| SERGIO COLA. Voglio credere che l'onorevole Mattioli stia
parlando non a titolo personale o a titolo della parte
politica che rappresenta, ma a nome del Governo. Così si è
espresso e io ritengo di dovergli credere, anche se i segnali
non vanno assolutamente in questo senso. Purtroppo,
determinate situazioni sono destinate ad essere ribaltate, e
se vogliamo entrare un poco nei particolari, onorevole
Mattioli, lei ha dato una risposta solo per quanto riguarda la
situazione del Sarno: si tratta di una risposta che, a titolo
personale, indubbiamente mi soddisfa, perché lei sta sulle mie
stesse posizioni; però, le sue posizioni sono di contrasto con
il comportamento del Governo, e lei lo sa bene; sa che questo
contrasto sull'argomento esiste fra il suo partito e altri
partiti della maggioranza di Governo; sa che l'ENEL non è
disposto nella maniera più assoluta - ed è qui la carenza
della sua risposta - ad operare tutti gli accorgimenti idonei
ad evitare il rischio di esposizioni a campi elettromagnetici
(mi riferisco alla situazione di carattere nazionale che lei,
giustamente, ha rappresentato, che va al di là dei tralicci e
delle centrali elettriche, e che coinvolge la vita quotidiana
degli italiani). Lei sa meglio di me - non l'ha voluto dire in
questa sede - che il costo è stato giudicato molto, molto alto
dall'ENEL, che non vuole assumersi assolutamente l'onere di
provvedere se non caricandolo sui cittadini; sa che questo
costo sfiora o supera i 100 mila miliardi; sa che esiste
questa determinata problematica; sa che l'ENEL si è rifiutato
di adempiere questo obbligo che, tra l'altro, ora è solo sulla
carta e non è stato neanche normato perché esistono questi
progetti di legge.
Agli interrogativi che io le ho posto non ha dato risposta
alcuna. La sua è una
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risposta diplomatica, una risposta che non può assolutamente
non dare chi si trova ad essere, al contempo, critico e
portavoce del Governo: critico da esponente verde e
naturalmente conforme, armonico al Governo per quanto riguarda
determinate decisioni. Lei ha un poco "slittato", non dando
risposte adeguate.
Vorrei solamente ricordare, a lei che è sottosegretario da
più di due anni, che questi problemi sono stati segnalati nel
1995 con il Governo Dini, poi, reiteratamente, con il Governo
Prodi. So che vi sono stati molti incontri, a qualcuno dei
quali ho partecipato anch'io, però non a livello di
maggioranza di Governo; chiaramente, in due anni, due anni e
mezzo, i lavori della centrale sono andati avanti impegnando
le finanze dello Stato per 2-3 mila miliardi.
Attualmente i lavori di completamento della centrale sono
ancora in corso.
Onorevole Mattioli, lei ha rappresentato, servendosi delle
fonti documentali a sua disposizione, l' excursus
temporale della vicenda evidenziando un aspetto che, sotto il
profilo formale, è ineccepibile ma dal punto di vista delle
responsabilità lascia il campo a perplessità e configura una
responsabilità gravissima del Governo da lei rappresentato. Mi
riferisco alla dichiarazione secondo cui tutto ciò inizia, a
livello di autorizzazione, nel 1991, ancor prima l'emanazione
del decreto regolante l'adozione di misure di protezione. Lei
continua dichiarando che il decreto ministeriale di
autorizzazione risale al 1993, che la richiesta è datata 1991
e che le normative di protezione non sono quelle di cui
dovremmo interessarci perché sono "all'acqua di rose" - e sono
intervenute in un momento successivo -, poi conclude
sostenendo che l'ENEL non aveva l'obbligo di adeguarsi. E' un
discorso veramente assurdo, che non trova giustificazione e
bolla come irresponsabile chi non è intervenuto! Non voglio
polemizzare con lei; condivido la sua impostazione ideologica
e di vita, ma non condivido le risposte che mi dà quale
rappresentante del Governo.
La letteratura scientifica alla quale lei si riferisce si
è sviluppata ed ha posto delle certezze fin dal 1991; dunque
le certezze esistono e lei l'ha dichiarato in modo
inequivoco.
Onorevole Mattioli, perché ho citato la contrada San
Martino? Perché si è acclarato che nella contrada San Martino
le leucemie infantili sono aumentate del mille per cento
rispetto al dato nazionale! Sarno in futuro potrebbe avere una
situazione analoga a quella della contrada San Martino! Non si
può non ritenere che all'interno della maggioranza di Governo
non vi sia un contrasto inquietante caratterizzato da ritardi
ed inerzie che si ripercuotono sulla pelle dei cittadini. A
prescindere da Sarno e dall'operatività della centrale, chi
può dire fin da ora quanti italiani contrarranno, o stanno
contraendo, patologie tumorali ai polmoni, al seno? Quanti
bambini stanno contraendo la leucemia e voi continuate a
verificare, a verificare...!
Le ho posto un primo quesito al quale lei ha risposto in
maniera chiara ed evidente; con esso chiedo, affinché vi
sentiate responsabili di fronte all'opinione pubblica, a voi
stessi ed a noi deputati, "se il Presidente del Consiglio dei
ministri ed i ministri interpellati siano nella condizione di
poter assicurare che il mantenimento dello status quo
non comporti un grave rischio per l'incolumità dei cittadini,
esposti a campi elettromagnetici, in tutte le parti del
territorio nazionale" - prescindo da Sarno, di cui parlerò in
un secondo momento - "interessate da centrali elettriche o da
elettrodotti".
Onorevole Mattioli, la sua risposta è stata quella di una
persona onesta, di un uomo che conduce battaglie giuste, ma io
dico che i rischi esistono e se qualcuno dovesse sollevare
obiezioni a questa mia considerazione, citerei il cosiddetto
principio ALARA, che lei conosce meglio di me. Dinnanzi a
perplessità sussistenti - per non utilizzare l'espressione
inglese - qual è l'atteggiamento che si deve porre in essere?
Una estrema prudenza, perché se sussistono perplessità, non si
esclude che l'esposizione a campi elettromagnetici
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produca patologie tumorali. Nella peggiore delle ipotesi il
cosiddetto principio ALARA avrebbe dovuto indurre il Governo,
che opera da più di due anni, ad adottare nell'immediato
soluzioni adeguate.
Lo dico con la massima sincerità, ma anche con rabbia: vi
avevamo avvertito per Sarno e voi non avete dato alcuna
risposta, ancorché vi avessimo segnalato i rischi. Avreste
dovuto farlo, non perché fossimo da considerare delle Sibille,
ma perché quell'interrogazione, onorevole Mattioli, che era
indirizzata anche al ministro Ronchi, si fondava su dati
tecnici ineccepibili, su dati idrogeologici veramente
allarmanti: ebbene, in venti mesi c'è stato il silenzio
assoluto.
Ora se ne parlerà in questa sede, lei avrà dato
determinate assicurazioni, i contrasti esisteranno ancora
all'interno del Governo e tutto cadrà inevitabilmente ed
inesorabilmente nel dimenticatoio. Quando poi si acclarerà,
tra un anno, due o tre, in attesa degli accertamenti che non
verranno mai e in attesa che questo contrasto di carattere
finanziario trovi una composizione, che nelle zone interessate
- a prescindere dagli altri suoi rilievi - avranno contratto
questo tipo di patologie centinaia di migliaia di italiani
(perché la media pare sia di 10-20 mila all'anno) non so come
il Governo potrà difendersi.
Abbiamo detto che la nostra interpellanza era finalizzata
a questo, onorevole Mattioli.
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