| MAURO MICHIELON. La ringrazio, signor Presidente, per
l'opportunità che mi dà di ribadire perché siamo contro questo
provvedimento nel suo complesso.
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Lo siamo perché tramite esso il Senato ha inserito, con
l'assenso del Governo, visto che gli emendamenti sono stati
ampiamente votati dalla maggioranza, articoli che, senza
esitazione, definisco vergognosi. Mi riferisco all'articolo,
di cui abbiamo già dibattuto ampiamente, destinato a chi
svolge lavori socialmente utili a Napoli e Palermo. Con tale
articolo, infatti, si regolamenta per legge che queste persone
dovranno avere un posto come lavoratori dipendenti, un posto
fisso. Ricordo e ribadisco che per Napoli sono stati spesi,
dal 1984 ad oggi, 1.192 miliardi, senza riuscire a creare un
solo posto fisso di lavoro, mentre per Palermo sono stati
spesi 516 miliardi. Ritengo che questo gridi vendetta!
Un'altra assurdità contenuta nel famoso articolo
1- ter è rappresentata dalla regolamentazione, solo per
Napoli e Palermo, dell'assunzione nei settori pubblico e
privato, mentre venerdì scorso sulla Gazzetta Ufficiale
è apparso un decreto-legge, a firma del ministro del lavoro,
con il quale si tenta la trasformazione del lavoro socialmente
utile in lavoro a tempo determinato con 18 milioni di
retribuzione! Sono sgomento: per Napoli e Palermo si usa una
misura, per gli altri lavoratori se ne usa una diversa. Non si
capisce chi siano i fortunati, perché i lavoratori di Napoli e
Palermo dovranno fare riferimento agli accordi di programma,
gli altri ad una legge specifica che stabilisce gli
stanziamenti. Ci sarà da ridere!
Non ho parole per l'articolo 1- decies, che reca
misure a favore di dipendenti dei centri di accoglienza per
anziani e di riabilitazione psicosociale! Usare i termini
"scandaloso" e "vergognoso" è poco! Ancora più scandaloso e
vergognoso è il silenzio colpevole di questa maggioranza, che
è disposta a votare tutto senza avere il coraggio di
giustificare il proprio voto, di spiegare perché vota in quel
modo, ma noi non abbiamo avuto l'onore di conoscere la
motivazione del voto! Si deve essere convinti del voto: in
questo caso il silenzio equivale alla vergogna e penso che
oggi qualcuno abbia avvertito parecchia vergogna!
E' singolare che a distanza di sei mesi dal voto
sull'articolo 63 della legge finanziaria recante l'abrogazione
e la sanatoria del decreto-legge 11 novembre 1997, n. 393,
questo torni misteriosamente in vita. Ripeto, dopo sei mesi,
un decreto-legge torna misteriosamente in vita senza dare
spiegazioni. Il Governo si contraddice sistematicamente; il
ministro Treu dal 1996 parla di riforma degli ammortizzatori
sociali, ma contemporaneamente la cassa integrazione
straordinaria viene confermata. Lo studio svolto in argomento
dalla Commissione lavoro ha confermato che se questo strumento
era adeguato per gli anni settanta, successivamente è stato
utilizzato in maniera strumentale ed oggi è inutile.
Nonostante il parere della Commissione lavoro e le
assicurazioni del ministro del lavoro Treu, nulla è cambiato e
la cassa integrazione è stata prolungata.
Altro grave aspetto del provvedimento in esame è che il
Senato, interessandosi poco al lavoro della Camera, ha fatto
tornare in vita articoli da noi soppressi durante l'esame
della legge finanziaria. Il Senato ha riproposto questi
articoli ed oggi la Camera dei deputati e la maggioranza -
che, ripeto, a dicembre 1997 li aveva cassati perché
vergognosi - li vota per esigenze contingenti e per senso di
responsabilità. Penso che il senso di responsabilità sia
qualcosa di importante e che debba essere adoperato da tutti.
Non mi è stato ancora spiegato perché questo decreto sia stato
esaminato dal Senato per un mese e sette giorni, mentre la
Camera ha dovuto discuterlo e votarlo nel giro di una
settimana. Non mi è stato spiegato neppure perché al Senato il
Governo ha permesso che venissero introdotti emendamenti che
nulla hanno a che fare con il contenuto del decreto: mi
risulta che al Senato il Governo abbia una maggioranza più
schiacciante rispetto a quella di cui dispone alla Camera, ma
quando gli fa comodo cede ai voleri di quella maggioranza.
Per quanto riguarda l'INSAR, il famoso istituto che opera
in Sardegna, ossia quei dipendenti che sono rimasti senza
lavoro a causa della chiusura di una centrale
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termoelettrica, prendo atto che è stato bloccato in
Commissione lavoro l'iter del ben noto provvedimento sugli
istituti finanziari meridionali, per poi trasferire pari pari
in questo decreto un articolo relativo a quella materia.
Ritengo che questa sia l'ennesima dimostrazione di come le
cose non vadano bene. Comprendo l'imbarazzo della maggioranza,
però non è accettabile che il Governo, trovandosi in
difficoltà su quel provvedimento, ne freni l'iter in
Commissione lavoro, pensando bene di introdurre un emendamento
concernente quella materia all'interno di questo decreto
sull'occupazione, per farlo passare. Noi abbiamo già subito un
simile schiaffo - lo ritengo, infatti, uno schiaffo morale -
con il provvedimento n. 4050: durante l'esame della
finanziaria, infatti, gran parte di tale provvedimento è stato
svuotato perché i vari articoli sono stati inseriti, appunto,
nel testo della finanziaria. Penso che ciò la dica lunga su
come il Governo e la maggioranza intendano gestire i rapporti
con l'opposizione.
Signor Presidente, lei ha modificato, con l'aiuto
dell'Assemblea, il nostro regolamento per rendere più agevole
l'iter dei provvedimenti. Ebbene, io penso che il Governo non
avesse bisogno di questo regalo, perché ora l'opposizione, che
aveva già poco potere, ne ha ancora meno. Di fatto, qualsiasi
disegno di legge che venga trasformato in decreto-legge viene
stravolto, con il discorso dell'ammissibilità o meno degli
emendamenti. Abbiamo visto, in occasione dell'esame del
provvedimento n. 4050, che aveva un determinato contenuto ed
al quale erano stati presentati un certo tipo di emendamenti,
che parte dell'articolato è stato trasferito in un decreto: di
fatto, gli stessi emendamenti che erano stati presentati al
disegno di legge sono stati dichiarati inammissibili se
riferiti al decreto-legge. Ciò dovrebbe far riflettere la
Presidenza, perché oggi noi siamo all'opposizione, ma domani
potrebbe diventare opposizione l'attuale maggioranza e penso
che non faccia piacere a nessuno vedersi eliminare, in base ad
un nuovo regolamento, emendamenti che erano stati dichiarati
ammissibili se riferiti ad un disegno di legge e che invece,
d'incanto, diventano inammissibili in relazione ad un
decreto-legge con lo stesso contenuto.
Dovrebbe indurre a riflettere anche la questione del
Comitato per la legislazione, di cui oggi abbiamo salvato
l'onore in extremis, non certo per volontà del
Governo...
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