| MARIO BORGHEZIO. Signor Presidente, colleghi, riteniamo
che per una numerosa e consistente serie di ragioni di fatto e
di diritto l'Assemblea dovrà dichiarare l'insindacabilità ai
sensi dell'articolo 68 della Costituzione in relazione ai
fatti per cui il giudice per le indagini preliminari del
tribunale di Bergamo ha richiesto la deliberazione della
Camera (reati di cui agli articoli 294, 414, 595 e 612 del
codice penale, nonché di cui agli articoli 1 e 2 della legge
20 giugno 1952, n. 645).
E' da ritenersi stupefacente l'opinione espressa dalla
Giunta, secondo cui le frasi attribuite all'onorevole Bossi
sarebbero completamente svincolate dall'esercizio della
funzione parlamentare e, come tali, non coperte dalla tutela
costituzionale.
In effetti le frasi in questione, pronunciate nel corso di
una riunione politica dall'onorevole Umberto Bossi (sempre
secondo l'ipotesi accusatoria, che è tutta da verificare),
furono di fatto espresse dal parlamentare nell'ambito dei suoi
diritti-doveri di rappresentante del popolo e, segnatamente,
nella sua qualità di segretario federale di un movimento
politico rappresentato in entrambi i rami del Parlamento. Si
tratta quindi di questione attinente alla libertà
costituzionale del mandato parlamentare, che si incentra nella
libertà di esprimere opinioni e giudizi.
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