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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


376
DDL0023-0002
Progetto di legge Camera n. 23 - testo presentato - (DDL13-23)
(suddiviso in 9 Unità Documento)
Unità Documento n.2 (che inizia a pag.1 dello stampato)
...C23. TESTIPDL
...C23.
RELAZIONE
ZZDDL ZZDDLC ZZNONAV ZZDDLC23 ZZ13 ZZRL ZZPR
    Onorevoli Deputati! -  Articolo 1.  L'Istituto
  nazionale di fisica nucleare (INFN) è l'ente che in Italia
  promuove, coordina e finanzia l'attività di ricerca nel campo
  della fisica subnucleare e nucleare, con importanti sviluppi
  tecnologici nel campo dell'elettronica, dei rilevatori, degli
  acceleratori di particelle, dell'informatica e della
  superconduttività.  In occasione della riforma dell'ENEA,
  operata con legge 25 agosto 1991, n. 282, venne abrogata
  totalmente la legge 15 dicembre 1971, n. 1240, che al titolo
  II - articoli 25, 26 e 27 - conteneva anche disposizioni
  concernenti l'Istituto nazionale di fisica nucleare.
  L'abrogazione della citata legge n. 1240 del 1971, concernente
  peraltro la ristrutturazione dell'allora Comitato nazionale
  per l'energia nucleare (CNEN), venne a determinare la perdita
  del formale supporto legislativo su cui si basava l'INFN che,
  nel prosieguo degli anni, ha trovato la sua base normativa nel
  decreto ministeriale del 26 luglio 1967, e successive
  integrazioni e modificazioni apportate con decreti
  ministeriali del 30 ottobre 1970, del 19 marzo 1979, del 27
  agosto 1981 e del 20 maggio 1987.  La norma proposta tende a
  fugare ogni dubbio interpretativo e, in coerente raccordo con
  quanto previsto dalla legge 9 maggio 1989, n. 168, prevede che
  i programmi pluriennali dell'Istituto nazionale di fisica
  nucleare siano approvati dal CIPE, su proposta del Ministro
  dell'università e
 
                               Pag. 2
 
  della ricerca scientifica e tecnologica,
  sentito il Consiglio nazionale della scienza e della
  tecnologia.
     Si prevede, inoltre, che in relazione agli obiettivi di
  sviluppo contenuti nel piano, possa essere incrementata la
  relativa dotazione organica per un massimo di 120 unità, che,
  sulla base di procedure predeterminate, saranno ripartite nei
  vari livelli e profili professionali, soprattutto con
  riferimento a quelli ricompresi nell'area
  tecnico-scientifica.
     L'Istituto nazionale di fisica della materia (INFM),
  presente in tutto il territorio nazionale con quaranta
  laboratori e con varie centinaia di ricercatori e tecnici
  universitari di varie discipline, svolge la propria attività
  istituzionale assicurando ricadute senz'altro superiori
  all'entità del finanziamento richiesto, finalizzato sia al
  miglior utilizzo di spese già fatte dallo Stato negli ultimi
  quattro anni per oltre 400 miliardi di investimenti, sia alla
  partecipazione dell'Italia a progetti internazionali già
  avviati, con conseguente ritorno di fondi dall'Unione europea.
  L'Istituto, inoltre, dovrà assicurare la prosecuzione
  dell'intervento avviato nelle regioni dell'obiettivo 1FESR,
  sulla cui base sono già stati avviati 12 progetti-guida di
  tipo applicativo in collaborazione soprattutto con piccole e
  medie imprese, che comprendono formazione di personale
  programmata per garantire una crescita occupazionale nelle
  regioni interessate.  Va evidenziata, altresì, la necessità del
  collegamento della ricerca, anche universitaria, con il mondo
  industriale, attraverso azioni specifiche come l'istituzione
  di laboratori misti (quali il laboratorio de L'Aquila con
  Texas Instruments per misure superficiali di materiali
  semiconduttori per l'elettronica, una iniziativa analoga
  programmata presso gli stabilimenti SGS-Thomson di Agrate nel
  campo della microelettronica), come pure la definizione di
  accordi di programma con le associazioni imprenditoriali,
  unitamente all'utilizzo interdisciplinare da parte della
  comunità scientifica italiana (che comprende fisici, chimici e
  biologi) dei laboratori di luce di sincrotrone di Grenoble e
  di Trieste e di altre grandi  facilities  internazionali
  per la realizzazione di esperimenti di grande importanza
  scientifica, garantendo così il giusto ritorno in termini di
  utilizzo degli investimenti - di oltre 400 miliardi - già
  effettuati dallo Stato.
     L'adeguamento dei finanziamenti ai due citati laboratori
  di luce di sincrotrone si rende necessario sia per compensare
  l'aumento delle quote di partecipazione italiana all'ESRF di
  Grenoble, conseguente alla svalutazione della lira, sia per
  far fronte all'aumento dei costi di investimento e
  funzionamento del sincrotrone di Trieste, sia per attrarre su
  quest'ultimo nuovi utenti stranieri e consistenti ricadute su
  progetti internazionali.
     Infine il finanziamento alla rete dei dodici osservatori
  astronomici ed astrofisici italiani (coordinata dal Consiglio
  per le ricerche astronomiche del Ministero dell'università e
  della ricerca scientifica e tecnologica), in cui operano circa
  1.800 ricercatori e tecnici anche universitari, è necessario,
  tra l'altro, per il completamento e la gestione del Telescopio
  nazionale Galileo, che entrerà in funzione presso
  l'Osservatorio internazionale del Roque de los Muchachos nelle
  Canarie a metà del 1996, del quale deve essere garantito
  l'utilizzo internazionale; per la partecipazione dell'Italia,
  già coinvolta in quanto Stato membro dell'ESO, alla
  realizzazione della strumentazione focale e di ottica
  adattativa del Very Large Telescope (VLT) in corso di
  realizzazione in Cile; per lo sviluppo della ricerca
  strumentale ed osservativa presso i singoli osservatori al
  fine di eseguire programmi con telescopi più piccoli e
  favorire il consolidarsi di competenze locali distribuite sul
  territorio; per realizzare l'adeguamento e la gestione della
  rete di calcolo astronomico, con particolare riferimento agli
  archivi di immagini.
     Tali interventi, in definitiva, riusciranno a riorientare
  e mobilitare risorse già finanziate dallo Stato per una spesa
  di investimento negli ultimi cinque anni di circa 100 miliardi
  di lire.
       Articolo 2.  In aderenza a vari emendamenti
  parlamentari la norma precisa le modalità per il
  sovvenzionamento delle
 
                               Pag. 3
 
  azioni promosse dai parchi scientifici e tecnologici.
     La norma intende garantire il migliore risultato ed il più
  celere raggiungimento degli obiettivi alle azioni finanziate a
  tali parchi.  Gli oneri relativi trovano copertura nell'ambito
  del fondo speciale per la ricerca applicata di cui alla legge
  17 feb- braio 1982, n. 46, e successive modificazioni, a cui
  carico sono posti.
       Articolo 3.  La norma tende al potenziamento della
  rete GARR attraverso un finanziamento di lire 2,5 miliardi,
  già previsto e disponibile nel piano triennale di sviluppo del
  sistema universitario per il triennio 1994-1996, a valere sul
  capitolo 1256 dello stato di previsione del Ministero
  dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica per
  l'anno 1996.
 
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