| NANDO DALLA CHIESA. Signor Presidente, onorevoli colleghi,
mi sono convinto che oggi non stiamo discutendo soltanto della
questione contingente e drammatica che riguarda la libertà
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dell'onorevole Previti, ma ci stiamo confrontando anche su
due questioni meno contingenti e drammatiche, ma più di fondo:
quali sono le protezioni che spettano ad un parlamentare e
quali sono, rispetto a ciò, le funzioni della Giunta e di
questa Assemblea.
Parlare delle protezioni significa parlare del rapporto
tra Parlamento e cittadino. Qui si colloca la questione del
plenum che è stata più volte invocata. Il plenum è
principio sacro di fronte alla necessità di tutelare i gruppi
ed i singoli parlamentari da persecuzioni politiche; è
principio sacro per tutelare la libertà dei comportamenti,
dell'organizzazione politica e delle ideologie che competono
tra di loro.
Dal quadro che abbiamo avuto di fronte a noi la politica è
fuori. Abbiamo un problema di magistrati, di avvocati, di
affari che riguardano, tra l'altro, l'attività dell'onorevole
Previti prima che diventasse membro di questo Parlamento.
Si pone allora un problema di fondo che va molto oltre la
questione che stiamo trattando, molto al di là della
discussione sull'onorevole Previti. Che cosa succederebbe nel
paese se affermassimo la sacralità del principio del
plenum al di là della necessità di tutelare le attività
ed i comportamenti politici? Accadrebbe semplicemente che
chiunque sarebbe autorizzato in futuro, al di là del caso in
esame, a vedere il Parlamento come un rifugio intangibile e
sarebbe indotto a ritenere indebitamente la politica come la
salvezza che la legge non è in grado di riconoscere a certi
comportamenti.
Mi chiedo allora se, nel momento in cui, per ragioni non
politiche, il parlamentare si vede riconosciuta una tutela
superiore, la democrazia sia davvero, come si dice qui, più
forte o non sia invece più ingiusta, se il prestigio del
Parlamento si fondi sull'immunità dei suoi membri, ovvero
sulla capacità di rappresentare, in pieno e fino in fondo, i
principi basilari di una democrazia, tra i quali vi è
l'eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.
Si dice giustamente che i parlamentari hanno diritto a
garanzie superiori. E' vero. Il parlamentare, infatti, di
fronte ad eventuali persecuzioni giudiziarie, non viene
trattato come un consigliere comunale, come un giornalista, un
sindacalista, un intellettuale scomodo, ma ha una protezione
in più, quella che gli deve essere riconosciuta. Aggiungo io
che troppo spesso da questi dibattiti manca la nozione che il
parlamentare abbia anche dei doveri in più, non soltanto delle
tutele e delle prerogative ulteriori da rivendicare.
Ebbene, contro l'idea di questi doveri superiori milita la
concezione della Giunta - vengo al secondo punto - come
tribunale speciale, organo superiore di salvaguardia, quasi di
casta, che secondo alcuni - lo si è detto ieri ed anche oggi -
dovrebbe addirittura legiferare sulla carcerazione preventiva,
a partire dalla vicenda di un parlamentare, attraverso le sue
deliberazioni e le sue scelte.
Io credo che un Parlamento serio subisce la legge anche
quando colpisce i suoi membri ingiustamente e la cambia a
partire dal primo cittadino comune che viene dopo.
Il problema, però, non è tanto questo. La questione è
concepire - lo abbiamo visto in questi giorni - questo
tribunale come luogo speciale dove avvocati e magistrati
insieme, in una lunga ed incontrastata cavalcata, smontano,
con lo spirito del difensore o del collega più dotto, il
lavoro del magistrato che ha prodotto la richiesta.
Io credo che non possiamo accettare - lo dicevo ieri -
l'accanimento del difensore. In questo senso vorrei rilevare
come il relatore abbia, mutuando gran parte della difesa
dell'onorevole Previti, nella sua relazione trasfigurato la
funzione della Giunta, la quale non è più organo
giurisdizionale ma, assorbendo quel legittimo accanimento di
parte dell'avvocato difensore, è diventata parte in lotta
contro la magistratura.
A chi dice che non è vero che c'è la teoria della
persecuzione politica ricordo soltanto le parole...
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