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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


377981
STA0362-0051
Somm. e Sten. d'Aula n. 362 del 28 maggio 1998 (STA13-362)
(suddiviso in 299 Unità Documento)
Unità Documento n.51 (che inizia a pag.20 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.5)
SVOLGIMENTO: 2 - 01148; 2 - 01118; 2 - 01132; 2 - 01135; 2 - 01136; 2 - 01139; 2 - 01150; 2 - 01147. ...(Dismissioni di immobili di società dell'ENI)
...SVOLGIMENTO: 2 - 01148; 2 - 01118; 2 - 01132; 2 - 01135; 2 - 01136; 2 - 01139; 2 - 01150; 2 - 01147. ...(Dismissioni di immobili di società dell'ENI)
GABRIELLA PISTONE.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARIO CLEMENTE MASTELLA
ZZSTA ZZRES ZZSTA280598 ZZSTA980528 ZZSTA000598 ZZSTA000098 ZZSTA362 ZZ13
    GABRIELLA PISTONE.  Ringrazio il sottosegretario Cavazzuti
  per la tempestività di una risposta, più volte sollecitata in
  quest'aula dalla sottoscritta, riguardo al problema che in
  molti abbiamo sollevato con questa interpellanza.
     Sono sicuramente soddisfatta per il fatto che il Governo
  abbia ribadito, in questa sede solenne del Parlamento
  italiano, la sua opinione (che chiaramente è una certezza, più
  che un'opinione, trattandosi di una legge dello Stato) che la
  legge n. 662 di cui si parla, ed in particolare il suo
  articolo 3, comma 109, è sicuramente applicabile alle società
  del gruppo ENI.  Di ciò, ripeto, sono soddisfatta.  E' quasi
  pleonastico, ridondante,
 
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  dopo un anno e mezzo di interlocuzioni varie con i soggetti
  che fanno capo all'ENI, dover ribadire un'altra volta queste
  convinzioni.
     Il sottosegretario ha articolato la sua risposta in vari
  punti: io non so cosa succederà ora e se il Governo,
  nonostante quelle interessate siano società di diritto
  privato, ma pur sempre facenti capo ad una  holding,
  l'ENI (addirittura, l'AGIP Petroli da non molto è diventata
  divisione dell'ENI, quindi diretta emanazione del gruppo), non
  possa fare un altro passo.
     L'azionista di maggioranza dell'ENI è oggi il Tesoro;
  vede, signor sottosegretario, non ho la concezione di uno
  Stato che debba gestire, o che debba essere coinvolto nelle
  scelte e negli affari quotidiani delle aziende controllate,
  bensì, a mio avviso, lo Stato deve sicuramente esercitare
  un'azione di controllo su di esse.  Questo è il compito dello
  Stato: ed allora, l'esercizio del controllo non deve
  riguardare il fatto che l'ENI decida di vendere o meno un
  patrimonio immobiliare, ma il fatto che l'ENI osservi o meno
  le leggi dello Stato.
     Altrimenti, signor sottosegretario, si rinuncia alle
  proprie competenze.  Questa è la parte della sua risposta che
  mi lascia insoddisfatta, dato che, a nostro avviso, il potere
  di controllo va esercitato: cosa può fare altrimenti il
  cittadino per vedere affermati i suoi diritti?  Deve ricorrere
  alla magistratura?  Deve subire passivamente e piegarsi al più
  forte?  O non è meglio avere uno Stato autorevole, e non
  autoritario?  Non uno Stato compiacente, assistenzialista, al
  limite servile nei confronti dei poteri forti (come è stato
  per tanto tempo): questo non è lo Stato che piace a me e al
  mio gruppo parlamentare.  Vogliamo uno Stato che riconquisti il
  rispetto dei cittadini, che riacquisti credibilità.  Penso a
  cosa è successo in questi giorni al sud, dove non c'è troppo
  Stato: al sud c'è troppo poco Stato!
     Questo, comunque, vale per tutto il nostro paese e per
  tutto quanto coinvolge lo Stato nel senso alto del termine.  A
  volte si usano argomenti speciosi, soprattutto in campagna
  elettorale, mi sia consentito osservarlo in quest'aula, dove è
  necessario dire la verità (e la verità in genere mi
  appartiene).  Si presentano, per esempio, interpellanze come
  quelle a prima firma Rivolta n. 2-01135 e poi non si viene in
  quest'aula ad illustrarle, forse perché si ha altro da fare,
  ma soprattutto penso perché non si crede molto a ciò che si è
  scritto.  Questa interpellanza è del gruppo di forza Italia:
  ora, per carità, rispetto le opposizioni, ma so anche che
  esistono delle differenze ed allora mi sembra quanto meno
  curioso che forza Italia esprima certe posizioni.
     Quasi si ergono a paladini di una forma di tutela contro
  le privatizzazioni, di una difesa del pubblico, addirittura
  invocando la legge n. 560.  Io ho avuto modo di conoscere gli
  inquilini degli immobili di San Donato Milanese, ho avuto modo
  di confrontarmi con alcuni di loro ed ho avuto modo, in
  maniera molto leale, di esprimere loro quello che è stato
  sempre il mio pensiero, che non è qui oggi di un tipo e domani
  di tipo diverso in un'altra sede, per poterlo usare per una
  campagna elettorale, con comunicati stampa o inserendolo
  addirittura nel programma elettorale, come nel caso di forza
  Italia (l'altra settimana ci sono state le elezioni in quei
  comuni).
     Bene, noi non ci siamo prestati a questo, io non mi presto
  a questo, ma mi presto ad affermare solennemente il rispetto
  della legge.  La legge n. 662 parla chiaro e dice: "in caso di
  dismissioni si applica".  Ecco, il caso di San Donato, per
  quanto riguarda le dismissioni, chiaramente è soggetto alla
  legge n. 662.  Per quanto riguarda le case dell'ENI, è soggetto
  alla legge n. 662 e così quindi quelle di viale
  dell'Umanesimo.
     Per quanto riguarda gli affitti, non può essere soggetto
  né alla legge n. 560 né alla legge n. 662, perché esse si
  applicano solo in caso di vendita del patrimonio.  Oggi come
  oggi stiamo affrontando l'esame di una legge di riforma degli
  affitti, che è attesa da tutti.  Quando ci saranno le nuove
  normative, che supereranno i patti in deroga, mi auguro, anzi
  sono convinta, che andranno incontro alle fasce più
 
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  deboli, quelle che oggi non possono sostenere il peso di
  affitti molto elevati.
     Dico questo per sottolineare semplicemente che il rispetto
  della legge deve essere, come dire, a 360 gradi; poi, si può
  essere più o meno favorevoli, ma questo non c'entra, è un
  problema di altra natura.  Cosa devono fare i cittadini?
  Ricorrere alla magistratura?  Purtroppo, l'hanno già fatto.
  Dico purtroppo perché non mi sembra proprio il caso dovervi
  ricorrere a fronte di leggi chiare.  Questa è una legge molto
  chiara, che non si presta a fraintendimenti.  Allora, una legge
  chiara deve essere solo rispettata, non ha neanche bisogno di
  ulteriori interpretazioni.  Ripeto: ringrazio il Governo,
  perché è venuto qui oggi a ribadire una convinzione, ma non ci
  sarebbe stato neanche bisogno di questo.  Invece, si affollano
  i tribunali di cause inutili.  Sappiamo i ritmi ed i problemi
  che ha la giustizia.  Allora, sarebbe molto meglio osservare la
  legge.
     Peraltro, vorrei fare una notazione.  Il gruppo ENI, in
  particolare qui a Roma, ha messo in vendita il suo patrimonio:
  una parte (90 appartamenti) l'ha già venduta; un'altra parte è
  composta di appartamenti già vuoti, liberi, a disposizione per
  essere venduti, credo da più di un anno; un'altra parte invece
  è occupata e i cittadini, invece di essere considerati dei
  normali inquilini, vengono considerati dall'ENI degli
  occupanti, tanto è vero che non pagano l'affitto, ma pagano da
  qualche mese una indennità di occupazione.
     L'altro giorno ho parlato di questo argomento con alcuni
  amici, parte dei quali ex colleghi.  Ho lavorato quindici anni
  nel gruppo ENI: ho lavorato bene, in una società che mi ha
  dato tanto, a cui devo tanto; lo dico con profondo rispetto.
  Allora non capisco come l'amministratore delegato dell'ENI,
  dottor Bernabé, sicuramente una persona intelligente e capace,
  assolutamente all'altezza del suo compito, possa perdersi in
  una tale inezia: 150 alloggi ancora da vendere; circa 20 sono
  già a disposizione dell'intermediario (in questo caso la
  Toscana immobili, incaricata dalla SNAM).  Bene, questi alloggi
  non vengono venduti: sono lì, a disposizione, ma non vengono
  venduti; non trovano acquirenti.  Qualcuno si è domandato
  perché?  Forse i prezzi non corrispondono alle stime di
  mercato, forse i valori negli ultimi anni hanno avuto una
  flessione notevole.  L'abbiamo visto tutti.  Vivo all'EUR da
  trent'anni, non da un giorno, e so qual è l'andamento del
  mercato: case che fino a qualche anno fa venivano messe in
  vendita a 5-600 milioni oggi vengono vendute a 400 milioni, e
  magari anche a fatica.  Si tratta allora di prendere atto della
  realtà.
     La legge parla chiaro.  Ed io cerco sempre di documentarmi
  con dati ufficiali, non basandomi sul sentito dire.  Nello
  specifico mi riferisco al listino ufficiale della borsa
  immobiliare di Roma, a cura della Camera di commercio
  (l'organismo le cui dichiarazioni in questo caso fanno fede;
  poi c'è l'ufficio tecnico erariale, che peraltro è richiamato
  nel dispositivo di legge in caso di controversie sulla
  determinazione del prezzo).  Il listino, in riferimento alla
  zona Europa (EUR) indica una stima massima - in caso di
  vendita di abitazioni nuove o ristrutturate (cioè il livello
  più alto di immobili in commercio) - fra i 3 ed i 4 milioni e
  mezzo; per le abitazioni da restaurare o da ristrutturare i
  prezzi vanno da 2.600.000 a 2.900.000.  Non sono valori
  inventati da me o dagli inquilini: è il listino ufficiale.
     In sostanza non si può pensare di chiedere oggi la stessa
  cifra di tre o quattro anni fa, perché il mercato è cambiato.
  Siamo in pieno nella cultura del mercato e della concorrenza:
  ma il mercato risponde a chiare leggi di domanda ed offerta;
  altrimenti i beni rimangono invenduti.  Tanto è vero che le
  case non sono state acquistate.
     Si tratta di un danno economico per l'ENI, oltre tutto.  Mi
  rivolgo allora non al sottosegretario Cavazzuti o al ministro
  Ciampi, ma all'amministratore delegato dell'ENI.  Spero abbia
  la bontà di leggere queste mie dichiarazioni, perché - ripeto
  - è una persona che stimo per la sua intelligenza.  Vorrei
  domandargli perché si attacchi a 150 alloggi ed a questioni di
 
                              Pag. 23
 
  simile levatura, che fanno torto alla sua intelligenza.  Un
  gruppo come l'ENI ha una fama ed una statura, anche a livello
  internazionale, tali da non consentirgli di soggiacere a beghe
  o ad affari di bottega.
     Anche gli uffici legali dell'ENI hanno probabilmente
  responsabilità in questo senso.  Voglio credere che i massimi
  vertici dell'ente non siano a conoscenza dei fatti: se solo
  sapessero il 10 per cento di quanto è successo, credo che
  farebbero dieci passi indietro.
     Non voglio abusare del tempo che ho ancora a mia
  disposizione, ma desidero sottolineare - è un concetto che mi
  è molto chiaro - che lo Stato deve fare la sua parte.  Rinnovo
  pertanto il mio appello al sottosegretario, chiedendogli di
  esercitare anche nei confronti dell'ENI il potere di controllo
  che gli compete.
     Nello stesso tempo voglio rivolgermi agli inquilini
  dell'ENI, dicendo che la legge sta dalla loro parte fino in
  fondo e che dunque non devono e non dovranno temere nulla.
     L'altro giorno un collega a me caro, un non vedente,
  Lucidi - quando ero dipendente dell'AGIP petroli, lavorava al
  centralino - ha ricevuto una lettera di sfratto per un
  appartamento nei palazzi di viale dell'umanesimo.  La moglie,
  preoccupatissima, si è subito rivolta al comitato degli
  inquilini che combatte da tempo questa battaglia: sono tutte
  energie che forse potrebbero essere adoperate per
  qualcos'altro e non impiegate per chiedere il semplice
  rispetto della legge!  Non capisco perché si debba dare il
  tormento a persone, talune delle quali peraltro si trovano in
  particolari condizioni di disagio.
     La legge è molto equilibrata: l'ex senatore Cavazzuti, ora
  sottosegretario, ha avuto con me qualche piccolo scontro al
  Senato.  Il testo che avevo scritto e che era stato approvato
  dalla Camera in prima lettura andava un po' oltre, garantiva
  qualche ulteriore tutela e prevedeva minori vincoli.  Secondo
  alcuni cittadini, era migliore.  In ogni caso in quella
  occasione abbiamo raggiunto, come si suol dire, un
  gentlemen agreement  e credo che alla fine fossimo
  convinti della bontà delle decisioni.  Infatti tante altre
  società stanno rispettando le disposizioni e non creano tutti
  questi grandi problemi.  Certo, possono verificarsi situazioni
  specifiche, ma si tratta di casi singoli: la norma è norma
  dello Stato e viene applicata.
     Oso dire che, qualora l'ENI non fosse così convinto di
  dover applicare la legge, dovrebbe comunque rispettarla e poi,
  eventualmente, ricorrere in giudizio.  Dovrebbe cioè adottare
  il procedimento contrario a quello che sta realizzando: non
  dovrebbe mettersi in una posizione di forza rispetto ad
  inquilini, suoi ex dipendenti o dipendenti, facendo loro
  spendere denaro e provocando un ulteriore affollamento dei
  tribunali con cause inutili.  Oltre tutto, lei lo sa, signor
  sottosegretario, due pretori a Milano, decidendo su cause
  intentate dai cittadini di San Donato Milanese, si sono già
  espressi sulla questione.  Si sono già pronunciati proprio in
  maniera chiara, netta, senza fraintendimenti o
  interpretazioni: in caso di dismissioni si applica la legge n.
  662.
     Non ho molte altre parole, perché ho già detto, fatto e
  scritto tanto su questo argomento.  Voglio ricordare che nel
  dicembre 1996, subito dopo l'approvazione del provvedimento
  collegato alla legge finanziaria, credevo che il problema
  fosse risolto.  In verità, non lo credevo solo io, ma anche
  tanti colleghi che, insieme a me, hanno condotto questa
  battaglia e che la stanno portando avanti tuttora; tra l'altro
  alcuni di questi colleghi sono anche firmatari
  dell'interpellanza oggi al nostro esame.
     Credevamo di aver risolto un problema e invece si è aperta
  una voragine di problemi, una voragine di perdite di tempo!
  Tutti abbiamo questioni serie e cogenti da affrontare: il
  Governo, i parlamentari ed anche gli inquilini.
     Questo è un argomento che avremmo voluto considerare
  chiuso un anno e mezzo fa.  Mi appello ancora una volta alla
  sensibilità del sottosegretario affinché voglia esercitare un
  potestà di sua assoluta competenza: il potere di controllo.
 
DATA=980528 FASCID=STA13-362 TIPOSTA=STA LEGISL=13 NCOMM= SEDE= NSTA=0362 TOTPAG=0118 TOTDOC=0299 NDOC=0051 TIPDOC=O DOCTIT=0005 COMM= F PAGINIZ=0032 RIGINIZ=062 PAGFIN=0035 RIGFIN=074 UPAG=NO PAGEIN=20 PAGEFIN=23 SORTRES=9805283 SORTDDL= FASCIDC=13STA 00362 SORTNAV=59805282 00362 200000 ZZSTA362 NDOC0051 TIPDOCO DOCTIT0005 NDOC0005



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