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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


377937
STA0362-0007
Somm. e Sten. d'Aula n. 362 del 28 maggio 1998 (STA13-362)
(suddiviso in 299 Unità Documento)
Unità Documento n.7 (che inizia a pag.1 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.5)
SVOLGIMENTO: 2 - 01148; 2 - 01118; 2 - 01132; 2 - 01135; 2 - 01136; 2 - 01139; 2 - 01150; 2 - 01147. ...(Rischi derivanti da esposizione a campi elettromagnetici)
...SVOLGIMENTO: 2 - 01148; 2 - 01118; 2 - 01132; 2 - 01135; 2 - 01136; 2 - 01139; 2 - 01150; 2 - 01147. ...(Rischi derivanti da esposizione a campi elettromagnetici)
SERGIO COLA.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARIO CLEMENTE MASTELLA
ZZSTA ZZRES ZZSTA280598 ZZSTA980528 ZZSTA000598 ZZSTA000098 ZZSTA362 ZZ13
    SERGIO COLA.  Signor Presidente, onorevoli colleghi,
  illustro rapidamente la mia interpellanza e mi riservo di
  replicare in modo più dettagliato in relazione ai chiarimenti
  che il Governo ci fornirà in proposito.
     Desidero sottolineare solo un aspetto che reputo
  importante.  Nella mia interpellanza faccio richiamo ai recenti
  tragici eventi che hanno coinvolto Sarno e la provincia di
  Avellino.  Il mio richiamo non è assolutamente senza senso per
  due ordini di ragioni: in primo luogo, vi è la necessità di
  denunciare in modo netto e tempestivo i rischi, perché poi non
  si abbia a dire che non si sapeva niente.  Neanche a farlo
  apposta, per quanto riguarda la vicenda di Sarno, io presentai
  ben venti mesi fa una interrogazione rivolta al ministro
  Napolitano e al ministro Ronchi che non ricevette alcuna
  risposta, ancorché io avessi evidenziato la presenza di rischi
  nella zona in cui si verificò la frana, il tragico evento di
  cui tutt'oggi si parla proprio per l'entità del fenomeno.
  Ebbene, proprio per quanto riguarda quella zona, segnalai mesi
  or sono l'esistenza di pericoli e la necessità di intervenire
  tempestivamente.
     In secondo luogo, mi preme sottolineare un altro aspetto,
  che interessa tutta l'Italia.  Proprio il territorio di Sarno e
  quel costone di montagna sono interessati dalla costruzione
  della megacentrale cui abbiamo fatto cenno e dei tralicci,
  originariamente 22 poi divenuti 7.  Vedo che l'onorevole
  Mattioli mi ascolta con grande interesse e non potrebbe essere
  diversamente, però all'interesse deve far seguito anche
  l'azione di Governo.  Infatti, non si può rimanere insensibili
  a fronte di una
 
                               Pag. 2
 
  problematica come questa.  So che ci sono dei contrasti enormi
  nel Governo sulla questione, ma non possiamo rimanere inerti e
  aspettare che il Governo decida in merito a tali problematiche
  che sono anche di carattere finanziario.  Sta di fatto che è
  ormai acclarato in modo scientifico, perché gli scienziati di
  tutto il mondo lo hanno evidenziato, il rischio che i
  cittadini corrono a fronte della esposizione a campi
  elettromagnetici.  Se anche vi fossero dei dubbi circa la
  sussistenza di un simile rischio, la sola presenza di un tale
  dubbio non potrebbe non allertare il Governo e non potrebbe
  non indurlo ad adottare tutte le misure atte a scongiurare i
  pericoli.  Si sa infatti quali siano questi pericoli:
  contrazione di patologie tumorali, in particolar modo leucemia
  infantile, tumori al polmone, tumori alla mammella.  Tutto ciò
  è stato acclarato dai dati statistici i quali attestano un
  aumento di tali patologie negli ambiti territoriali ove siano
  state installate centrali o megacentrali elettriche che
  determinano campi elettromagnetici cui vengono esposti i
  cittadini che vivono nelle vicinanze delle centrali stesse.
     Tra l'altro nella mia interpellanza ho segnalato un
  aspetto importante.  Vi è un disegno di legge del Governo e vi
  sono varie proposte di legge di quasi tutti i gruppi politici
  che, proprio in questa incertezza, vogliono mettere le mani
  avanti e adottare le misure idonee per evitare la contrazione
  di queste patologie tumorali.
     E' un discorso più generale e per la verità devo fare una
  doverosa censura.  Fin da un anno e mezzo fa abbiamo segnalato
  questi rischi non solo in relazione alla costruenda centrale
  elettrica di Sarno, ma anche ad altre località, per esempio
  contrada San Martino in provincia di Chieti: se non sbaglio si
  è qui svolto un dibattito a seguito di interrogazioni
  presentate da me, dall'onorevole Pace, dall'onorevole Saia, ma
  a distanza di un anno non penso sia stato adottato alcun
  provvedimento che tenda per lo meno a tranquillizzare le
  popolazioni.  Se queste ultime si rendono più coscienti - noi
  faremo l'impossibile affinché questa consapevolezza si estenda
  a tutti gli italiani, perché il discorso non riguarda solo
  Sarno ma tutta l'Italia, attraversata da centrali elettriche e
  da elettrodotti ad alto potenziale - il discorso diventerebbe
  diverso e più pericoloso anche a livello di reazione.
     Tra l'altro, avete reiteratamente acquisito la volontà
  ferma dei sindaci dei comuni interessati a non far installare
  una centrale in quel punto; non si è prospettata l'assenza di
  alternative, ma nonostante ciò i lavori vanno avanti.  A
  prescindere dalla generalità, il discorso si ferma poi sul
  fatto particolare, cioè sulla centrale di Sarno, che non è di
  poco conto se è vero che, per la costruzione della stessa,
  dovranno essere impiegati 2 o 3 mila miliardi e dovendo essa
  servire quasi tutto il Mezzogiorno d'Italia.
     Come sicuramente avrà potuto notare il Governo, nella mia
  interpellanza pongo alcuni interrogativi veramente
  inquietanti; desidereremmo che il Governo fosse estremamente
  preciso, assumendosi di conseguenza tutte le responsabilità.
  Se non vi sono pericoli, che il Governo lo dica; se questi
  pericoli sussistono e non solo a Sarno ma in tutt'Italia, il
  Governo non può che adottare con urgenza, senza cadere
  nell'inerzia e nel dimenticatoio in cui cadono quasi tutte le
  problematiche che si prospettano, le necessarie misure.
     Ma esca il Governo dall'equivoco e tranquillizzi
  l'opinione pubblica e soprattutto i cittadini che abitano in
  zone esposte a questo rischio.  Devo segnalare che
  particolarmente la centrale di Sarno, con i sette elettrodotti
  da costruire (inizialmente erano ventidue), riguarda un'area
  di ben 150 chilometri quadrati, con un milione di persone
  interessate a questi possibili rischi.
     Ritengo che una risposta sia doverosa, così come è stato
  doveroso da parte nostra segnalare questa inquietante
  problematica e gli inquietanti pericoli ad essa connessi,
  perché non si dica e non si faccia quello che si è fatto per
  Sarno, quando - a fronte di segnalazioni tempestive - il
  Governo, in maniera davvero irresponsabile ed incomprensibile,
  non ha
 
                               Pag. 3
 
  dato risposte a deputati che segnalavano la possibilità di
  uno sviluppo tragico di una situazione in atto, accertata
  tecnicamente.
     Mi riservo, a fronte di risposte che sicuramente saranno
  responsabili, di replicare nella maniera più compiuta.
 
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