| MARIO BORGHEZIO. Il documento Doc. IV- ter n. 33-A
concerne quindi le imputazioni per i reati di cui agli
articoli 414, 595 e 612 del codice penale, cioè istigazione a
delinquere, diffamazione e minaccia, che vengono formulate nei
riguardi dell'onorevole Bossi, sempre dai giudici del
tribunale di Bergamo in relazione a fatti che si riferiscono
sempre ad espressioni usate nel corso di un comizio politico,
tenutosi in occasione della festa della lega nord celebratasi
ad Albano Sant'Alessandro, con l'indicazione a segnalare i
nomi di coloro che avessero votato alleanza nazionale "perché
al momento giusto la lega andrà casa per casa a prenderli; li
abbiamo già cacciati i fascisti dal nord, è guerra contro i
nemici (...)".
Proprio a queste espressioni si riferiva la parte iniziale
del mio intervento, non evidentemente quella riguardante la
ricostituzione del partito fascista.
Insussistente a questi fini mi pare, evidentemente, il
contenuto dei rilievi mossi all'onorevole Bossi, nei confronti
del quale viene proposta dai giudici del tribunale di Bergamo
un'accusa palesemente infondata, perché basata su un reato
impossibile. Si tratta, in tutta evidenza, di una espressione
usata nella proiezione esterna dell'attività del parlamentare,
assolutamente ed indubbiamente coperta dalla tutela
costituzionale prevista dall'articolo 68.
Credo non occorrano molte parole dopo l'intervento
dell'onorevole Comino, che poco fa ha motivato politicamente
il voto espresso dai deputati del gruppo della lega nord per
l'indipendenza della Padania su una fattispecie molto diversa
da quella di cui stiamo parlando e che si riferisce a reati
che non hanno nessuna parentela con quelli rappresentati da
espressioni offensive e minacciose, che vengono imputate
all'onorevole Bossi nell'esercizio della sua attività politica
comiziale di parlamentare.
L'onorevole Comino ha detto con molta chiarezza che quel
voto politico era una risposta di libertà alle provocazioni,
agli atteggiamenti persecutori, alla serie infinita di accuse
infamanti coordinate e dirette da numerose sedi giudiziarie
nei confronti del nostro movimento politico e, segnatamente,
dato il numero delle imputazioni e dei procedimenti
incardinati in varie procure, nei confronti del segretario,
onorevole Bossi.
A questo fine, quindi, mi pare inutile aggiungere
ulteriori motivazioni di carattere tecnico-giuridico alle
osservazioni fondamentali che ho svolto nella prima parte del
mio intervento. Mi pare evidentemente provata nei confronti di
chi abbia occhi per vedere l'infondatezza delle accuse mosse
ed il fumus persecutionis che si manifesta in questa
fattispecie nei confronti dell'onorevole Bossi e, senza tanto
fumus, come vera e propria persecuzione nei confronti di
tutti coloro che in Padania lottano per la libertà
(Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per
l'indipendenza della Padania), alcuni dei quali detenuti,
innocenti e patrioti, nelle
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galere dello Stato italiano (Applausi dei deputati del
gruppo della lega nord per l'indipendenza della
Padania)!
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