| Il sottosegretario Giovanni RIVERA, rispondendo
all'interrogazione in titolo, osserva che a seguito della
ristrutturazione del deposito munizioni terminata nel 1994 si
rende necessario adeguare la relativa servitù a quanto
disposto dal testo unico delle leggi di pubblica sicurezza e
dalla normativa che regola il settore, costituita dalla legge
24 dicembre 1976, n. 898 "Nuova regolamentazione delle servitù
militari" e dal regolamento di esecuzione della legge
approvato con decreto del Presidente della Repubblica 17
dicembre 1979, n. 780, e dalla legge 2 maggio 1990, n. 104,
che modifica ed integra la legge n. 898 del 1976.
In particolare, l'articolo 1 della richiamata legge 898
del 1976 stabilisce che in vicinanza delle opere ed
installazioni permanenti e semipermanenti di difesa degli
aeroporti, degli impianti e delle installazioni radar il
diritto di proprietà può essere soggetto a limitazioni secondo
le norme stabilite dalla legge stessa.
Tale adeguamento, peraltro assai modesto e contenuto
rispetto ad un precedente progetto che prevedeva vincoli fino
a 1000 metri, comporta limitazioni rigorose soltanto nella
fascia di 100 metri a ridosso del deposito stesso, mentre per
la fascia fino a 500 metri, i divieti sono finalizzati ad
impedire il proliferare di nuovi insediamenti senza
interferire con le attività economiche svolte dai proprietari
dei fondi interessati.
Inoltre, riducendo la capacità di immagazzinamento del
deposito al fine di limitare al minimo i disagi della
popolazione derivanti dalla servitù suddetta, si è anche
individuata la possibilità di consentire il mantenimento del
tracciato ed il previsto ampliamento della strada provinciale
n. 19 che si snoda nelle immediate vicinanze della base e che
costituisce uno dei problemi viari più importanti.
Questa soluzione è stata peraltro approvata a larghissima
maggioranza, con un solo voto contrario (uno su quattordici
membri), nella riunione del Comitato misto paritetico
(COMIPAR) per la regione Lombardia del 19 febbraio 1997. Il
Comitato è composto da cinque rappresentanti del Ministero
della difesa, un rappresentante del Ministero del tesoro, un
rappresentante del Ministero delle finanze e sette
rappresentanti della regione e si riunisce ogni sei mesi a
richiesta del Comandante militare territoriale o del
presidente della regione.
Per tali considerazioni è dell'avviso che quanto posto in
essere dall'Amministrazione della Difesa, nel pieno rispetto
del quadro legislativo che regola la materia, abbia tenuto nel
debito conto le esigenze delle popolazioni locali.
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Per quanto attiene al menzionato inquinamento acustico, in
sede di Comitato misto paritetico è stato affrontato il
problema nelle sue linee generali, anche perché esso è di
interesse per tutti gli aeroporti militari. In merito è stato
demandato il coordinamento e concerto alla regione Lombardia
per la monitorizzazione delle indagini tecniche sulle zone
adiacenti agli aeroporti militari e per l'individuazione degli
accorgimenti più opportuni per ridurre l'impatto di tale
fenomeno.
In sede locale, per quanto di pertinenza dell'Aeronautica
militare, sono, comunque, già state introdotte misure di
contenimento di detto inquinamento quali l'innalzamento delle
quote dei circuiti aeroportuali, la scelta di rotte di arrivo
e di partenza tali da evitare il sorvolo di centri abitati, la
riduzione delle fasce orarie per le missioni ordinarie e
l'utilizzazione di soppressori di rumore durante
l'effettuazione delle "prove motore". Ulteriori misure anti
rumore di tipo procedurale appaiono al momento inattuabili, a
meno di inaccettabili penalizzazioni sul piano della
sicurezza.
In merito all'auspicata riconversione delle strutture
militari fa presente che in un'ottica di massima disponibilità
la Difesa ha sottoscritto, in data 19 maggio 1998, un
protocollo di intesa con il Ministero dei trasporti e della
navigazione, il Ministero dell'ambiente, gli enti locali
interessati e la Società aeroporto "Valerio Catullo" di Verona
Villafranca. Con tale protocollo si è concordato di avviare le
procedure per il cambio di status dell'aeroporto di
Montichiari, da militare a civile, attraverso il passaggio del
sedime dell'aeroporto stesso al demanio del Ministero dei
trasporti e della navigazione e la successiva assegnazione in
uso all'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC), ai sensi
dell'articolo 8 del decreto legislativo 25 luglio 1997, n.
250, previa rilocazione, preferibilmente nello stesso sedime,
delle attività e funzioni del Reparto riparazioni e
rifornimento missili contraerei dell'Esercito e, in altra sede
operativamente idonea, delle restanti attività e funzioni del
l'Amministrazione della Difesa con oneri a carico della
società cui sarà affidata la gestione dell'aeroporto.
Trattandosi di infrastrutture della NATO, sono state
avviate altresì le necessarie procedure per acquisire il
parere favorevole degli organi responsabili dell'Alleanza.
Domenico Paolo ROMANO CARRATELLI (gruppo popolari e
democratici-l'Ulivo), replicando per l'interrogazione in
titolo anche da lui sottoscritta, si dichiara parzialmente
soddisfatto perché il Governo non ha dato risposte precise ai
quesiti posti. Pur comprendendo la logica degli interventi
illustrati, ritiene che si sarebbe potuto riconsiderare la
realtà militare dell'aeroporto. Del resto rimangono non
soddisfatte numerose istanze dei cittadini residenti
nell'area, rispetto alle quali invita il Governo a rendere i
necessari chiarimenti alle Amministrazioni locali
interessate.
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