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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


377694
STA0361-0471
Somm. e Sten. d'Aula n. 361 del 27 maggio 1998 (STA13-361)
(suddiviso in 540 Unità Documento)
Unità Documento n.471 (che inizia a pag.107 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.465)
SEGUITO DISCUSSIONE: C3931. ...(Ripresa esame articolato - articolo 70 - A.C. 3931) LAVASS
...SEGUITO DISCUSSIONE: C3931. ...(Ripresa esame articolato - articolo 70 - A.C. 3931)
MAURO PAISSAN.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE (ore 17,10)
ZZSTA ZZRES ZZSTA270598 ZZSTA980527 ZZSTA000598 ZZSTA000098 ZZSTA361 ZZ13 ZZDI ZZLL
    MAURO PAISSAN.  Signor Presidente, siamo - ormai è evidente
  - ad un punto di svolta nel tentativo di riformare la seconda
  parte della Costituzione.  Una riforma necessaria, necessaria
  per il paese, un passo necessario verso quell'Europa che non
  può essere solo risanamento finanziario, ma deve essere anche
  democrazia più vera, diritti più forti, Stato più efficiente e
  più giusto.
     Ho ascoltato con grande interesse ed attenzione le
  dichiarazioni del collega Berlusconi, che però hanno qui
  riproposto un atteggiamento politico che noi consideriamo
  inaccettabile.  In pratica - ha detto il collega Berlusconi - o
  vengono accolte le nostre proposte (quelle che ha definito
  "irrinunciabili") o per quanto ci riguarda salta il tavolo.  Un
  atteggiamento ultimativo con il quale è difficile
  interloquire, anche se i verdi continuano a ritenere che fino
  all'ultimo vada compiuto ogni sforzo per proseguire e
  concludere il cammino riformatore (certo senza venir meno ai
  principi ed ai valori di fondo).
     Forse qui va ricordato, anche a seguito dell'intervento
  del collega Berlusconi, che non molti mesi fa il testo di
  riforma all'esame dell'aula fu ritenuto un accettabile punto
  di equilibrio da un vastissimo arco di forze parlamentari e fu
  votato anche dal Polo.
     Il collega Berlusconi sbaglia oggi a riparlare di
  presidenzialismo, perché il testo votato da molti - compreso
  lui stesso - non promuove il presidenzialismo nel nostro
  paese: molti colleghi e molti studiosi hanno parlato, al
  massimo, di un semipresidenzialismo attenuato.
     E' stato qui detto che nel dibattito e nelle votazioni,
  soprattutto in aula, sono state imposte una o varie e
  successive soluzioni "di maggioranza".  Magari.  Ricordo che
  parti consistenti della maggioranza dell'Ulivo a suo tempo
  fecero molta fatica a scendere sul terreno prescelto del
  semipresidenzialismo e dell'elezione diretta del Presidente
  della Repubblica.  Infatti la proposta originale di queste
  componenti era assai diversa: il Governo del  premier  o
  il cancellierato.  E' il caso anche dei verdi, che nel voto
  sulla forma di Governo in Commissione bicamerale vennero
  sconfitti, ma poi decisero di stare
 
                              Pag. 108
 
  dentro al nuovo quadro di riferimento, caratterizzato appunto
  dall'elezione diretta del Presidente della Repubblica: una
  scelta che c'è costata e che tuttora ci costa, anche in
  termini di vivace dibattito interno.
     Ma che ora forza Italia pretenda, non "proponga", che il
  Parlamento faccia obbligatoriamente sua la propria concezione
  dei poteri del Presidente della Repubblica e gli altri punti
  definiti irrinunciabili dal collega Berlusconi è quanto meno
  singolare alla luce dei processi politici di questi mesi.
  Parlo di forza Italia e non del Polo: lo hanno dimostrato gli
  applausi di poco fa o, meglio, l'assenza di applausi da taluni
  settori politici del Polo.  Una cosa è tornare qui - come
  facciamo noi ed altre forze - ad avanzare le proprie proposte
  sotto forma di emendamenti e su di essi dare battaglia,
  tutt'altra cosa è esigere che si scardini l'impianto sul quale
  si è votato a favore pochi mesi fa.
     Non so quale sia la vera intenzione politica del gruppo di
  forza Italia, un'intenzione politica che non individuo come
  propria del Polo (nonostante le dichiarazioni unitarie di
  facciata).  C'è un'evidente differenziazione politica -
  legittima - dentro al centro-destra, come peraltro è nel caso
  della maggioranza di centro-sinistra; si affaccia un'evidente
  velleità neocentrista in talune dichiarazioni; c'è una,
  peraltro legittima, volontà di riprendere un protagonismo
  politico sfuggito.
     Spero - lo spero per la buona sorte dei miei antagonisti
  politici - che alla base di questi atteggiamenti non vi sia un
  eccesso di consigli politici da parte di quegli uomini di alta
  cultura e di acuta intelligenza che hanno già portato poca
  fortuna (per usare un eufemismo) a personaggi politici prima
  della democrazia cristiana e poi del partito socialista.
     Per quanto ci riguarda, per quanto riguarda i verdi,
  continueremo a lavorare per le riforme possibili.  Certo, con
  un limite, come abbiamo già detto in un recente dibattito in
  aula: fino a quando non dovessimo considerare il nuovo testo
  costituzionale regressivo rispetto a quello di cinquant'anni
  fa e ancora in vigore o pericoloso per il futuro dei nostri
  assetti istituzionali e democratici.
     In questo senso diciamo fin d'ora che saremmo contrari a
  modifiche che dovessero potenziare i poteri di scioglimento
  della Camera da parte del Presidente della Repubblica o
  dovessero riproporre l'imbarazzante questione di chi sia
  realmente il capo del Governo, il capo dell'esecutivo.
     Dunque, in conclusione, lo dico anche al presidente
  D'Alema, noi confermiamo la nostra volontà di piena
  collaborazione, ma entro il campo da gioco definito dal testo
  che è al nostro esame.  Non negheremo, certo, il via libera ad
  aggiustamenti e chiarimenti, ma ci opporremo a tentativi di
  scardinare il difficile equilibrio dell'impianto che qui ci è
  stato proposto dalla Commissione bicamerale  (Applausi dei
  deputati dei gruppi misto-verdi-l'Ulivo, dei democratici di
  sinistra-l'Ulivo e dei popolari e democratici-l'Ulivo).
 
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