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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


377729
STA0361-0506
Somm. e Sten. d'Aula n. 361 del 27 maggio 1998 (STA13-361)
(suddiviso in 540 Unità Documento)
Unità Documento n.506 (che inizia a pag.117 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.465)
SEGUITO DISCUSSIONE: C3931. ...(Ripresa esame articolato - articolo 70 - A.C. 3931) LAVASS
...SEGUITO DISCUSSIONE: C3931. ...(Ripresa esame articolato - articolo 70 - A.C. 3931)
NATALE D'AMICO.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE (ore 17,10)
ZZSTA ZZRES ZZSTA270598 ZZSTA980527 ZZSTA000598 ZZSTA000098 ZZSTA361 ZZ13 ZZDI ZZLL
    NATALE D'AMICO.  Signor Presidente, giunti ad un momento
  delicato del nostro percorso, comunque esso evolva, è giusto
  ricordare quali erano i requisiti necessari perché questo
  percorso partisse e continuasse: spirito costituente, cioè la
  condivisione ampia all'interno del Parlamento del desiderio di
  cambiare la nostra Costituzione, possibilmente nella
  collaborazione di un vasto arco di forze politiche; nessun
  vincolo di maggioranza; tenere del tutto sganciate le
  questioni alla nostra attenzione da quella del Governo del
  paese, cioè anche dalla "politica politicante" del giorno per
  giorno.
     Rivendico a rinnovamento italiano e ai riformatori del
  centro-sinistra l'essersi attenuti allo spirito costituente,
  che vuol dire essere intervenuti sempre sul merito delle
  questioni che erano all'attenzione.  In molte occasioni, anche
  politicamente rilevanti, abbiamo votato in modo difforme dalla
  maggioranza politica alla quale apparteniamo, perché abbiamo
  pensato che fosse opportuno giudicare nel merito le questioni.
  In qualche modo, rivendico un'ingenuità, perché ritengo che
  l'ingenuità sia un merito, una virtù della democrazia; che il
  sistema democratico richieda un certo grado di ingenuità; che
  la furbizia sia un male della politica italiana e diventi un
  male particolarmente grave quando si parla di riforma delle
  regole e di riforma della Carta fondamentale del paese.
     Ebbene, uno dei limiti che oggi scontiamo nel nostro
  processo è l'atteggiamento che il centro-destra ha tenuto
  rispetto alle tre questioni che ho appena enunciato.  Nella
  sostanza, il centro-destra, nei momenti decisivi della
  bicamerale, ha soffocato le differenze interne e si è
  sostanzialmente attenuto ad un vincolo di schieramento: questo
  ha indebolito il processo costituente e reso impossibile
  quell'alleanza dei riformatori dei due poli presenti in
  quest'aula che altrimenti sarebbe stata possibile.  Dico
  alleanza dei riformatori con rispetto per chi è conservatore
  riguardo alla nostra Costituzione, che ha tanti meriti tra i
  quali quello di aver consentito al nostro paese cinquant'anni
  di progresso e di democrazia.
     Tuttavia era possibile un'alleanza dei riformatori, di
  coloro che pensano, senza rinnegare nulla di questi
  cinquant'anni, che sia possibile fare passi avanti anche
  attraverso cambiamenti delle regole.  Un passaggio decisivo vi
  è già stato ed oggi si ripropone sul tema del
  semipresidenzialismo.  Noi ricordiamo una decisione che certo
  fu casuale: anche lì vi fu un eccesso di furbizia, poiché mi
  pare che la lega abbia preso molti dei vizi della politica
  italiana  (Commenti del deputato Dozzo)  ed uno dei vizi
  più gravi, che è l'eccesso di furbizia, l'abbia appreso bene
  calando dalle valli verso Roma.  Ma è bene ricordare che a quel
  punto vi era un'opportunità sulla quale ci siamo confrontati:
  quella di proseguire con coerenza nella direzione indicata,
  procedendo verso il modello che era implicito in molti di noi
  quando fecero quella scelta, il modello del
  semipresidenzialismo francese.
     Su quel tema era possibile conseguire un'alleanza dei
  riformatori in bicamerale, ma era ovvio che questo richiedeva
  la coerenza dei sistemi elettorali, perché il sistema francese
  si regge essenzialmente sul fatto che di norma la maggioranza
  che elegge il Presidente della Repubblica è la stessa
  maggioranza in Parlamento, nell'Assemblea nazionale, comunque
  nella Camera politica.  Ebbene, lì c'è stato il passaggio
  decisivo e lì il Polo della libertà (che, ripeto, si è mosso
  per lunga parte dei lavori della bicamerale come un'unica
  falange, legata ad un vincolo di schieramento) ha scelto,
  anziché una strada possibile, che era l'alleanza dei
  riformatori, l'alleanza con le componenti più conservatrici
  presenti all'interno del Parlamento e della bicamerale.
     Il punto decisivo di quella scelta, è ovvio ma
  ricordiamolo, è stato il momento in cui ha scelto una legge
  elettorale
 
                              Pag. 118
 
  sostanzialmente conservatrice: la scelta sulla legge
  elettorale è il pilastro di quell'accordo e intorno a quella
  scelta si è realizzata un'alleanza che ha visto prevalere le
  posizioni più conservatrici all'interno della bicamerale.  Gli
  sviluppi successivi, compreso quello di oggi, sono il
  risultato di quella scelta: certo sappiamo tutti che il
  risultato è debole, sul terreno dei poteri del Presidente
  della Repubblica ed anche su altri terreni (ne ha ricordati
  alcuni l'onorevole Berlusconi ed io vorrei rammentare fra gli
  altri temi quello dell'Europa).  Si può correggere la debolezza
  di questo risultato?  Forse sì, ma solo se il Polo abbandona il
  vincolo di schieramento, se il Polo cioè è disponibile a
  recuperare lo spirito costituente, il che vuol dire
  abbandonare il vincolo di schieramento.  E per essere
  espliciti, abbandonare il vincolo di schieramento vuol dire
  abbandonarlo su tutti i temi all'attenzione della nostra
  riforma, a partire dal tema della giustizia.
     E' possibile ridiscutere quel tema anche se si azzera
  l'accordo in materia elettorale, perché la debolezza del
  modello di oggi è il risultato di quella scelta in materia
  elettorale.  Altrimenti non si capisce quale sarebbe la
  coerenza di un Presidente della Repubblica forte, eletto con
  leggi elettorali ampiamente proporzionalizzate, addirittura
  con un Senato eletto con legge interamente proporzionale; non
  se ne comprenderebbe la coerenza.
     Se quindi il Polo intende rilanciare una sfida
  riformatrice, ci sono componenti all'interno del centro
  sinistra disponibili a raccogliere questa sfida.  Ma non se
  dietro questa sfida c'è solo il tatticismo della politica del
  giorno per giorno.  Se così fosse, nessuno potrebbe contare
  sulla nostra ingenuità: alla lunga, l'ingenuità sarebbe
  stupidità.  L'ingenuità è una virtù in democrazia, ma è una
  virtù possibile se, almeno in parte, è condivisa da più forze
  politiche.
     Può essere quindi utile, forse, una pausa di riflessione,
  per valutare se sia possibile riavviare un percorso comune.
  Questo richiede - lo ripeto - che si recuperi uno spirito
  costituente.  Questo richiede che si abbandoni il vincolo di
  schieramento, non solo all'interno del centro sinistra, come
  fin qui è stato, ma anche all'interno del centro destra.  Si
  può misurare l'abbandono di questo vincolo di schieramento su
  alcuni temi particolarmente sensibili, come quello della
  giustizia  (Applausi dei deputati del gruppo di rinnovamento
  italiano).
 
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