| La Commissione inizia l'esame del disegno di legge in
titolo.
Valdo SPINI, presidente, propone che la
pubblicità della seduta sia assicurata anche mediante
l'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi
obiezioni ne dispone l'attivazione.
Avverte altresì che il Comitato per la legislazione ha
espresso parere favorevole sul provvedimento in titolo.
Domenico Francesco Maria BOVA (gruppo sinistra
democratica-l'Ulivo), relatore, illustra i contenuti del
decreto-legge, osservando che esso dispone, a decorrere dal 1^
gennaio 1998 e fino al 30 giugno 1998, la proroga
dell'applicazione delle norme sull'impiego di personale delle
Forze armate in attività di controllo del territorio in
Sicilia e nella provincia di Napoli.
Ricorda che sull'argomento il Governo aveva già presentato
alla Camera il disegno di legge A.C. n. 4386, di analogo
contenuto, nell'attesa che i contingenti militari utilizzati
in detti compiti venissero integralmente sostituiti con
personale ausiliario di leva delle forze di polizia. Anche a
causa della concomitante discussione dei provvedimenti
finanziari non si è potuto esaminare tale disegno di legge: si
è posta pertanto, da parte del Governo, l'esigenza di
intervenire con un decreto-legge di identico contenuto, anche
perché l'impegno delle Forze armate in Sicilia era stato
autorizzato fino al 31 dicembre 1997 dall'articolo 1, comma 1,
del decreto-legge n. 554 del 1996, convertito, con
modificazioni, dalla legge n. 653 del 1996. Tale decreto
costituiva l'ultimo di una serie di provvedimenti che avevano
mantenuto in vigore le norme originariamente disposte dal
decreto legge 30 dicembre 1993, n. 550, con le quali si
prevedeva l'impiego di personale militare in Sicilia. Con tale
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provvedimento in particolare si era attribuita ai prefetti
delle province siciliane la facoltà, nell'ambito delle
operazioni di sicurezza e di controllo del territorio e di
prevenzione dei delitti di criminalità organizzata, di
avvalersi di personale militare delle Forze armate, al quale
venivano conferite le funzioni di agenti di pubblica
sicurezza.
In particolare, il personale impegnato nelle suddette
operazioni veniva autorizzato a procedere alla identificazione
ed alla immediata perquisizione sul posto di persone e mezzi,
nonché ad accompagnare le persone fermate ai più vicini
comandi e uffici dell'Arma dei Carabinieri o della Polizia di
Stato, per consentire di effettuare tutti gli atti di polizia
giudiziaria.
L'altra proroga si riferisce al decreto-legge 14 luglio
1997, n. 215, convertito con legge 28 agosto 1997, n. 282,
che ha disposto l'invio a Napoli di un contingente di
militari, per coadiuvare le Forze di polizia nei compiti di
controllo del territorio.
Nel decreto non era fissata una data per la conclusione
della operazione. La relazione tecnica faceva comunque
riferimento, nella definizione degli oneri finanziari e della
relativa copertura, ad un periodo complessivo di cinque mesi,
decorrenti dal 14 luglio 1997, data di entrata in vigore del
decreto.
Il numero dei militari impegnati nelle zone interessate è
attualmente pari a circa 3.000 uomini, dei quali 500 nella
provincia di Napoli.
La relazione illustrativa del disegno di legge di
conversione specifica che tale quota scenderà a 2.600 unità a
partire dal 10 febbraio e fino al 20 marzo, e successivamente
a 2.050 fino al termine del periodo previsto.
La sostituzione di tale personale verrà effettuata
(secondo quanto dispone lo stesso comma 1 dell'articolo in
esame) mediante l'utilizzo dei giovani che svolgono il
servizio ausiliario nelle Forze di polizia. Ciò è possibile
perché, ai sensi dell'articolo 39, comma 24, della legge 27
dicembre 1997, n. 449 (collegata alla legge finanziaria per
il 1998) la quota annuale di reclute ammesse a prestare il
servizio ausiliario è stata elevata di 3.000 unità, che
dovranno essere assegnate, come sempre alla Polizia di Stato,
all'Arma dei Carabinieri ed al Corpo della Guardia di Finanza,
in proporzione ai rispettivi organici. Tale aliquota potrà
comunque essere disponibile soltanto entro il primo semestre
del 1998, tenuto conto che occorrerà attendere l'espletamento
delle procedure di incorporamento dei giovani di leva ed il
loro successivo addestramento.
Osserva quindi che il decreto-legge in esame si propone di
assicurare un ulteriore impiego dei militari nella regione
Sicilia e nella provincia di Napoli a decorrere dal 1^ gennaio
1998 fino al 30 giugno 1998, data entro la quale potrà essere
completato il programma di integrale sostituzione di detti
militari con il personale in servizio ausiliario di leva nelle
forze di polizia.
Ritiene che entro la prima metà del mese di febbraio si
potrà provvedere alla sostituzione dei contingenti di
personale delle forze armate operanti nella provincia di
Messina ed entro il 20 marzo ad avvicendare i contingenti
operanti in provincia di Caltanissetta, utilizzando gli
allievi delle Forze di polizia che avranno completato entro le
predette date il prescritto ciclo di formazione; entro il
successivo mese di giugno si potrà provvedere alla
sostituzione dei militari nelle province di Palermo, Catania e
Napoli.
Infine il comma 2 dell'articolo 1 reca la copertura
finanziaria del provvedimento, i cui oneri sono valutati in
circa 40 miliardi per il 1998.
In particolare, la relazione tecnica prevede una spesa di
19,4 miliardi per il trattamento economico (indennità
omnicomprensiva e compenso a ufficiali e sottufficiali per
lavoro straordinario) e una spesa pari a 20,5 miliardi per
oneri tecnico-logistici.
Il sottosegretario Giovanni RIVERA nel ringraziare il
relatore per l'intervento svolto e nel raccomandare la pronta
conversione del provvedimento nel testo in
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vigore, precisa che ciò consentirà di concludere entro giugno
l'impegno delle Forze armate nelle regioni interessate, che
peraltro non corrisponde ai relativi compiti istituzionali.
Valdo SPINI, presidente, ricorda che una
delegazione della Commissione difesa si è recata in missione a
Palermo ed a Napoli per incontrare le truppe impegnate nei
compiti ricordati dal relatore: in quell'occasione ci sono
stati incontri assai proficui con magistrati e rappresentanti
delle Forze di pubblica sicurezza, unanimi nel raccomandare il
proseguimento di questo impegno fino alla completa
sostituzione dei contingenti militari con Forze di polizia.
Mario GATTO (gruppo sinistra democratica-l'Ulivo), nel
rammentare quanto ebbe modo di osservare in occasione della
relazione illustrativa sul disegno di legge di conversione del
provvedimento che ha autorizzato l'impiego di queste truppe
nella provincia di Napoli, essenzialmente adottato sulla scia
di fattori emotivi, osserva che in quell'occasione si pensò
che tale intervento potesse permettere di liberare forze di
pubblica sicurezza da impiegare in operazioni sul territorio.
Rileva infatti gli ottimi risultati ottenuti e sottolinea che
si può ora registrare una diminuzione degli omicidi e della
microcriminalità, ricordando, per esempio, come a Roma i furti
di auto siano più numerosi che a Napoli.
Ritiene pertanto che questo provvedimento deve essere
convertito allo scopo di consentire il perfezionamento
dell'avvicendamento dei militari con le Forze di polizia.
Argia Valeria ALBANESE (gruppo popolari e
democratici-l'Ulivo), nel rammentare le considerazioni svolte
in occasione dell'esame del disegno di legge di conversione
del decreto-legge ricordato dal deputato Gatto e gli incontri
svolti in occasione della missione di una delegazione della
Commissione a Palermo ed a Napoli, ritiene che il
provvedimento in titolo dovrebbe costituire per il Parlamento
l'occasione di una approfondita riflessione.
Pur apprezzando l'iniziativa del Governo, volta a
rafforzare la presenza istituzionale dello Stato in queste
province, ritiene che, già in occasione del precedente
dibattito, si è evidenziato il limite maggiore di tali misure,
consistente nel fatto che esse erano riferite nella sola città
di Napoli.
Infatti l'azione della criminalità nelle province di
Napoli e Caserta non si è affatto fermata, diversamente da
quanto è registrabile nella città di Napoli. Come previsto, in
tali province non c'è stata alcuna evoluzione in positivo e
ciò conferma come la criminalità organizzata sia un fenomeno
complesso, in ordine al quale non è possibile fare a meno di
notare come le competenze parlamentari siano articolate tra
più Commissioni.
E' del parere che occorra prevedere una apposita
Commissione che si occupi delle questioni attinenti alla
sicurezza nazionale ed internazionale, anche allo scopo di
pervenire ad iniziative omogenee. A tal fine invita i colleghi
della Commissione a prendere visione degli atti dei lavori
della Commissione antimafia e della Commissione d'inchiesta
sul ciclo dei rifiuti e sulle attività criminali ad esso
connesse, nonché delle dichiarazioni di esponenti della
magistrature e delle forze impegnate nella lotta contro la
criminalità, dai contenuti veramente preoccupanti, che
inducono a ritenere come la situazione nella provincia di
Napoli sia per molti aspetti più grave di quella in
Sicilia.
Davanti allo snodarsi di questi eventi, ritiene inoltre
importante ascoltare lo stesso ministro dell'interno, allo
scopo di verificare l'incidenza positiva di iniziative quale
quella in esame. E' importante che emerga una strategia più
articolata per impiegare i contingenti militari e occorre
anche chiarire le modalità di impiego delle Forze di polizia
resesi disponibili nella provincia di Napoli per effetto di
tale misura.
Occorre cioè accertare in sede parlamentare quali sono gli
obiettivi per i quali
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il Governo richiede l'impiego delle Forze armate; a tal fine
occorre avere dunque ulteriori elementi di riflessione.
Valdo SPINI, presidente, rappresenterà la
richiesta di un intervento del ministro dell'interno per
chiarire i profili evidenziati dal deputato Albanese.
Simone GNAGA (gruppo lega nord per l'indipendenza della
Padania), nel precisare la posizione assolutamente contraria
del suo gruppo sul provvedimento in esame, precisa che non è
democratico che militari siano impiegati in attività di
conservazione dell'ordine pubblico. Non vorrebbe che in questa
situazione si rilevasse una confusione di ruoli tra
contingenti militari e Forze dell'ordine.
In ordine alle prospettate esigenze di "sinergie" tra
Forze di polizia e contingenti militari in materia di
sicurezza interna ed internazionale, occorre che sia chiaro a
tutti che si tratta di profili di eccezionale importanza in
ordine ai quali occorre che anche il Governo chiarisca la
relativa posizione.
In relazione alle drammatiche vicende che avvengono nella
provincia di Napoli occorre che il Governo fornisca
chiarimenti circa l'impiego delle Forze di pubblica sicurezza
liberate da impieghi di vigilanza fissa militari inviati in
quella provincia.
Rileva che il deputato Gatto ha sottolineato come la
microcriminalità sia quasi del tutto sparita.
Dopo che Mario GATTO (gruppo sinistra
democratica-l'Ulivo) ha precisato di aver detto che la
microcriminalità era solo diminuita, Simone GNAGA (gruppo lega
nord per l'indipendenza della Padania), proseguendo il suo
intervento, sottolinea la necessità di chiarire l'auspicata
"sinergia" tra Forze di polizia e contingenti militari,
richiesta tanto più grave perché proveniente da un deputato
della maggioranza. Preannuncia in ogni caso la presentazione
di un emendamento volto a prevedere l'improrogabilità del
termine previsto del 30 giugno.
Dopo aver ricordato la storica delicatezza del problema
della conciliazione tra esigenze di controllo del territorio e
rispetto della legalità, ritiene come non sia con interventi
del genere che si possono dare risposte efficienti ad una
questione che impone la presenza capillare delle forze
dell'ordine e la certezza dell'applicazione delle sanzioni.
Ritiene infatti chiaro che una certa omertà sia legata anche
al fatto che non esiste certezza sotto tale aspetto. E'
pertanto comprensibile come la microcriminalità sia diminuita
nella città di Napoli ma non anche nella relativa
provincia.
Occorrono anche chiarimenti in ordine alla situazione fino
ad oggi registrabile ed alle previsioni per il periodo
successivo alla scadenza del termine del 30 giugno; sollecita
inoltre chiarimenti in ordine alla spesa prevista.
Maurizio GASPARRI (gruppo alleanza nazionale) rileva
contraddizioni politiche a livello di esecutivo circa la
scelta di inviare contingenti militari in alcune zone a
rischio.
Ricorda infatti che l'iniziale consenso all'impegno delle
Forze armate in tali regioni è venuto meno durante il Governo
Dini, che ha adottato iniziative per la sostituzione di tali
contingenti con Forze di polizia. Peraltro si è proceduto
anche alla riduzione degli ausiliari delle Forze di polizia
tagliando i fondi per gli straordinari dei relativi
dipendenti. In occasione della manovra finanziaria appena
approvata è stata introdotta una disposizione volta ad
aumentare di 3000 unità l'entità complessiva di giovani
iscritti alle liste di leva da ammettere annualmente al
servizio ausiliario di leva nelle Forze di polizia, anche allo
scopo di sostituire i contingenti militari attualmente
impegnati sul territorio.
Nel rammentare che il suo gruppo ha sempre segnalato come
si tratti di questioni trattate in modo inadeguato e che
comunque sussiste l'esigenza di assicurare vigilanza e
presidio in determinate zone del paese, ritiene che l'impegno
delle forze dell'ordine deve essere assicurato attraverso la
disponibilità di organici adeguati.
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Osserva poi, in ordine al tema della sicurezza che
attraversa le competenze della I e della IV Commissione, che
si deve trovare uno strumento parlamentare che si occupi di
tale tema e dei profili ad esso connessi, quali il trattamento
economico del personale impegnato in tale funzione.
Nell'esprimere pertanto perplessità non tanto sul
provvedimento in sé quanto piuttosto sulla politica alla base
di tali scelte, che difetta di organicità, ritiene che un
coordinamento parlamentare possa costituire una soluzione,
sulla quale invita alla riflessione, anche allo scopo di
prospettare eventuali proposte alla Presidenza della
Camera.
Non vorrebbe invece che l'impiego di militari in tali
funzioni conseguisse solo al fatto che economicamente tale
impiego è meno costoso di quello delle forze dell'ordine.
Valdo SPINI, presidente, rileva come il problema
emerso nel corso della discussione possa essere esaminato
dall'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei
gruppi.
Mario TASSONE (gruppo misto-CDU) osserva che questo
provvedimento non costituisce una novità: è stato inoltre
posto il problema della necessità di coordinamento tra ruolo
delle Forze di polizia e ruolo delle Forze armate. Al riguardo
osserva che l'aver approvato le operazioni in Sicilia, in
Campania ed in Calabria come iniziative di emergenza non deve
lasciare intendere anche che si tratta di iniziative
sostitutive dell'impegno dello Stato nella lotta alla
criminalità organizzata.
Osserva che in tal senso il deputato Albanese, pur facendo
parte della maggioranza, ha giustamente chiesto di conoscere i
risultati della lotta che lo Stato conduce alla criminalità
organizzata prima di votare favorevolmente per la conversione
del decreto-legge in esame.
Osserva inoltre che in Calabria, la sua regione, molti non
hanno accettato di convivere con le organizzazioni criminali e
che il problema del coordinamento delle Forze di polizia non
deve essere valutato solo in rapporto all'esigenza di
contenere la microcriminalità.
Inoltre sostituire i militari di leva con ausiliari da
impiegare nelle Forze di pubblica sicurezza non serve molto se
non si traduce in un aumento della capacità investigativa, per
scardinare le radici della criminalità organizzata.
Il provvedimento in esame non è pertanto accettabile per
ragioni che non sono solo politiche.
Ritiene che il ministro dell'interno debba indicare quali
siano i risultati conseguiti in seguito a tali iniziative,
altrimenti il dibattito non è di alcuna utilità. Senza precise
garanzie, esprime la sua contrarietà al provvedimento.
Si affida alla sensibilità del Presidente allo scopo di
provocare un discorso serio che riguardi tutte le forze
politiche, in modo tale che tale provvedimento non sia visto
solo in termini di misure di rilievo burocratico.
Maria Celeste NARDINI (gruppo rifondazione
comunista-progressisti) precisa che più volte ha espresso la
contrarietà del suo gruppo all'utilizzo delle Forze armate in
sostituzione delle forze di polizia in quanto ciò non produce
gli effetti necessari a combattere la criminalità
organizzata.
Nell'auspicare che sia l'ultima proroga, preannuncia
l'astensione del suo gruppo nella consapevolezza comunque che
la presenza dei militari qualche risultato ha prodotto. La
lotta alla criminalità organizzata costituisce però un impegno
di ben altro livello.
Osserva inoltre che i militari devono essere addestrati in
primo luogo alla difesa del territorio. Impegni del genere
distorcono invece la caratteristica formazione dei militari è
questo è uno dei motivi alla base della posizione del suo
gruppo su tale argomento.
Sottolinea inoltre come l'utilizzo di fondi a carico dello
stato di previsione della pubblica istruzione non sia
pienamente
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opportuna alla luce delle esigenze di tale settore anche se
si tratta di importi limitati.
Nel ricordare che tale provvedimento è pur sempre una
proroga, sottolinea come l'astensione preannunciata abbia lo
scopo di non conferirgli una forte valenza politica.
Occorre piuttosto promuovere un forte coordinamento delle
Forze di polizia secondo l'esperienza ricca di risultati
registrabili nella regione Puglia, dove non sono stati
impegnati militari.
Ritiene infine ingiusto che il militare di leva,
diversamente dagli ufficiali e dai sottufficiali non
percepisca il compenso per il lavoro straordinario. Chiede al
riguardo chiarimenti al Governo.
Roberto LAVAGNINI (gruppo forza Italia) ricorda come
l'argomento in esame sia ricorrente. In occasione di un suo
recente intervento sulla materia aveva posto la questione, da
chiarire dal Ministero dell'interno, sul numero dei
carabinieri ancora impegnati in operazioni di trasferimento di
detenuti, da sostituire, secondo quanto previsto dalla legge,
con agenti di polizia penitenziaria. Gli risulta peraltro non
ancora completata tale sostituzione.
In ordine poi all'impiego di ausiliari delle forze di
pubblica sicurezza in sostituzione dei militari di leva,
ritiene che la lotta alla criminalità organizzata non richiede
un aumento della quantità bensì della qualità degli operatori
impegnati.
Condivide inoltre i rilievi del deputato Nardini.
Esprime poi la necessità che si provveda ad un'attività di
programmazione e di coordinamento chiaro delle forze di
polizia in rapporto alle necessità che caratterizzano
determinati territori; al riguardo osserva come sia importante
affrontare anche la questione della criminalità al nord.
Per questi motivi precisa che il suo gruppo non può
esprimere voto favorevole sul provvedimento in esame e
ribadisce la necessità di un intervento del Ministro
dell'interno in Commissione.
Filippo ASCIERTO (gruppo alleanza nazionale) ricorda
come lui è stato in prima persona impegnato nella lotta alla
criminalità organizzata. Al riguardo osserva come i militari
siano stati inviati a Napoli sulla scia di delitti clamorosi,
anche se al solo scopo di recuperare agenti di pubblica
sicurezza da destinare ad impieghi operativi.
Ritiene pertanto necessario verificare, alla luce di
quanto emerso nel corso del dibattito, se tali agenti hanno
effettivamente incrementato gli organici di polizia; in realtà
è in grado di precisare che si è assistito ad una riduzione
degli effettivi nei reparti impegnati in provincia di
Napoli.
Con riferimento a quanto rilevato dal deputato Gatto, la
diminuzione dei furti d'auto a Napoli consegue alla realtà per
la quale che molti ladri si sono spostati a Roma, come
dimostra il fatto che il maggior numero di soggetti fermati in
flagranza per questo reato si registra proprio in prossimità
dei caselli autostradali in direzione di Napoli.
Sono inoltre diminuite le vendite di determinate vetture
nuove a causa del rifiuto delle assicurazioni di stipulare
polizze contro il furto.
Si assiste dunque al semplice spostamento degli episodi di
delinquenza presso altre regioni, cosa che dimostra come
l'emergenza non sia finita ma anzi sia in netto aumento.
Condivide quindi le osservazioni del deputato Albanese e
sottolinea come diverso sia l'impegno numerico delle forze
dell'ordine, per esempio, in materia di prevenzione di
fenomeni di estorsione e di tutela dei collaboratori di
giustizia.
Rileva inoltre che la mancanza di fondi per la
remunerazione dei maggiori turni di lavoro straordinario ha
fatto sì che aumentassero i recuperi orari degli agenti, con
conseguente ulteriore riduzione del numero degli agenti
effettivamente impegnati.
Nel ritenere quindi che il problema vada risolto a monte,
è del parere che l'incremento del numero degli ausiliari delle
forze di polizia non equilibra la riduzione di effettivi
registrata in passato. Nel confronto tra maggioranza ed
opposizione
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è quindi necessario mettere a punto strumenti idonei a
fronteggiare la criminalità organizzata. Quindi la
condivisibilità dell'invio di militari in tali regioni è
subordinata ad una maggiore articolazione di tale iniziativa
con gli altri aspetti che caratterizzano gli interventi di
pubblica sicurezza.
Valdo SPINI, presidente, rinvia a domani il
seguito dell'esame del provvedimento in titolo.
La seduta termina alle 11,40.
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