| ROCCO BUTTIGLIONE. Ma non era preoccupante solo il dato
della costruzione di un sistema il cui funzionamento era
dubbio, più che dubbio; la cosa che più mi indignò - lo dissi
già allora ed ho continuato a ripeterlo per un anno - fu
l'atteggiamento di disprezzo per la logica istituzionale e
l'atteggiamento tutto politicistico che la nostra classe
dirigente mostrò in quella occasione. Perché ci sono dei
compromessi che si lasciano fare con le parole, ma che non
funzionano poi nella realtà, quando si viene meno alla logica
di un sistema istituzionale.
Un sistema istituzionale può essere presidenzialista o
parlamentare, ma non può essere contemporaneamente ambedue le
cose. Si può scrivere una frase secondo la quale il sistema è
contemporaneamente presidenziale e parlamentare, ma questa è
una frase che realizza un compromesso verbale, non un
compromesso reale fondato sulle cose. Ed i compromessi verbali
in questa bicamerale non sono stati solo uno: abbiamo una
riforma federale fondata sul compromesso verbale, distanze che
non vengono effettivamente composte con modalità tali da
reggere alla prova dei
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fatti; sul principio di sussidiarietà devo dire che non
abbiamo neanche un compromesso verbale, perché abbiamo il
rifiuto puro e semplice delle ragioni di chi sostiene il
principio di sussidiarietà; infine, sulla giustizia abbiamo di
nuovo un improbabile compromesso verbale, per la verità mai
totalmente definito.
Non dimentichiamolo, un voto finale sulla bicamerale non
c'è stato. Io mi apprestavo a dare il mio voto negativo al
risultato finale della bicamerale, ma il voto complessivo non
ci fu. Questo carica oggi di maggiori responsabilità questa
aula parlamentare.
Oltre a queste ragioni propriamente istituzionali, grava
sul lavoro fatto dalla bicamerale anche un pregiudizio
politico. Onorevole Cossutta, D'Alema non ha cercato il
compromesso con la destra.
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