| MICHELE RICCI. Signor Presidente, il problema posto al
centro del dibattito politico di queste settimane è quello
dell'occupazione. Dai sindaci ai sindacati, alle forze
politiche, alla stessa Confindustria, tutti avvertono che,
nonostante il raggiungimento di obiettivi che ci hanno
condotto all'euro, l'Italia deve ancora fare i conti con un
problema che riguarda in misura decisiva il sud, e cioè
l'occupazione.
Tutti i parametri macroeconomici segnalano un ciclo
positivo ma il paese reale vede crescere il numero delle
persone che vivono in condizioni di povertà e marginalità
sociale. In particolare la situazione nel Mezzogiorno ci
segnala che non solo gli occupati diminuiscono ma che
aumentano i senza lavoro. Il tasso di disoccupazione al 22,6
per cento, con frequenti punte al 30 per cento - quasi il
triplo rispetto al resto d'Italia - e il tasso di
disoccupazione giovanile al 50 per cento mostrano che il
divario tra le aree già deboli del resto del paese è nei fatti
aumentato. Questa situazione, che non richiamo per sminuire i
risultati positivi ottenuti dal Governo Prodi, premessa
indispensabile per poter finanziare lo sviluppo, mi ricorda
che la scommessa su cui l'Ulivo e l'insieme della maggioranza
di centro-sinistra si erano impegnati con gli elettori (tenere
insieme, cioè, politiche di risanamento e di sviluppo
dell'occupazione) non è stata ancora vinta.
Non c'è dubbio che con tale situazione siamo l'anello più
debole dell'Europa e che alla lunga una politica
prevalentemente di tipo monetarista rischia di non reggere, di
aprire fratture sociali insanabili, di condannare una parte
consistente delle nuove generazioni all'emarginazione.
In un quadro generale di tanta preoccupazione e di tale
rischio, il provvedimento che è oggi alla nostra attenzione (e
che adotta misure a sostegno del reddito, intese a
fronteggiare nell'immediato emergenze occupazionali in vista
di una piena operatività delle iniziative volte al reimpiego
dei soggetti interessati - con particolare riferimento ai
programmi di reindustrializzazione -, ad apportare modifiche
alla disciplina in materia di lavori socialmente utili, al
fine di assicurare interventi più funzionali alla collocazione
dei lavoratori utilizzati nei predetti lavori, ad assicurare
ulteriori stanziamenti per consentire la prosecuzione dei
lavori socialmente utili presso il Ministero dei beni
culturali ed ambientali) è non solo di notevole rilevanza, ma
è anche necessario e quindi da condividere a pieno per
l'azione di coesione sociale che può svolgere in questo
momento - speriamo breve - di difficoltà.
Per queste ragioni, dichiaro il voto favorevole dei
deputati del gruppo dei popolari e democratici-l'Ulivo sul
provvedimento al nostro esame (Applausi dei deputati del
gruppo dei popolari e democratici-l'Ulivo).
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