| MARIO TASSONE. Presidente, vorrei fare un'osservazione. Se
ho inteso bene, il sottosegretario Calzolaio ha tentato questa
mattina di rompere con alcuni schemi burocratici che hanno
condizionato l'attività del Ministero dell'ambiente ed ha
raccolto alcune sollecitazioni che sono venute dalle nostre
interpellanze e dall'illustrazione delle stesse. Egli ha
individuato alcune strategie sul piano politico proprie di un
Ministero dell'ambiente che non si ferma semplicemente ad una
pura ricognizione delle carte o degli elementi, ma tenta
anche, attraverso le stesse carte e il riscontro degli
elementi, di avviare un processo di sviluppo. Infatti, il
Ministero dell'ambiente, anche rispetto al problema specifico
del parco del Pollino, nel momento in cui non ha allegato le
cartografie ha dovuto evidenziare un'insufficienza ed una
lacuna.
Se ho compreso bene le parole del sottosegretario
Calzolaio, se cioè vi è una volontà di raccordarsi anche con
le politiche comunitarie che valorizzano i territori in
questione, devo senza dubbio manifestare attenzione e
considerazione per la risposta fornita dal sottosegretario.
Dobbiamo però anche recuperare il tempo trascorso. Vi è
stata la conferenza sulle aree protette nel settembre 1997 ma
non vi è stata una successiva azione di raccordo con la
regione; dobbiamo quindi registrare che da settembre ad oggi
il raccordo con la regione non è stato molto forte. Vi sono
poi le direttive comunitarie e quindi la politica comunitaria.
La politica sui parchi, onorevole Calzolaio, non può essere
portata avanti esclusivamente dal Ministero dell'ambiente. I
problemi dell'ambiente, la politica del territorio non possono
essere demandati ad un settore, al "comparto ambiente" del
Governo della Repubblica. Il problema del territorio, quindi
dell'ambiente e della tutela della salute e delle condizioni
di vivibilità è demandato alla politica del Governo nel suo
complesso, alla strategia che il Governo mette in atto anche
per tentare di raggiungere alcuni traguardi.
Ritengo, signor Presidente ed onorevole sottosegretario,
che sia mancata fino ad oggi proprio la volontà da parte del
Governo nel suo complesso di portare avanti una politica del
territorio. Esiste una dicotomia, o quanto meno una
contrapposizione, tra il Ministero dell'ambiente ed il resto
del Governo; come se ci trovassimo di fronte ad una
conflittualità, come se il Ministero, il ministro o il
sottosegretario per l'ambiente fossero sindacalisti che devono
rivendicare e conquistare alcune posizioni all'interno dello
stesso Governo. Se vi sono state disfunzioni a mio avviso sono
nate proprio da questo: è stato istituito il Ministero
dell'ambiente ma non esiste una politica di tutela
dell'ambiente del Governo; soprattutto, non vi è alcun
raccordo con la politica comunitaria.
Richiamo allora ancora una volta il problema delle
direttive ed delle politiche comunitarie. Nell'entrare in
Europa dobbiamo anche cogliere quelli che sono a mio avviso
momenti molto importanti e significativi.
Desidero anche richiamare l'attenzione del sottosegretario
sul progetto "Appennino Parco d'Europa" (APE). Dovremo capire,
nel momento in cui avremo un altro tipo di dibattito e di
confronto, che avendo diviso l'Appennino in settentrionale,
centrale e meridionale, il progetto APE deve partire. Come si
inquadra tale progetto con gli altri flussi finanziari ed
interventi che devono essere fatti sul territorio? Come
vogliamo valorizzare le regioni che, come la Calabria, hanno
una così grande superficie? La Calabria deve essere il centro
del parco meridionale? Anche questo è un dato e dovremmo anche
capire come intendiamo utilizzare le regioni.
Signor sottosegretario, lei ha detto - è per questo che
accolgo con molto piacere la sua puntualizzazione rispetto ad
alcune
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mie argomentazioni - che verrà sul Pollino. Si tratta di un
parco grandissimo con vari problemi. Lei ha elencato i comuni
interessati al parco, come del resto aveva fatto il collega
Pittella nella sua interpellanza, ma ritengo che, al di là
della sua visita - sempre gradita in Calabria - o di quella
del ministro, nella regione Calabria debba svolgersi una
conferenza sui parchi. Certo, si è parlato di Abruzzo e di
Calabria, ma ritengo che proprio in questa ultima regione, per
la particolare condizione sociale ed economica, occorra una
forte riflessione del Governo. Sarebbe tuttavia poca cosa se
venisse solo il ministro dell'ambiente. Quello che voglio
capire è come intenda Prodi impostare questo tipo di
problematica e quale politica estera sia stata portata avanti,
anche in sede comunitaria, per quello che riguarda i parchi.
E' a mio avviso necessaria una valutazione complessiva
rispetto allo sviluppo degli obiettivi.
Signor sottosegretario, per gli argomenti che abbiamo
riportato nell'interpellanza, per quelli che abbiamo ripetuto
in sede di illustrazione e per quanto ho potuto ascoltare non
vi è dubbio che posso dichiararmi parzialmente soddisfatto.
Soddisfatto per il suo impegno di questa mattina;
insoddisfatto perché questo Governo difetta assolutamente di
una politica di tutela dell'ambiente. Lei è stato anche
protagonista di alcuni provvedimenti legislativi di grande
importanza, come quello sull'inquinamento acustico, del quale
fu relatore, onorevole Calzolaio. Ma credo che questo Governo
sia assente su questi temi, sia assolutamente assente. Abbiamo
notato come sia assente anche sulle vicende giubilari: il
problema del territorio, della tutela, della conservazione,
della valorizzazione di quello che noi abbiamo è indifferente
al Governo.
Il Governo è ottimista: raggiungiamo un tetto
soddisfacente per il Governo per quanto riguarda il rapporto
tra PIL e debito pubblico, raggiungiamo i parametri di
Maastricht, ma credo che per quanto riguarda alcuni problemi,
quelli che riguardano appunto il territorio, lo sviluppo
economico di alcune zone, la disoccupazione che esiste in
molti territori e soprattutto in Calabria, siamo all'anno
zero.
Mi sarei certamente dichiarato soddisfatto se ci fosse
stato un coinvolgimento da parte del Governo: prendo questa
semplicemente come la risposta del Ministero dell'ambiente.
Saremo soddisfatti se ci sarà una risposta complessiva da
parte del Governo. Aggiungo che saremo soddisfatti se il
ministro Ronchi riuscirà nella sua battaglia all'interno del
Governo, contro le grandi ipocrisie che esistono per
l'ambiente, contro i molti cedimenti avvenuti in questo
settore, contro gli inquinamenti, non soltanto acustici ma
anche da gas. Se riusciremo a far questo e se ci sarà una
politica corale, non avrò alcuna perplessità nel venire in
quest'aula a dichiararmi soddisfatto delle risposte che
verranno date ai nostri strumenti di sindacato ispettivo e di
orientamento e indirizzo parlamentare.
Ecco perché voglio considerare questa semplicemente come
un'occasione importante ma interlocutoria, onorevole
sottosegretario. Purtroppo, molte volte ho formulato questo
auspicio, però non è successo mai nulla, anche con il
Ministero dell'ambiente. Certo, non credo che questa sia una
situazione accettabile. Mi auguro invece che, incalzato dalle
vicende e soprattutto dall'opposizione, il Ministero
dell'ambiente acquisti maggior vigore, comprenda fino in fondo
qual è il suo compito, il suo ruolo e all'interno
dell'attività di Governo ci sia un momento di raccordo. In
questo caso il problema non è tanto la mancanza della
concertazione, del raccordo tra Governo e regione; sui
problemi dell'ambiente e del territorio non c'è il raccordo
tra il ministro dell'ambiente e gli altri ministri e
ministeri. Visto e considerato che manca anche il raccordo
all'interno del Governo tra i vari ministri, anche l'impegno
sul raccordo con le regioni - ma ritengo che non si possa
parlare semplicemente di raccordo, perché a mio avviso alle
regioni va attribuita la titolarità di poteri nella gestione
dei parchi e del territorio - suscita in me
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forti perplessità e molti dubbi e soprattutto incognite la
possibilità di una sua realizzazione.
Vorrei concludere, signor Presidente, dicendo che non c'è
dubbio che debba essere assolutamente seguita la strada del
rapporto con la regione, con gli enti locali e con tutti gli
enti che operano nel territorio. Infatti, la politica dei
parchi, del territorio, dell'ambiente nasce soprattutto dalla
capacità di sensibilizzazione che si riesce ad attivare, dalla
capacità di creare un clima. E' un dato soprattutto culturale,
onorevole sottosegretario. Se posso, vorrei richiamare la sua
attenzione proprio su questo. Nella mia regione ci sono un
assessorato e un assessore molto sensibili, che aspettano
degli input, delle sollecitazioni, che saranno ben lieti
di poter raccogliere per avviare una politica, come lei
giustamente ha detto, di sviluppo, in cui le aree protette ed
i parchi non siano vissute come elementi di affievolimento di
una prospettiva, ma come una grande occasione di esaltazione
dei processi di sviluppo civile, economico e culturale di un
territorio e quindi di una regione come la Calabria.
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