| ANGELO SANTORI. Intervengo a sostegno di questo
emendamento ricordando che tutti gli ingegneri e gli
architetti sono tenuti al versamento del contributo
previdenziale del 2 per cento alla cassa di previdenza
Inarcassa; da questo versamento risultano esclusi gli
ingegneri e gli architetti iscritti a forme di previdenza
obbligatoria in dipendenza di un rapporto di lavoro
subordinato o comunque di altra attività esercitata. Oltre a
ciò, in base alla legge 8 agosto 1995, n. 335, gli ingegneri e
gli architetti che esercitano per professione, ancorché
esclusiva, attività di lavoro autonomo a decorrere dal 1^
gennaio 1996, sono tenuti all'iscrizione ad un'apposita
gestione separata presso l'INPS, finalizzata all'estensione
dell'assicurazione generale obbligatoria e al versamento di un
contributo pari al 10 per cento sul reddito delle attività,
determinato con gli stessi criteri stabiliti ai fini
dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, quale risulta
dalla relativa dichiarazione annuale dei redditi e degli
accertamenti definitivi.
Ne consegue che gli ingegneri e gli architetti dipendenti,
oltre al versamento all'Inarcassa del contributo a fondo
perduto pari al 2 per cento del volume di affari, non possono
iscriversi all'Inarcassa e sono obbligati a versare ad
un'apposita gestione separata INPS un contributo obbligatorio
pari al 10 per cento del reddito
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imponibile ai fini IRPEF. Gli ingegneri e gli architetti che
svolgono la professione in forma esclusiva, pur esercitando la
medesima professione dei loro colleghi dipendenti pubblici o
privati, versano all'Inarcassa un contributo previdenziale
pari al 6 per cento del reddito imponibile dell'IRPEF, fino ad
un importo massimo di lire 120 milioni ed al 3 per cento per
la parte eccedente.
Riteniamo che anche in questo caso vi siano due pesi e due
misure e che agli ingegneri ed agli architetti che sono
assicurati con altre forme debba essere data la possibilità,
appunto, di iscriversi all'Inarcassa (Applausi dei deputati
del gruppo di forza Italia).
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