricordo inoltre che la superficie dei parchi della
  Calabria rappresenta il 20 per cento del totale.  Pertanto, vi
  è un territorio assai vasto in riferimento al quale occorre
  compiere una profonda riflessione.
     Non so se la vicenda che ho richiamato nella mia
  interpellanza sia stata già risolta; mi riferisco alla
  cartografia ed alla perimetrazione.  Qualora tali problemi
  fossero già stati affrontati, occorrerebbe comunque
  comprendere in quale modo si determineranno le condizioni
  dello sviluppo.  Il parco, infatti, deve essere anche occasione
  di sviluppo e di occupazione nonché di qualificazione sul
  piano professionale, con il coinvolgimento dei giovani.  Non a
  caso, parliamo anche di cooperative di giovani e di imprese
  artigiane che operino all'interno del parco.  Non vi è dunque
  alcuna volontà di cementificare, poiché comunque ciò non
  sarebbe possibile; tuttavia, deve esservi l'opportunità di
  creare poli di riferimento sul piano economico e dello
  sviluppo, ovviamente compatibili con le vocazioni del
  territorio, con le risorse esistenti e con lo sfruttamento
  delle stesse.
     Purtroppo, in passato i parchi sono stati oggetto di
  grandi contese e contestazioni tra gli enti locali ed il
  Ministero dell'ambiente, nonché tra i primi e le regioni.
  Queste ultime, però, in questo momento non hanno molte
  possibilità di muoversi e perdono le grandi occasioni di
  attuare un'azione non solo di coordinamento, ma anche di
  stimolo e di intervento sul piano economico e sociale.
     Vi è però un altro problema, signor sottosegretario, sul
  quale vorrei richiamare la sua attenzione, problema che
  riguarda i siti di importanza comunitaria e la direttiva
  "Habitat" n. 9243.  In Calabria abbiamo 180 siti di importanza
  comunitaria con una superficie di 130 mila ettari.
     Come dicevo, ci sono le direttive comunitarie e le leggi
  sui parchi.  Se tutto questo non è un fatto burocratico e
  formale, di semplice perimetrazione, non è un fatto
  nominalistico, tra zone A e B, ritengo che questi dati debbano
  essere assemblati per creare le condizioni, attraverso
  un'interrelazione di strategie, di progettualità e di
  politiche economiche tra Stato, regioni, enti locali e
  quant'altri operano all'interno del territorio.
     Per quanto riguarda la fauna e la vegetazione, vi sono
  anche i progetti  Life,  nonché vari impegni, a livello
  comunitario, europeo e nazionale che debbono trovare uno
  sbocco anche sul piano politico ed economico, altrimenti il
  vincolo del territorio del parco, invece di rappresentare
  un'occasione di sviluppo, guarda caso, costituisce
  un'occasione di forte depressione e di arretramento economico,
  sociale e civile.  Ecco perché, signor sottosegretario, voglio
  richiamare la sua attenzione con la speranza (non ho dubbi al
  riguardo) che la risposta che darà alla mia interpellanza sarà
  esaustiva anche rispetto ad una prospettiva che non si fermi
  semplicemente al dato di oggi.  Le chiedo inoltre, anche per
  venirle in aiuto, signor sottosegretario, che se anche
  quest'oggi non sarà del tutto esaustivo rispetto alla
  problematica esposta, il Governo trovi l'occasione per
  affrontare in termini seri il problema dei parchi della
  Calabria; lo faccia in quest'aula od in Commissione, ma
  comunque in termini molto seri, per svincolarsi da quel
  condizionamento burocratico in cui siamo caduti, soprattutto
  per una cattiva interpretazione e gestione della stessa
  legge.
     Non voglio muovere al Governo alcun appunto particolare.
  Certamente, però, quest'esecutivo si è qualificato in termini
  di rinnovamento per quanto riguarda le strategie
  sull'ambiente, mentre ci sono state molte indicazioni e molte
  declamazioni, ma non una consequenzialità sul piano operativo
  e dell'azione.  Mi richiamo anche agli impegni internazionali,
  a Yokohama
 
                              Pag. 22
 
  ed ai tanti altri appuntamenti che si sono avuti a livello
  internazionale.  Ritengo si evidenzino alcune inadempienze, ma,
  soprattutto, che si debbano registrare alcuni appuntamenti
  mancati.  Ecco perché credo che i parchi possano rappresentare
  anche l'occasione per il Governo, soprattutto avendo come
  protagonisti le regioni e gli enti locali, di una grande sfida
  in relazione ad una depressione, che è economica, sociale e
  civile, della regione Calabria; una grande occasione per
  fornire una possibilità di sviluppo, valorizzando pienamente
  le risorse naturali che, attraverso la legge sui parchi, si
  sono volute proteggere.
 
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