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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


344747
STA0299-0128
Stenografico d'Aula n. 299 del 20 gennaio 1998 (STA13-299)
(suddiviso in 319 Unità Documento)
Unità Documento n.128 (che inizia a pag.68 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.49)
SEGUITO DISCUSSIONE: DOC. IV, n. 11A. ...(Dichiarazioni di voto - Doc. IV, n. 11-A) LAVASS
...SEGUITO DISCUSSIONE: DOC. IV, n. 11A. ...(Dichiarazioni di voto - Doc. IV, n. 11-A)
DOMENICO COMINO.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE
ZZSTA ZZRES ZZSTA200198 ZZSTA980120 ZZSTA000198 ZZSTA000098 ZZSTA299 ZZ13 ZZDI ZZLL
    DOMENICO COMINO.  Signor Presidente, onorevoli colleghi,
  oggi in quest'aula non siamo chiamati a pronunciarci
  sull'innocenza o sulla colpevolezza di un parlamentare in
  carica.  Dobbiamo decidere, invece, se non esista nei suoi
  confronti una sorta di complotto, cioè di una persecuzione
  giudiziaria.  Dobbiamo, cioè, dirimere il dubbio se la
  detenzione dell'onorevole Previti sia assolutamente necessaria
  per consentire alla magistratura il completamento delle
  indagini senza il rischio di inquinamento delle prove o se,
  invece, si tratti di un'azione pretestuosa frutto di un
  particolare accanimento del  pool  di Milano contro la sua
  persona.
     Il voto che ci accingiamo ad esprimere si traduce in un
  giudizio di merito sulle intenzioni dei procuratori e del GIP
  di Milano e soprattutto sul loro modo di procedere, ai quali
  spetterà - solo a loro e non a quest'Assemblea - decidere su
  una eventuale sentenza di colpevolezza di un collega.  Ma è
  altrettanto vera la fortissima implicazione politica di questo
  voto, come già lo fu in sede di Giunta per le autorizzazioni a
  procedere in giudizio.
     In questi giorni si sono rincorse due tesi contrapposte:
  quella secondo cui il voto per concedere l'arresto sarebbe in
  realtà un voto contro il Polo; e quella contraria secondo la
  quale il voto per negare l'arresto sarebbe in realtà un voto
  contro la procura di Milano.  E' quella stessa procura che nel
  1992 finse di porre all'attenzione dell'opinione pubblica la
  questione morale in politica e che si tradusse nell'immenso
  teatrino di Tangentopoli, grazie al quale oggi il vostro
  beneamato paese non è più pulito, e non è servito a consentire
  di assicurare alle patrie galere ladri matricolati ancorché
  abbigliati da eminenti uomini politici, né ad ottenere la
  restituzione del maltolto per reinvestirlo magari nel
  risanamento dei conti pubblici, senza ricorrere ai continui e
  "democratici" aumenti della pressione fiscale.  Ha consentito
  semplicemente, con la liquidazione politica dei segretari del
  pentapartito, nessuno dei quali grava oggi sul bilancio
  dell'amministrazione penitenziaria, la transizione di un
  sistema di rappresentanza proporzionale ad uno bipolare, per
  impedire il cambiamento che solo la lega nord poteva imprimere
  alle istituzioni  (Applausi dei deputati del gruppo della
  lega nord per l'indipendenza della Padania)  e per garantire
  la continuità di esistenza del centralismo statalista che ha
  continuamente bisogno di paladini difensori, siano esse le
  "camicie blu" dei manganellatori di Stato, siano esse le
  "camicie nere" della magistratura.
     Se dessimo retta, signor Presidente, alle numerose e
  reiterate richieste di giustizia sommaria che ci vengono dai
  cittadini padani - dettate a mio avviso più dall'emotività che
  dal raziocinio -, senza dubbio il voto del nostro gruppo
  sarebbe orientato a consentire l'arresto dell'onorevole
  Previti.  Noi, come loro, siamo profondamente convinti che
  molti parlamentari che siedono in quest'aula starebbero meglio
  altrove.  Ma se sono qui, la responsabilità morale ricade
  esclusivamente su quei segretari e su quei presidenti di
  partito che li hanno candidati e solo marginalmente sui
  cittadini elettori, che li hanno mandati qui privi di elementi
  di comprensione e di valutazione, costretti in qualche modo a
  subire un meccanismo elettivo coatto.
     Dobbiamo invece farci guidare dalla razionalità, lasciando
  da parte istinti ed emozioni assai pericolose per la
  democrazia in questo delicato momento.
     Sbaglio o la procura di Milano è la stessa che
  recentemente si è scagliata contro ogni sia pur labile
  proposta di
 
                              Pag. 69
 
  riforma dell'ordinamento giudiziario, partorita con enorme
  difficoltà dalla Commissione bicamerale?  La chiave di lettura,
  allora, non deve essere quella dei giustizialisti che invocano
  a gran voce l'arresto dell'onorevole Previti.  Infatti, quando
  ciò accadesse, non si tradurrebbe in un miglioramento del
  pessimo funzionamento dell'amministrazione della giustizia;
  quella giustizia che recentemente ha ammesso il proprio
  fallimento ed ha invocato la somministrazione legalizzata
  della droga per coprire la propria incapacità di fornire
  soluzioni ad un dramma sociale, non subito ma voluto dallo
  Stato arrogante e connivente con le organizzazioni criminali
  (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per
  l'indipendenza della Padania)!
     Questo Stato per essere legittimato ha bisogno di un
  partito; e l'unico che può svolgere questa funzione, cari
  colleghi, oggi è il vecchio partito comunista (non ne vedo
  altri in circolazione), anche se si è riciclato attraverso
  simboli e nomi nuovi e se reprime il dissenso politico con
  ogni mezzo a sua disposizione, ivi compreso l'uso strumentale
  e distorto della magistratura.
     La chiave di lettura è semplicemente quella di chi
  serenamente si interroga intorno ai limiti del potere
  dell'ordinamento giudiziario, troppo spesso volutamente
  sovraordinato al potere di una parte della politica con
  accondiscendenza servente e servile nei confronti di un'altra
  parte della politica, a cui lei fa riferimento, signor
  Presidente della Camera, ed alla quale fate riferimento voi,
  cari amici compagni che avete avuto l'arroganza di definirvi
  democratici ma che nelle intenzioni e nei fatti tanto
  democratici non siete  (Applausi dei deputati del gruppo
  della lega nord per l'indipendenza della Padania e di deputati
  del gruppo di forza Italia).
     Il nostro gruppo è contrario all'arresto di un
  parlamentare, a qualunque schieramento politico appartenga,
  signor Presidente.  L'onorevole Previti, indipendentemente dal
  nostro voto, potrà essere arrestato.  Ma in quel caso non sarà
  il primo prigioniero politico, come è stato affermato da un
  collega.  Lo sarà grazie ad un tempestivo e regolare processo
  che si dovrà tenere fuori da quest'aula.  Siamo fermamente
  convinti che la magistratura non possa opprimere le coscienze
  condizionando la politica o parte di essa; siamo convinti che
  debba esistere separazione tra le carriere e, soprattutto, che
  la magistratura giudicante non debba avere un  imprimatur
  gerarchico, ma debba essere legittimata attraverso un'elezione
  popolare.
     Il nostro, signor Presidente, non è un voto a favore di
  qualcuno: è un voto contro la magistratura italiana
  (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per
  l'indipendenza della Padania e di deputati del gruppo di forza
  Italia - Congratulazioni).
 
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