| FABIO MUSSI. Non è un giorno, signor Presidente, onorevoli
colleghi, né un mese che lavoriamo, ma più di un anno e oggi
si riapre una discussione in cui tutto viene rimesso in
dubbio. Il suo intervento, onorevole Berlusconi, ha - è
inutile nasconderlo - un sapore ultimativo. Credo sarebbe
grave se fosse un commiato, se precipitasse verso una rottura
definitiva, se alla fine si intendesse far fallire la riforma
costituzionale.
La bicamerale, il progetto di riforma costituzionale è
stato ed è una grande opportunità per il nostro paese; una
necessità storica, ci dicemmo in quest'aula quando discutemmo
le prime volte della legge istitutiva della bicamerale. Tante
volte ci siamo detti che l'Europa non è solo moneta, finanza
ed economia; l'Europa è anche sistema politico e istituzioni
di qualità europea. E quante parole, dal 1994, in quest'aula
sono state spese di critica della prima Repubblica, della sua
crisi, della sua degenerazione, di accusa contro quei
meccanismi della instabilità, del parlamentarismo confuso, del
consociativismo, che ad un certo punto hanno frenato e fermato
il nostro paese.
E' vero che ora qualcosa sta cambiando. Si sentono refoli
di vento più freddo. Se porgete bene le orecchie, colleghi, si
sentono cantare le sirene del neoproporzionalismo, del
neocentrismo. Le agenzie, onorevole Berlusconi, poco fa hanno
battuto la notizia che la prima telefonata di congratulazione
entusiasta per il suo intervento le è arrivata a quei banchi
dal senatore Cossiga (Applausi dei
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deputati del gruppo per l'UDR-CDU/CDR e del deputato
Sgarbi). Non so se sia vero, ma non sarei sorpreso.
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