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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


377838
SMC0355-0036
Bollettino Giunte e Commissioni n. 355 del 28 maggio 1998 - edizione definitiva - (SMC13-355)
(suddiviso in 127 Unità Documento)
Unità Documento n.36 (che inizia a pag.43 dello stampato)
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                  III COMMISSIONE PERMANENTE
                 (Affari esteri e comunitari)
 
 
IN SEDE REFERENTE
C4883. LAVCOMM
C4883.
Disegno di legge: Ratifica dei Protocolli del Trattato del Nord Atlantico per l'accesso della Polonia, della Repubblica ceca e dell'Ungheria (approvato dal Senato) (4883).
(Seguito dell'esame e conclusione).
Mario BRUNETTI. Marco PEZZONI. Mirko TREMAGLIA. Sandra FEI. Achille OCCHETTO, presidente. Fabio CALZAVARA. Giovanni BIANCHI. Il Sottosegretario Piero Franco FASSINO. Stefano MORSELLI. Dario RIVOLTA. Gabriele CIMADORO. Ramon MANTOVANI. Umberto RANIERI. Giuliano URBANI.
Giovedì 28 maggio 1998. - Presidenza del Presidente Achille OCCHETTO, indi del Vicepresidente Giuliano URBANI. - Interviene il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Piero Franco Fassino.
ZZSMC ZZRES ZZSMC280598 ZZSMC980528 ZZSMC000598 ZZSMC000098 ZZSMC355 ZZ13 ZZD ZZCN ZZC3 ZZRE ZZHH ZZII ZZFF
     La Commissione prosegue l'esame del disegno di legge.
 
     Mario BRUNETTI (gruppo rifondazione
  comunista-progressisti) rileva con preoccupazione come nel
  corso dell'esame in Commissione siano state espresse posizioni
  ispirate ad un fondamentalismo atlantico che appare
  decisamente superato.  Dichiara quindi che il suo gruppo è
  contrario all'allargamento della NATO poiché non ritiene
  possibile riproporre antiche divisioni dopo il tramonto della
  politica dei blocchi.  Ritiene che la NATO si configuri come
  una proiezione ideologica di una cultura del passato e come il
  braccio armato dell'occidente rispetto ai popoli del mondo.  Il
  permanere della NATO è inoltre in contrasto con l'obiettivo di
  trasformare l'ONU in una istituzione pacifica chiamata a
  rappresentare tutti i Paesi del mondo.  Ricorda la sistematica
  azione degli Stati Uniti volta a sminuire il ruolo dell'ONU e
  a determinare il fallimento delle missioni dell'Organizzazione
  a tutela della pace, al fine di esaltare la funzione di
  gendarme svolta dalla NATO.  Ritiene che la stessa
  proliferazione nucleare in Asia sia stata resa possibile dal
  depotenziamento delle Nazioni Unite.  Nel rilevare come il suo
  gruppo ponga problemi drammaticamente attuali, osserva come,
  dopo il nuovo ordine mondiale che si prefigurava negli anni
  scorsi, sia intervenuto un disordine internazionale crescente
  rispetto al quale la NATO si configura come lo strumento
  militare di controllo con particolare riferimento alle istanze
  dei popoli più poveri.  Dopo aver sottolineato la necessità di
  una diversa idea dello sviluppo economico, che rovesci la
  concezione mercantile alla base dell'attuale instabilità degli
  scenari mondiali, osserva come non abbia nulla di arcaico
  combattere contro la povertà e per la libertà dei popoli.
  Dichiara quindi che l'Italia potrebbe non partecipare al
  Comando militare unificato, non ospitare più le basi NATO su
  territorio nazionale e chiedere il rispetto del trattato di
  non proliferazione nucleare.  Ritiene che l'Europa
 
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  avrà un futuro se si rivelerà non subalterna agli Stati Uniti
  assumendo una posizione autonoma.
 
     Marco PEZZONI (gruppo democratici di sinistra-l'Ulivo)
  dichiara di non condividere l'analisi politica e la visione
  del fenomeno della globalizzazione di rifondazione comunista.
  Osserva quindi come l'intero centro-sinistra sia favorevole ad
  una riforma dell'ONU ispirata al principio del multipolarismo
  democratico e che non rappresenti la trasposizione dei
  rapporti di forza tra i diversi Paesi.  Osserva inoltre come i
  temi della pace e del disarmo siano due aspetti fondamentali
  della politica del Governo.  Ritiene che rispetto a
  rifondazione comunista le altre forze della maggioranza
  abbiano una diversa visione strategica ma che non siano
  questione i principi di fondo ai quali devono ispirarsi le
  relazioni internazionali.  La Commissione deve discutere della
  natura, della funzione e del ruolo storico della NATO, alla
  luce dei quali deve essere compreso il processo di
  allargamento.  Come ha ricordato il sottosegretario Fassino, le
  posizioni di rifondazione comunista non hanno pregiudicato in
  alcun modo la linea del Governo, che non si è mai discostato
  dal programma sulla quale ha ottenuto la fiducia.  Sottolinea
  quindi la dimensione e la responsabilità internazionale del
  Parlamento ed in particolare la sua proiezione europea,
  osservando come nelle questioni internazionali debba prevalere
  una logica di tipo costituente e non una logica di
  schieramento.  Il Parlamento deve assumersi nel suo insieme una
  responsabilità di carattere internazionale a prescindere dalla
  stessa posizione del Governo.  Osserva quindi come risulti allo
  stato necessario che le opposizioni votino a favore
  dell'allargamento della NATO.  Dopo aver ricordato come l'ONU
  non riesca a portare a termine alcune importanti riforme per
  la volontà delle grandi potenze di conservare la titolarità
  del diritto di veto nel Consiglio di sicurezza, rileva come
  sia tuttavia semplice propaganda contrapporre la NATO e l'ONU
  poiché in entrambe le organizzazioni figurano gli stessi
  protagonisti e prevalgono le medesime logiche.  Osserva inoltre
  come la NATO in Bosnia abbia dimostrato di svolgere una
  funzione insostituibile, dopo che l'ONU aveva fallito in
  quanto sprovvista delle tecnologie, della politica e
  dell' intelligence  all'altezza della situazione.  La NATO
  è peraltro intervenuta in Bosnia in accordo con la Russia e
  nel quadro della nuova forma di cooperazione definita
  partenariato per la pace.  Ritiene che le forze più attente ai
  nuovi equilibri mondiali dovrebbero governare le
  trasformazioni della NATO e la costituzione di una identità di
  difesa europea.  Anche le Nazioni unite devono comprendere la
  necessità di cambiare dando maggiore spazio a paesi come
  l'India che, non a caso, è risultata esposta alla tentazione
  nucleare.  Deve essere in ogni caso chiaro che la NATO si
  configura oggi come un'alleanza militare con un carattere
  sempre più politico e con l'obiettivo di garantire la
  stabilità e la sicurezza dell'intera Europa.
 
     Mirko TREMAGLIA (gruppo alleanza nazionale) ritiene che
  il Patto Atlantico rappresenti l'architettura di fondo del
  sistema di sicurezza italiano ed europeo fondata sui valori di
  libertà e di democrazia.  L'allargamento dell'Alleanza è
  l'espressione di tale politica che risulta strettamente legata
  all'Occidente e funzionale alla tutela della pace nel mondo.
  Osserva quindi come, nella maggioranza di un Governo che
  intende operare per questi fondamentali obiettivi, sia
  presente una forza politica che ad essi risulta invece
  assolutamente contraria.  Si chiede per quale ragione il
  Governo non avverta l'insostenibile peso di tale
  contraddizione, rilevando come, se è vero che il Parlamento
  riveste un rilievo internazionale, è altrettanto vero che non
  si può prescindere dal ruolo dei Governi.  Rifondazione
  comunista non è tra l'altro solo contro l'allargamento della
  NATO ma è radicalmente contraria alla NATO in quanto tale.
     La NATO è cambiata ed è stata avviata la costruzione del
  pilastro europeo dell'Alleanza.  Questo non è avvenuto in
 
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  contrasto con gli Stati Uniti, che anzi hanno promosso tale
  trasformazione.  La definizione di una componente europea
  nell'ambito dell'Alleanza ha coinciso con una più intensa
  partecipazione della Francia alla NATO.  Nel quadro di tale
  evoluzione appare del tutto naturale l'allargamento della NATO
  ai paesi europei che prima rientravano nell'orbita sovietica.
  Alla Russia è stato chiarito che non deve temere alcun
  accerchiamento e che l'Alleanza non ritiene che i rischi
  provengano da est, ma dal terrorismo, dagli estremismi
  religiosi e dalla proliferazione nucleare.  La NATO tiene
  inoltre conto del ruolo della Russia come grande potenza.  Non
  c'è del resto alcun automatismo nell'ingresso nella NATO dei
  paesi che prima aderivano al Patto di Varsavia e sussiste
  invece la necessità di individuare una strategia politica per
  la costruzione di un'Europa che guardi al Mediterraneo.
  Osserva come una politica estera del Governo sia oggi
  possibile solo perché il Polo adotta un atteggiamento
  responsabile a tutela della credibilità internazionale del
  paese, circostanza che si è verificata anche nel caso della
  missione in Albania.  Ritiene che in questo caso il Governo
  debba rivolgere un chiaro invito all'opposizione ad assumersi
  una responsabilità di carattere internazionale, esprimendo al
  contempo una netta presa di distanza nei confronti delle
  posizioni di rifondazione comunista.  Il Governo deve inoltre
  precisare che la sua richiesta è formulata nell'interesse
  dell'Italia e dell'Europa a vivere in pace e in sicurezza.
 
     Sandra FEI (gruppo alleanza nazionale) rileva come il
  Governo continui ad affrontare questioni gravi e importanti di
  politica estera con il sostegno dell'opposizione e senza
  risolvere un problema interno alla maggioranza.  Ritiene invece
  che tale problema andrebbe affrontato con senso di
  responsabilità per tutelare l'immagine internazionale
  dell'Italia.  Chiede quindi al Governo di chiarire le
  conseguenze dell'allargamento per quanto riguarda i rapporti
  con la Russia, anche in considerazione del fatto che non vi è
  stato ancora un riequilibrio geografico dell'Alleanza in
  direzione del Mediterraneo ed è anzi prevedibile un ulteriore
  allargamento verso est.  Chiede infine di chiarire quali siano
  i costi dell'allargamento per l'Italia e per gli altri paesi
  della NATO.
 
     Achille OCCHETTO,  presidente,  ritiene opportuno
  richiamare l'intenso lavoro svolto dalla Commissione con
  riferimento sia all'allargamento dell'Unione europea che
  all'allargamento della NATO.  La Commissione ha avuto infatti
  contatti estremamente rilevanti, svolgendo una funzione attiva
  di diplomazia parlamentare.  Ricorda in particolare come la
  Commissione abbia effettuato lo scorso anno una missione in
  Russia per verificare le ripercussioni in quel paese
  dell'allargamento della NATO.  In tale occasione la Commissione
  si è dichiarata unanimemente contraria ad un allargamento a
  macchia d'olio che prescindesse dai rapporti con la Russia,
  osservando come l'allargamento della NATO non potesse
  significare la continuità di un vecchio schieramento con
  l'effetto di isolare la Russia.  Ritiene che le preoccupazioni
  espresse a suo tempo dalla Commissione si siano rivelate
  pienamente giustificate, come è stato del resto dimostrato dai
  caratteri assunti dal processo di allargamento.  Ricorda
  inoltre come, in una recente missione in Polonia e nella
  Repubblica ceca, la Commissione abbia chiarito la posizione
  del Parlamento, ed in particolare di rifondazione comunista,
  nei confronti dell'allargamento.  Ritiene che, se non vi fosse
  un evidente problema di impostazione generale che investe la
  collocazione dell'Italia in ambito internazionale, sarebbe
  possibile chiedere a rifondazione comunista di elaborare di
  comune accordo un documento di indirizzo che accompagni
  l'approvazione del disegno di legge in esame.  Considera infine
  doveroso che il Governo risponda positivamente alla richiesta
  di alcuni gruppi di opposizione che lo invitano a chiedere in
  modo esplicito il loro sostegno.
 
     Fabio CALZAVARA (gruppo lega nord per l'indipendenza
  della Padania) dichiara
 
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  che il suo gruppo, pur riconoscendo alla NATO un ruolo
  indispensabile per la difesa della libertà, nutre talune
  perplessità in merito al processo di allargamento.  Ritiene che
  debbono essere attentamente valutati i cambiamenti intervenuti
  dopo la caduta del muro di Berlino e la fine della
  contrapposizione tra l'Alleanza e il Patto di Varsavia.  Non
  considera inoltre sufficienti le trasformazioni della NATO
  fino ad oggi intervenute, osservando come non tengano tra
  l'altro conto del processo di unificazione europea che
  comporta la definizione di una politica di difesa comune.
  Inoltre, la Russia, in conseguenza dell'allargamento, subirà
  una riduzione della sua capacità di influenza nei confronti
  dei paesi confinanti e questo rischia di pregiudicare la
  sicurezza europea.  Per tali ragioni, il suo gruppo si
  asterrà.
 
     Giovanni BIANCHI (gruppo popolari e
  democratici-l'Ulivo) ritiene che, dopo il crollo del muro di
  Berlino, l'allargamento rappresenti un passo ulteriore verso
  la definizione di un nuovo ordine internazionale.  Analogamente
  a quanto è avvenuto per la costruzione europea, dove il
  problema del rafforzamento della dimensione politica è stato
  posto dalla realizzazione della moneta unica, la dimensione
  politica della NATO è venuta in evidenza dopo che era stato
  definito un nuovo concetto di sicurezza europea.  Ritiene che
  rifondazione comunista debba riesaminare il proprio
  internazionalismo, che appare decisamente superato,
  collocandolo all'interno di un quadro europeo.  Considera
  infine evidenti le responsabilità delle opposizioni nei
  confronti della politica estera.
 
     Il Sottosegretario Piero Franco FASSINO con riferimento
  alla posizione di rifondazione comunista, osserva come il tema
  dell'allargamento vada affrontato a partire dall'attuale
  situazione della stabilità e della sicurezza in Europa e non
  in astratta coerenza con determinati convincimenti.  E' infatti
  evidente che la caduta del muro di Berlino non ha risolto i
  problemi di sicurezza e di stabilità in Europa e siano invece
  presenti nuove minacce e nuovi rischi.  E' inoltre necessario
  considerare la realtà dei paesi che aspirano ad entrare nella
  NATO, dove tale obiettivo è condiviso da tutte le forze
  politiche.  La Polonia, ad esempio, negli ultimi cento anni ha
  visto ripetutamente minacciata la propria sovranità da est e
  da ovest e l'ingresso nella NATO è ritenuto un essenziale
  elemento di stabilizzazione.  In Ungheria si è svolto un
  referendum in occasione del quale l'87 per cento dei cittadini
  si è espresso in favore dell'adesione all'Alleanza.  La
  stabilità e la sicurezza siano problemi multidimensionali che
  attengono agli equilibri politici ed economici e riguardano
  inoltre i diritti delle minoranze e la questione ambientale.
  C'è tuttavia una dimensione militare che non può essere elusa,
  come dimostra la realtà della Bosnia.
     Le vicende di questo secolo hanno chiarito come il
  rapporto transatlantico sia assolutamente essenziale per la
  sicurezza dell'Europa e come l'Europa abbia interesse a non
  alimentare le tendenze isolazioniste presenti negli Stati
  Uniti.  La NATO si avvia a divenire una garanzia di sicurezza
  per tutta l'Europa, superando la sua precedente fisionomia che
  si confaceva ad un sistema bipolare.  L'architettura di
  sicurezza dell'Europa non si risolve tuttavia nella sola NATO:
  bisogna attribuire il giusto rilievo all'OSCE, alla UEO ed
  alla politica estera e di sicurezza comune dell'Unione
  europea.  Nessuno intende assolutizzare il ruolo della NATO,
  che va collocata in un contesto di sicurezza più ampio.  Non
  ritiene conforme alla realtà rappresentare un'Europa
  subalterna agli Stati Uniti ed osserva come il problema della
  Russia sia stato affrontato con l'obiettivo di rassicurare
  tutti.  Lo strumento utilizzato è stato quello di un
  partenariato globale per garantire la sicurezza europea, al
  quale si è accompagnato l'impegno unilaterale della NATO a non
  collocare armamenti nucleari e reparti militari di altri Stati
  nei paesi che entreranno a far parte dell'Alleanza.  La
  sicurezza degli Stati baltici è stata inoltre
 
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  garantita attraverso la sottoscrizione di una Carta baltica
  con gli Stati Uniti.
     L'allargamento corrisponde ad un interesse generale del
  paese e quindi il Governo è impegnato affinché tale scelta
  venga sostenuta da uno schieramento di forze assai ampio, in
  modo da accrescere la credibilità internazionale del paese.
  L'invito rivolto alle opposizioni a votare a favore del
  disegno di legge in esame non ha quindi origine solo dagli
  equilibri parlamentari ma, in primo luogo, intende tutelare un
  interesse generale del paese e della politica estera italiana.
  Dopo aver osservato come la posizione di rifondazione
  comunista sia nota da tempo sottolinea come in politica estera
  non sia possibile negoziare le diverse scelte, definendo
  documenti che rappresentino un punto di mediazione.  Il Governo
  ritiene che la NATO costituisca un elemento essenziale per gli
  equilibri europei ed intende rappresentare al Parlamento tale
  posizione, auspicando che su di un tema di questo genere vi
  sia un voto comune con l'opposizione.  Il consenso
  dell'opposizione significa che tale scelta verrà onorata in
  futuro a prescindere dalla maggioranza che governerà il paese.
  Per tale ragione il Governo non ritiene che un voto favorevole
  dell'opposizione costituisca un motivo di imbarazzo quanto
  piuttosto una scelta conforme all'interesse del paese.  Esprime
  pertanto il suo più vivo apprezzamento per la disponibilità ad
  esprimere un voto favorevole manifestata dall'opposizione.  Per
  quanto concerne i costi dell'allargamento, si riserva di far
  pervenire alla Commissione una documentazione in merito.
 
     Stefano MORSELLI (gruppo alleanza nazionale)
  intervenendo per dichiarazione di voto, osserva come il suo
  gruppo, in materia di politica estera, abbia sempre dimostrato
  un profondo senso di responsabilità.  Tale atteggiamento induce
  oggi la forza politica alla quale appartiene a distinguere in
  modo netto la propria posizione da quella di rifondazione
  comunista, facendo prevalere gli interessi generali del paese
  sulle logiche di schieramento.  Questo, del resto, è
  costantemente avvenuto anche nei momenti di più forte
  contrapposizione politica.  Nel ringraziare il Sottosegretario
  Fassino per aver sostenuto che occorre una maggioranza più
  vasta a garanzia della credibilità del paese, osserva tuttavia
  come occorra esprimere apprezzamento per la condotta delle
  opposizioni e non limitarsi a prenderne atto.  Il suo gruppo
  apre una linea di credito senza tuttavia sottoscrivere una
  cambiale in bianco, ed esprimerà un voto favorevole in attesa
  che in Assemblea possa essere esaminato un ordine del giorno
  che rappresenti un documento forte volto a sottolineare la
  posizione pressoché unanime del Parlamento e del Governo
  italiani.
 
     Dario RIVOLTA (gruppo forza Italia) intervenendo per
  dichiarazione di voto, ringrazia il deputato Pezzoni e il
  Sottosegretario Fassino per le valutazioni espresso in merito
  al provvedimento e ai rapporti tra maggioranza e opposizione.
  Apprezza la disponibilità del Governo a far pervenire alla
  Commissione una documentazione relativa ai costi
  dell'allargamento, osservando come sarà opportuno chiarire se,
  per quanto riguarda l'Italia, gli oneri saranno posti o meno a
  carico del bilancio del Ministero della difesa.  Rileva come la
  questione dell'allargamento non si risolverà al momento del
  voto in Assemblea, osservando come anche in futuro il Governo,
  specie per quanto riguarda le implicazioni finanziarie,
  necessiterà del conforto del Parlamento.  Giudica alquanto
  singolare il comportamento di rifondazione comunista, che
  sostiene il Governo pur esprimendo posizioni nettamente
  diverse in materia di politica estera.  Nel rilevare infine
  come il Governo non abbia ancora fornito tutti i chiarimenti
  politici richiesti, preannuncia l'astensione del suo
  gruppo.
 
     Gabriele CIMADORO (gruppo per l'UDR-Cristiani
  democratici uniti cristiani democratici per la Repubblica)
  ricorda come, nel corso della missione a Mosca ricordata dal
  presidente, fosse stato possibile
 
                              Pag. 48
 
  approfondire tutte le implicazioni del processo
  dell'allargamento.  Dichiara quindi che l'invito rivolto alle
  opposizioni dal rappresentante del Governo ha indotto anche il
  suo gruppo ad esprimere un voto favorevole.  Concorda tuttavia
  in merito all'opportunità di approvare in Assemblea un ordine
  del giorno che impegni in modo significativo il Governo.
 
     Fabio CALZAVARA (gruppo lega nord per l'indipendenza
  della Padania) dichiara che i chiarimenti del rappresentante
  del Governo non hanno fugato le perplessità da lui in
  precedenza espresse, ribadendo l'astensione del suo gruppo.
 
     Ramon MANTOVANI (gruppo rifondazione comunista
  progressisti) nel rilevare come le posizioni del suo gruppo
  siano state travisate, concorda in merito alla necessità dei
  paesi europei di garantire la propria sicurezza, ma non
  comprende perché ciò debba avvenire attraverso le forze armate
  e le basi militari degli Stati Uniti.  In tal modo, per
  realismo e pragmatismo, si finisce con l'accettare una
  configurazione unipolare del mondo.  Ritiene che l'insuccesso
  delle Nazioni Unite in Bosnia sia stato determinato
  dall'azione degli Stati Uniti, che costantemente si rifiutano
  di porre propri reparti sotto il comando delle Nazioni Unite.
  A Dayton sono state attribuite forti compensazioni ai
  nazionalismi in campo, realizzando obiettivi di pacificazione
  assai limitati.  Si continua più in generale con una politica
  dei due pesi e delle due misure: sui serbi si esercitano
  pressioni per il Kossovo mentre si continua a premiare la
  Turchia che sta attuando un genocidio nei confronti del popolo
  curdo.  L'Europa non avrà mai una propria politica estera fino
  a quando gli strumenti militari rimarranno appannaggio della
  NATO.  Il suo gruppo ha compiuto un vero e proprio strappo
  votando a favore della ratifica del Trattato di Amsterdam e
  dichiarandosi favorevole alla moneta unica.  Proprio il valore
  dell'Europa lo induce tuttavia a ritenere che l'Europa debba
  garantire in modo autonomo la propria sicurezza attraverso una
  riforma dell'OSCE.  Non ritiene che la NATO sia legittimata ad
  imporre la propria volontà nel mondo attraverso la nuova
  dottrina che si è data.  Preannuncia quindi il voto contrario
  del suo gruppo, dichiarando che un voto contrario del Polo non
  avrebbe comunque modificato la posizione di rifondazione
  comunista.
 
     Umberto RANIERI (gruppo democratici di
  sinistra-l'Ulivo) intervenendo per dichiarazione di voto,
  osserva come la NATO non sia oggi protagonista di una politica
  di potenza e di contrapposizione tra i blocchi, sottolineando
  come la politica dell'Alleanza sia invece caratterizzata dalla
  partnership  europea.  Ritiene che le posizioni di
  rifondazione comunista, anche se note da tempo, costituiscano
  un problema politico e non una questione di ordinaria
  amministrazione.  Osserva che quanto sono in gioco questioni
  che investono la collocazione internazionale del paese deve
  essere ricercato il più ampio consenso in ambito parlamentare.
  Per questo non può che essere valutata positivamente la scelta
  compiuta dalle forze di opposizione che, considerata la
  posizione fino ad ora espressa da rifondazione comunista,
  risulta indispensabile ai fini dell'approvazione del
  provvedimento in esame.  La NATO è parte di un disegno di
  sicurezza più vasto che ricomprende l'ONU, l'UE e l'OSCE e che
  vede la Russia partecipare alle scelte di carattere
  internazionale.  La prospettiva non è quella di accrescere la
  sicurezza di una parte contro l'altra ma di assicurare la
  stabilità a livello generale.  Rifondazione comunista espone
  una vecchia logica quando parla degli Stati Uniti come di un
  gendarme, di un'Europa subalterna e di un mondo dominato dalla
  tracotanza militarista americana.  Il ruolo dell'Unione europea
  non è in contrapposizione con gli Stati Uniti e l'Alleanza
  Atlantica e la prospettiva dell'allargamento non contraddice
  il ruolo centrale che va riconosciuto alla Russia.  I paesi
  interessati all'allargamento torneranno a fare parte
  dell'Europa e di una dimensione di sicurezza europea.
 
                              Pag. 49
 
     Giuliano URBANI (gruppo forza Italia) dà conto dei
  pareri favorevoli espressi dalle Commissioni affari
  costituzionali, bilancio e difesa.  Osserva come il relatore
  potrà tenere conto nella relazione dei dati che il Governo si
  è impegnato a fornire in merito ai costi dell'allargamento.
     La Commissione dà quindi mandato al relatore di riferire
  favorevolmente all'Assemblea e procede quindi alla nomina del
  Comitato dei nove, riservandosi il Presidente di indicarne i
  componenti sulla base delle designazioni dei gruppi.
 
     La seduta termina alle 12,05.
 
DATA=980528 FASCID=SMC13-355 TIPOSTA=SMC LEGISL=13 NCOMM=03 SEDE=RE NSTA=0355 TOTPAG=0271 TOTDOC=0127 NDOC=0036 TIPDOC=B DOCTIT=0000 COMM=C3 D CN PAGINIZ=0043 RIGINIZ=001 PAGFIN=0049 RIGFIN=011 UPAG=NO PAGEIN=43 PAGEFIN=49 SORTRES=9805283 SORTDDL= FASCIDC=13SMC 00355 SORTNAV=59805280 00355 b00000 ZZSMC355 NDOC0036 TIPDOCB DOCTIT0036 NDOC0036



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