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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


344735
STA0299-0116
Stenografico d'Aula n. 299 del 20 gennaio 1998 (STA13-299)
(suddiviso in 319 Unità Documento)
Unità Documento n.116 (che inizia a pag.62 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.49)
SEGUITO DISCUSSIONE: DOC. IV, n. 11A. ...(Dichiarazioni di voto - Doc. IV, n. 11-A) LAVASS
...SEGUITO DISCUSSIONE: DOC. IV, n. 11A. ...(Dichiarazioni di voto - Doc. IV, n. 11-A)
VITTORIO SGARBI.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE
ZZSTA ZZRES ZZSTA200198 ZZSTA980120 ZZSTA000198 ZZSTA000098 ZZSTA299 ZZ13 ZZDI ZZLL
    VITTORIO SGARBI.  Onorevoli colleghi, vorrei in questa
  occasione, che in tante precedenti sedute ha riguardato temi
  più interni alle funzioni parlamentari, come quello della
  libertà di espressione, proporre la memoria - per i più
  giovani o i più tardivi, che non hanno vissuto i tempi del
  Parlamento del 1992-1993, quando queste richieste, talvolta
  anche di arresto, arrivavano con frequenza quotidiana -,
  ricordare i precedenti di richieste di arresto fatte con
  assoluta leggerezza rispetto alle vicende umane che
  riguardavano i nostri colleghi di allora.  Mi riferisco in
  particolare a due deputati democristiani.  L'onorevole Tabacci
  è stato perseguitato e cacciato da questo Parlamento, è stato
  poi processato e totalmente prosciolto; per lui era stato
  richiesto l'arresto.  Mi riferisco poi ad un altro
  democristiano (nella richiesta dei magistrati vi erano
  singolari riferimenti al suo aggirarsi nella notte attorno al
  palazzo della regione in Sicilia), Vincenzino Culicchia, che
  pateticamente ci chiese pietà e non facemmo arrestare;
  anch'egli, qualche mese fa, fu totalmente prosciolto.  Se il
  Parlamento avesse affidato alle cure dei magistrati
  quell'uomo, probabilmente lo avrebbe indotto a gesti
  disperati.
     In realtà l'immunità parlamentare, che anche da taluno di
  noi è stata ritenuta odioso privilegio per i reati comuni, non
  è nella disponibilità del parlamentare che, anche volendo fare
  un bel gesto, come si augurava l'amica onorevole Pistone, non
  può consegnarsi.  Non è dato a Previti di consegnarsi neppure
  per un bel gesto perché egli ha un preservativo - che siamo
  noi - che lo separa da qualunque manetta; né si può dimettere
  autonomamente senza che - anche in quel caso - siamo noi a
  decidere che egli non sia più parlamentare.  Mi riferisco
  all'amica Pistone perché ho letto una sua dichiarazione sui
  reati normali, qualunque, che porterebbero in galera qualsiasi
  cittadino e viceversa non portano in galera Previti, il quale
  dovrebbe avere il pudore di consegnarsi.  Ma non mi risulta che
  né da lei né da alcuno della sinistra sia venuta la richiesta
  ad un magistrato come il dottor Lo Forte di astenersi
  dall'essere pubblica accusa essendo accusato degli stessi
  reati per cui egli è pubblico ministero.
 
                              Pag. 63
 
  Pudore vuole che chi in tante delicate imprese è chiamato,
  anche innocente, come credo sia Lo Forte, una volta che due,
  tre, quattro pentiti o testimoni lo chiamino colluso si
  astenga.  Non lo ha fatto.  Dovremmo, noi, pretendere da un
  nostro collega che vada a consegnarsi non potendolo quando,
  potendo astenersi, il magistrato non lo fa?  Non mi risulta che
  l'onorevole Pistone abbia chiesto a Lo Forte di astenersi, per
  rispetto della sua stessa funzione.
     Meditando su queste cose voglio solo ricordarvi che siamo
  di fronte ad un reato, nel merito, assolutamente non definito.
  Sappiamo che Squillante ha ricevuto denaro e che forse - forse
  - lo ha ricevuto anche da Previti.  Ma ricevere denaro e darlo
  non è un crimine.  Ciò che i magistrati mi devono dimostrare è
  che cosa ha fatto Squillante, cosa ha fatto Valente, cosa ha
  fatto Coiro, cosa ha fatto Brancaccio, cioè i magistrati
  citati dal teste infedele a favore di quelli che lo hanno
  pagato.  Il regalo, in sé, non è reato.  E' mancanza di buon
  gusto da parte del magistrato riceverlo, ma io non vedo cosa
  abbia fatto Squillante per Previti, e poi per Berlusconi; e mi
  sembra assai singolare che la richiesta per Previti arrivi
  oggi e non arrivi la richiesta per Berlusconi.  Sono stati o no
  insieme nella corruzione dei magistrati?  E' allora assai
  singolare un comportamento come questo.  Ma ancora più
  singolare è quella volontà di decidere i tempi della politica
  e della storia senza avere lo stesso rispetto del cittadino e
  del cittadino parlamentare.  Mi chiedo infatti come mai i
  magistrati di Milano non abbiano chiesto l'arresto di Previti
  quando lo hanno chiesto di Squillante, quando lo hanno chiesto
  di Pacifico, cioè un anno e mezzo fa.  Hanno deciso di giocare
  al gatto con il topo.  I reati di Previti all'arresto di
  Squillante e Pacifico erano gli stessi.  Proprio in quel
  ritardo, nel chiedere oggi quell'arresto, c'è una volontà di
  interferenza con il potere politico.
     Proprio lì c'è il passaggio - e qui concludo, visto che il
  tempo è ristretto - che è l'unico atto veramente vile di
  questa vicenda: arrestare Squillante in clinica per
  trasportarlo dalla condizione di impotenza di chi sta in
  ospedale agli arresti ospedalieri.  E perché arrestarlo?  Per
  ridurlo da uomo a cosa, come per dire: "siccome sarebbe
  incongruente arrestare Previti e aver libero Squillante" -
  palese incongruenza - "arrestiamo quando ci pare anche
  Squillante".  In quel gesto di reificazione di un uomo a cosa,
  mezzo per uno strumento rigorosamente violento, c'è qualcosa
  che non si può accettare, non per difesa di Previti, ma per
  difesa dell'onore dei cittadini anche non parlamentari
  (Applausi dei deputati dei gruppi di forza Italia, di
  alleanza nazionale e misto-CDU)!
 
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