| (Svolgimento congiunto delle interrogazioni ai sensi
dell'articolo 135- ter del Regolamento).
Dario RIVOLTA (gruppo forza Italia), illustrando la sua
interrogazione n. 5-03523, osserva come, nonostante la copiosa
informazione fornita dagli organi di stampa, riguardo alla
questione algerina sussista un'enorme difficoltà di
interpretazione ed una grande confusione. Dopo aver ricordato
come il Ministro dichiarato che i responsabili delle azioni
terroristiche risiedono in alcune capitali europee, chiede al
Governo di quali informazioni disponga in merito a tale
dichiarazione se intenda assumere una qualche iniziativa.
Gabriele CIMADORO (gruppo CCD) illustrando la sua
interrogazione n. 5-03524, rileva come il dramma algerino si
sostanzi in una serie di crimini perpetrati contro donne e
bambini nel quadro di un regime antidemocratico. Si pone
innanzitutto il problema di identificare i mandanti delle
stragi e l'attendibilità delle dichiarazioni delle autorità
algerine che accusano l'Europa di dare ospitalità ad esponenti
delle formazioni terroristiche.
Fabio CALZAVARA (gruppo lega nord per l'indipendenza
della Padania) illustrando la sua interrogazione n. 5-03525,
dopo aver osservato come appaia doverosa la condanna del
terrorismo, chiede quali iniziative il Governo intenda
assumere nel caso in cui il terrorismo dovesse colpire le
imprese italiane presenti in Algeria. Chiede inoltre a quale
punto siano le indagini relative all'uccisione dei sette
marittimi italiani.
Mario BRUNETTI (gruppo rifondazione
comunista-progressisti), illustrando la sua interrogazione n.
5-03526, chiede al Governo cosa intenda fare per tutelare i
diritti umani di fronte al protrarsi di una strage che avviene
in presenza di un Governo impotente e a volte complice.
Risultando assente il presentatore della interrogazione n.
5-03527, si intende che vi abbia rinunciato.
Carlo LEONI (gruppo sinistra democratica-l'Ulivo)
illustrando la sua interrogazione n. 5-03528, chiede quali
siano gli obiettivi e i risultati della "troika" europea, se
si ritengano possibili missioni di carattere umanitario e se
il Governo disponga di informazioni in merito a centrali
terroristiche presenti in capitali europee.
Stefano MORSELLI (gruppo alleanza nazionale)
illustrando la sua interrogazione n. 5-03529, osserva come la
comunità internazionale appaia impotente dinanzi ad un dramma
che si svolge in un'area contraddistinta da equilibri assai
delicati. Chiede al Governo se non ritenga che l'Italia debba
svolgere un ruolo da protagonista per giungere ad un soluzione
della crisi algerina, garantendo l'incolumità degli italiani
in Algeria.
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Giovanni BIANCHI (gruppo popolari e
democratici-l'Ulivo) illustrando la sua interrogazione n.
5-03530 chiede al rappresentante del Governo di fornire
informazioni in merito al mandato della "troika" di esprimere
il proprio avviso riguardo all'iniziativa di recente assunta
dalla Comunità di S. Egidio.
Il sottosegretario Rino SERRI dopo aver premesso che la
sua risposta conterrà le valutazioni del Governo ma anche
alcune osservazioni di carattere personale, rileva come i
giudizi della comunità internazionale non siano sovente
sufficientemente approfonditi. Non si è infatti in presenza di
un atteggiamento indifferente nei confronti del terrorismo, ma
delle difficoltà di individuare una politica efficace rispetto
ad un terrorismo inedito per quanto riguarda gli obiettivi,
che non coincidono con quelli tradizionali (l'esercito, la
polizia o gli stranieri) ma si identificano con la parte più
debole della popolazione. Un'analisi insufficiente della
situazione ha fatto emergere una sola proposta, quella del
dialogo, che non si comprende peraltro con chi dovrebbe
svolgersi.
Ritiene quindi in primo luogo necessario avviare
un'analisi di tipo nuovo della situazione algerina. Bisogna
innanzitutto evitare di fornire giustificazioni di qualsiasi
tipo al terrorismo. Suona, ad esempio, come una
giustificazione l'accento posto sul clima repressivo e sulla
mancanza di democrazia e di libertà in Algeria. E' invece
importante constatare come lo sviluppo della democrazia in
Algeria non sia inferiore a quello che si registra negli altri
paesi arabi. Resiste ad esempio un Parlamento eletto dove sono
presenti otto partiti di cui quattro di opposizione. Nelle
analisi della situazione algerina si ritorna spesso al 1991,
quando fu interrotto il procedimento elettorale. Si dimentica
tuttavia che in quell'occasione la comunità internazionale
decise di non privare di ogni legittimazione il Governo
algerino, ma di limitarsi a chiedergli di riavviare
immediatamente il processo democratico. Ciò è in effetti
avvenuto come dimostrano le elezioni presidenziali e le
elezioni politiche avvenute in presenza di osservatori
internazionali, anche se un giudizio diverso deve essere
espresso nei confronti del referendum costituzionale. Osserva
quindi come vi sia chi contesta la legittimità del FIS,
ricordando le dichiarazioni di alcuni suoi leader sulle quali
esprime forti riserve. Rileva quindi come esista una tendenza
a mettere sullo stesso piano il Governo, il Parlamento, i
partiti, i movimenti e il terrorismo, invitando ad evitare
ogni arroganza intellettuale nell'affrontare un fenomeno
largamente inedito.
Per quanto riguarda le iniziative da assumere, ritiene che
per isolare e combattere il terrorismo sia in primo luogo
necessario condannarlo senza incertezze. Occorre inoltre
sviluppare il processo democratico attraverso un rapporto
positivo, anche se a volte critico, con le autorità algerine,
sostenendo la libertà di stampa, di informazione e di
associazione. Agli algerini è stato inoltre fatto presente
come la conoscenza delle stragi favorisca la lotta al
terrorismo e sia quindi opportuno garantire la massima
trasparenza. Vanno quindi sviluppate relazioni positive con il
Governo, i partiti e la società civile, riprendendo con
maggiore intensità l'impegno per associare l'Algeria
all'Europa e rilanciando il tema dell'unione maghrebina.
Ritiene che una Conferenza internazionale non sarebbe né
realistica né utile, non solo perché verrebbe rifiutata dal
Governo algerino ma anche perché non si comprende quali
obiettivi dovrebbe perseguire. Analogamente, anche una
Commissione d'inchiesta non potrebbe produrre risultati,
essendo già noti gli autori delle stragi. Ritiene positivo che
si sia elevato il livello della "troika" europea poiché ciò
potrà consentire l'avvio di una fase di dialogo. Non dispone
di informazione in merito alla presenza di terroristi algerini
in Italia. In due casi segnalati in passato si è proceduto
all'arresto.
Osserva quindi come fino a questo momento non siano emersi
problemi di sicurezza relativi ad aziende italiane presenti in
Algeria. Nello scorso anno non vi
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è stato un incremento dei flussi migratori dall'Algeria. Per
quanto riguarda infine i sette marittimi assassinati, le
autorità algerine hanno identificato i responsabili e l'Italia
ha chiesto di dilazionare i tempi del processo per consentire
alle famiglie di costituirsi parte civile.
Dario RIVOLTA (gruppo forza Italia) replicando per la
sua interrogazione n. 5-03523, osserva come non sia stata data
risposta per quanto riguarda le iniziative del Governo legate
alla presenza di terroristi in diverse capitali europee. Si
dichiara invece pienamente soddisfatto relativamente
all'analisi della situazione algerina che non è stata né
superficiale né demagogica, osservando come vi sia in effetti
il rischio di un'eccessiva semplificazione. Esprime infine
dubbi in merito alla definizione del fenomeno che, più che
quella del terrorismo, richiama l'idea di una faida condotta
da bande di notevoli dimensioni prive di obiettivi politici.
Auspica infine che il Governo fornisca ulteriori informazioni
in merito alla presenza di terroristi nelle capitali
europee.
Gabriele CIMADORO (gruppo CCD) replicando per la sua
interrogazione n. 5-03524, si dichiara soddisfatto per la
precisa e puntuale risposta del Governo, osservando come si
dovranno valutare i risultati della "troika". Rileva inoltre
come bisognerebbe sollecitare la Lega araba ad intervenire.
Fabio CALZAVARA (gruppo lega nord per l'indipendenza
della Padania) replicando per la sua interrogazione n.
5-03525, sottolinea il carattere equilibrato ed esauriente
delle risposte fornite dal sottosegretario Serri, che tuttavia
ha omesso di precisare come la crisi algerina sia precipitata
in seguito alla scelta di annullare le elezioni. Non è stato
inoltre precisato cosa si intenda fare nel caso di un
incremento dell'immigrazione. Per il resto si dichiara
soddisfatto.
Mario BRUNETTI (gruppo rifondazione
comunista-progressisti) replicando per la sua interrogazione
n. 5-03526, esprime perplessità in merito ad alcune
indicazioni contenute nella risposta, soprattutto in merito
alla prospettata associazione dell'Algeria all'Unione europea
europea, che legittimerebbe una situazione fonte di dubbi e
preoccupazioni. Rileva inoltre come resti da approfondire il
ruolo delle organizzazioni internazionali nei confronti
dell'Algeria.
Carlo LEONI (gruppo sinistra democratica-l'Ulivo)
replicando per la sua interrogazione n. 5-03527, si dichiara
soddisfatto anche con riferimento alla prospettiva
dell'associazione dell'Algeria all'Unione europea. Concorda
inoltre sulle valutazioni relative alla democrazia algerina
che non appare dissimile da quella che caratterizza gli altri
paesi dell'area. Questo non implica peraltro la rinuncia ad
esercitare pressioni per una più ampia democratizzazione
dell'Algeria ed in particolare per una maggiore libertà
dell'informazione. Dopo aver rilevato come gli algerini siano
gelosi della propria indipendenza e nutrano sospetti nei
confronti di ogni interessamento, che viene facilmente
omologato ad una indebita ingerenza, sottolinea come non sia
tuttavia ammissibile porre sullo stesso piano le autorità
istituzionali e il terrorismo.
Stefano MORSELLI (gruppo alleanza nazionale) replicando
per la sua interrogazione n. 5-03528, rileva la puntualità e
la correttezza delle enunciazioni di principio del
rappresentante del Governo. Condivide inoltre le valutazioni
circa l'impossibilità di esportare nei paesi arabi il nostro
modello di democrazia occidentale. Nel dichiararsi quindi
preoccupato di una possibile diffusione del fondamentalismo,
osserva come la risposta non abbia tuttavia fornito
sufficienti indicazioni in merito all'azione che il Governo
intende svolgere per porre fine ai massacri e ripristinare il
dialogo. Per il suo gruppo è fondamentale il coinvolgimento
delle Nazioni Unite nella crisi algerina.
Giovanni BIANCHI (gruppo popolari e
democratici-l'Ulivo) replicando per la sua
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interrogazione n. 5-03529. nel dichiararsi soddisfatto per
l'approccio complessivo del rappresentante del Governo,
sottolinea come in Algeria si sia interrotto un circolo
virtuoso tra movimento di liberazione armata e processo
democratico. L'impostazione del Governo appare corretta in
quanto in Algeria non è in atto una guerra civile ma una
guerra contro la società civile, ed il terrorismo non merita
quindi alcuna comprensione. Ritiene che la Conferenza
internazionale non sia matura ma che sia possibile farla
maturare.
Achille OCCHETTO, presidente, nel ricordare come
la Commissione abbia fatto oggi ricorso per la prima volta
allo strumento delle interrogazioni a risposta immediata,
sottolinea l'esito positivo dell'odierna seduta, che ha
consentito di approfondire l'argomento oggetto delle
interrogazioni.
La seduta termina alle 11,55.
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