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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


344698
STA0299-0079
Stenografico d'Aula n. 299 del 20 gennaio 1998 (STA13-299)
(suddiviso in 319 Unità Documento)
Unità Documento n.79 (che inizia a pag.48 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.49)
SEGUITO DISCUSSIONE: DOC. IV, n. 11A. ...(Ripresa della discussione - Doc. IV, n. 11-A) LAVASS
...SEGUITO DISCUSSIONE: DOC. IV, n. 11A. ...(Ripresa della discussione - Doc. IV, n. 11-A)
DIEGO NOVELLI.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE
ZZSTA ZZRES ZZSTA200198 ZZSTA980120 ZZSTA000198 ZZSTA000098 ZZSTA299 ZZ13 ZZDI ZZLL
    DIEGO NOVELLI.  Chiedo scusa se parlo con qualche
  difficoltà, non dovuta all'argomento all'ordine del giorno, ma
  ad un fastidioso disturbo alla gola.
     All'inizio della X legislatura uno sparuto gruppo di
  deputati neoeletti avviava, alla luce di quanto stava
  accadendo nel paese, un discorso critico sull'istituto
  dell'immunità parlamentare, proponendo di separare nettamente
  i reati di opinione da quelli cosiddetti comuni.
     Eravamo nel 1987 e l'opinione pubblica dall'inizio degli
  anni ottanta era continuamente scossa da episodi di
  malcostume, di corruzione, di malaffare, come mai era accaduto
  in passato.  Episodi che vedevano coinvolti uomini politici,
  parlamentari, pubbliche amministrazioni centrali e periferiche
  dello Stato.  I palazzi del potere, le segreterie dei partiti,
  le sedi istituzionali erano impermeabili ad ogni richiamo a
  ciò che stava accadendo nel paese, considerando i singoli
  episodi di malaffare che venivano denunciati come incidenti di
  percorso.
     La difesa dell'immunità parlamentare anche per i reati
  comuni trovava in quest'aula una maggioranza blindata, non
  solo per bloccare ogni eventuale modifica costituzionale, ma
  soprattutto per respingere le richieste di autorizzazione a
  procedere e di arresto che andavano di mese in mese
  crescendo.
     Il tempo non mi permette di elencare i casi più clamorosi
  di diniego alle richieste dei magistrati da parte di questa
  Assemblea.  Per un malinteso senso di difesa delle prerogative
  dei parlamentari venivano non solo difesi ma protetti fior di
  mascalzoni che usavano la politica e le istituzioni per i loro
  affari privati, corrompendo e lasciandosi corrompere.
     Un nostro collega, illustre storico del pensiero politico,
  Luigi Firpo, scriveva in uno dei suoi graffianti "Cattivi
  pensieri" nel giugno 1988, sotto il titolo "Onorevoli alla
  luce del sole", a sostegno di questa nostra piccola battaglia
  per la revisione dell'immunità: "Guai se si diffonde
  l'opinione che nel sacrario della democrazia possa essersi
  instaurato un principio di omertà come nel gioco delle tre
  scimmie, che non guardano, non vedono e non parlano".
     Purtroppo negli anni che seguirono si è abusato di quel
  gioco, poiché l'immunità parlamentare si è difatti tramutata
  in impunità parlamentare.  Come siano andate a finire le cose è
  noto a tutti.
     Già allora, però, noi c'eravamo posti, in caso di arresto,
  il problema del  plenum  dell'Assemblea, da qualche
  collega trattato in questo dibattito.  La soluzione era stata
  indicata con l'introduzione del supplente in caso di
  impedimento fisico del parlamentare, non soltanto per ragioni
  giudiziarie.
     Purtroppo, nelle Commissioni bicamerali preposte alla
  revisione costituzionale il problema non è mai stato preso in
  considerazione.
     Questa riflessione sul  plenum,  che avevo sviluppato
  nelle scorse settimane in un articolo pubblicato dal
  settimanale  Avvenimenti,  mi valse la collocazione tra i
  dubbiosi circa la richiesta oggi al nostro esame.  Ho letto con
  attenzione, come penso tutti voi, i documenti e la motivazione
  del grave provvedimento: onestamente mi è parso più che
  giustificato il rischio dell'inquinamento delle prove che i
  magistrati intendono ancora produrre, considerati i
  comportamenti dell'inquisito, ampiamente documentati.  A
  maggior conforto di questa mia decisione sono venute la
  deposizione resa dall'interessato di fronte alla Giunta e le
  sue comparse televisive.
     Signor Presidente, anche per queste ragioni, per
  consentire agli inquirenti di fare completa luce non solo
  sulle questioni che riguardano l'avvocato Previti ma anche, in
  modo particolare, su quello che avevamo chiamato non a caso
  non molti anni fa il "porto delle nebbie", il palazzo di
  giustizia di Roma, ricordo a lei e a tutti noi che sulla
  vicenda IMI-SIR-Rovelli-magistratura romana presentammo
  interrogazioni sin dal giugno 1993, senza ricevere alcuna
  risposta, come ha documentato l'Adusbef, l'associazione per la
  difesa
 
                              Pag. 49
 
  degli utenti, che per prima ha denunciato lo scandalo dei
  mille miliardi versati dall'IMI, a quanto pare ingiustamente,
  agli eredi Rovelli; sono quattrini della collettività, di
  tutti gli italiani, e quei soldi credo vadano restituiti.  Se
  scandali ci sono, come consiglia il Vangelo,  è meglio
  portarli alla luce  (Applausi dei deputati del gruppo della
  sinistra democratica-l'Ulivo e di deputati del gruppo dei
  popolari e democratici-l'Ulivo).
 
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