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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


377649
STA0361-0426
Somm. e Sten. d'Aula n. 361 del 27 maggio 1998 (STA13-361)
(suddiviso in 540 Unità Documento)
Unità Documento n.426 (che inizia a pag.93 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.167)
SEGUITO DISCUSSIONE: C4891. ...(Ripresa dichiarazioni di voto finale - A.C. 4891) LAVASS
...SEGUITO DISCUSSIONE: C4891. ...(Ripresa dichiarazioni di voto finale - A.C. 4891)
ROSARIO POLIZZI.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE (ore 17,10)
ZZSTA ZZRES ZZSTA270598 ZZSTA980527 ZZSTA000598 ZZSTA000098 ZZSTA361 ZZ13 ZZDI ZZLL
    ROSARIO POLIZZI.  Signor Presidente, colleghi, finalmente
  questo provvedimento è giunto al termine: abbiamo vissuto
  queste ore e questi momenti con grande trepidazione e con
  grave disagio, per quello che è stato proposto, per come è
  stato proposto, per come poi è stata condotta la messa in atto
  della discussione sul provvedimento.  Direi che un gravissimo
  parto distonico ha finalmente portato ad un qualcosa che
  riteniamo assolutamente negativo.  E' evidente, a nostro
  avviso, che il pubblico denaro sarà speso in maniera
  assolutamente inutile ed impropria.  I provvedimenti che
  abbiamo posto in essere questa sera non serviranno in nessun
  caso ed in nessun momento a risolvere, o ad avviare a
  soluzione, i problemi dell'emergenza occupazionale, che come è
  noto affliggono e continueranno ad affliggere il nostro paese,
  in particolare le regioni del Mezzogiorno.
     Abbiamo un insieme di previsioni che non hanno nulla a che
  fare tra loro, che si contraddicono, si ripetono, vengono
  ripresentate con la poca accortezza di chi ha già visto
  bocciare il provvedimento non più di sei mesi fa.  Si
  prorogano, all'articolo 1, comma 3- bis,  in maniera
  parziale e slegata dalla creazione di impresa prevista dalla
  legge n. 468 del 1997, i progetti dei lavori socialmente
  utili: su questo problema ci siamo da molto tempo impegnati
  per risolvere in qualche modo il dannato limbo in cui vengono
  posti alcuni tipi di lavoratori, senza dare ad essi alcuna
  soluzione che non sia rappresentata ancora da lavori
  socialmente utili, quindi senza portarli, attraverso una sorta
  di traghettamento, ad una formazione che consenta di uscire da
  questa realtà e di reinserirsi nel mondo del lavoro.  Questo,
  peraltro, ha sicuramente bisogno di nuova operatività, di
  professionalità rinnovate e formate.
     Questa proroga non fa altro che illudere i lavoratori
  impegnati nei lavori socialmente utili, che in base all'ultimo
  rapporto presentato al Parlamento sono oltre 90 mila.
     I dati sottolineano come solo il 10 per cento sia di età
  inferiore ai 29 anni,
 
                              Pag. 94
 
  mentre il 57 per cento ha un'età maggiore di 39 anni.  Nell'83
  per cento dei casi costoro sono operai e solo il 17 per cento
  sono impiegati.
     Si era detto, per esempio, che il biennio 1998-1999
  sarebbe stato di transizione, per fuoriuscire da queste forme
  assistenziali e trasformare i progetti di lavori socialmente
  utili e di pubblica utilità in politiche attive del lavoro.  Ma
  dal provvedimento in esame mi sembra risalti la classica
  funzione assistenziale, con forti mancanze di
  progettualità.
     Stranamente, il disegno di legge non interviene per
  semplificare la normativa vigente in materia di ammortizzatori
  sociali, ma serve a complicarla ulteriormente, prevedendo
  particolari deleghe per alcuni settori ed estendendo a nuove
  fattispecie le normative vigenti.
     Già il parere del Comitato per la legislazione ha espresso
  dubbi sull'intervento operato dall'articolo 1- quater,
  consigliando il Governo a valutare con criterio le conseguenze
  della sua applicazione.
     L'insieme dei diversi provvedimenti è così costruito che
  in alcune parti i commi addirittura si sovrappongono o
  contrastano fra di loro.  La sovrapposizione e la
  contrapposizione si verificano tra l'articolo 1- quater  e
  l'articolo 1- undecies,  con l'utilizzo di una
  terminologia che, da una parte, induce a pensare alla proroga
  dei trattamenti di mobilità e, dall'altra, invece ne prevede
  una riammissione.  Non abbiamo la pretesa di consigliar nulla,
  ma un'indicazione la possiamo dare: un provvedimento che vuol
  dare dei sostegni all'occupazione deve tentare di avere una
  sua organicità, logicità e progettualità.
     Altre osservazioni riguardano l'articolo 1- ter,  in
  quanto non capiamo perché tra le provincie interessate al
  provvedimento debbano esserci esclusivamente quelle
  dell'Abruzzo e del Molise e non altre interessate dalla
  medesima sentenza dei giudici amministrativi.
     Risulta essere non chiaro il provvedimento relativo al
  trattamento di reversibilità, che per fortuna poi è stato
  modificato, approdando alla soluzione di cui abbiamo poc'anzi
  trattato.
     Se volessimo continuare, potremmo affermare che l'articolo
  1- septies  definisce criteri soggettivi ai quali il
  ministro deve attenersi per la definizione delle imprese
  autorizzate a concedere il trattamento di cassa integrazione
  guadagni; non solo, ma afferma con bontà divina che
  addirittura possono usufruirne le imprese residenti in zone ad
  alto tasso di disoccupazione e prevede un intervento
  riguardante l'INSAR.
     In definitiva, le parti di questo  puzzle  non hanno
  nessuna organicità.  Noi quindi deprechiamo questo
  provvedimento.  D'altra parte, però, nel manifestare la nostra
  contrarietà alla linea politica di questo Governo, non
  possiamo non prendere in considerazione, non ascoltare la voce
  dei lavoratori, che continuano a chiedere indicazioni precise
  sul loro possibile reinserimento, una volta fuoriusciti dal
  mercato del lavoro, in un mondo che accetta e spera di avere
  le loro professionalità.  Ho qualche difficoltà nel farlo,
  però, nel momento in cui ribadiamo la nostra netta contrarietà
  alla politica di questo Governo, non posso non preannunciare
  l'astensione su questo provvedimento.
 
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