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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


377908
SMC0355-0106
Bollettino Giunte e Commissioni n. 355 del 28 maggio 1998 - edizione definitiva - (SMC13-355)
(suddiviso in 127 Unità Documento)
Unità Documento n.106 (che inizia a pag.221 dello stampato)
             ...XIII COMMISSIONE PERMANENTE
                        (Agricoltura)
 
 
...INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE
5 - 04511; 5 - 04512; 5 - 04513; 5 - 04514; 5 - 04515. LAVCOMM
5 - 04511; 5 - 04512; 5 - 04513; 5 - 04514; 5 - 04515.
5-04511 Paolo RUBINO (27 maggio 1998); 5-04512 LOSURDO ed altri (27 maggio 1998); 5-04513 FERRARI (27 maggio 1998); 5-04514 SCARPA BONAZZA BUORA e de GHISLANZONI CARDOLI (27 maggio 1998); 5-04515 PECORARO SCANIO (27 maggio 1998): Sugli interventi del Fondo di solidarietà nazionale
Alfonso PECORARO SCANIO, presidente. Stefano LOSURDO. Il Sottosegretario Roberto BORRONI. Paolo RUBINO. Francesco FERRARI. Giacomo de GHISLANZONI CARDOLI.
Giovedì 28 maggio 1998. - Presidenza del presidente Alfonso PECORARO SCANIO. - Interviene il Sottosegretario per le politiche agricole Roberto Borroni.
ZZSMC ZZRES ZZSMC280598 ZZSMC980528 ZZSMC000598 ZZSMC000098 ZZSMC355 ZZ13 ZZD ZZC13 ZZNO ZZXX ZZFF
     Alfonso PECORARO SCANIO,  presidente,  avverte che
  la pubblicità dei lavori verrà assicurata anche mediante
  impianti audiovisivi a circuito chiuso.
     L'ordine del giorno reca lo svolgimento delle
  interrogazioni a riposta immediata in Commissione sugli
  interventi del Fondo di solidarietà nazionale.  Sono state
  presentate cinque interrogazioni dai gruppi alleanza
  nazionale, democratici di sinistra l'Ulivo, popolari e
  democratici l'Ulivo, forza Italia e misto-verdi l'Ulivo.
  Ricorda che è in facoltà di ogni presentatore illustrare
  l'interrogazione per non più di un minuto.  Il rappresentante
  del Governo ha a disposizione tre minuti per ogni risposta.
  Successivamente, l'interrogante o altro deputato del medesimo
  gruppo ha diritto di replicare, per non più di due minuti.
     Chiede all'onorevole Losurdo se intenda illustrare
  l'interrogazione di cui è primo firmatario.
 
     Stefano LOSURDO (alleanza nazionale), illustrando
  l'interrogazione n. 5-04511, rileva che essa evidenzia alcune
  urgenze e necessità: in primo luogo, a seguito dei
  catastrofici eventi verificatisi in Campania, si rende
  necessario emanare specifiche disposizioni normative e di
  intervento e specifici finanziamenti ad integrazione di quanto
  previsto e delle procedure indicate dalla legge n. 185 del
  1992, sul Fondo di solidarietà nazionale.  Il disastro un
  Campania è stato favorito anche dalla trascuratezza degli enti
  locali, che non hanno tenuto alcun conto delle disposizioni
  recate dal regolamento di contabilità dello Stato e degli enti
  pubblici in merito all'obbligatorietà di elaborare piani di
  gestione delle proprietà boschive e silvo-pastorali.  Tale
  regolamento, pur risalendo al 1923, è ancora vigente ma
  purtroppo non prevede alcuna sanzione in caso di mancato
  rispetto.  Auspica che le regioni intervengano nei confronti
  degli enti locali inadempienti, come pare sia avvenuto in
  Campania.
 
     Il Sottosegretario Roberto BORRONI, rispondendo
  all'interrogazione n. 5-04511, osserva che a seguito delle
  piogge alluvionali del 4 e 5 maggio scorso, si è verificato un
  collassamento dei terreni e delle zone collinari e montane
  sovrastanti i comuni di Sarno, Siano e Bracigliano, in
  provincia di Salerno, di Quindici, in provincia di Avellino e
  di San Felice a Cancello, in provincia di Caserta.
     Nelle aree colpite sono stati immediatamente attivati gli
  interventi di emergenza, tuttora in corso.
     Le cause delle frane e del grave disastro sono
  indubbiamente molteplici e tutte in fase di accertamento,
  anche ai fini della realizzazione delle opere necessarie alla
  salvaguardia delle popolazioni esposte al pericolo.
     Non è possibile pertanto, allo stato attuale, affermare
  che gli eventi calamitosi siano da imputare ai disboscamenti o
  agli incendi boschivi.  E' da ritenere infatti che i motivi del
  dissesto siano più complessi, essendosi manifestato un
  inaspettato repentino collassamento della materia di origine
  vulcanica depositata sulle rocce calcaree, che scendendo
  impetuosamente
 
                              Pag. 222
 
  a valle, ha travolto terreni, coltivazioni, civili abitazioni
  ed interi centri abitati.
     Anche le aree agricole sono state coinvolte nel disastro.
  In base ai primi rilievi effettuati dagli organi tecnici
  regionali è emerso che i danni più gravi si sono verificati
  nei comuni di Quindici, Avella e Montoro Inferiore della
  provincia di Avellino, e nei comuni di Sarno, Siano e
  Bracigliano, della provincia di Salerno.
     Gli interventi di emergenza avviati immediatamente dalla
  protezione civile sono operativi in tutto il comprensorio
  colpito, comprese le aree agricole.  L'ordinanza emanata dal
  Governo lo scorso 21 maggio prevede, per la immediata ripresa
  delle attività produttive, comprese quelle agricole,
  zootecniche ed agroindustriali, l'erogazione a favore di
  ciascuna impresa di contributi fino a 300 milioni a titolo di
  anticipazione su future erogazioni per la rinascita delle aree
  colpite.
     Nei casi compatibili con gli interventi dell'ordinanza,
  saranno attivate anche le provvidenze del Fondo di solidarietà
  nazionale, non appena perverranno le proposte formali dalla
  regione Campania.
 
     Stefano LOSURDO (Alleanza nazionale), replicando per
  l'interrogazione di cui è primo firmatario, si dichiara
  parzialmente soddisfatto della risposta ricevuta rilevando che
  il recente disastro avvenuto in Campania ha colpito le zone
  dove si è proceduto ad un'ampia deforestazione mentre quelle
  lasciate intatte non sono state colpite da nessuno
  smottamento.  Considera fideistico puntare esclusivamente sulla
  legge n. 185 del 1992, augurandosi che il Ministero ed il
  Governo intervengano anche per far rispettare il regolamento
  di contabilità citato nell'intervento illustrativo.
 
     Alfonso PECORARO SCANIO,  presidente,  chiede
  all'onorevole Rubino se intenda illustrare l'interrogazione di
  cui è firmatario.
 
     Paolo RUBINO (democratici di sinistra-l'Ulivo),
  illustrando l'interrogazione 5-04512, osserva che essa è
  articolata e complessa e fa propria la grave preoccupazione
  degli agricoltori pugliesi per l'inadeguatezza della legge n.
  185 del 1992.  Da ben 12 anni si verificano danni puntualmente
  riconosciuti e mai ristorati, con il rischio, per numerose
  aziende, di andare incontro al fallimento.  Chiede pertanto al
  Governo se non sia possibile accelerare i tempi di riforma
  della legge, emanando nel frattempo un decreto che contempli
  l'assegnazione delle somme relative ai danni accertati
  direttamente ai comuni interessati dalle calamità naturali.
     Il Sottosegretario Roberto BORRONI, rispondendo
  all'interrogazione 5-04512, dichiara che al verificarsi di
  eventi calamitosi eccezionali, su proposta deliberata dalla
  Giunta regionale territorialmente competente, sono attivabili,
  nelle aree colpite, gli interventi contributivi a creditizi
  del Fondo di solidarietà nazionale, di cui alla legge 14
  febbraio 1992, n. 185.
     Al ricevimento delle proposte regionali il Ministero per
  le politiche agricole avvia immediatamente l'istruttoria di
  competenza, secondo quanto previsto dall'articolo 2, comma 2,
  della legge stessa e, in presenza dei requisiti di legge,
  emette il decreto di declaratoria dell'evento dannoso,
  attivando gli interventi di soccorso del Fondo di solidarietà
  nazionale, la cui spesa grava sulle risorse finanziarie
  annuali del Fondo stesso.
     A favore delle aziende agricole danneggiate, oltre alla
  provvidenze contributive e creditizie intese a favorire la
  ripresa dell'attività produttiva, e alla proroga delle
  operazioni di credito agrario, è concesso anche l'esonero
  parziale dai contributi agricoli unificati fino al 50 per
  cento, in relazione all'entità del danno.
     Le sofferenze bancarie, favorite indubbiamente dal credito
  di soccorso, hanno radici molto più profonde e vanno
  inquadrate in un malessere generale dell'agricoltura italiana,
  ed imputate anche alle indiscriminate agevolazioni creditizie
  del passato, che hanno spinto le aziende agricole verso un
  notevole indebitamento, senza un'attenta verifica dei piani di
  ammortamento.
 
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     Al momento attuale, dopo il crollo dei tassi di interesse,
  ritiene che possa essere comunque condotta una decisa azione
  per la rinegoziazione dell'esposizione delle aziende agricole
  nei confronti degli istituti di credito.
     Riguardo alle calamità verificatesi in Puglia, il
  Ministero ha sempre attentamente valutato le proposte
  regionali, ed in presenza delle condizioni previste dalla
  legislazione sul Fondo, ha emesso i relativi provvedimenti di
  declaratoria degli eventi avversi, trasferendo successivamente
  nel bilancio regionale le risorse finanziarie per la copertura
  della spesa.
     Per le gelate del marzo scorso, che hanno compromesso gli
  impianti agrumicoli in vasti territori della provincia di
  Taranto, ed in altre aree limitrofe, si è in attesa della
  proposta regionale per l'attivazione degli interventi del
  Fondo nelle aree colpite.
     Per quanto riguarda i lamentati ritardi nella emanazione
  dei provvedimenti autorizzativi della copertura assicurativa
  agevolata per il 1998, fa presente che essi sono dovuti
  essenzialmente agli analoghi ritardi con cui le regioni hanno
  espresso i pareri di competenza.  Infatti, nel primo decreto di
  individuazione, per aree omogenee, delle colture e delle
  avversità assicurabili al mercato agevolato, emesso in data 5
  marzo 1998, non è compresa la regione Puglia, per la
  indisponibilità dei relativi elementi conoscitivi.  Solo
  successivamente, al ricevimento degli indispensabili atti
  dalla regione Puglia e da altre regioni ritardatarie, è stato
  possibile emettere il decreto integrativo in data 25 marzo
  1998.
     Espletata questa prima fase operativa, è stato possibile
  passare a quella successiva di elaborazione dei parametri
  contributivi, che sono stati approvati con decreto del 23
  aprile 1998, e che sono ora consultabili anche su internet.
     Poiché i parametri contributivi hanno la sola funzione di
  quantificazione del contributo sul premio assicurativo, non
  possono essere in alcun modo considerati delle pseudo-tariffe
  da porre a base di riferimento per la contrattazione con le
  imprese di assicurazione, per non incorrere in una grave
  infrazione censurabile dall'autorità garante della concorrenza
  e del mercato.
     Nel calcolo dei parametri, che sono il frutto della
  elaborazione informatica di oltre 350.000 dati, sono state
  pienamente rispettate le regole stabilite dal decreto del
  Presidente della Repubblica n. 324 del 1996.  Fa osservare,
  inoltre, che difficilmente i parametri possono coincidere con
  le tariffe che derivano da una contrattazione di mercato a
  livello provinciale tra i Consorzi di difesa e le compagnie di
  assicurazione.  Il risultato della contrattazione è da
  attribuire anche alla capacità contrattuali; nelle province in
  cui è stato condotta una buona contrattazione le differenze
  sono contenute e in alcuni casi i parametri sono più elevati
  delle tariffe, pur avendo il Ministero adottato il medesimo
  criterio di calcolo in tutte le aree omogenee del territorio
  nazionale.
     Appare del tutto evidente, invece, che in alcune province
  sono le tariffe ad essere troppo elevate, superando spesso il
  25 per cento.  E' infatti inaccettabile che un quarto della
  produzione venga spesa per la copertura assicurativa.
     In poco più di 25 anni di operatività dell'assicurazione
  agevolata, le compagnie di assicurazione hanno incassato premi
  per oltre 5.800 miliardi ed hanno pagato risarcimenti per
  circa 4000 miliardi, con un attivo a loro favore di 1.800
  miliardi, che dovrebbe essere "restituito" ai produttori con
  una ulteriore consistente riduzione delle tariffe.  E' da
  tenere presente invece che un aumento dei parametri
  favorirebbe tariffe alte, a tutto vantaggio delle Compagnie di
  assicurazione.
 
     Paolo RUBINO (democratici di sinistra-l'Ulivo),
  replicando per l'interrogazione di cui è firmatario, ringrazia
  il rappresentante del Governo per l'impegno e la precisione
  impiegati nella risposta.  A fronte della carenze della regione
  e alla gravità della situazione, auspica sia possibile
  convocare per un incontro presso la Commissione tutti i
  soggetti interessati per
 
                              Pag. 224
 
  avviare a soluzione una vicenda con evidenti e notevoli
  ripercussioni economiche sulle aziende.
 
     Alfonso PECORARO SCANIO,  presidente,  comunica che
  la richiesta dell'onorevole Rubino potrà essere valutata
  nell'imminente riunione dell'ufficio di presidenza.
     Chiede all'onorevole Ferrari se intenda illustrare
  l'interrogazione di cui è firmatario.
 
     Francesco FERRARI (popolari e democratici-l'Ulivo) dà
  per illustrata l'interrogazione n. 5-04513.
     Il Sottosegretario Roberto BOR-RONI, rispondendo
  all'interrogazione n. 5-04513, rileva che dopo la
  liberalizzazione del mercato assicurativo agricolo introdotta
  con il decreto del Presidente della Repubblica n. 324 del
  1996, e l'eliminazione di ogni forma di monopolio
  assicurativo, grazie anche all'intervento decisivo
  dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, a
  partire dal 1996 le tariffe hanno subìto una consistente
  riduzione.
     Contando su una ulteriore diminuzione tariffaria, dal
  momento che le compagnie in oltre 25 anni di assicurazione
  agevolata hanno accumulato utili per oltre 1.800 miliardi, e
  tenendo conto di una disponibilità di bilancio per il 1998 di
  195 miliardi, rispetto ai 130 miliardi effettivi dell'anno
  precedente, nella corrente campagna agraria è stato possibile
  estendere la copertura dei rischi della grandine ad altre
  colture, che sono passate da 27 a 43; nel contempo sono state
  estese le aree di intervento.  Sono state, inoltre, introdotte
  per la prima volta altre avversità assicurabili al mercato
  agevolato, quali grandine e vento, brina e gelo, prima
  limitate a poche aree sperimentali, e siccità.
     Anche se dopo la liberalizzazione del mercato le tariffe
  si sono abbassate, è da tenere presente che esse sono rimaste
  pur sempre alte, essendo i livelli di partenza molto elevati,
  con punte, fino al 1995, del 30-35 per cento.
     In due anni di operatività della nuova normativa, anche
  per effetto della parametrazione ministeriale, ai fini della
  concessione del contributo sul premio assicurativo, le tariffe
  sono state abbastanza ridimensionate, pur permanendo in alcune
  province punte molto elevate.
     Le compagnie di assicurazione fanno resistenza ad
  abbassare le tariffe, contando proprio sul contributo pubblico
  che abbatte i costi a carico dell'agricoltore.
     Per ovviare a questo grave inconveniente, che se non ben
  controllato, potrebbe vanificare l'efficacia dell'intervento
  pubblico, il Ministero ha fissato per il 1997 un tetto massimo
  del 15 per cento per il calcolo del contributo, ritenendo che
  la tariffa in nessun caso dovrebbe superare il 15 per cento
  del valore della produzione assicurata.  Inoltre, per non
  discostarsi dalla tariffa contrattata, nella determinazione
  dei parametri si è tenuto conto dei costi medi effettivi
  dell'anno precedente, oltre al rapporto sinistri premi, in
  conformità a quanto stabilito dal decreto del Presidente della
  Repubblica n. 324 del 1996.
     Per le nuove avversità ammesse per la prima volta al
  mercato agevolato, per le quali non si disponeva di dati
  conoscitivi, non essendovi stata in passato alcuna copertura
  assicurativa, nemmeno al mercato libero, i parametri sono
  stati stabiliti tenendo conto delle migliori contrattazioni
  effettuate dai consorzi di difesa, nonché della frequenza
  delle singole avversità rilevate dalle proposte regionali di
  declaratoria degli anni scorsi.
     E' da tenere presente che, in base alla vigente normativa,
  difficilmente si potrà verificare la coincidenza tra parametro
  e tariffa, dal momento che il primo deriva da una elaborazione
  di elementi statistici tenendo anche conto delle risorse
  finanziarie disponibili, mentre il secondo è il risultato di
  una contrattazione che risente fortemente della capacità
  contrattuali dei contraenti e della concorrenzialità di
  mercato.  Per
 
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  questo motivo è stata data ampia libertà contrattuale al
  singolo produttore, che rivolgendosi alla compagnia di fiducia
  potrebbe spuntare condizioni più favorevoli di quelle
  contrattate dal consorzio di appartenenza.
     L'estensione della copertura assicurativa agevolata anche
  alle colture a più basso rischio comporterebbe una ulteriore
  riduzione dei parametri, per garantire a tutti gli assicurati
  un contributo equo.
 
     Francesco FERRARI (popolari e democratici-l'Ulivo),
  replicando per l'interrogazione n. 5-04513, si dichiara
  parzialmente soddisfatto della risposta ricevuta, dal momento
  che riscontra l'esistenza di due casi.  Il primo concerne i
  consorzi che hanno indetto regolari aste: in tale evenienza
  l'assicurazione non può essere affidata a compagnie che non
  hanno partecipato all'asta perché ci si troverebbe di fronte
  ad un atto di concorrenza sleale.  Il secondo caso riguarda
  l'introduzione dell'assicurabilità per brina e gelo e per
  l'uva, per le quali è previsto un contributo troppo basso
  rispetto ai costi.
 
     Alfonso PECORARO SCANIO,  presidente,  chiede
  all'onorevole de Ghislanzoni Cardoli se intende illustrare
  l'interrogazione n. 5-04514.
 
     Giacomo de GHISLANZONI CARDOLI (forza Italia), chiede
  alcuni chiarimenti in merito alle modalità di presentazione
  delle interrogazioni a risposta immediata e se sia
  indispensabile la firma del rappresentante del gruppo in
  Commissione.
 
     Alfonso PECORARO SCANIO,  presidente,  precisa che
  l'interrogazione può essere firmata da qualsiasi componente il
  gruppo ma deve necessariamente essere presentata attraverso il
  rappresentante del gruppo.  Invita quindi il
  SottosegretarioBorroni a rispondere all'interrogazione n.
  5-04514.
     Il Sottosegretario Roberto BORRONI, rispondendo
  all'interrogazione n. 5-04514, dichiara che dopo la
  liberalizzazione del mercato assicurativo e il divieto alla
  Compagnie di costituirsi in gruppi monopolistici, si è venuto
  a determinare un equilibrio tra le parti assicurativa e
  agricola, rappresentata dai consorzi di difesa.  Appare, ora,
  indispensabile che i consorzi di difesa, chiamati a svolgere
  un nuovo ruolo a livello provinciale, si riorganizzino per
  esercitare adeguatamente il potere contrattuale loro
  consentito dalla legge.
     Il blocco dei parametri al 15 per cento deve essere visto
  come stimolo ad un abbassamento dei costi assicurativi entro
  limiti economicamente validi e sostenibili dall'impresa
  agricola.  Tariffe che ancora oggi, dopo la liberalizzazione
  del mercato, raggiungono livelli del 25-30 per cento, sono da
  ritenersi del tutto distorsive e tali da determinare spreco di
  danaro pubblico, senza alcun vantaggio per il produttore
  agricolo.
     Quanto infine ai lamentati ritardi nell'emanazione dei
  provvedimenti di competenza ministeriale, rinvia a quanto già
  rappresentato nella risposta all'interrogazione dell'onorevole
  Rubino.
 
     Giacomo de GHISLANZONI CARDOLI (forza Italia),
  replicando per l'interrogazione di cui è coofirmatario, si
  dichiara parzialmente soddisfatto della risposta ricevuta,
  rilevando come fosse speranza diffusa avere per l'anno in
  corso una campagna assicurativa senza le difficoltà che,
  invece, hanno caratterizzato gli anni scorsi, data la maggiore
  disponibilità finanziaria e soprattutto a fronte delle
  indicazioni, più volte ripetute, del Ministero per le
  politiche agricole in favore della diffusione dello strumento
  assicurativo, concretizzate nelle decisioni di allargare il
  numero delle colture e degli eventi assicurabili.
     Deve invece constatare, anche per quest'anno, un forte
  disagio fra gli agricoltori,
 
                              Pag. 226
 
  a fronte anche di un peggioramento dei rapporti fra consorzi
  di difesa e compagnie di assicurazione, anche per la presenza
  di regole non sempre equilibrate e rispettose del ruolo,
  difficile, svolto dai consorzi di difesa.
     Il malumore degli agricoltori nasce soprattutto dalla
  constatazione di un incremento dei costi assicurativi a loro
  carico per via della parametrazione contributiva stabilita dal
  Ministero in molti casi inspiegabilmente penalizzante.
     In particolare gli è stata segnalata la presenza di
  numerose incongruenze nei dati relativi ai parametri
  contributivi, ma anche una più accentuata divergenza fra la
  parametrazione e l'andamento dei dati statistici-assicurativi,
  soprattutto nelle zone e per le colture con più alto tasso
  tariffario.
     La decisione del Ministero, poi, di bloccare il parametro
  al 15 per cento, risulta essere particolarmente penalizzante
  nelle province che scontano da sempre alti premi assicurativi,
  in contraddizione con lo spirito della legge n. 185 del 1992,
  che fra l'altro prevede una maggiorazione del contributo nelle
  zone a più alto rischio climatico.
     Sarebbe auspicabile conoscere i criteri e le modalità che
  hanno portato il Ministero a stabilire queste limitazioni del
  contributo pubblico, difficilmente comprensibili in
  considerazione che l'articolo 2 del decreto del Presidente
  della Repubblica n. 324 del 1996 non prevede la fissazione dei
  parametri sulla base di elementi statistici certi, con un
  riferimento alle tariffe dell'anno precedente, senza prevedere
  l'introduzione di altri elementi.
     Il malessere fra gli operatori agricoli nasce anche dal
  ritardo con cui l'Amministrazione pubblica ha emanato i
  provvedimenti relativi agli eventi e alle zone assicurabili e
  conseguentemente alla parametrazione su cui viene calcolato ai
  sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 324 del
  1996 il contributo statale sul premio assicurativo; un ritardo
  che non crede possa trovare una giustificazione nelle
  lungaggini degli enti regionali nell'invio delle relative
  indicazioni.
     Al riguardo ricorda che il decreto del Presidente della
  Repubblica n. 324 del 1996 stabilisce che i decreti devono
  essere emanati entro l'anno precedente alla campagna
  assicurativa, proprio per permettere ai consorzi di difesa e
  alle compagnie assicurative di definire la trattativa
  tariffaria con tutti gli elementi utili e agli operatori
  agricoli di conoscere per tempo le possibilità di copertura
  assicurativa e i relativi oneri.
 
     Alfonso PECORARO SCANIO,  presidente,  in qualità
  di firmatario dell'interrogazione n. 5-04515, rinuncia ad
  illustrarla.
 
     Il Sottosegretario Roberto BORRONI, rispondendo
  all'interrogazione n. 5-04515, segnala in primo luogo che,
  allo scopo di snellire le procedure per l'attivazione degli
  interventi di soccorso nelle aree colpite da eventi calamitosi
  eccezionali, il Ministero ha predisposto uno schema di disegno
  di legge che è stato trasmesso alla conferenza Stato-regioni
  per il parere di competenza.
     Per quanto riguarda gli interventi intesi a prevenire le
  fitopatie, va rilevato che essi non sono previsti in detto
  provvedimento, in quanto la manifestazione delle fitopatie è
  del tutto eventuale e non presenta alcuna ciclicità, come
  avviene invece per le avversità meteoriche, quali grandine,
  alluvioni, siccità, ed altro.
     Per eradicare le fitopatie presenti sul territorio, si è
  già intervenuti con la legge n. 206 del 1997, di cui è stato
  proposto il rifinanziamento con un disegno di legge
  recentemente approvato dal Consiglio dei ministri nella seduta
  del 22 maggio scorso.
     Nell'operazione di eradicazione delle infezioni si opera,
  indubbiamente, anche un'azione preventiva che evita il
  diffondersi delle malattie nei territori a rischio.
 
     Alfonso PECORARO SCANIO,  presidente,  replicando
  per l'interrogazione di
 
                              Pag. 227
 
  cui è firmatario, si dichiara sostanzialmente soddisfatto per
  quanto riguarda la risposta relativa allo snellimento delle
  procedure.  Si dichiara invece assolutamente insoddisfatto per
  quanto riguarda le fitopatie, in quanto la risposta dimostra
  l'arretratezza culturale del Ministero per le politiche
  agricole, il quale per di più si riferisce ad una legge
  elaborata dalla Commissione, senza immaginare una legge quadro
  complessiva sulla materia.  Ritiene che anche tale risposta
  evidenzi la necessità di sostituire qualche persona
  nell'ambito degli uffici del Ministero.
 
     La seduta termina alle 11,45.
 
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