| PIERALFONSO FRATTA PASINI. Mi pare di tutta evidenza che
una norma come questa, finalizzata a fronteggiare le
conseguenze di licenziamenti, sia una cosa molto diversa da
una norma fatta per incoraggiare i licenziamenti. Per questo,
noi chiediamo di anticipare il termine di applicazione di
questo beneficio a una data antecedente la conversione del
decreto. Ovviamente, non vogliamo danneggiare nessuno, men che
mai porre di fronte al fatto compiuto coloro che si siano
trovati fin qui nella condizione di perdere il posto di lavoro
ed abbiano usufruito di un beneficio, che sarebbe crudele e
ingiusto negare ex post. Tutt'altra cosa è estendere
fino a giugno una normativa che pare fatta apposta per
consentire licenziamenti indolori e quindi per far espellere
lavoratori dal ciclo produttivo. Una cosa è aiutare chi è in
difficoltà per la perdita del lavoro; un'altra, molto
differente, è creare degli ammortizzatori sociali che, per il
fatto stesso di esistere, rendono più facile per i datori di
lavoro il licenziamento dei dipendenti. E' pur vero che
trattiamo non di aziende, ma di dipendenti di strutture di
servizio sociale, ma non è pensabile, secondo noi, continuare
a ragionare con la logica assistenziale, secondo la quale lo
Stato deve farsi carico dei costi di ogni razionalizzazione
delle piante organiche, sia nel pubblico sia nel privato.
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