| Alfonso PECORARO SCANIO, presidente, avverte che
la pubblicità dei lavori verrà assicurata anche mediante
impianti audiovisivi a circuito chiuso.
L'ordine del giorno reca lo svolgimento delle
interrogazioni a riposta immediata in Commissione sugli
interventi del Fondo di solidarietà nazionale. Sono state
presentate cinque interrogazioni dai gruppi alleanza
nazionale, democratici di sinistra l'Ulivo, popolari e
democratici l'Ulivo, forza Italia e misto-verdi l'Ulivo.
Ricorda che è in facoltà di ogni presentatore illustrare
l'interrogazione per non più di un minuto. Il rappresentante
del Governo ha a disposizione tre minuti per ogni risposta.
Successivamente, l'interrogante o altro deputato del medesimo
gruppo ha diritto di replicare, per non più di due minuti.
Chiede all'onorevole Losurdo se intenda illustrare
l'interrogazione di cui è primo firmatario.
Stefano LOSURDO (alleanza nazionale), illustrando
l'interrogazione n. 5-04511, rileva che essa evidenzia alcune
urgenze e necessità: in primo luogo, a seguito dei
catastrofici eventi verificatisi in Campania, si rende
necessario emanare specifiche disposizioni normative e di
intervento e specifici finanziamenti ad integrazione di quanto
previsto e delle procedure indicate dalla legge n. 185 del
1992, sul Fondo di solidarietà nazionale. Il disastro un
Campania è stato favorito anche dalla trascuratezza degli enti
locali, che non hanno tenuto alcun conto delle disposizioni
recate dal regolamento di contabilità dello Stato e degli enti
pubblici in merito all'obbligatorietà di elaborare piani di
gestione delle proprietà boschive e silvo-pastorali. Tale
regolamento, pur risalendo al 1923, è ancora vigente ma
purtroppo non prevede alcuna sanzione in caso di mancato
rispetto. Auspica che le regioni intervengano nei confronti
degli enti locali inadempienti, come pare sia avvenuto in
Campania.
Il Sottosegretario Roberto BORRONI, rispondendo
all'interrogazione n. 5-04511, osserva che a seguito delle
piogge alluvionali del 4 e 5 maggio scorso, si è verificato un
collassamento dei terreni e delle zone collinari e montane
sovrastanti i comuni di Sarno, Siano e Bracigliano, in
provincia di Salerno, di Quindici, in provincia di Avellino e
di San Felice a Cancello, in provincia di Caserta.
Nelle aree colpite sono stati immediatamente attivati gli
interventi di emergenza, tuttora in corso.
Le cause delle frane e del grave disastro sono
indubbiamente molteplici e tutte in fase di accertamento,
anche ai fini della realizzazione delle opere necessarie alla
salvaguardia delle popolazioni esposte al pericolo.
Non è possibile pertanto, allo stato attuale, affermare
che gli eventi calamitosi siano da imputare ai disboscamenti o
agli incendi boschivi. E' da ritenere infatti che i motivi del
dissesto siano più complessi, essendosi manifestato un
inaspettato repentino collassamento della materia di origine
vulcanica depositata sulle rocce calcaree, che scendendo
impetuosamente
Pag. 222
a valle, ha travolto terreni, coltivazioni, civili abitazioni
ed interi centri abitati.
Anche le aree agricole sono state coinvolte nel disastro.
In base ai primi rilievi effettuati dagli organi tecnici
regionali è emerso che i danni più gravi si sono verificati
nei comuni di Quindici, Avella e Montoro Inferiore della
provincia di Avellino, e nei comuni di Sarno, Siano e
Bracigliano, della provincia di Salerno.
Gli interventi di emergenza avviati immediatamente dalla
protezione civile sono operativi in tutto il comprensorio
colpito, comprese le aree agricole. L'ordinanza emanata dal
Governo lo scorso 21 maggio prevede, per la immediata ripresa
delle attività produttive, comprese quelle agricole,
zootecniche ed agroindustriali, l'erogazione a favore di
ciascuna impresa di contributi fino a 300 milioni a titolo di
anticipazione su future erogazioni per la rinascita delle aree
colpite.
Nei casi compatibili con gli interventi dell'ordinanza,
saranno attivate anche le provvidenze del Fondo di solidarietà
nazionale, non appena perverranno le proposte formali dalla
regione Campania.
Stefano LOSURDO (Alleanza nazionale), replicando per
l'interrogazione di cui è primo firmatario, si dichiara
parzialmente soddisfatto della risposta ricevuta rilevando che
il recente disastro avvenuto in Campania ha colpito le zone
dove si è proceduto ad un'ampia deforestazione mentre quelle
lasciate intatte non sono state colpite da nessuno
smottamento. Considera fideistico puntare esclusivamente sulla
legge n. 185 del 1992, augurandosi che il Ministero ed il
Governo intervengano anche per far rispettare il regolamento
di contabilità citato nell'intervento illustrativo.
Alfonso PECORARO SCANIO, presidente, chiede
all'onorevole Rubino se intenda illustrare l'interrogazione di
cui è firmatario.
Paolo RUBINO (democratici di sinistra-l'Ulivo),
illustrando l'interrogazione 5-04512, osserva che essa è
articolata e complessa e fa propria la grave preoccupazione
degli agricoltori pugliesi per l'inadeguatezza della legge n.
185 del 1992. Da ben 12 anni si verificano danni puntualmente
riconosciuti e mai ristorati, con il rischio, per numerose
aziende, di andare incontro al fallimento. Chiede pertanto al
Governo se non sia possibile accelerare i tempi di riforma
della legge, emanando nel frattempo un decreto che contempli
l'assegnazione delle somme relative ai danni accertati
direttamente ai comuni interessati dalle calamità naturali.
Il Sottosegretario Roberto BORRONI, rispondendo
all'interrogazione 5-04512, dichiara che al verificarsi di
eventi calamitosi eccezionali, su proposta deliberata dalla
Giunta regionale territorialmente competente, sono attivabili,
nelle aree colpite, gli interventi contributivi a creditizi
del Fondo di solidarietà nazionale, di cui alla legge 14
febbraio 1992, n. 185.
Al ricevimento delle proposte regionali il Ministero per
le politiche agricole avvia immediatamente l'istruttoria di
competenza, secondo quanto previsto dall'articolo 2, comma 2,
della legge stessa e, in presenza dei requisiti di legge,
emette il decreto di declaratoria dell'evento dannoso,
attivando gli interventi di soccorso del Fondo di solidarietà
nazionale, la cui spesa grava sulle risorse finanziarie
annuali del Fondo stesso.
A favore delle aziende agricole danneggiate, oltre alla
provvidenze contributive e creditizie intese a favorire la
ripresa dell'attività produttiva, e alla proroga delle
operazioni di credito agrario, è concesso anche l'esonero
parziale dai contributi agricoli unificati fino al 50 per
cento, in relazione all'entità del danno.
Le sofferenze bancarie, favorite indubbiamente dal credito
di soccorso, hanno radici molto più profonde e vanno
inquadrate in un malessere generale dell'agricoltura italiana,
ed imputate anche alle indiscriminate agevolazioni creditizie
del passato, che hanno spinto le aziende agricole verso un
notevole indebitamento, senza un'attenta verifica dei piani di
ammortamento.
Pag. 223
Al momento attuale, dopo il crollo dei tassi di interesse,
ritiene che possa essere comunque condotta una decisa azione
per la rinegoziazione dell'esposizione delle aziende agricole
nei confronti degli istituti di credito.
Riguardo alle calamità verificatesi in Puglia, il
Ministero ha sempre attentamente valutato le proposte
regionali, ed in presenza delle condizioni previste dalla
legislazione sul Fondo, ha emesso i relativi provvedimenti di
declaratoria degli eventi avversi, trasferendo successivamente
nel bilancio regionale le risorse finanziarie per la copertura
della spesa.
Per le gelate del marzo scorso, che hanno compromesso gli
impianti agrumicoli in vasti territori della provincia di
Taranto, ed in altre aree limitrofe, si è in attesa della
proposta regionale per l'attivazione degli interventi del
Fondo nelle aree colpite.
Per quanto riguarda i lamentati ritardi nella emanazione
dei provvedimenti autorizzativi della copertura assicurativa
agevolata per il 1998, fa presente che essi sono dovuti
essenzialmente agli analoghi ritardi con cui le regioni hanno
espresso i pareri di competenza. Infatti, nel primo decreto di
individuazione, per aree omogenee, delle colture e delle
avversità assicurabili al mercato agevolato, emesso in data 5
marzo 1998, non è compresa la regione Puglia, per la
indisponibilità dei relativi elementi conoscitivi. Solo
successivamente, al ricevimento degli indispensabili atti
dalla regione Puglia e da altre regioni ritardatarie, è stato
possibile emettere il decreto integrativo in data 25 marzo
1998.
Espletata questa prima fase operativa, è stato possibile
passare a quella successiva di elaborazione dei parametri
contributivi, che sono stati approvati con decreto del 23
aprile 1998, e che sono ora consultabili anche su internet.
Poiché i parametri contributivi hanno la sola funzione di
quantificazione del contributo sul premio assicurativo, non
possono essere in alcun modo considerati delle pseudo-tariffe
da porre a base di riferimento per la contrattazione con le
imprese di assicurazione, per non incorrere in una grave
infrazione censurabile dall'autorità garante della concorrenza
e del mercato.
Nel calcolo dei parametri, che sono il frutto della
elaborazione informatica di oltre 350.000 dati, sono state
pienamente rispettate le regole stabilite dal decreto del
Presidente della Repubblica n. 324 del 1996. Fa osservare,
inoltre, che difficilmente i parametri possono coincidere con
le tariffe che derivano da una contrattazione di mercato a
livello provinciale tra i Consorzi di difesa e le compagnie di
assicurazione. Il risultato della contrattazione è da
attribuire anche alla capacità contrattuali; nelle province in
cui è stato condotta una buona contrattazione le differenze
sono contenute e in alcuni casi i parametri sono più elevati
delle tariffe, pur avendo il Ministero adottato il medesimo
criterio di calcolo in tutte le aree omogenee del territorio
nazionale.
Appare del tutto evidente, invece, che in alcune province
sono le tariffe ad essere troppo elevate, superando spesso il
25 per cento. E' infatti inaccettabile che un quarto della
produzione venga spesa per la copertura assicurativa.
In poco più di 25 anni di operatività dell'assicurazione
agevolata, le compagnie di assicurazione hanno incassato premi
per oltre 5.800 miliardi ed hanno pagato risarcimenti per
circa 4000 miliardi, con un attivo a loro favore di 1.800
miliardi, che dovrebbe essere "restituito" ai produttori con
una ulteriore consistente riduzione delle tariffe. E' da
tenere presente invece che un aumento dei parametri
favorirebbe tariffe alte, a tutto vantaggio delle Compagnie di
assicurazione.
Paolo RUBINO (democratici di sinistra-l'Ulivo),
replicando per l'interrogazione di cui è firmatario, ringrazia
il rappresentante del Governo per l'impegno e la precisione
impiegati nella risposta. A fronte della carenze della regione
e alla gravità della situazione, auspica sia possibile
convocare per un incontro presso la Commissione tutti i
soggetti interessati per
Pag. 224
avviare a soluzione una vicenda con evidenti e notevoli
ripercussioni economiche sulle aziende.
Alfonso PECORARO SCANIO, presidente, comunica che
la richiesta dell'onorevole Rubino potrà essere valutata
nell'imminente riunione dell'ufficio di presidenza.
Chiede all'onorevole Ferrari se intenda illustrare
l'interrogazione di cui è firmatario.
Francesco FERRARI (popolari e democratici-l'Ulivo) dà
per illustrata l'interrogazione n. 5-04513.
Il Sottosegretario Roberto BOR-RONI, rispondendo
all'interrogazione n. 5-04513, rileva che dopo la
liberalizzazione del mercato assicurativo agricolo introdotta
con il decreto del Presidente della Repubblica n. 324 del
1996, e l'eliminazione di ogni forma di monopolio
assicurativo, grazie anche all'intervento decisivo
dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, a
partire dal 1996 le tariffe hanno subìto una consistente
riduzione.
Contando su una ulteriore diminuzione tariffaria, dal
momento che le compagnie in oltre 25 anni di assicurazione
agevolata hanno accumulato utili per oltre 1.800 miliardi, e
tenendo conto di una disponibilità di bilancio per il 1998 di
195 miliardi, rispetto ai 130 miliardi effettivi dell'anno
precedente, nella corrente campagna agraria è stato possibile
estendere la copertura dei rischi della grandine ad altre
colture, che sono passate da 27 a 43; nel contempo sono state
estese le aree di intervento. Sono state, inoltre, introdotte
per la prima volta altre avversità assicurabili al mercato
agevolato, quali grandine e vento, brina e gelo, prima
limitate a poche aree sperimentali, e siccità.
Anche se dopo la liberalizzazione del mercato le tariffe
si sono abbassate, è da tenere presente che esse sono rimaste
pur sempre alte, essendo i livelli di partenza molto elevati,
con punte, fino al 1995, del 30-35 per cento.
In due anni di operatività della nuova normativa, anche
per effetto della parametrazione ministeriale, ai fini della
concessione del contributo sul premio assicurativo, le tariffe
sono state abbastanza ridimensionate, pur permanendo in alcune
province punte molto elevate.
Le compagnie di assicurazione fanno resistenza ad
abbassare le tariffe, contando proprio sul contributo pubblico
che abbatte i costi a carico dell'agricoltore.
Per ovviare a questo grave inconveniente, che se non ben
controllato, potrebbe vanificare l'efficacia dell'intervento
pubblico, il Ministero ha fissato per il 1997 un tetto massimo
del 15 per cento per il calcolo del contributo, ritenendo che
la tariffa in nessun caso dovrebbe superare il 15 per cento
del valore della produzione assicurata. Inoltre, per non
discostarsi dalla tariffa contrattata, nella determinazione
dei parametri si è tenuto conto dei costi medi effettivi
dell'anno precedente, oltre al rapporto sinistri premi, in
conformità a quanto stabilito dal decreto del Presidente della
Repubblica n. 324 del 1996.
Per le nuove avversità ammesse per la prima volta al
mercato agevolato, per le quali non si disponeva di dati
conoscitivi, non essendovi stata in passato alcuna copertura
assicurativa, nemmeno al mercato libero, i parametri sono
stati stabiliti tenendo conto delle migliori contrattazioni
effettuate dai consorzi di difesa, nonché della frequenza
delle singole avversità rilevate dalle proposte regionali di
declaratoria degli anni scorsi.
E' da tenere presente che, in base alla vigente normativa,
difficilmente si potrà verificare la coincidenza tra parametro
e tariffa, dal momento che il primo deriva da una elaborazione
di elementi statistici tenendo anche conto delle risorse
finanziarie disponibili, mentre il secondo è il risultato di
una contrattazione che risente fortemente della capacità
contrattuali dei contraenti e della concorrenzialità di
mercato. Per
Pag. 225
questo motivo è stata data ampia libertà contrattuale al
singolo produttore, che rivolgendosi alla compagnia di fiducia
potrebbe spuntare condizioni più favorevoli di quelle
contrattate dal consorzio di appartenenza.
L'estensione della copertura assicurativa agevolata anche
alle colture a più basso rischio comporterebbe una ulteriore
riduzione dei parametri, per garantire a tutti gli assicurati
un contributo equo.
Francesco FERRARI (popolari e democratici-l'Ulivo),
replicando per l'interrogazione n. 5-04513, si dichiara
parzialmente soddisfatto della risposta ricevuta, dal momento
che riscontra l'esistenza di due casi. Il primo concerne i
consorzi che hanno indetto regolari aste: in tale evenienza
l'assicurazione non può essere affidata a compagnie che non
hanno partecipato all'asta perché ci si troverebbe di fronte
ad un atto di concorrenza sleale. Il secondo caso riguarda
l'introduzione dell'assicurabilità per brina e gelo e per
l'uva, per le quali è previsto un contributo troppo basso
rispetto ai costi.
Alfonso PECORARO SCANIO, presidente, chiede
all'onorevole de Ghislanzoni Cardoli se intende illustrare
l'interrogazione n. 5-04514.
Giacomo de GHISLANZONI CARDOLI (forza Italia), chiede
alcuni chiarimenti in merito alle modalità di presentazione
delle interrogazioni a risposta immediata e se sia
indispensabile la firma del rappresentante del gruppo in
Commissione.
Alfonso PECORARO SCANIO, presidente, precisa che
l'interrogazione può essere firmata da qualsiasi componente il
gruppo ma deve necessariamente essere presentata attraverso il
rappresentante del gruppo. Invita quindi il
SottosegretarioBorroni a rispondere all'interrogazione n.
5-04514.
Il Sottosegretario Roberto BORRONI, rispondendo
all'interrogazione n. 5-04514, dichiara che dopo la
liberalizzazione del mercato assicurativo e il divieto alla
Compagnie di costituirsi in gruppi monopolistici, si è venuto
a determinare un equilibrio tra le parti assicurativa e
agricola, rappresentata dai consorzi di difesa. Appare, ora,
indispensabile che i consorzi di difesa, chiamati a svolgere
un nuovo ruolo a livello provinciale, si riorganizzino per
esercitare adeguatamente il potere contrattuale loro
consentito dalla legge.
Il blocco dei parametri al 15 per cento deve essere visto
come stimolo ad un abbassamento dei costi assicurativi entro
limiti economicamente validi e sostenibili dall'impresa
agricola. Tariffe che ancora oggi, dopo la liberalizzazione
del mercato, raggiungono livelli del 25-30 per cento, sono da
ritenersi del tutto distorsive e tali da determinare spreco di
danaro pubblico, senza alcun vantaggio per il produttore
agricolo.
Quanto infine ai lamentati ritardi nell'emanazione dei
provvedimenti di competenza ministeriale, rinvia a quanto già
rappresentato nella risposta all'interrogazione dell'onorevole
Rubino.
Giacomo de GHISLANZONI CARDOLI (forza Italia),
replicando per l'interrogazione di cui è coofirmatario, si
dichiara parzialmente soddisfatto della risposta ricevuta,
rilevando come fosse speranza diffusa avere per l'anno in
corso una campagna assicurativa senza le difficoltà che,
invece, hanno caratterizzato gli anni scorsi, data la maggiore
disponibilità finanziaria e soprattutto a fronte delle
indicazioni, più volte ripetute, del Ministero per le
politiche agricole in favore della diffusione dello strumento
assicurativo, concretizzate nelle decisioni di allargare il
numero delle colture e degli eventi assicurabili.
Deve invece constatare, anche per quest'anno, un forte
disagio fra gli agricoltori,
Pag. 226
a fronte anche di un peggioramento dei rapporti fra consorzi
di difesa e compagnie di assicurazione, anche per la presenza
di regole non sempre equilibrate e rispettose del ruolo,
difficile, svolto dai consorzi di difesa.
Il malumore degli agricoltori nasce soprattutto dalla
constatazione di un incremento dei costi assicurativi a loro
carico per via della parametrazione contributiva stabilita dal
Ministero in molti casi inspiegabilmente penalizzante.
In particolare gli è stata segnalata la presenza di
numerose incongruenze nei dati relativi ai parametri
contributivi, ma anche una più accentuata divergenza fra la
parametrazione e l'andamento dei dati statistici-assicurativi,
soprattutto nelle zone e per le colture con più alto tasso
tariffario.
La decisione del Ministero, poi, di bloccare il parametro
al 15 per cento, risulta essere particolarmente penalizzante
nelle province che scontano da sempre alti premi assicurativi,
in contraddizione con lo spirito della legge n. 185 del 1992,
che fra l'altro prevede una maggiorazione del contributo nelle
zone a più alto rischio climatico.
Sarebbe auspicabile conoscere i criteri e le modalità che
hanno portato il Ministero a stabilire queste limitazioni del
contributo pubblico, difficilmente comprensibili in
considerazione che l'articolo 2 del decreto del Presidente
della Repubblica n. 324 del 1996 non prevede la fissazione dei
parametri sulla base di elementi statistici certi, con un
riferimento alle tariffe dell'anno precedente, senza prevedere
l'introduzione di altri elementi.
Il malessere fra gli operatori agricoli nasce anche dal
ritardo con cui l'Amministrazione pubblica ha emanato i
provvedimenti relativi agli eventi e alle zone assicurabili e
conseguentemente alla parametrazione su cui viene calcolato ai
sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 324 del
1996 il contributo statale sul premio assicurativo; un ritardo
che non crede possa trovare una giustificazione nelle
lungaggini degli enti regionali nell'invio delle relative
indicazioni.
Al riguardo ricorda che il decreto del Presidente della
Repubblica n. 324 del 1996 stabilisce che i decreti devono
essere emanati entro l'anno precedente alla campagna
assicurativa, proprio per permettere ai consorzi di difesa e
alle compagnie assicurative di definire la trattativa
tariffaria con tutti gli elementi utili e agli operatori
agricoli di conoscere per tempo le possibilità di copertura
assicurativa e i relativi oneri.
Alfonso PECORARO SCANIO, presidente, in qualità
di firmatario dell'interrogazione n. 5-04515, rinuncia ad
illustrarla.
Il Sottosegretario Roberto BORRONI, rispondendo
all'interrogazione n. 5-04515, segnala in primo luogo che,
allo scopo di snellire le procedure per l'attivazione degli
interventi di soccorso nelle aree colpite da eventi calamitosi
eccezionali, il Ministero ha predisposto uno schema di disegno
di legge che è stato trasmesso alla conferenza Stato-regioni
per il parere di competenza.
Per quanto riguarda gli interventi intesi a prevenire le
fitopatie, va rilevato che essi non sono previsti in detto
provvedimento, in quanto la manifestazione delle fitopatie è
del tutto eventuale e non presenta alcuna ciclicità, come
avviene invece per le avversità meteoriche, quali grandine,
alluvioni, siccità, ed altro.
Per eradicare le fitopatie presenti sul territorio, si è
già intervenuti con la legge n. 206 del 1997, di cui è stato
proposto il rifinanziamento con un disegno di legge
recentemente approvato dal Consiglio dei ministri nella seduta
del 22 maggio scorso.
Nell'operazione di eradicazione delle infezioni si opera,
indubbiamente, anche un'azione preventiva che evita il
diffondersi delle malattie nei territori a rischio.
Alfonso PECORARO SCANIO, presidente, replicando
per l'interrogazione di
Pag. 227
cui è firmatario, si dichiara sostanzialmente soddisfatto per
quanto riguarda la risposta relativa allo snellimento delle
procedure. Si dichiara invece assolutamente insoddisfatto per
quanto riguarda le fitopatie, in quanto la risposta dimostra
l'arretratezza culturale del Ministero per le politiche
agricole, il quale per di più si riferisce ad una legge
elaborata dalla Commissione, senza immaginare una legge quadro
complessiva sulla materia. Ritiene che anche tale risposta
evidenzi la necessità di sostituire qualche persona
nell'ambito degli uffici del Ministero.
La seduta termina alle 11,45.
| |