| La Camera,
premesso che:
l'elevato valore del debito internazionale dei paesi
del Terzo Mondo e in generale dei paesi con un insostenibile
debito estero blocca il loro sviluppo e rende loro sempre più
difficile affrontare la cooperazione economica,
l'internazionalizzazione degli scambi economici;
le cause dell'aggravarsi del debito estero - con il
vertiginoso aumento dei tassi di interesse - sono da
individuare non solo nella debolezza delle economie nazionali,
ma soprattutto nel mutamento epocale nel frattempo avvenuto di
un'economia globalizzata;
considerato che:
il peso del debito estero internazionale non può
essere sostenuto esclusivamente dai paesi debitori, ma anche
dai paesi creditori per la comune appartenenza ad un sistema
di interdipendenze che ha favorito i più forti in modo
sproporzionato;
l'esistenza di numerosi segnali da parte di Stati,
Organismi e Istituzioni internazionali, di disponibilità per
dare una soluzione solidale del debito;
le iniziative e gli atti della Commissione Europea
prevedono un'azione coordinata di tutti i creditori allo scopo
di ridurre a livelli sostenibili l'onere del debito;
il recente summit dei G8 a Birmingham non ha
dato i risultati sperati e concretamente utili;
impegna il Governo
ad attivare ogni strumento utile, affinché vi sia il
massimo sostegno alla iniziativa della Commissione dell'Unione
Europea e successivamente in sede ONU;
a sostenere la cancellazione del debito in modo
controllato e progressivo, con procedure rapide e comunque
sotto la vigilanza di adeguati organi internazionali; in
particolare a correlare l'ammortamento del debito a politiche
di risanamento dell'ambiente e della ricostituzione
dell'ecosistema danneggiato o eccessivamente sfruttato;
a sostenere la campagna di sensibilizzazione, promossa
dal Consiglio ecumenico delle chiese, affinché l'anno 2000,
anno del Giubileo, possa rappresentare un momento qualificante
che riesca a spezzare le catene del debito estero e riaprire
per i paesi poveri una nuova fase storica di pari cooperazione
con i paesi ricchi;
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a rafforzare il ruolo dell'Italia nei paesi poveri del
sud Europa per giungere all'obiettivo di un mediterraneo
libero da debiti e da povertà.
(6-00049)
"De Benetti, Paissan, Leccese, Cento, Galletti, Gardiol,
Procacci, Boato".
(Testo così modificato nel corso della seduta)
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