| NATALE D'AMICO. Signor Presidente, giunti ad un momento
delicato del nostro percorso, comunque esso evolva, è giusto
ricordare quali erano i requisiti necessari perché questo
percorso partisse e continuasse: spirito costituente, cioè la
condivisione ampia all'interno del Parlamento del desiderio di
cambiare la nostra Costituzione, possibilmente nella
collaborazione di un vasto arco di forze politiche; nessun
vincolo di maggioranza; tenere del tutto sganciate le
questioni alla nostra attenzione da quella del Governo del
paese, cioè anche dalla "politica politicante" del giorno per
giorno.
Rivendico a rinnovamento italiano e ai riformatori del
centro-sinistra l'essersi attenuti allo spirito costituente,
che vuol dire essere intervenuti sempre sul merito delle
questioni che erano all'attenzione. In molte occasioni, anche
politicamente rilevanti, abbiamo votato in modo difforme dalla
maggioranza politica alla quale apparteniamo, perché abbiamo
pensato che fosse opportuno giudicare nel merito le questioni.
In qualche modo, rivendico un'ingenuità, perché ritengo che
l'ingenuità sia un merito, una virtù della democrazia; che il
sistema democratico richieda un certo grado di ingenuità; che
la furbizia sia un male della politica italiana e diventi un
male particolarmente grave quando si parla di riforma delle
regole e di riforma della Carta fondamentale del paese.
Ebbene, uno dei limiti che oggi scontiamo nel nostro
processo è l'atteggiamento che il centro-destra ha tenuto
rispetto alle tre questioni che ho appena enunciato. Nella
sostanza, il centro-destra, nei momenti decisivi della
bicamerale, ha soffocato le differenze interne e si è
sostanzialmente attenuto ad un vincolo di schieramento: questo
ha indebolito il processo costituente e reso impossibile
quell'alleanza dei riformatori dei due poli presenti in
quest'aula che altrimenti sarebbe stata possibile. Dico
alleanza dei riformatori con rispetto per chi è conservatore
riguardo alla nostra Costituzione, che ha tanti meriti tra i
quali quello di aver consentito al nostro paese cinquant'anni
di progresso e di democrazia.
Tuttavia era possibile un'alleanza dei riformatori, di
coloro che pensano, senza rinnegare nulla di questi
cinquant'anni, che sia possibile fare passi avanti anche
attraverso cambiamenti delle regole. Un passaggio decisivo vi
è già stato ed oggi si ripropone sul tema del
semipresidenzialismo. Noi ricordiamo una decisione che certo
fu casuale: anche lì vi fu un eccesso di furbizia, poiché mi
pare che la lega abbia preso molti dei vizi della politica
italiana (Commenti del deputato Dozzo) ed uno dei vizi
più gravi, che è l'eccesso di furbizia, l'abbia appreso bene
calando dalle valli verso Roma. Ma è bene ricordare che a quel
punto vi era un'opportunità sulla quale ci siamo confrontati:
quella di proseguire con coerenza nella direzione indicata,
procedendo verso il modello che era implicito in molti di noi
quando fecero quella scelta, il modello del
semipresidenzialismo francese.
Su quel tema era possibile conseguire un'alleanza dei
riformatori in bicamerale, ma era ovvio che questo richiedeva
la coerenza dei sistemi elettorali, perché il sistema francese
si regge essenzialmente sul fatto che di norma la maggioranza
che elegge il Presidente della Repubblica è la stessa
maggioranza in Parlamento, nell'Assemblea nazionale, comunque
nella Camera politica. Ebbene, lì c'è stato il passaggio
decisivo e lì il Polo della libertà (che, ripeto, si è mosso
per lunga parte dei lavori della bicamerale come un'unica
falange, legata ad un vincolo di schieramento) ha scelto,
anziché una strada possibile, che era l'alleanza dei
riformatori, l'alleanza con le componenti più conservatrici
presenti all'interno del Parlamento e della bicamerale.
Il punto decisivo di quella scelta, è ovvio ma
ricordiamolo, è stato il momento in cui ha scelto una legge
elettorale
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sostanzialmente conservatrice: la scelta sulla legge
elettorale è il pilastro di quell'accordo e intorno a quella
scelta si è realizzata un'alleanza che ha visto prevalere le
posizioni più conservatrici all'interno della bicamerale. Gli
sviluppi successivi, compreso quello di oggi, sono il
risultato di quella scelta: certo sappiamo tutti che il
risultato è debole, sul terreno dei poteri del Presidente
della Repubblica ed anche su altri terreni (ne ha ricordati
alcuni l'onorevole Berlusconi ed io vorrei rammentare fra gli
altri temi quello dell'Europa). Si può correggere la debolezza
di questo risultato? Forse sì, ma solo se il Polo abbandona il
vincolo di schieramento, se il Polo cioè è disponibile a
recuperare lo spirito costituente, il che vuol dire
abbandonare il vincolo di schieramento. E per essere
espliciti, abbandonare il vincolo di schieramento vuol dire
abbandonarlo su tutti i temi all'attenzione della nostra
riforma, a partire dal tema della giustizia.
E' possibile ridiscutere quel tema anche se si azzera
l'accordo in materia elettorale, perché la debolezza del
modello di oggi è il risultato di quella scelta in materia
elettorale. Altrimenti non si capisce quale sarebbe la
coerenza di un Presidente della Repubblica forte, eletto con
leggi elettorali ampiamente proporzionalizzate, addirittura
con un Senato eletto con legge interamente proporzionale; non
se ne comprenderebbe la coerenza.
Se quindi il Polo intende rilanciare una sfida
riformatrice, ci sono componenti all'interno del centro
sinistra disponibili a raccogliere questa sfida. Ma non se
dietro questa sfida c'è solo il tatticismo della politica del
giorno per giorno. Se così fosse, nessuno potrebbe contare
sulla nostra ingenuità: alla lunga, l'ingenuità sarebbe
stupidità. L'ingenuità è una virtù in democrazia, ma è una
virtù possibile se, almeno in parte, è condivisa da più forze
politiche.
Può essere quindi utile, forse, una pausa di riflessione,
per valutare se sia possibile riavviare un percorso comune.
Questo richiede - lo ripeto - che si recuperi uno spirito
costituente. Questo richiede che si abbandoni il vincolo di
schieramento, non solo all'interno del centro sinistra, come
fin qui è stato, ma anche all'interno del centro destra. Si
può misurare l'abbandono di questo vincolo di schieramento su
alcuni temi particolarmente sensibili, come quello della
giustizia (Applausi dei deputati del gruppo di rinnovamento
italiano).
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