| DOMENICO COMINO. Signor Presidente, signor presidente
della Commissione bicamerale, onorevoli colleghi, il nostro
gruppo prende atto con soddisfazione del rinnovato spirito
oppositorio del Presidente Berlusconi, del quale spirito
oppositorio abbiamo fortemente dubitato in vari passaggi
importanti di questa inconcludente XIII legislatura: Banco di
Napoli, Sicilcassa, missione militare in Albania. In
tantissime altre occasioni, anche indirettamente, forza Italia
e il Polo hanno voluto, o forse hanno dovuto, sostenere questo
Governo e la sua labile maggioranza.
Quante volte abbiamo assistito alla negazione del
bipolarismo che tutti voi tanto decantate attraverso la
formazione di maggioranze variabili! A questi giochetti la
lega nord per l'indipendenza della Padania non ha mai
partecipato, men che meno a legittimare un percorso
riformatore, quello della bicamerale, fortemente voluto dalla
sinistra e avallato dalla destra! Ma anche le vostre buone
intenzioni - secondo noi false intenzioni - hanno determinato
la situazione che oggi viviamo in quest'aula, a dimostrazione
che di riforme non vi importa nulla, tanto che le posponete ad
accordi extraparlamentari mossi esclusivamente da interessi di
partito e di potere, negando di fatto la sovrana
legittimazione popolare (Applausi dei deputati del gruppo
della lega nord per l'indipendenza della Padania).
La nostra sensata proposta era un'Assemblea costituente
abbinata ad un referendum preventivo sulla forma di Stato. Ci
furono moti di derisione nei nostri confronti, quasi a
giustificare la bontà della vostra bene amata bicamerale e a
legittimarla in qualche modo con le solite trombe di regime
agli occhi dell'opinione pubblica. Vi siete sbagliati allora
ed oggi cercate di ricondurre ad un rapporto di forza la
reciproca responsabilità di fallimento! Guarda caso, il
fallimento si avverte non sull'elemento primario che avrebbe
dovuto caratterizzare un eventuale percorso riformista, quello
della messa in discussione del centralismo statalista e della
forma di Stato, che voi, con assoluta mancanza di onestà
intellettuale, avete voluto definire federale pur accantonando
tutti quegli elementi che avrebbero consentito a noi e
all'opinione pubblica di comprendere quale sia, cari amici del
Polo e cari amici dell'Ulivo, la vostra concezione di Stato
federale. Su tutto
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prevale il superiore interesse nazionale; non volete che
prevalga l'interesse popolare.
Questo è il conflitto che state vivendo!
Il fallimento invece si avverte sul presidenzialismo e
sulla forma di governo.
Signor Presidente, quasi a significare che dei bisogni
della gente a voi non interessa nulla, mentre vi interessa
soltanto la continuità e la gestione del potere, anche
attraverso la proposizione di una legge elettorale-truffa,
devo dire che non si tratta, cari colleghi, di arrestare la
deriva verso le sabbie mobili; in quelle ci siete già e non
riuscirete tanto facilmente a venirne fuori, perché vi siete
messi là da soli! L'invocazione di poteri forti per il Capo
dello Stato, quella sì che è una deriva pericolosa, perché a
casa nostra si chiama deriva autoritaria (Applausi dei
deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della
Padania)! Una deriva autoritaria resa ancora più
pericolosa...
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