| SERGIO COLA. Signor Presidente, onorevoli colleghi,
illustro rapidamente la mia interpellanza e mi riservo di
replicare in modo più dettagliato in relazione ai chiarimenti
che il Governo ci fornirà in proposito.
Desidero sottolineare solo un aspetto che reputo
importante. Nella mia interpellanza faccio richiamo ai recenti
tragici eventi che hanno coinvolto Sarno e la provincia di
Avellino. Il mio richiamo non è assolutamente senza senso per
due ordini di ragioni: in primo luogo, vi è la necessità di
denunciare in modo netto e tempestivo i rischi, perché poi non
si abbia a dire che non si sapeva niente. Neanche a farlo
apposta, per quanto riguarda la vicenda di Sarno, io presentai
ben venti mesi fa una interrogazione rivolta al ministro
Napolitano e al ministro Ronchi che non ricevette alcuna
risposta, ancorché io avessi evidenziato la presenza di rischi
nella zona in cui si verificò la frana, il tragico evento di
cui tutt'oggi si parla proprio per l'entità del fenomeno.
Ebbene, proprio per quanto riguarda quella zona, segnalai mesi
or sono l'esistenza di pericoli e la necessità di intervenire
tempestivamente.
In secondo luogo, mi preme sottolineare un altro aspetto,
che interessa tutta l'Italia. Proprio il territorio di Sarno e
quel costone di montagna sono interessati dalla costruzione
della megacentrale cui abbiamo fatto cenno e dei tralicci,
originariamente 22 poi divenuti 7. Vedo che l'onorevole
Mattioli mi ascolta con grande interesse e non potrebbe essere
diversamente, però all'interesse deve far seguito anche
l'azione di Governo. Infatti, non si può rimanere insensibili
a fronte di una
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problematica come questa. So che ci sono dei contrasti enormi
nel Governo sulla questione, ma non possiamo rimanere inerti e
aspettare che il Governo decida in merito a tali problematiche
che sono anche di carattere finanziario. Sta di fatto che è
ormai acclarato in modo scientifico, perché gli scienziati di
tutto il mondo lo hanno evidenziato, il rischio che i
cittadini corrono a fronte della esposizione a campi
elettromagnetici. Se anche vi fossero dei dubbi circa la
sussistenza di un simile rischio, la sola presenza di un tale
dubbio non potrebbe non allertare il Governo e non potrebbe
non indurlo ad adottare tutte le misure atte a scongiurare i
pericoli. Si sa infatti quali siano questi pericoli:
contrazione di patologie tumorali, in particolar modo leucemia
infantile, tumori al polmone, tumori alla mammella. Tutto ciò
è stato acclarato dai dati statistici i quali attestano un
aumento di tali patologie negli ambiti territoriali ove siano
state installate centrali o megacentrali elettriche che
determinano campi elettromagnetici cui vengono esposti i
cittadini che vivono nelle vicinanze delle centrali stesse.
Tra l'altro nella mia interpellanza ho segnalato un
aspetto importante. Vi è un disegno di legge del Governo e vi
sono varie proposte di legge di quasi tutti i gruppi politici
che, proprio in questa incertezza, vogliono mettere le mani
avanti e adottare le misure idonee per evitare la contrazione
di queste patologie tumorali.
E' un discorso più generale e per la verità devo fare una
doverosa censura. Fin da un anno e mezzo fa abbiamo segnalato
questi rischi non solo in relazione alla costruenda centrale
elettrica di Sarno, ma anche ad altre località, per esempio
contrada San Martino in provincia di Chieti: se non sbaglio si
è qui svolto un dibattito a seguito di interrogazioni
presentate da me, dall'onorevole Pace, dall'onorevole Saia, ma
a distanza di un anno non penso sia stato adottato alcun
provvedimento che tenda per lo meno a tranquillizzare le
popolazioni. Se queste ultime si rendono più coscienti - noi
faremo l'impossibile affinché questa consapevolezza si estenda
a tutti gli italiani, perché il discorso non riguarda solo
Sarno ma tutta l'Italia, attraversata da centrali elettriche e
da elettrodotti ad alto potenziale - il discorso diventerebbe
diverso e più pericoloso anche a livello di reazione.
Tra l'altro, avete reiteratamente acquisito la volontà
ferma dei sindaci dei comuni interessati a non far installare
una centrale in quel punto; non si è prospettata l'assenza di
alternative, ma nonostante ciò i lavori vanno avanti. A
prescindere dalla generalità, il discorso si ferma poi sul
fatto particolare, cioè sulla centrale di Sarno, che non è di
poco conto se è vero che, per la costruzione della stessa,
dovranno essere impiegati 2 o 3 mila miliardi e dovendo essa
servire quasi tutto il Mezzogiorno d'Italia.
Come sicuramente avrà potuto notare il Governo, nella mia
interpellanza pongo alcuni interrogativi veramente
inquietanti; desidereremmo che il Governo fosse estremamente
preciso, assumendosi di conseguenza tutte le responsabilità.
Se non vi sono pericoli, che il Governo lo dica; se questi
pericoli sussistono e non solo a Sarno ma in tutt'Italia, il
Governo non può che adottare con urgenza, senza cadere
nell'inerzia e nel dimenticatoio in cui cadono quasi tutte le
problematiche che si prospettano, le necessarie misure.
Ma esca il Governo dall'equivoco e tranquillizzi
l'opinione pubblica e soprattutto i cittadini che abitano in
zone esposte a questo rischio. Devo segnalare che
particolarmente la centrale di Sarno, con i sette elettrodotti
da costruire (inizialmente erano ventidue), riguarda un'area
di ben 150 chilometri quadrati, con un milione di persone
interessate a questi possibili rischi.
Ritengo che una risposta sia doverosa, così come è stato
doveroso da parte nostra segnalare questa inquietante
problematica e gli inquietanti pericoli ad essa connessi,
perché non si dica e non si faccia quello che si è fatto per
Sarno, quando - a fronte di segnalazioni tempestive - il
Governo, in maniera davvero irresponsabile ed incomprensibile,
non ha
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dato risposte a deputati che segnalavano la possibilità di
uno sviluppo tragico di una situazione in atto, accertata
tecnicamente.
Mi riservo, a fronte di risposte che sicuramente saranno
responsabili, di replicare nella maniera più compiuta.
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