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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


344727
STA0299-0108
Stenografico d'Aula n. 299 del 20 gennaio 1998 (STA13-299)
(suddiviso in 319 Unità Documento)
Unità Documento n.108 (che inizia a pag.58 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.49)
SEGUITO DISCUSSIONE: DOC. IV, n. 11A. ...(Dichiarazioni di voto - Doc. IV, n. 11-A) LAVASS
...SEGUITO DISCUSSIONE: DOC. IV, n. 11A. ...(Dichiarazioni di voto - Doc. IV, n. 11-A)
NANDO DALLA CHIESA.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE
ZZSTA ZZRES ZZSTA200198 ZZSTA980120 ZZSTA000198 ZZSTA000098 ZZSTA299 ZZ13 ZZDI ZZLL
    NANDO DALLA CHIESA.  Signor Presidente, onorevoli colleghi,
  mi sono convinto che oggi non stiamo discutendo soltanto della
  questione contingente e drammatica che riguarda la libertà
  personale
 
                              Pag. 59
 
  dell'onorevole Previti, ma ci stiamo confrontando anche su
  due questioni meno contingenti e drammatiche, ma più di fondo:
  quali sono le protezioni che spettano ad un parlamentare e
  quali sono, rispetto a ciò, le funzioni della Giunta e di
  questa Assemblea.
     Parlare delle protezioni significa parlare del rapporto
  tra Parlamento e cittadino.  Qui si colloca la questione del
  plenum  che è stata più volte invocata.  Il  plenum  è
  principio sacro di fronte alla necessità di tutelare i gruppi
  ed i singoli parlamentari da persecuzioni politiche; è
  principio sacro per tutelare la libertà dei comportamenti,
  dell'organizzazione politica e delle ideologie che competono
  tra di loro.
     Dal quadro che abbiamo avuto di fronte a noi la politica è
  fuori.  Abbiamo un problema di magistrati, di avvocati, di
  affari che riguardano, tra l'altro, l'attività dell'onorevole
  Previti prima che diventasse membro di questo Parlamento.
     Si pone allora un problema di fondo che va molto oltre la
  questione che stiamo trattando, molto al di là della
  discussione sull'onorevole Previti.  Che cosa succederebbe nel
  paese se affermassimo la sacralità del principio del
  plenum  al di là della necessità di tutelare le attività
  ed i comportamenti politici?  Accadrebbe semplicemente che
  chiunque sarebbe autorizzato in futuro, al di là del caso in
  esame, a vedere il Parlamento come un rifugio intangibile e
  sarebbe indotto a ritenere indebitamente la politica come la
  salvezza che la legge non è in grado di riconoscere a certi
  comportamenti.
     Mi chiedo allora se, nel momento in cui, per ragioni non
  politiche, il parlamentare si vede riconosciuta una tutela
  superiore, la democrazia sia davvero, come si dice qui, più
  forte o non sia invece più ingiusta, se il prestigio del
  Parlamento si fondi sull'immunità dei suoi membri, ovvero
  sulla capacità di rappresentare, in pieno e fino in fondo, i
  principi basilari di una democrazia, tra i quali vi è
  l'eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.
     Si dice giustamente che i parlamentari hanno diritto a
  garanzie superiori.  E' vero.  Il parlamentare, infatti, di
  fronte ad eventuali persecuzioni giudiziarie, non viene
  trattato come un consigliere comunale, come un giornalista, un
  sindacalista, un intellettuale scomodo, ma ha una protezione
  in più, quella che gli deve essere riconosciuta.  Aggiungo io
  che troppo spesso da questi dibattiti manca la nozione che il
  parlamentare abbia anche dei doveri in più, non soltanto delle
  tutele e delle prerogative ulteriori da rivendicare.
     Ebbene, contro l'idea di questi doveri superiori milita la
  concezione della Giunta - vengo al secondo punto - come
  tribunale speciale, organo superiore di salvaguardia, quasi di
  casta, che secondo alcuni - lo si è detto ieri ed anche oggi -
  dovrebbe addirittura legiferare sulla carcerazione preventiva,
  a partire dalla vicenda di un parlamentare, attraverso le sue
  deliberazioni e le sue scelte.
     Io credo che un Parlamento serio subisce la legge anche
  quando colpisce i suoi membri ingiustamente e la cambia a
  partire dal primo cittadino comune che viene dopo.
     Il problema, però, non è tanto questo.  La questione è
  concepire - lo abbiamo visto in questi giorni - questo
  tribunale come luogo speciale dove avvocati e magistrati
  insieme, in una lunga ed incontrastata cavalcata, smontano,
  con lo spirito del difensore o del collega più dotto, il
  lavoro del magistrato che ha prodotto la richiesta.
     Io credo che non possiamo accettare - lo dicevo ieri -
  l'accanimento del difensore.  In questo senso vorrei rilevare
  come il relatore abbia, mutuando gran parte della difesa
  dell'onorevole Previti, nella sua relazione trasfigurato la
  funzione della Giunta, la quale non è più organo
  giurisdizionale ma, assorbendo quel legittimo accanimento di
  parte dell'avvocato difensore, è diventata parte in lotta
  contro la magistratura.
     A chi dice che non è vero che c'è la teoria della
  persecuzione politica ricordo soltanto le parole...
 
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