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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


344653
STA0299-0034
Stenografico d'Aula n. 299 del 20 gennaio 1998 (STA13-299)
(suddiviso in 319 Unità Documento)
Unità Documento n.34 (che inizia a pag.22 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.4)
SVOLGIMENTO: 3 - 00768; 3 - 00866; 3 - 01385; 2 - 00446; 2 - 00658; 2 - 00666; 2 - 00669; 3 - 01207. ...(Sentenza TAR del Lazio relativa al parco del Pollino)
...SVOLGIMENTO: 3 - 00768; 3 - 00866; 3 - 01385; 2 - 00446; 2 - 00658; 2 - 00666; 2 - 00669; 3 - 01207. ...(Sentenza TAR del Lazio relativa al parco del Pollino)
VALERIO CALZOLAIO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente. ZZGOV GOVERNO
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARIO CLEMENTE MASTELLA
ZZSTA ZZRES ZZSTA200198 ZZSTA980120 ZZSTA000198 ZZSTA000098 ZZSTA299 ZZ13
    VALERIO CALZOLAIO,  Sottosegretario di Stato per
  l'ambiente.  Signor Presidente, onorevoli colleghi,
  l'interpellanza degli onorevoli Pittella, Zagatti, Gerardini,
  Vigni e Manzato e quella dell'onorevole Tassone riguardano la
  pronuncia del TAR del Lazio in merito all'annullamento del
  decreto del Presidente della Repubblica istitutivo del parco
  nazionale del Pollino, limitatamente alla perimetrazione.
     La sentenza del TAR dispone l'annullamento del decreto del
  Presidente della Repubblica e della cartografia allo stesso
  allegata nella parte in cui individua le tipologie delle aree
  del parco nazionale del Pollino ricadenti nei comuni di
  Saracena, Castrovillari, San Sosti, Papasidero, Mormanno,
  Laino Borgo e Morano Calabro.
     Il predetto annullamento è stato disposto per difetto di
  adeguata motivazione in ordine al mancato accoglimento delle
  richieste di alcuni comuni ricadenti nella parte calabra del
  parco, richieste fatte proprie dalla regione Calabria con
  delibera di giunta.
     La sentenza ha prodotto una incertezza interpretativa
  sull'applicazione o meno delle misure di salvaguardia nelle
  aree del parco ricadenti nei comuni citati.  Il venir meno
  delle misure di salvaguardia avrebbe comportato effetti
  negativi in aree di grandissima rilevanza naturalistica,
  paesaggistica e culturale che l'istituzione dell'area naturale
  protetta ha inteso tutelare.  Pertanto, nelle more del nuovo
  provvedimento di riperimetrazione del parco, il Ministero
  dell'ambiente ha emanato il 24 settembre 1997 l'ordinanza n.
  651, pubblicata sulla  Gazzetta Ufficiale  del 14 ottobre,
  con la quale sono state vietate fino al 30 novembre una serie
  di attività.
     L'amministrazione ministeriale ha, quindi, avviato il
  nuovo procedimento di riperimetrazione del parco nazionale del
  Pollino, limitatamente alle aree dei comuni interessati dalla
  sentenza del TAR.
     Sono state utilizzate in un esame comparato le seguenti
  informazioni: le perimetrazioni e la zonizzazione del parco
  nazionale precedentemente vigenti; la distribuzione dei siti
  di importanza comunitaria (questione sollevata anche
  dall'onorevole Tassone nell'illustrazione), identificati
  nell'area nel corso del progetto "Bioitaly" del Ministero
  dell'ambiente (tali siti sono stati individuati e comunicati
  da tempo alla regione Calabria); e infine le cartografie e la
  relazione tecnica del lavoro realizzato dal WWF Italia nel
  1995, intitolato "Azioni sui nuovi parchi nazionali in Italia
  meridionale" nell'ambito del programma "Azioni urgenti per le
  aree protette in Italia".
     A seguito dell'esame del citato materiale, è stata
  individuata una possibile proposta di riperimetrazione che
  tiene conto, da una parte, delle esigenze manifestate dai
  singoli comuni e, dall'altra, dei valori naturalistici
  presenti, la cui tutela, all'interno dell'area protetta, è da
  considerarsi irrinunciabile.  Ogni comune, infatti, ha esposto
  le motivazioni che hanno portato alla scelta di includere o
  escludere dal parco nazionale le aree interessate.
     Sulla base di tali elementi e considerato il parere della
  regione Calabria, il Ministero ha proposto al Consiglio dei
  ministri lo schema di decreto del Presidente della Repubblica
  (come quello del 1993), integrativo del decreto del 15
  novembre 1993.  Tale schema ha riconsiderato
 
                              Pag. 23
 
  la riperimetrazione del parco nazionale del Pollino in
  conformità alla suddetta sentenza del TAR del Lazio.
     Il Consiglio dei ministri ha approvato tale schema il 14
  novembre e in data 2 dicembre esso è stato firmato dal Capo
  dello Stato.  Attualmente è in fase di registrazione alla Corte
  dei conti.
     Come osservava all'inizio della sua illustrazione
  l'onorevole Pittella, la questione specifica oggetto delle
  interpellanze è risolta.  Altrettanto non si può dire per le
  questioni più generali, riferite sia ai parchi calabresi che
  più complessivamente alla politica per le aree protette, che
  gli interpellanti hanno evidenziato nei loro documenti con
  argomenti che ho trovato in larga parte condivisibili.
     In questa sede posso riferirmi in maniera sintetica alle
  loro ulteriori richieste, riservandomi di attivare nelle sedi
  dovute le iniziative conseguenti.
     La prima questione posta dall'onorevole Pittella riguarda
  la concertazione con gli enti locali, chiamata in causa dalla
  sentenza del TAR del Lazio e, più complessivamente, dal
  riesame critico che si sta facendo della legge n. 394 del
  1991.
     Voglio dire che tale riesame critico ha portato lo stesso
  Parlamento - e in particolare la Commissione ambiente - ad
  adottare un atto di indirizzo che impegna il Governo a
  riflettere su come vanno incentivate e valorizzate le
  iniziative non unilaterali e le sedi di confronto preliminare
  rispetto agli atti del Governo.  In taluni casi abbiamo cercato
  di praticare questo metodo, che veniva citato impropriamente
  per un solo parco, quello tosco-emiliano, in sede di
  approvazione definitiva della legge citata dall'onorevole
  Pittella.  Si tratta probabilmente di una questione più
  generale, forse nemmeno da formulare in quei termini formali.
  Occorre ripensare la materia.
     Credo che ci sia ampia disponibilità a praticare questa
  scelta prima ancora che a valutare le modifiche nelle leggi o
  nei decreti; praticare significa coinvolgere i soggetti
  pubblici, le forze interessate prima di compiere atti che
  altrimenti verrebbero percepiti, anche al di là della volontà
  dell'amministrazione, come unilaterali, burocratici, imposti
  dall'alto.
     In ordine alla richiesta di modifica della perimetrazione
  espressa dall'onorevole Pittella, riferirò naturalmente al
  ministro; l'attività è comunque in corso, e nella risposta
  alle interpellanze ho già detto più precisamente a che punto
  sia l'iter.
     La questione dei parchi calabresi credo che meriti davvero
  autonoma trattazione nazionale; l'Abruzzo e la Calabria sono
  regioni in cui la politica dei parchi assume un rilievo,
  rispetto allo sviluppo economico-sociale complessivo, del
  tutto peculiare, per la scelta fatta innanzitutto dalle
  regioni e poi per la presenza di molti parchi nazionali, che
  finisce per conservare ad area protetta un'ampia parte del
  territorio.  Ora, sia per quanto dice la legge sia per gli
  intendimenti dell'attuale Governo, si tratta non di conservare
  le aree protette ma di valorizzare e promuovere sviluppo in
  quelle dotate di particolari valori naturalistici e
  ambientali.  In questo senso mi rifaccio all'impostazione data
  qui stamattina dall'onorevole Tassone; certo, in quelle
  regioni dove la percentuale di territorio ha assunto una
  dimensione così ampia, come l'Abruzzo e la Calabria, c'è
  necessità di una riflessione specifica e anche di un
  investimento, non tanto economico-finanziario quanto culturale
  e sociale.
     Per ciò che concerne alcuni aspetti specifici, come per
  esempio la sorveglianza, come lei sa, dopo quattro anni dal
  varo della legge siamo finalmente riusciti a stipulare una
  convenzione tra i Ministeri dell'ambiente e per le politiche
  agricole in ordine all'utilizzo di una parte del personale del
  Corpo forestale dello Stato specificamente per la sorveglianza
  nei parchi nazionali; tale convenzione stenta un po', ma si
  sta traducendo in attività concreta di alcuni forestali.
  Probabilmente il loro numero complessivo non è ancora
  sufficiente e ci aspettiamo, anche con il concorso di atti di
  indirizzo del Parlamento
 
                              Pag. 24
 
  (in aula e in Commissione), un sostegno per un'esigenza che
  pure condividiamo e apprezziamo.
     Andrà pure sottoposto a verifica l'insieme della normativa
  che le regioni hanno emanato in materia; infatti, se è vero
  che sulla questione dei parchi nazionali è emersa talvolta una
  difficoltà di rapporti tra Stato e regioni, è anche vero che
  il primo compito previsto dalla legge per le regioni è quello
  di dotarsi di un'autonoma normativa di adeguamento regionale
  con l'autonoma determinazione delle aree dei parchi regionali
  e degli strumenti di gestione diversa del territorio, che oggi
  può essere riconsiderata criticamente, perché molte regioni
  hanno adottato questa legge sul piano nazionale.
     Infine, specificamente sulla vicenda del Pollino,
  riconoscendo l'importanza, il rilievo, l'ampiezza di tale
  parco mi sono riproposto da tempo un personale sopralluogo e
  mi auguro di poterlo realizzare entro la primavera.  Spero sia
  possibile effettuarlo con il concorso dell'insieme dei
  parlamentari, sia di coloro che hanno presentato le
  interpellanze sia e soprattutto di coloro che vivono
  concretamente quella realtà.
 
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