| ANTONINO GAZZARA. Presidente, non ho alcuna remora ad
affermare che i deputati del gruppo di forza Italia sono
contrari a questo provvedimento e lo sono anche e soprattutto
nell'interesse dei destinatari, che non meritano provvedimenti
"a pioggia", ma una politica tesa allo sviluppo e alla
produzione del lavoro: non è dunque quella
dell'assistenzialismo, dei lavori socialmente utili e neppure
quella delle borse di lavoro.
Questo Governo è come se continuasse a raccogliere i
tasselli di un mosaico che non riesce mai a mettere in
ordine.
Presidente, tutti conosciamo la sua sensibilità ed il suo
rispetto per le istituzioni. Nessuno di noi ha inteso oggi
riferirsi al Senato con termini meno che rispettosi. Si è
voluto, signor Presidente, sottolineare una disfunzione emersa
dall'esame di questo provvedimento e che, essendo emersa in
maniera evidentissima, certamente non sarà sfuggita a persona
attenta come lei.
Il nostro è un sistema bicamerale e, come tale, pone
all'attenzione di due Commissioni e di due Assemblee una
lettura, consentendo a ciascuna di quelle Assemblee di
compiere tale lettura con tempi debiti.
Noi stiamo esaminando un decreto-legge, il cui iter è
iniziato al Senato. Il Senato lo ha esaminato con la dovuta
attenzione e lo ha esitato in modo tale che arrivasse nella
nostra Commissione con la possibilità per la stessa di
esaminarlo in un solo giorno, il Comitato ristretto in qualche
ora e l'Assemblea in mezza giornata.
Non sfugge a lei, Presidente, che questa disfunzione è
grave; lo è per un provvedimento
Pag. 97
che merita la massima attenzione e lo è per un provvedimento
sul quale non può venire meno un contraddittorio che
l'opposizione ha il diritto e l'obbligo di sottoporre alla
maggioranza come opinione sua, e che l'opposizione non può
sottoporre ad una maggioranza fortemente a disagio perché il
testo, di fatto, è "blindato". Ed è "blindato" perché l'8
giugno vengono meno quei provvedimenti che in forza di un
decreto-legge, reso efficace e pubblicato l'8 aprile, nessuno
si può permettere di far decadere.
Presidente, se questo è vero, è altrettanto vero che vi
sono requisiti di urgenza e necessità che il Governo ha
ritenuto tali e che la maggioranza avrebbe dovuto e potuto
esaminare e che il Governo ha sostanziato in poche norme e in
pochissimi articoli che avrebbero potuto e dovuto essere
esitati, dal Senato prima e dalla Camera poi, molto prima di
oggi. E' vero, invece, che il Senato quei pochissimi articoli
li ha rinvigoriti e ha fatto in modo che essi, pur restando
tre, si sviluppassero con parecchi argomenti (almeno
quindici); tali inserimenti, signor Presidente, sono stati
esaminati solo dai senatori. Nessuna critica al loro operato,
perché è legittimo, però a noi non è rimasto altro che
decidere se rinviare al Senato (e probabilmente non c'era il
tempo sufficiente per farlo), o esitare questo decreto.
Presidente, il ruolo dell'opposizione (e anche quello
della maggioranza) sarebbe quello di esprimere il proprio
parere sulle norme e di poter dialogare all'interno di se
stessa. Il ruolo dell'opposizione è quello di confrontarsi e
di far "approdare" la maggioranza a qualche riflessione in più
rispetto a quella che normalmente fa. E' un tentativo, che
abbiamo provato a fare ma ci siamo resi conto che il tempo non
ci avrebbe dato ragione ed allora, signor Presidente, abbiamo
dovuto far riferimento a due requisiti tecnici rinunziando in
parte all'esame di merito del provvedimento.
Non sfugge a lei, signor Presidente, che i risvolti
tecnici sono rilevantissimi. Il primo attiene al parere del
Comitato per la legislazione, il quale, anche se non esprime
pareri vincolanti, usa termini certamente non consueti; parla
di disposizioni intruse e fortemente eterogenee; parla di una
compressione della possibilità concreta di recepire le
necessarie modifiche; parla dell'esigenza di una specifica
motivazione quale quella richiesta dall'articolo
16- bis.
Non so se un cultore del diritto, quale ella è, possa
approvare che la motivazione per confermare l'urgenza e la
necessità di un decreto sia che lo stesso è urgente e
necessitato, però di fatto questa è la motivazione resa.
Presidente, la Commissione bilancio ha posto poi una serie
di condizioni, condizioni forse meno evidenti ma non meno
efficaci di quelle poste dal parere del Comitato per la
legislazione. Il primo aveva addirittura previsto o
condizionato il parere favorevole alla eliminazione di due
articoli e noi in questo senso ci siamo adoperati; con la
sensibilità - questa volta sì - della maggioranza si è
ottenuto che si applicassero di fatto il regolamento e la
legge.
Fino a questo momento, Presidente, il parere della
Commissione bilancio sembra passato in secondo ordine, però le
considerazioni della Commissione e le condizioni a cui la
Commissione stessa ha sottoposto il testo, dopo il suo esame,
sono di una portata veramente notevole. Non so se questo testo
rispetti anche quelle condizioni che parlano di oneri che non
possono essere posti a carico del fondo per l'occupazione,
così come invece lo sono, parlano di un inquadramento in
sovrannumero nel ruolo della pubblica amministrazione di
cittadini e dipendenti civili, che avverrebbe in deroga - si
limita a dire "avverrebbe" - a prescrizioni di legge, parlano
di provvedimenti che non devono prevedere (mentre invece lo
prevedono) oneri non coperti nei bilanci di previsione delle
pubbliche amministrazioni.
Signor Presidente, noi non possiamo essere favorevoli nel
merito del provvedimento per quanto abbiamo detto; non
condividiamo il metodo con cui queste cose avvengono perché
nella premura,
Pag. 98
signor Presidente, non si riesce a dialogare; l'opposizione
non può svolgere il proprio compito e quello che è peggio non
lo può fare neanche la maggioranza, ammesso che essa ne abbia
le capacità (Applausi dei deputati del gruppo di forza
Italia).
| |