| RINO PISCITELLO. Presidente, colleghi, gli interventi di
molti deputati dello schieramento del quale fa parte
l'onorevole Previti e la stessa sua difesa hanno fatto
assumere alla discussione in corso una valenza di scontro
politico e di conflitto con la magistratura che poco ha a che
fare con i singoli episodi e con l'intreccio criminale che li
lega, sulla base dei quali la magistratura chiede l'arresto, e
soprattutto che poco ha a che fare con l'argomento principale
- o, meglio, l'unico - del quale dovrebbe, ai sensi
dell'articolo 68 della Costituzione, occuparsi il Parlamento,
ossia l'esistenza o meno del fumus persecutionis nei
confronti dell'imputato.
Solo quest'ultimo aspetto dovrebbe infatti assumere
rilevanza ai fini del dibattito e del successivo voto di oggi.
A noi non compete decidere se il cittadino italiano Cesare
Previti sia colpevole o innocente dei reati a lui ascritti, né
tanto meno se ricorra il pericolo di fuga o di inquinamento
delle prove. Questa Camera ha il dovere soltanto di esprimere
una posizione, suffragandola con un voto, relativamente
all'esistenza o meno di fumus persecutionis nel
provvedimento con il quale la magistratura ci chiede di
autorizzare l'arresto del deputato Cesare Previti. Su questo
la posizione dei parlamentari della rete è chiarissima: non vi
è alcun fumus persecutionis e quindi è giusto
autorizzare l'arresto.
Non vi è fumus persecutionis perché le carte inviate
dal GIP sono assolutamente circostanziate e si riferiscono a
fatti concretissimi e ad episodi criminali di enorme gravità;
perché i tentativi di occultare le prove di questi reati sono
stati costanti ed assolutamente evidenti; ed infine perché la
storia stessa del pool di Milano ed il ruolo da esso
svolto in quelle inchieste che hanno poi assunto la
denominazione popolare di Mani pulite testimoniano l'assenza
di persecuzione e la presenza, invece, di un vasto tessuto
criminale, ancora in larga parte impunito, che ha fatto
dell'intreccio tra affari, politica e corruzione la regola e
non l'eccezione.
Invero un po' di fumus persecutionis esiste ed è
quello contro la magistratura di una parte del ceto politico
che non ha mai digerito le inchieste e le condanne e sogna il
ritorno dell'impunità. Da qui vengono - e parte del dibattito
di questi giorni ne è testimonianza - i sogni di
delegittimazione del pool di Mani pulite e di quei
magistrati che coraggiosamente in questi anni hanno disvelato
corruzioni ed intrighi.
E' un fumus persecutionis contro la magistratura e
contro la stagione di Mani pulite; è il tentativo di rivincita
di una tangentopoli che è stata ferita ma che non è certo
stata sconfitta.
I deputati della rete, però, non vogliono farsi
coinvolgere neppure da questo aspetto, che assumerà rilevanza
solo dopo il voto. Voteremo "no" alla proposta della Giunta e
quindi "sì" all'arresto solo ed esclusivamente sulla base del
fatto che riteniamo che i magistrati che hanno chiesto
l'autorizzazione all'arresto non sono orientati da pregiudizi,
bensì dall'accertamento di episodi criminali ben definiti.
Votiamo per l'arresto, quindi, non per un empito
giustizialista, che non ci
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appartiene, ma nel quadro di una valutazione serena ed
approfondita delle carte inviate dalla magistratura e nella
consapevolezza che anche nel nostro paese quella maggioranza
di cittadini che voterebbe allo stesso modo condivide in gran
parte le nostre ragioni (Applausi dei deputati del gruppo
misto rete-l'Ulivo).
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