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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


377985
STA0362-0055
Somm. e Sten. d'Aula n. 362 del 28 maggio 1998 (STA13-362)
(suddiviso in 299 Unità Documento)
Unità Documento n.55 (che inizia a pag.24 dello stampato)
(il TITOLO si trova nell'Unità Documento n.5)
SVOLGIMENTO: 2 - 01148; 2 - 01118; 2 - 01132; 2 - 01135; 2 - 01136; 2 - 01139; 2 - 01150; 2 - 01147. ...(Installazione di impianti eolici nel Fortore beneventano)
...SVOLGIMENTO: 2 - 01148; 2 - 01118; 2 - 01132; 2 - 01135; 2 - 01136; 2 - 01139; 2 - 01150; 2 - 01147. ...(Installazione di impianti eolici nel Fortore beneventano)
VALERIO CALZOLAIO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente. ZZGOV GOVERNO
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARIO CLEMENTE MASTELLA
ZZSTA ZZRES ZZSTA280598 ZZSTA980528 ZZSTA000598 ZZSTA000098 ZZSTA362 ZZ13
    VALERIO CALZOLAIO,  Sottosegretario di Stato per
  l'ambiente.  Signor Presidente, onorevoli colleghi, in
  merito all'interpellanza n. 2-01136 presentata il 19 maggio
  scorso dagli onorevoli Mattarella e Pepe, riguardante
  l'attività sulla produzione di elettricità dell'eolico,
  segnalo preliminarmente che la competenza in materia di
  programmazione ed attuazione dei piani energetici regionali è
  demandata alle regioni, ai sensi della legge n. 10 del 1991,
  concernente norme per l'attuazione del piano energetico
  nazionale.  Inoltre, la legge n. 59 del 1997 ed il recente
  decreto legislativo n. 112 del 1998 (cosiddetti decreti
  Bassanini), assegnano agli enti locali le funzioni di
  autorizzazione all'installazione e all'esercizio degli
  impianti.
     Nell'interpellanza vi sono comunque rilevanti aspetti
  generali e riferimenti istituzionali che chiamano in causa il
  Ministero dell'ambiente e l'intero Governo.
     La politica di diffusione delle fonti energetiche
  rinnovabili rappresenta una scelta fondamentale delle
  strategie di riduzione dei gas climalteranti che il Governo
  sta attivando per ottemperare agli impegni presi dai firmatari
  del cosiddetto protocollo di Kyoto, concordato il 10 dicembre
  1997 e firmato, insieme dall'Unione europea e dall'Italia, il
  29 aprile 1998.
     Nella delibera CIPE del 13 dicembre 1997 è stata approvata
  la seconda comunicazione sui cambiamenti climatici dove viene
  riportato un obiettivo per l'energia eolica al 2010 di 2.500
  megawatt, da aggiungere ai 700 megawatt già approvati dal
  provvedimento CIP 6 del 1992.
     Il recente libro bianco dell'Unione europea del 26
  novembre 1997 sulle fonti rinnovabili aveva del resto già
  definito l'obiettivo del raddoppio della quota delle fonti
  rinnovabili entro il 2010 (per l'energia eolica questo
  significa 40 mila megawatt).
     Va sottolineato come la diffusione della fonte eolica,
  oltre al positivo impatto ambientale, può garantire
  significative ricadute occupazionali (già nel 1997 gli
  occupati in Europa sono stati 15 mila).
     Attualmente per tali opere non è prevista la valutazione
  di impatto ambientale da parte del Ministero dell'ambiente.
  Tuttavia è in corso la revisione degli allegati degli atti di
  indirizzo e di coordinamento dell'aprile 1996, concernente gli
  indirizzi alle regioni in materia di valutazione di impatto
  ambientale (VIA), revisione che comprenderà anche gli impianti
  eolici, in conformità alla nuova direttiva sulla VIA 97/11
  dell'Unione europea.  Tale direttiva deve essere recepita dagli
  Stati membri entro il 14 marzo 1999.
     Quindi, si presenta nell'immediato futuro l'opportunità di
  elaborare norme generali sulla cui base possano più
  efficacemente e proficuamente esercitarsi competenze
  amministrative.  Concordo, pertanto, con la richiesta,
  implicita nell'interpellanza - laddove si parla di eventuali
  effetti sull'ecosistema di rumori, interferenze
  elettromagnetiche, turbolenze aerodinamiche ed intralci
  all'avifauna -, di sottoporre alla valutazione di impatto
  ambientale simili opere sia per quanto attiene alla
  localizzazione sia per quel che riguarda la struttura degli
  impianti.
     Nel frattempo, per coordinare comunque al meglio la
  diffusione degli impianti, è in corso di definizione una
  ipotesi di patto volontario, proposto dal Ministero
  dell'industria ed elaborato dall'ENEA, tra gli operatori
  istituzionali, sociali e privati interessati allo sviluppo del
  settore - che, come abbiamo visto, è uno di quelli che il
  Governo vuole sviluppare - con il fine di realizzare gli
  impianti eolici autorizzati
 
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  nell'ambito del provvedimento CIP 6 del 1992, emanato proprio
  per incentivare l'uso delle fonti rinnovabili, secondo gli
  indirizzi di politica energetica delineati con la legge n. 9
  del 1991.
     Tra le azioni previste in questo patto volontario vi sono:
  la definizione e l'applicazione di metodi per la eventuale
  valutazione di impatto ambientale; l'esecuzione di una
  campagna di informazione alle popolazioni locali; l'attenzione
  per la massimizzazione delle ricadute occupazionali a livello
  nazionale e locale.
     In attesa che tali processi divengano pienamente
  operativi, il rapporto dell'ENEA rappresenta comunque uno
  strumento di lavoro con finalità conoscitive e divulgative ed
  ha avuto la funzione di far conoscere anche ai decisori locali
  i principali elementi necessari all'assunzione di scelte
  consapevoli.
     Il rapporto dedica particolare attenzione agli aspetti di
  carattere ambientale, sia richiamando aspetti di carattere
  generale sia riportando, in attesa delle specifiche normative
  nazionali in materia cui ho fatto riferimento, le linee guida
  per la costruzione degli impianti eolici, elaborate su base
  volontaria dall'associazione europea per l'energia eolica.
  Tali linee indicano in ogni fase del progetto, dalla selezione
  del sito fino all'esercizio dell'impianto, quali analisi e
  considerazioni ambientali debbano essere effettuate dai vari
  soggetti.
     Il processo di diffusione attualmente in atto nelle zone
  del Fortore - e vengo all'aspetto specifico cui fa riferimento
  l'interpellanza, dopo aver cercato di inquadrare il contesto
  generale - richiede, a nostro avviso, particolare attenzione
  per gli aspetti di minimizzazione degli impatti ambientali.  In
  particolare, per quanto riguarda gli aspetti idrogeologici,
  risulta che i progetti sottoposti agli organi competenti siano
  accompagnati dal rapporto geologico.  Inoltre, i lavori vengono
  eseguiti solo a seguito di autorizzazioni e nulla osta
  rilasciati, anche per gli aspetti idrogeologici e di scavo del
  terreno, dalle autorità competenti, quali comunità montane e
  regioni, che è doveroso presumere siano concessi in virtù
  dell'assenza di rischio franoso.
     Circa gli effetti sull'ecosistema - rumore, interferenze
  elettromagnetiche, eccetera - in linea generale sono ormai
  noti i metodi di progetto necessari a ridurli entro i limiti
  che peraltro in alcuni casi sono fissati da precise
  regolamentazioni nazionali.  E' questo il caso del rumore, per
  il quale vi è una legge recente al riguardo, e, parzialmente,
  delle interferenze elettromagnetiche.  Si ha, pertanto, ragione
  di ritenere che i soggetti istituzionali preposti al rilascio
  delle autorizzazioni abbiano pienamente applicato tali norme,
  in ciò sostenuti proprio dalla campagna informativa
  dell'ENEA.
     A giustificazione della localizzazione circoscritta e
  concentrata nelle province campane di Benevento ed Avellino e
  nella provincia di Foggia, la regione Puglia, su nostra
  richiesta, ha fatto presente quanto segue: il piano energetico
  nazionale 1988 aveva esplicitamente previsto in 300 megawatt
  più 600 megawatt all'anno 2000 la potenza eolica da installare
  in Italia.  Il cosiddetto "bacino eolico apulo-campano" è
  risultato essere, su scala nazionale, sulla base delle serie
  pluriennali di dati su velocità e direzione del vento, uno dei
  "giacimenti" potenzialmente più idonei per la produzione di
  energia elettrica da fonte eolica.
     Sulla base di questa previsione di politica energetica, a
  scala nazionale, tenendo conto delle sopravvenute normative
  (le leggi nn. 9 e 10 del 1991), in applicazione di questo
  piano energetico (tali leggi hanno regolamentato il settore
  dell'autoproduzione dell'energia elettrica da fonte
  rinnovabile ed hanno stabilito criteri di incentivazione) la
  regione Puglia si è posta l'obiettivo di almeno 60 megawatt al
  1999 ed ha inserito nel proprio programma operativo plurifondo
  1994-1999 una specifica misura - la 723: produzione di energia
  da fonte rinnovabile - con cui sono stati concessi incentivi,
  nei limiti degli aiuti di Stato previsti dall'Unione
 
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  europea, per la realizzazione di 12 campi eolici ubicati nel
  territorio del subappennino dauno.
     La risposta del mercato è stata molto più favorevole, nel
  senso che all'ENEL e al Ministero dell'industria sono arrivate
  proposte di installazione di impianti eolici per potenze
  cinque volte superiori agli obiettivi che la regione Puglia ha
  inserito nel proprio programma operativo plurifondo.
     Per quanto attiene gli eventuali impatti
  paesaggistico-ambientali dei parchi eolici, la regione Puglia
  ha stabilito nel proprio bando di gara per l'ammissione a
  contributo che le iniziative agevolabili dovevano rispettare
  il limite massimo di 10 megawatt di potenza nominale
  installata in un singolo sito.  Come riportato nella
  letteratura scientifica internazionale, gli impatti in termini
  di rumore, interferenza elettromagnetica ed interferenza con
  eventuali flussi migratori di avifauna dovrebbero essere
  ritenuti "sostenibili", considerata la prevalente destinazione
  agricola dei siti prescelti, peraltro distanti qualche
  chilometro dai centri abitati esistenti, ed in ogni caso sotto
  le soglie stabilite dalla vigente normativa in materia di
  rumore.
     Questo è quanto ha riferito la regione Puglia rispetto
  alla sua specifica competenza.
 
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